Saturno che Divora i Suoi Figli: Cannibale Per Potere
Francisco Goya Saturno che divora i suoi figli
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Data di Realizzazione
1820-1823
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Dimensioni (Larghezza x Altezza)
81,4 x 143,5 cm
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Tecnica
Prima olio su intonaco (poi trasferito su tela)
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Dove si Trova
Museo del Prado, Madrid (stanza 067)
Informazioni sul Saturno Goya
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Peter Paul Rubens
- Goya ha dipinto quest’opera sul muro della sua casa nella Quinta del Sordo, in seguito è stato trasferito su tela dal nuovo proprietario della casa, il Barone d’Erlanger ed oggi si trova nel Museo del Prado (Stanza 067)
- L’opera rappresenta Saturno/Crono, un antico titano che sta mangiando uno dei suoi figli per evitare che si avveri la profezia secondo cui verrà spodestato da uno di loro
- Goya utilizza pochissimi colori scuri, dove spicca soltanto l’ocra della pelle del cadavere ed il rosso del suo sangue
- Ci sono diverse interpretazioni di questa scena: potrebbe rappresentare il conflitto tra vecchio e giovane, oppure il Tempo che divora tutto e che non può essere fermato; o ancora potrebbe alludere al ritorno del re Ferdinando VII in Spagna, che si è comportato da tiranno. O infine è un’allusione all’irrazionalità che sta alla base di ogni comportamento umano
Storia
L’opera fa parte della serie Pitture nere che Goya ha dipinto sui muri della sua abitazione nella Quinta del Sordo tra 1819 e 1823 (la serie ha questo titolo perché il nero è il colore dominante nella maggior parte dei lavori).
Nella parte finale della sua vita Goya si trasferisce in Francia.
La casa con tutti i disegni sui muri dventa proprietà di Mariano, il nipote dell’artista; in seguito viene acquistata dal Barone d’Erlanger.
Quest’ultimo nota i capolavori che Goya ha realizzato sui muri e decide di farli trasferire su tela da Salvador Cubells, il curatore del Museo del Prado al tempo.
Una volta conclusa l’operazione, il barone decide di mostrare i lavori all’Esposizione Universale per venderli, ma non ottiene alcun successo.
Così nel 1878 li dona alla Spagna. Ed ecco perché oggi Saturno che divora i suoi figli si trova al Museo del Prado.
Descrizione
Per farti capire il senso del quadro, devo spiegarti un momento il mito a cui si ispira.
Saturno è un antico titano della mitologia romana (ed ancor prima della mitologia greca, in cui era chiamato Crono).
Figlio di Urano (Cielo) e Gea (la Terra), lui ha il pieno dominio della realtà. Ma poi riceve una profezia: uno dei figli che avrà con sua moglie Rea un giorno lo sconfiggerà e gli farà perdere il trono.
Per evitare ciò, ogni volta che Rea partoriva, Saturno lo mangiava. Questo va avanti per troppo tempo, finché Rea, distrutta dal dolore, decide di ingannare Crono e nasconde l’ultimo nato, Giove (Zeus nella mitologia greca) e dà al suo compagno un sasso da mangiare. Giove si salva ed appena cresciuto ed in forze si lancia nel combattimento con suo padre. Lo sconfigge, libera i suoi fratelli e sorelle divorati da Saturno e diventa il nuovo re degli dei.
Nella scena di Goya stiamo assistendo ad un momento terribile, in cui Saturno sta divorando uno dei figli appena nati.
Non c’è alcuna censura: lui ha lo sguardo allucinato di un cannibale, con gli occhi che gli escono dalle orbite.
Particolare dell’espressione di Saturno
È così preso dalla foga che è pronto a dare un altro morso al cadavere, di cui non rimane quasi nulla.
Particolare del cadavere
Intorno regna il buio, se non fosse per una piccola luce che arriva da sinistra e permette di osservare almeno le due figure.
Particolare della direzione della luce
Goya usa una pennellata rapida, dove il bianco ed il nero sono i protagonisti assoluti, con qualche traccia di ocra per la pelle del cadavere e di Saturno ed il rosso per il sangue.
Particolare dei colori utilizzati
Significato
Qual è il senso di quest’opera?
Goya non ha lasciato alcun documento scritto, quindi possiamo azzardare soltanto delle ipotesi. Ed ecco quali sono le più accreditate:
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Conflitto Vecchio/Giovane
Le vecchie generazioni (Saturno) saranno costrette – in un modo o nell’altro – a lasciare il posto alle nuove generazioni (Giove)
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Tempo
Il tempo divora tutto ed è un’allusione al nome greco di Saturno (cioè Crono) e non si può fare nulla per bloccarlo
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Ferdinando VII
Goya dipinge questa serie di Pitture Nere dopo l’occupazione della Spagna da parte di Napoleone Bonaparte. Dopo l’insurrezione degli spagnoli (che si vede benissimo sia in 2 Maggio 1808 che in 3 Maggio 1808), la Spagna viene liberata e viene rimesso sul trono Ferdinando VII. Ma le cose peggiorano poiché, invece di essere dalla parte del popolo, si comporta come un tiranno, limitando ogni libertà
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Irrazonalità
Manca poco all’avvento del Romanticismo in arte ed in letteratura, una corrente di pensiero in cui si afferma che è l’irrazionalità ad essere alla base di ogni comportamento umano. E quest’opera lo rappresenta alla perfezione.
Qualsiasi sia il senso d quest’opera, non c’è dubbio che è uno dei più cruenti di tutta la serie delle Pitture Nere.
Saturno che divora i suoi figli è stato dipinto anche da Rubens, ed anche questo è conservato nel Museo del Prado. Ma è molto diverso dalla scena di Goya, poiché Rubens mostra un Saturno freddo e calcolatore, del tutto diverso dall’altra versione in cui è preso dalla follia.
Confronto del Saturno di Goya (Sinistra) con quello di Rubens (Destra)
Domande Frequenti sul Saturno che divora i suoi figli
Saturno mangia i suoi figli perché un giorno gli è stato profetizzato che uno di loro gli avrebbe rubato il trono. Per evitare ciò, appena sua moglie Rea partoriva un figlio, lo mangiava all’istante.
Tra i figli di Saturno ci sono Giove, Cerere, Nettuno e Plutone.
Saturno aveva più di 4 figli.
Il quadro di Goya con Saturno che divora i suoi figli si trova nel Museo del Prado, a Madrid.
L’opera Saturno che divora i suoi figli rappresenta il titano Saturno che per evitare che uno dei suoi figli gli rubi il potere, li mangia non appena sono nati. Goya ritrae l’istante in cui Saturno ne sta mangiando uno, il quale è senza testa e senza alcuna possibilità di ribellarsi al padre.
Saturno che divora i figli di Goya appartiene al ciclo di pitture intitolato Pitture Nere (o Black Paintings). Sono una serie di dipinti che Goya ha realizzato direttamente sui muri della sua casa nella Quinta del Sordo.
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Dario
Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell’arte nell’era digitale.
Commenti (14)
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Questo sito è la mia salvezza! Il mio libro di testo descrive in modo superficiale le opere, mentre i tuoi commenti sono completi ed esaustivi. Complimenti:)
grazie mille
Grazie molto interessante
Dario, sei meglio di qualunque professore di storia dell’arte io abbia avuto modo di seguire. (Ne ho avuti 5, fino all’università, poi ho smesso di ascoltare le lezioni, altrimenti avrei cominciato io ad imbrattare fogli, legno, cartoncino e tele, con i miei di deliri psicologici, e non mi pareva proprio il caso). Volevo aggiungere, una piccola curiosità, il regista Guillermo Del Toro, dopo l’uscita del famoso film “Il labirinto del fauno”, ha spiegato di aver guardato a lungo questo quadro di Goya per ispirarsi e creare una delle scene più spaventose del film. il film è ambientato durante la guerra civile spagnola e racconta in modo favolistico e fantasy le piccole esperienze di vita di una ragazza di 13 anni. Tutto qua. Ben lontano insomma dall’odioso concetto di “divinita’ trucida” che caratterizza le epoche lontane.
Ottimo lavoro!!
Fantastico 😉
Grande Diana! Grazie mille!!
che rapporto ha quest’opera con l’annichilimento della ragione?
Ha avuto importanti transizioni quest’opera? Prima era a casa dell’autore, ora al museo del prado, ce ne sono state altre?
Buonasera Gaia, i dipinti appartenenti alla serie dei “Black Paintings” di Goya si trovavano sulle mura della Quinta del Sordo. Nel 1823, Goya andò volontariamente in esilio in Francia nel 1823, lasciando la casa al nipote Mariano.
Con il passare degli anni, la casa è diventata proprietà del barone belga Emile d’Erlanger nel 1874; al fine di garantire la salvezza dei murales, il proprietario della casa di quegli anni, li fece trasportare su tela grazie al supporto di Salvador Martinez Cubells, il quale, era anche capo restauratore al Museo del Prado.
Nel 1878, i capolavori, dopo essere stati mostrati all’Esposizione Universale del 1878 a Parigi, Emile d’Erlanger decise di donarli allo stato spagnolo, giungendo così al Prado.
come mai è importante sottolineare che il corpo divorato da Saturno è adulto e non infantile? grazie mille
Buonasera e grazie per il suo commento. Allora, è importante sottolineare che si tratta di un adulto poiché
– come riportato nell’articolo, la vittima potrebbe rappresentare la Spagna, dilaniata dai troppi conflitti e senza dubbio questo paese non era appena nato, e quindi si potrebbe leggere l’essere adulto della vittima come la durata dell’esistenza della Spagna stessa.
– Facendo riferimento ai miti greci (sempre ipotizzando che si tratti di Saturno e i suoi figli), si riporta all’interno dei testi che le divinità, diversamente dagli esseri umani raggiungessero la forma adulta in modo molto più rispetto a quest’ultimi.
– Anche nel quadro di Rubens si tratta di un ragazzo e non di un infante, poiché altrimenti il quadro avrebbe destato eccessivo scalpore per la violenza e successivamente sarebbe stato censurato.
cioe mi spieghi come puoi dire che è allegoria della guerra civile spagnola se tale guerra scoppia nel 1936 mentre il quadro è stato realizzato nel 1822. ????
La guerra civile che si scatenò ai tempi dell’ingresso dei napoleonici e all’abdicazione del re!