Gustav Klimt: la biografia e le opere più importanti
Oggi, in questo articolo, ti farò conoscere uno dei più importanti artisti austriaci, il quale, fu anche, uno storico protagonista della secessione viennese. L’artista di cui ti parlerò oggi è Gustav Klimt: qui potrai leggere tutto su Klimt morte e vita ed inoltre tanti dettagli sui Klimt quadri.
Proseguendo nella lettura di questo post, oltre a conoscere i fatti fondamentali della vita di Klimt, apprenderai tutto quello che c’è da sapere sulle opere di Klimt ed i quadri di Klimt, che lo hanno reso uno dei pittori di spicco nella storia dell’arte contemporanea.
I PRIMI ANNI E L’AVVICINAMENTO ALL’ARTE
Klimt Gustav, nacque nel 1862 in un quartiere di Vienna, Baumgarten. Egli, era il secondo di ben sette figli; il padre di Klimt, era un orafo, mentre sua madre era una donna molto colta ed appassionata di musica classica.
Curiosamente, tutti e tre i figli maschi della coppia Klimt si dedicarono alla pittura, ma nella famiglia Klimt opere, quelle di Gustav divennero dei capolavori della storia dell’arte contemporanea.
Poco dopo aver compiuto quattordici anni, Gustav Klimt, venne fortunatamente ammesso alla scuola d’arte e mestieri d’Austria, dove cominciò ad avvicinarsi al mondo dell’arte ed a padroneggiare gli strumenti del mestiere.
Il talento del giovane artista non passò inosservato, ed infatti, tra le prime Gustav Klimt opere di questi anni, è da ricordare, l’incarico di decorare il cortile del Kunsthistorisches Museum nel 1886.
Completato questo lavoro, la figura di Klimt pittore cominciò ad avere un successo sempre maggiore, e ciò lo portò ad avere delle richieste di lavoro sempre maggiori.
Grazie a questo iniziale successo nel lavoro (supportato anche da un riconoscimento ufficiale da parte dello stesso imperatore Francesco Giuseppe), Klimt poté godere di una situazione economica molto stabile.
Nonostante il successo nel mondo del lavoro, nel 1892, il padre di Klimt venne a mancare, e pochi mesi dopo, anche suo fratello Ernst Klimt morì; i due morti in famiglia, furono un duro colpo per il pittore viennese, il quale decise di fermare la propria attività artistica per circa sei anni.
Durante questi anni di “pausa”, Gustav Klimt cominciò la sua lunga relazione con Emilie Flöge, la quale, pur sapendo che il compagno aveva relazioni con altre donne, non lo lasciò fino alla morte.
Terminato il periodo di inattività, nel 1895, nacque uno dei quadri Klimt che anticipò quelle caratteristiche rintracciabili anche nei futuri capolavori del pittore viennese, intitolato Amore.
IL SECESSIONISMO VIENNESE
Nel 1897, Klimt insieme ad un’altra ventina di artisti, di varie correnti artistiche, diedero vita alla secessione viennese.
Con la creazione di questo gruppo (il cui simbolo era la Pallade Atena, dea simbolo della saggezza), gli artisti che ne facevano parte, avevano come obiettivo, l’esportazione dell’arte al di fuori del mondo accademico, in tutte le sue forme.
Le commissioni lavorative per Klimt, erano sempre moltissime, e, di conseguenza, la fama dell’artista era in costante aumento; nonostante l’esuberante numero di impegni, Klimt, trovò sempre il tempo per realizzare delle opere legate al mondo della secessione viennese: proprio in occasione della quattordicesima mostra del gruppo, Klimt realizzò il grandissimo Fregio di Beethoven, lungo ben trentaquattro metri.
Nel 1902, una delle opere più importanti della produzione artistica del pittore viennese fu la Vergine Klimt.
RAVENNA E L’ORO NELLE OPERE DI KLIMT
Nel 1903, Klimt fece ben due viaggi a Ravenna, e rimase colpito dal mondo dell’arte medievale, in particolare dai mosaici di Bisanzio: i colori dorati e brillanti ed il richiamo al mondo dell’oreficeria del padre, furono solo due degli elementi che portarono alla completa trasformazione del suo stile artistico.
Tornato a Vienna, egli si mise subito al lavoro e realizzò la Giuditta Klimt del 1901, il Ritratto di Adele Bloch-Bauer I del 1907 ed il celebre Klimt il bacio (o Klimt bacio), conosciuto internazionalmente anche come The Kiss.
Tutte queste opere sono contraddistinte dalla presenza ossessiva del colore dorato, dalla semplice bidimensionalità e dall’utilizzo quasi esclusivo di protagoniste femminili, tutte volti di simboli diversi.
Oltre alla Klimt Giuditta e le altre opere citate in precedenza, in questi anni vennero realizzate anche altre opere di immenso valore, come il lavoro di Klimt Albero della vita, realizzato tra il 1905 ed il 1909, oltre che la famosissima Klimt Danae del 1907-1908.
Il periodo aureo di Klimt si concluse con la realizzazione della Giuditta II del 1909, che anticipò la nuova fase artistica del pittore, che non avrebbe più previsto la presenza di colori aurei e dorati.
LA TERZA FASE KLIMTIANA E LA MORTE
Conclusa la produzione di Klimt l albero della vita e dei tanti capolavori “dorati”, l’artista, negli anni successivi, affrontò un periodo di crisi artistica, dovuta a diversi fattori.
Le opere della fase artistica precedente, come il Klimt abbraccio, non rispecchiavano più la società in cui l’artista stava vivendo: l’impero austro-ungarico era prossimo alla fine, la Belle Époque era al capolinea e nuovi artisti giungevano alla ribalta.
In questo periodo, i quadri di Van Gogh, le Matisse opere, i lavori di Toulouse-Lautrec e lo stile di Monet ebbero una notevole influenza sullo stile del pittore viennese, il quale, sacrificò l’utilizzo di tonalità dorate a favore di uno stile più realista, con tonalità più accese ed una tavolozza più ricca di colori.
Nel 1910 e 1911, comunque, ebbe ancora grande rilevanza nel mondo artistico italiano, partecipando alla Biennale di Venezia del 1910 e diventando vincitore dell’Esposizione Internazionale di Arte di Roma nell’anno successivo, con il capolavoro Le Tre Età della donna.
Nel 1918, Gustav Klimt venne colpito da un ictus e morì proprio nel mese di Febbraio di quell’anno.
A proposito del famoso artista viennese, sono stati realizzati diversi Klimt film, di cui un documentario e due lungometraggi, che narrano della vita dell’artista e della nascita di molti dei suoi capolavori, come il Gustav Klimt l abbraccio.
KLIMT per me è stata ossessione. L’uso dell’oro che peraltro effettivamente si ritrova in molti altri dipinti precedenti, e non solo nella cultura europea ma altrove… includendo India . L’oro non è in lui mai utilizzato come ornamento, bensì come parte fondamentale legato a tradizione egizia ma con l’intendimento di capovolgimento culturale. Dove gli dei egiziani hanno la pelle dorata, in Klimt l’oro non viene mai utilizzato a pelle. Dove la parte visibile del corpo non ne è mai ricoperta. Mi chiedo il perché e mi rifarei al fatto che gli egiziani, primi al tempo per conoscenza e lavorazione di questo metallo avevano influenzato a tal punto la cultura ebraica, tanto che si ritrova il culto del vitello d’oro, nel loro viaggio di liberazione dalla schiavitu’ d’Egitto. (e questo al di là del fatto che il padre di Klimt era orafo, ) (l’uso a lamelle che ne farà certo innovativo culturalmente è legato a conoscenza famigliare del metallo) Osservando il Bacio si vede la donna peraltro ebrea ricoperta d’oro ma non nelle parti viso ecc. legate direttamente all’anima o animo motore del quadro… e così in altri dipinti le parti significative mostrano la pelle. Quasi a significare la liberazione e l’elevazione culturale di un popolo, in particolare del popolo ebraico. O capolgimento culturale dove rimane ancora il culto del gioiello, dove ancora si esemplifica il culto della ricchezza che diviene addobbo e arte. Vedo in Klimt intellettualità di intenti elevati ad arte- Progettualità di vera liberazione dalla schiavitu’. Infatti in dipinti successivi abbandona l’uso dell’oro.
bravissimo mi interessa tanto!Scoprirò e imparerò tante cose con te .Grazie!