Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore di Canova:studio

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore di Canova: analisi completa della scultura

Torniamo ad occuparci di Antonio Canova e delle sue bellissime sculture, dopo aver parlato in modo approfondito dell’evento artistico dedicato alla figura di Lucio Fontana in mostra a Milano. All’interno dell’articolo odierno andremo ad analizzare un’altra scultura di Canova, chiamata “Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore”.

In questo articolo troverete tutto quello che c’è da sapere riguardo questo interessante lavoro, prima scoprendo la storia della sua realizzazione e successivamente realizzando un’analisi stilistica mettendo in primo piano i punti più interessanti del lavoro del Canova.

Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore Canova analisi

“Napoleone Bonaparte come Marte pacificatore” Antonio Canova

Data di produzione: 1803-1806

Dimensioni: 340 cm

Dove si trova: Aspley House, Wellington Collection, Londra

Prima di procedere oltre, è bene sapere che l’opera originale si trova a Londra presso l’Aspley House, mentre una copia in bronzo fusa nel 1811 si trova invece presso l’Accademia delle belle arti di Brera, la quale è luogo di custodia anche di un’altra delle cinque copie in gesso della stessa statua realizzate dal Canova.

L’opera è stata commissionata al Canova nel 1802, quando la sua carriera era all’apice, e dopo essersi recato a Parigi per realizzare un calco preparatorio per il suo lavoro (oggi conservato a Possagno) successivamente realizzò questo lavoro che doveva andare a finire direttamente all’interno del Louvre, il museo designato da Napoleone come destinazione finale per tutte le opere che aveva saccheggiato dagli altri paesi con cui era in conflitto.

Accanto ad altre bellissime opere come Apollo del Belvedere e il Laoconte, Napoleone non apprezzò particolarmente il lavoro di Antonio Canova, e dopo la disfatta di Napoleone anni dopo, la statua fu acquistata dal Duca di Wellington.

La versione bronzea dell’opera che oggi si trova a Milano invece venne richiesta dal viceré Eugenio di Beauharnais a Righetti, il quale attraverso una fusione riuscì a “copiare” completamente l’originale di Canova, cosicché anche noi italiani avessimo una versione della celebre statua francese.

Adesso analizziamo per bene la statua: Napoleone, proprio come accadeva nei tempi antichi, viene rappresentato nelle vesti di Marte, il dio della guerra, che come voleva la tradizione, veniva rappresentato nudo e solamente con la clamide (il mantello) appoggiato su una spalla. Il braccio sinistro viene utilizzato per sorreggere l’asta, mentre quello con quello destro si aiuta per reggere un globo d’oro, con cui sopra c’è la Vittoria alata (che nella versione di bronzo presente a Milano è stata asportata da sconosciuti nel 1978).

A sorreggere l’intera composizione è presente un tronco d’albero accanto alla statua; differentemente da “Eracle e Lica”, qui il soggetto anche se di matrice greca non ha la stessa struttura muscolare, ma al contrario il monarca francese ricorda più che altro un atleta agile e non potente.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *