
I littori riportano a Bruto il corpo dei suoi figli di Jacques-Louis David: analisi completa del quadro
Voglio parlarti di uno dei più famosi quadri di Jacques-Louis David. Nella sua carriera, questo pittore francese ha dipinto quadri di vario genere: ritratti, scene della mitologia greca, quadri di cronaca e molto altro. L’opera di cui voglio raccontarti tutto oggi, può essere inserita nella serie dei quadri storici, poiché ha per soggetto un triste evento della storia romana, ed è intitolato i littori riportano a Bruto il corpo dei suoi figli.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che saprai alla perfezione chi era Bruto, chi erano i littori, il perché stanno trasportando il cadavere dei figli di Bruto, dove è conservato il quadro e molto altro ancora.

Data di produzione: 1789
Dimensioni: 323 x 422 cm
Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi
Prima di tutto, voglio farti capire in che periodo della sua vita, David, ha dipinto quest’opera. Nella piccola scheda qui sopra ho scritto il 1789: come ben sai, questo è l’anno della presa della Bastiglia, l’evento culminante della Rivoluzione Francese.
Quando David stava dipingendo questo lavoro su Bruto, non è ben chiaro se la presa della Bastiglia era avvenuta poco prima o se avesse completato l’opera ancor prima dello scoppio della Rivoluzione.
In ogni caso, la corte reale, trovandosi in una situazione di precario equilibrio, stava attuando varie manovre per tenere sedato lo spirito popolare ed evitare che i cittadini insorgessero nuovamente, pretendendo anche la loro eliminazione, come avevano fatto con il governo precedente.
La tensione politica era così palpabile, che la corte reale doveva valutare se qualsiasi opera d’arte che sarebbe stata esposta successivamente, avesse un contenuto che avrebbe potuto infastidire il popolo.
A questo proposito, il lavoro di David che ritraeva Lavoisier, il famoso chimico, fu vittima della censura della corte reale, poiché Lavoisier era un giacobino, e e quell’opera fosse stata esposta, avrebbe fatto scoppiare una rivolta che sarebbe sfociata poi in un violento tumulto.
Anche questo quadro di Bruto ed i littori venne censurato, ma quando questa notizia venne riportata dai giornali, il pubblico si infuriò, ed il quadro riuscì a salvarsi, solo grazie al tempestivo intervento di alcuni studenti di arte, i quali difesero valorosamente il quadro di David.
Questo era il contesto in cui nacque e fu esposta l’opera di David. Adesso voglio parlarti dei dettagli di questo lavoro e farti capire perché è così importante.
Sai chi era Bruto? Te lo dico immediatamente.
Il suo nome completo è Lucio Giunio Bruto, ed è l’uomo che vedi in primo piano, a sinistra, in penombra e con l’aria preoccupata.
Bruto fu il fondatore della Repubblica romana, vissuto nel VI secolo a.C., ed era disposto a tutto pur di mantenere viva questa forma di governo, addirittura far assassinare i suoi figli.
Vuoi sapere perché Bruto fece uccidere i suoi figli? Questi, differentemente dal padre, non erano amanti della Repubblica, ma, al contrario, volevano restaurare la monarchia e per fare ciò, era necessario fare un colpo di stato.
Bruto, avendo scoperto questa terribile minaccia, diede il doloroso ordine di eliminare i suoi figli, sacrificando la propria famiglia per il benessere della Repubblica.
Questo quadro ha un significato palesemente repubblicano, e nel fragile contesto della Francia rivoluzionaria, i suoi effetti sul pubblico vennero amplificati.
David ha scelto con attenzione quale momento ritrarre della tragica storia di Bruto: piuttosto che mettere in risalto la violenta uccisione dei figli, sceglie di dipingere le sue terribili conseguenze.
Guarda con attenzione il quadro: prima ti ho già detto che l’uomo in primo piano è proprio Bruto. Guardalo con attenzione.
Ha un’espressione scioccata, e mentre i littori (ovvero i protettori del re che vennero istituiti con l’avvento di Romolo) stanno trasportando i cadaveri dei suoi figli, Bruto non li riesce nemmeno a guardare, consapevole del prezzo che ha dovuto pagare per garantire la salvezza della Repubblica.

La sua posizione trasuda nervosismo: ha i piedi incrociati, è seduto senza appoggiarsi sullo schienale, con una mano vicino alla faccia (che probabilmente fino a poco prima aveva tenuto in faccia, combattuto internamente tra la sua famiglia ed il suo Stato), e con l’altro ha in mano un foglio.

Non è un foglio qualunque, anzi, ha un significato ben preciso: è l’ordine scritto dell’omicidio dei suoi figli, che aveva firmato di suo pugno, e che adesso sta stracciando con rabbia, conscio del terribile provvedimento che ha dovuto prendere per il futuro di Roma.
Sposta la tua attenzione sulla destra in secondo piano: la donna che vedi disperata, che ha tra le braccia due bambine, è la moglie di Bruto.

Vedendo arrivare i cadaveri dei due figli più grandi, è distrutta dal dolore e sta allungando un braccio, come se volesse toccarli un’ultima volta.
Adesso guarda le bambine: una di loro è terrorizzata nel vedere arrivare i suoi fratelli morti, mentre l’altra, è svenuta per il dolore.

L’ambiente che circonda questo triste evento è studiato nei minimi dettagli: Bruto è appoggiato ad una statua, probabilmente della dea Roma, su cui si legge a malapena l’incisione con scritto Roma, suggerendo ancora una volta che la sua scellerata decisione è stata presa per garantire il benessere della città.

Sul tavolo dove era seduta la moglie di Bruto e le figlie, c’è una cesta con dei fili e degli attrezzi per il cucito, lasciando intendere che poco prima dell’arrivo dei littori, le bambine stavano imparando a tessere.
Hai visto la grande colonna che sta alla destra di Bruto? Se hai notato, separa con precisione le tre azioni che avvengono nel quadro: da un lato c’è Bruto immerso nei suoi rimorsi, poi ci sono i littori con i cadaveri e sulla destra il dolore della madre e della famiglia di Bruto.

La divisione per mezzo della colonna, non ti sembra di averla già vista nella Flagellazione di Piero della Francesca? A me sembra un artificio molto simile.
Infine, voglio farti notare il contrasto di luce ed ombra in tutto il quadro: Bruto, è immerso nell’oscurità, poiché colpevole dell’omicidio dei suoi figli, mentre la sua innocente famiglia (la moglie e le figlie) sono illuminate dal fascio di luce che giunge dalla porta sulla sinistra della scena, da cui stanno entrando i cadaveri.
Piero Suriano
Nel Discorso sulle scienze e sulle arti Rousseau difende l’operato di Bruto giudicandolo non crudele. Secondo lui infatti l’eventuale perdono dell’allora magistrato romano verso i suoi figli avrebbe generato un’ingiustizia verso la sorte degli altri cospiratori minando le fondamenta della neonata repubblica. Mandando a morte i suoi figli Bruto era libero di fare la stessa cosa verso gli altri traditori. Questo, ovviamente, secondo l’interpretazione del filosofo francese.
Dario Mastromattei
Grazie per il tuo commento, Piero. È molto interessante.
Martina
Ciao! Ottima descrizione, molto dettagliata. Ho notato, però, un particolare che non è stato descritto: la donna accanto la moglie e le figlie di Brutto, quella con il volto coperto da un velo blu: chi è? Qual è il suo ruolo?
Dario Mastromattei
Ciao Martina, grazie per i complimenti.
Vado subito al dunque.
Nella scena ci sono esclusivamente membri della famiglia di Bruto, quindi può darsi che quella misteriosa donna sia la nonna dei ragazzi.
Ma può anche darsi che sia una donna di compagnia che ha il compito di assistere la moglie di Bruto nella gestione delle faccende domestiche.
Difficile dare una risposta precisa dato che non traspare alcun dettaglio del suo volto.
Serena
Ciao! Ho letto solo due descrizioni fino ad adesso, ma volevo farti i complimenti, perchè le analisi sono ben fatte, semplici, coincise. Ti ringrazio
Dario Mastromattei
Ciao Serena, grazie mille per i complimenti, sei molto gentile! Sono contento che le descrizioni ti piacciano. 🙂