Natività di Piero della Francesca: Restauro Sfortunato
Data di Realizzazione | 1470-1475 |
Dimensioni | 124,4×122,6 cm |
Tecnica | Olio su Tavola |
Dove si Trova | National Gallery, Londra |
Caratteristiche Chiave
- Non sappiamo chi abbia commissionato questa tela ma l’opera è rimasta a Sansepolcro fino al 19° secolo, poi è stata acquistata in Inghilterra ed oggi si trova alla National Gallery
- Nel 2022 è stato eseguito un restauro della tavola da parte della National Gallery ma è stato molto criticato per il risultato finale (leggi qui i dettagli)
- Piero della Francesca ha ambientato la Natività non di sera a Betlemme ma in una giornata d’estate nella campagna toscana
- La tradizionale capanna qui è in pietra con un tetto in paglia
- Tra gli uccellini nella scena c’è anche un cardellino, simbolo della Passione di Cristo
Storia
Non si sa nulla su chi abbia potuto richiedere quest’opera a Piero della Francesca.
Soltanto da un’analisi approfondita dei colori – i quali risultano spenti e leggeri – è stato ipotizzato che l’artista l’abbia realizzato nell’ultima fase della sua carriera, negli ultimi trenta anni del ‘400 (anche perché in seguito Piero ha avuto dei problemi agli occhi che gli hanno impedito di dipingere ancora).
Sappiamo soltanto che l’opera è rimasta a Sansepolcro – la città natale di Piero della Francesca – fino al 19° secolo.
Nel 1861, Alexander Barker ha comprato la tavola e l’ha portata a Londra.
Nel 1874, in occasione di un’asta di Barker da Christie’s, la National Gallery l’ha acquistata pagandola 2.415£ (oggi sarebbero circa 235.000£).
E da quel momento è stata esposta lì.
Restauro
Nel 2022 la Natività di Piero è stata sottoposta ad un restauro da parte della National Gallery.
A guidare i lavori è stata la restauratrice senior Jill Dunkerton e, ad eseguire le operazioni invece è stata Britta New.
Un giornalista del Guardian specializzato in arte chiamato Jonathan Jones ha definito pessimo il lavoro che è stato eseguito.
Secondo lui la parte peggiore del restauro è stato quello dei pastori in fondo a destra, con colori errati e volti irreali.
Jones aggiunge che il museo ha modificato altri elementi, tentando di “completare” l’ipotetica tavola non terminata di Piero con:
- Un azzurro più intenso per le vesti della Vergine Maria
- Un grigio più acceso per la stalla di pietra
- Il tetto è stato levigato
- Gli angeli sono diventati meno eterei e più solidi con dei piedi rinforzati
Descrizione
Piero ha dipinto una Natività diversa.
Non siamo a Betlemme, ma è un giorno d’estate nella campagna toscana.
Si vede un fiume sulla sinistra ed una città fortificata sulla destra (forse è Sansepolcro).
Al centro c’è una piccola capanna in pietra con tetto in legno; le condizioni della struttura sono pessime e simboleggiano lo stato di povertà in cui è nato Gesù.
Dentro ci sono il bue e l’asino.
In primo piano c’è Gesù Bambino sdraiato sul manto blu della Vergine Maria, con gli occhi aperti e rivolti verso di lei.
Maria ha la pelle e capelli chiarissimi ed è ritratta in ginocchio con le mani in preghiera.
Indossa un abito blu (così come il mantello) con i polsini ed il corpetto rosso, un sottile velo tra i capelli che lasicano intravedere le perle sia su capelli che collana.
A destra della scena c’è San Giuseppe, seduto con le gambe incrociate su una sella d’asino poggiata a terra. Indossa un abito rosa con una giacca nera e cappello blu.
Curiosità: Questa posizione di San Giuseppe è molto simile a quella dello Spinario, statua greca del 1° o 3° secolo a.C.
Giuseppe sta parlando con 2 pastori.
Uno di loro ha tra le mani un bastone ed indica il cielo, mentre l’altro guarda verso il cielo (o forse aveva lo sguardo rivolto verso una stella che non si vede).
Infine, sulla parte sinistra dell’opera c’è un gruppo di 5 angeli che cantano e suonano in occasione della nascita di Gesù.
Guardando con attenzione è possibile notare anche la presenza di alcuni uccellini:
- Una gazza sulla parte sinistra della capanna
- Un cardellino in un arbusto a terra sulla sinistra (questo uccello è un simbolo della Passione di Cristo)
- Un altro uccellino vicino al cardellino
Domande Frequenti sulla Natività di Piero della Francesca
Il restauro della Natività di Piero della Francesca è stato guidato dalla restauratrice senior Jill Dunkerton della National Gallery. Ha eseguito le operazioni di restauro Britta New.
Silvana Alunno
inqualificabile la direzione che ha messo mano al restauro depauperando la tavola di tutto il significato simbolico. Gravissimo aver fatto gli occhi ai pastori ed anche il tentativo di spiegarne i gesti. I bastoni sono due e messi in modo alla maniera dei ciechi per essere guidati vicendevolmente. La mano non indica stelle inesistenti ma l’armonia delle voci celesti rappresentate dagli angeli. un’armonia che non ha bisogno di strumenti umani : il liuto è senza corde!
Da ora in avanti le generazioni non potranno risalire a ciò che Piero intendeva trasmettere attraverso questa opera.
Grave colpa quella dei restauratori attenti ai colori a cui manca la comprensione simbolica dell’insieme, e non comprendendo giustficano poi in qualche modo il loro operato per dargli senso
Dario
Grazie per il commento con la spiegazione di tutti i dettagli, Silvana. L’unica consolazione è che sul web è possibile reperire delle fotografie dell’opera prima del restauro che permetterà a chi vuole di poter vedere come era in origine il capolavoro.
Ronaldo Distresi
Gli inglesi sono famosi per il massacro delle opere d’arte. Un esempiio? Creta. Secondo i loro gusti le colonne di Cnosso dovevano essere ASSOLUTAMENTE rosse, ma tanto rosse. Troppo rosse, come se fossero state dipinte l’altro ieri.
Figuriamoci che cosa avrebbero fatto con in mano “La Gioconda”,
Dario
Purtroppo lo stile di un restauro dipende dal percorso di apprendimento dei restauratori, dalle indicazioni che gli vengono date e poi dall’abilità del singolo che si occupa direttamente del lavoro. Ed in questo caso il lavoro, invece di migliorare la qualità originale dell’opera, l’ha peggiorata notevolmente.
Giampaolo
Stupendo. Non ci sono parole per descrivere la grandezza di Piero.
Dario Mastromattei
Sono d’accordo, è un quadro bellissimo!