Santa Caterina d'Alessandria di Raffaello Sanzio: analisi

Santa Caterina d’Alessandria di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

Proseguiamo anche oggi nel nostro viaggio in compagnia di Raffaello Sanzio e delle sue bellissime opere. Raffaello è stato senza dubbio uno dei pittori più importanti della storia dell’arte moderna, ed è anche protagonista di una mostra a TorinoOggi, questo pittore torna ad essere protagonista sul nostro blog con l’analisi di un’altra sua importante opera, intitolata “Santa Caterina d’Alessandria”.

All’interno di questo articolo troverete brevemente riassunte la storia della commissione di quest’opera, la sua descrizione e successivamente anche l’analisi stilistica del quadro. Qualora desideraste maggiori informazioni, potete lasciare un commento qui sotto all’articolo o consultare gli altri articoli che abbiamo scritto in passato su questo artista.

Santa Caterina d'Alessandria Raffaello Sanzio anlisi

“Santa Caterina d’Alessandria” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1508

Dimensioni: 71 x 53 cm

Dove si trova: National Gallery, Londra

La prima volta di cui sentiamo parlare con certezza di quest’opera, è nell’elenco delle opere della collezione Aldobrandini nel Settecento, la quale poi passò sicuramente all’interno della collezione Borghese, fino a che venne acquistata in Inghilterra in un’asta e venne esposta in Gran Bretagna a partire dal 1801. Da quel momento, ci fu un passaggio di quest’opera nelle mani di William Beckford, che poi decise nel 1839 di donarla alla National Gallery, dove risiede tutt’ora.

Riassunta molto brevemente la storia di quest’opera, ora passiamo all’analisi stilistica del lavoro: la protagonista è Santa Caterina d’Alessandria (protagonista anche di un quadro di Caravaggio), la quale si trova all’interno di un paesaggio rurale; è stato molto facile riconoscere l’identità di Santa Caterina, poiché è presente all’interno della composizione il suo attributo iconografico della ruota dentata, ma anche la spada, il libro e la palma, simbolo dei martiri.

La grande abilità di Raffaello sta nel fatto di aver rappresentato la donna in una continua torsione su se stessa, proprio come se stesse ricalcando il movimento della ruota dentata, che ricordiamo ancora una volta, è l’elemento che richiama al suo martirio. Il volto di Santa Caterina è rivolto verso una luce che appare dal cielo, rappresentante Dio.

I colori utilizzati sono molto interessanti, e spicca tra tutti il colore blu molto dolce della sua veste, che ricalca la stessa tonalità del cielo, e che riesce ad alternarsi perfettamente al verde della manica della santa e anche al rosso e giallo del resto del suo abbigliamento. La stragrande maggioranza dei colori utilizzati all’interno di quest’opera sono soprattutto colori primari.

Analizziamo adesso la postura della protagonista: essa ha una mano al petto, mentre con l’altra mano, vicina alla ruota dentata, indica il numero tre, che richiama ovviamente alla Trinità.

Se Raffaello vi appassiona e volete saperne di più, restate con noi per scoprire tante altre opere di questo artista, oppure cliccate sul link qui sotto per scoprire una vasta selezione di libri che parlano dello stile e della vita di Raffaello Sanzio.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *