Andy Warhol: la biografia e le opere più importanti

Andy Warhol: la biografia e le opere più importanti

Oggi ti farò conoscere uno dei più celebri artisti dell’arte contemporanea, il quale è stato un grande esponente della pop art ed inoltre, è stato anche uno dei personaggi più carismatici di tutta la storia dell’arte. L’artista di cui ti parlerò oggi è Andy Warhol e qui, potrai scoprire la sua vita e le opere più importanti.

In questo articolo, oltre a conoscere le Andy Warhol opere più importanti, come la celebre Andy Warol Marilyn Monroe e la Andy Warhol coca cola, potrai conoscere i fatti fondamentali della vita di Andy.

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Andy Warhol

INFANZIA ED ADOLESCENZA

Andy Wharol è nato nel 1928 a Pittsburgh, in Pennylvania. Era il quarto figlio di una famiglia immigrata proveniente dalla piccola città di Mikó, a nord-est della Slovacchia.

In un primo momento, Andy si trasferì in America unicamente con il padre, il quale lavorava all’interno di una miniera di carbone; la madre giunse in America alcuni anni dopo il trasferimento della famiglia avvenuto in precedenza in America.

In terza elementare, al piccolo Andy Warhol venne diagnosticata la Corea di Sydenham, una malattia caratterizzata da movimenti a scatto del viso e delle articolazioni.

A causa di questa malattia, il bambino, saltò molto spesso la scuola e pian piano venne emarginato dagli altri coetanei; in quegli anni, cominciò ad ascoltare la radio, disegnare e fare la collezione di poster delle star del cinema attorno al suo letto.

Quando aveva solo tredici anni, il padre di Andy Warhol morì in un incidente.

Quando divenne più grande continuò i suoi studi, e dopo aver preso il diploma nel 1945, aveva intenzione di proseguire i suoi studi all’Università di Pittsburgh, per diventare successivamente insegnante d’arte; con il passare del tempo, però, cambiò idea, e si iscrisse alla Carnegie Institute of Technology of Pittsburgh, dove studiò grafica pubblicitaria.

In poco tempo cominciò a lavorare come art director presso la rivista d’arte della scuola, intitolata Cano, e, nel 1949, continuò a lavorare nel settore grafico, realizzando un’illustrazione di interni a tutta pagina.

Sempre nel 1949, si trasferì a New York e qui, cominciò a lavorare effettivamente, nel mondo dell’illustrazione pubblicitaria.

ANDY WARHOL NEGLI ANNI CINQUANTA

Prima di diventare Andy Warhol pop art, quest’ultimo cominciò ad acquisire fama gradualmente lavorando nella celebre society newyorkese.

In un primo momento, Andy cominciò a realizzare delle particolari immagini pubblicitarie per delle scarpe; negli anni Cinquanta, il mondo dell’industria musicale era in fermento, ed, approfittando di questo momento, con l’aiuto di un altro artista, Sid Maurer, i due cominciarono a lavorare a delle copertine di vari album ed alle relative immagini pubblicitarie.

Molto tempo prima di fare andy Warhol Marilyn Monroe, il giovane artista cominciò a giocare con le immagini della pubblicità, adottando un approccio informale e spesso effettuando anche degli errori durante la realizzazione; tali sbagli, costituivano parte del processo che rendevano unici ed inimitabili, i suoi lavori.

ANDY WARHOL NEGLI ANNI SESSANTA

Grazie ai suoi primi lavori, Andy, cominciò ad avere sempre più successo e così, iniziò ad essere un artista relativamente famoso.

Nel 1962, fece la sua prima esposizione nella Galleria Ferus di Los Angeles, diventando così, il primo esponente in assoluto della Pop Art sulla costa occidentale dell’America.

Sempre nel 1962, Andy Warhol realizzò la sua prima mostra personale, ospitata presso la Galleria di Eleanor Ward, dal 6 al 24 Novembre; tra i lavori esposti, c’era il dittico Marilyn Monroe Andy Warhol,  poi 100 Cocke Bottles, 100 Soup Cans e 100 Dollar Bills.

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“Dittico di Marilyn Monroe” Andy Warhol

Solo due anni prima, Andy aveva cominciato a selezionare come soggetti delle sue opere, oggetti protagonisti del mondo pubblicitario americano, come bottiglie di Coca-Cola, lattine di zuppa Campbell e personaggi del mondo dello spettacolo, come Elvis Presley, Marlon Brando, la stessa Marilyn Monroe e tanti altri.

Proprio negli anni Sessanta, Warhol fondò il proprio studio The Factory, reclutando molti musicisti, scrittori ed artisti del mondo underground.

Nel 1964, si tenne un’importante mostra intitolata The American Supermarket all’interno della galleria nell’East Side di Paolo Bianchini; tutto l’ambiente venne allestito affinché sembrasse un normalissimo supermercato americano, con all’interno tutti i prodotti che sono usualmente in vendita in tali negozi.

L’interessante novità da tenere in considerazione, era che tutti i prodotti in vendita in questo “supermercato” erano stati realizzati dai più grandi artisti della Pop Art, come Billy Aple, Robert Watts, Mary Inman e lo stesso Andy Warhol; in quell’occasione, tutte le opere d’arte che di solito avevano un costo elevatissimo, vennero vendute a pochissimi dollari.

La scelta di fare questa particolare esposizione ed il vertiginoso calo di prezzo, era una presa di posizione da parte degli artisti Pop Art per avvicinarsi alla massa e dare una personalissima definizione del concetto d’arte.

Nel 1968, con l’aiuto di vari assistenti, Andy, realizzò la celebre Campbell’s Soup I.

Nello stesso anno, Andy Warhol, fu vittima di una sparatoria ad opera della scrittrice Valerie Solanas, la quale in precedenza aveva lavorato nello studio dello stesso Warhol, e, lo stesso giorno della sparatoria, era stata allontanata proprio da Warhol.

Oltre a Warhol, venne coinvolto nella sparatoria anche Mario Amaya, un critico d’arte che lavorava nella The Factory; mentre Amaya se la cavò con qualche ferita non molto grave, Warhol, venne operato d’emergenza e si salvò con non poche difficoltà.

Le conseguenze di quella sparatoria influenzarono la vita di Andy Warhol per il resto della sua vita, costringendolo addirittura a portare un corsetto chirurgico giornalmente.

ANDY WARHOL NEGLI ANNI SETTANTA

Dopo la sparatoria, Warhol fece intensificare le misure di sicurezza al The Factory, e si dedicò alla realizzazione di innumerevoli ritratti di vari personaggi famosi, come quelli di John Lennon, Brigitte Bardot, Liza Minelli e molti altri.

Successivamente, si dedicò alla vita notturna, frequentando molti locali e partecipando a diversi eventi mondani.

ANDY WARHOL NEGLI ANNI OTTANTA E LA MORTE

Negli anni Ottanta, Andy Warhol continuò a produrre ritratti, i quali, però, non vennero molto apprezzati dai critici d’arte, che accusavano l’esponente della pop art di essere diventato un semplice artista che aveva come obiettivo, il denaro.

Warhol, continuò con la realizzazione di altre opere ed ottenne notevoli guadagni, fino a che, nel 1987 morì nel sonno a causa di un’aritmia cardiaca che ebbe, subito dopo un’ordinaria operazione alla cistifellea.

Dopo innumerevoli problemi burocratici, tra la famiglia Warhol ed il New York Hospital, il corpo di Andy venne preso dai suoi fratelli e venne sepolto nel cimitero, accanto a sua madre e suo padre.

Alcune delle Andy Warhol frasi sono tra le più citate di tutti i tempi, ed una di queste è “Nel futuro ognuno sarà famoso per quindici minuti”.

 

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

Una risposta

  1. sara ha detto:

    molto utile

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