
La Vita e Le Opere di Piero della Francesca, l’Artista-Matematico
Vita
- Nasce a Sansepolcro tra il 1406 ed il 1416, il padre è un commerciante e la madre una donna nobile
- Nel 1439 è a Firenze come aiutante per Domenico Veneziano
- Tra 1440-1450 viaggia tra Urbino, Bologna, Ferrara, Arezzo, Rimini e Roma per realizzare opere d’arte
- Nel 1460 realizza la Flagellazione di Cristo
- Nel 1469-1472 è ospite del duca di Montefeltro ad Urbino e realizza il Doppio ritratto dei duchi di Urbino
- Muore il 12 ottobre 1492
Stile
- Abile pittore ed ottimo matematico. Studia la prospettiva e la combina con la geometria
- Apprende lo studio della prospettiva da Masaccio e Paolo Uccello e si ispira ai colori di Beato Angelico
- Le sue opere spesso sono legate a vicende religiose e politiche del suo tempo
- Ha scritto diversi trattati, come il De Prospectiva Pingendi e il De quinque corporibus regularibus
Prima di cominciare, devi sapere che la vita di Piero della Francesca è un vero casino.
Ci sono pochissimi documenti utili per ricostruire la sua biografia.
Quindi questo articolo sarà differente dalle altre biografie d’artista che puoi trovare sul blog.
Potrà sembrarti sconnesso, ma ciò è perché ci sono pochi elementi su questo artista.
Nascita ed Inizi
Piero nasce a Sansepolcro, tra il 1406 ed il 1416.
Non sappiamo con precisione l’anno perché un incendio che ha colpito gli archivi del comune ha distrutto tutti i documenti.
Il bambino è figlio di Benedetto de’ Franceschi, un ricco mercante di tessuti e di Romana di Pierino da Monterchi, una donna nobile dell’Umbria.
Si sa pochissimo dell’infanzia di Piero.
Il suo nome salta fuori in un documento firmato l’8 ottobre 1436.
E – stando alla legge – per poterlo firmare doveva avere compiuto almeno 20 anni.
Ma stiamo parlando sempre di ipotesi.
Ciò che è certo è che ha fatto pratica a Sansepolcro.
In questo piccolo borgo si sente molto l’influenza di Firenze, Siena e della cultura umbra.
Un punto importante di Sansepolcro è il monastero camaldolese che ha al suo interno una gigantesca biblioteca.
Forse Piero ha studiato qui argomenti di liturgia, teologia ed elementi giuridici.
Dopo aver concluso gli studi, Piero si dedica all’arte.
Il primo collega con cui collabora è Antonio d’Anghiari.
I 2 hanno lavorato insieme e lo testimonia un documento di pagamento per Piero, il quale ha ricevuto denaro per dipingere stendardi e bandiere con su le insegne del Comune e del governo del Papa.
Queste decorazioni, poi, sarebbero state messe su una porta delle mura.
Da qui in poi le informazioni si fanno sempre più frammentate.
Alla fine del 1437 lavora nella chiesa di Sansepolcro e poi nell’abbazia di San Giovanni Evangelista.
L’8 gennaio 1438 lavora di nuovo con Antonio d’Anghiari per realizzare una pala per la chiesa di San Francesco.
Questa nuova collaborazione con d’Anghiari potrebbe far pensare che sia stato il maestro di Piero?
Purtroppo non lo sappiamo.
L’anno dopo, Piero della Francesca si trova a Firenze.
In un altro documento datato 7 settembre 1439 viene elencato come aiutante di Domenico Veneziano per realizzare degli affreschi nel coro della chiesa di Sant’Egidio.
Piero studia da vicino lo stile di Veneziano, e ne assorbe alcune caratteristiche (ha seguito una strategia identica anche con Masaccio).
Ma la 1° opera in assoluto che porta la firma di Piero della Francesca è ancora oggetto di discussione.
C’è chi pensa che sia la Madonna col Bambino (realizzata nel 1435-1440) della Collezione Contini Bonacossi.

Altri esperti invece ritengono che il suo primo lavoro sia il Battesimo di Cristo conservato nella National Gallery di Londra.

Quest’ultima ipotesi si basa sulla presenza di alcuni personaggi bizantini in secondo piano dell’opera.
Nel 1439, infatti, c’è stato il Concilio di Firenze e – in quell’anno – la Chiesa d’Occidente e quella d’Oriente si sono riunite.
Questi personaggi potrebbero simboleggiare questa famosa unione.
Altri studiosi non sono d’accordo e dicono che il Battesimo di Cristo sia stata realizzata molti anni dopo, nel 1460.
Qualunque sia la verità, sappiamo che nel 1442 Piero è di nuovo a San Sepolcro per altri lavori e viene riportato come “consigliere” nel consiglio comunale della città.
Viaggi Nelle Città
Nella metà del ‘400 Piero è spesso in viaggio tra varie città.
Prima Urbino, poi Ferrara e Bologna.
A Ferrara lavora nel Castello Estense e nella chiesa di Sant’Andrea.
Purtroppo non c’è rimasta alcuna traccia dei suoi lavori.
Ma forse è proprio qui che ha conosciuto Rogier van der Weyden, artista che l’ha portato ad appassionarsi sempre più all’arte fiamminga.
Il 18 marzo 1450 Piero è ad Ancona per dipingere – forse – la tavoletta del San Giroalmo Penitente per la famiglia Ferretti.

In questo lavoro (ed in altri dello stesso periodo) si nota un grande interesse da parte dell’artista per il paesaggio e dettagli; ed utilizza materiali differenti tipici della pittura fiamminga.
Nel 1451 Piero è a Rimini a lavorare per Sigismondo Pandolfo Malatesta all’interno del Tempio Malatestiano.
Qui conosce il famoso Leon Battista Alberti.
Poi riprende i suoi viaggi per lavoro in altre città.
Nel 1452 viene chiamato a sostituire il defunto Bicci di Lorenzo, che stava lavorando ad Arezzo, nella Cappella Maggiore di San Francesco, per realizzare le Storie della Vera Croce.
I lavori vanno avanti per un po’, ma poi nel 1459-1459 viene chiamato dal Papa Pio II per lavorare a Roma.
Piero realizza degli affreschi nel Palazzo Apostolico.
Questi però vengono distrutti nel 16° secolo per far posto alle Stanze Vaticane di Raffaello Sanzio.
A Santa Maria Maggiore c’è un affresco che è stato realizzato dalla bottega di Piero, ma non c’è traccia di altri lavori fatti da lui nella capitale.
Questi sono anni in cui lavora un sacco, infatti ha realizzato:
- Resurrezione nel Museo Civico di San Sepolcro
- Flagellazione
- Madonna del Parto
Poi, il 6 novembre 1459 muore la madre di Piero.
Il 20 febbraio 1464 se ne va anche suo padre.
Nonostante il dolore, i lavori procedono e Piero a Roma entra in contatto con artisti fiamminghi e spagnoli, rendendo sempre più unico il proprio stile, come si vede nel Sogno di Costantino.

Tre anni dopo è a Perugia per realizzare un polittico, poi nel 1468 è a Bastia Umbra per trovare riparo dalla peste che dilagava.
Nel 1469-1472 è di nuovo ad Urbino, alla corte di Federico da Montefeltro.
È qui che l’artista ha raggiunto il suo massimo potenziale fondendo alla perfezione geometria e monumentalità.
A questo periodo risale il Doppio Ritratto dei duchi di Urbino con protagonisti Federico da Montefeltro e Battista Sforza.

Ultimi Anni
Negli ultimi 30 anni del ‘400 Piero ritorna a Sansepolcro.
Nel 1482 è di nuovo a Rimini in affitto e 5 anni dopo fa un testamento.
Sente che non gli rimane molto da vivere.
L’artista/storico dell’arte Giorgio Vasari scrive che nei suoi ultimi anni di vita, Piero è stato colpito da una malattia agli occhi che gli ha impedito di lavorare.
Piero muore a Sansepolcro il 12 ottobre 1492.
Stile
Le opere di Piero della Francesca sono un perfetto mix tra arte, geometria e strutture su più livelli.
Nei suoi lavori si legano teologia, filosofia e temi storici (dei suoi anni).
Unisce lo stile classico e duro del Masaccio aggiungendo dettagli moderni tipici della pittura fiamminga.
La sua carriera è una ricerca continua e senza fine sulla prospettiva.
Le Opere Più Importanti
- Doppio ritratto dei duchi d’Urbino
- Battesimo di Cristo
- Flagellazione di Cristo
- Pala di Brera