Maddalena penitente di Antonio Canova: analisi completa della scultura
Eccoci nuovamente in compagnia di Antonio Canova, leggendario scultore il quale nell’Ottocento ha lasciato un vivido segno nella storia dell’arte moderna. Dopo aver analizzato un’altra scultura molto interessante, oggi proseguiamo il nostro viaggio in compagnia di questo artista andando a scoprire la storia e l’analisi stilistica di un altro suo lavoro: la “Maddalena penitente”.
Come è accaduto anche per altre opere, anche per questa “Maddalena penitente” esistono ben due versioni autografe del Canova, ma quella di cui andremo a parlare oggi è quella che canonicamente è considerata la più importante, ovvero quella presente a Palazzo Doria-Tursi, a Genova.
Data di produzione: 1793-1796
Dimensioni: 90 cm (Altezza)
Dove si trova: Palazzo Doria-Tursi, Genova
Abbiamo già accennato che questa è una delle due versioni della scultura: l’altra opera avente lo stesso nome si trova attualmente al Museo dell’Ermitage, a San Pietroburgo. Le due sculture sono sostanzialmente differenti, poiché Canova ebbe grandi difficoltà nello scegliere la composizione migliore per poter rappresentare questo tema.
Prima di procedere effettivamente con l’analisi, bisogna sapere che questa scultura è stata la prima opera di Canova a giungere a Parigi, la quale venne acquistata da Raffaele de Ferrari, Duca di Galliera e successivamente, grazie alla presenza della moglie Maria Brignole-Sale de Ferrari, nativa di Genova, l’opera giunse nella destinazione odierna.
Adesso passiamo all’analisi stilistica di questo lavoro: Canova ha scelto di rappresentare Maria Maddalena mentre è in ginocchio su una pietra, con il busto leggermente in torsione e così anche la testa; attraverso questa rappresentazione Canova ha cercato di trasmettere un forte senso di pateticità e di dolore provato dalla donna.
Nella sua disperazione, Maria Maddalena regge con le braccia e gambe un crocifisso di bronzo (il materiale di quest’ultimo è differente dal marmo della statua volutamente). La donna è vestita con un semplice panno tenuto su con una corda, che permette alle spalle di essere scoperte, parte delle quali sono coperte invece dai lunghi capelli sciolti.
Canova ha cercato di rappresentare la donna a metà tra la bellezza del suo corpo attraente e dall’altra parte il tentativo di chiedere perdono a Dio per la sua vita dissoluta. Lo stesso scultore, per cercare di esaltare il realismo della figura, ha cosparso il marmo con un color giallo, rendendo più vivo il colorito di Maria Maddalena.
Molto interessante anche la presenza di un teschio a lato della ragazza, il quale fa da sostegno alla croce di bronzo.
grazie Dario, bravissimo continua così a coltivare le tue passioni, non mollare mai
Bravissimo. La tua scelta nel divulgare con semplicità l’arte attraverso dettagli che possano rimanere fermi nella memoria, caratterizza il tuo lavoro. Stimolare curiosità in chiarezza è sempre segno di grande conoscenza. Continua così.