Skip to main content
San Michele sconfigge Satana Raffaello Sanzio analisi

San Michele sconfigge Satana di Raffaello Sanzio: analisi completa del quadro

Dopo una breve pausa dovuta all’approfondimento dei molteplici eventi artistici in Italia che hanno visto protagonisti artisti del calibro di Escher, ma anche molti artisti post-impressionisti a Verona, oggi torniamo a parlare ancora una volta di Raffaello Sanzio e delle sue bellissime opere. All’interno di questo articolo andremo a scoprire “San Michele sconfigge Satana”.

All’interno di questo articolo descriveremo nel dettaglio quest’opera, partendo dalla commissione fino a giungere all’analisi stilistica del quadro, ma qualora voleste un quadro completo di Raffaello Sanzio, proprio come abbiamo fatto anche in tutti gli altri casi, qui sotto trovate diversi libri su Amazon che possono fare al caso vostro.

San Michele sconfigge Satana Raffaello Sanzio analisi
“San Michele sconfigge Satana” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1518

Dimensioni: 268 x 160 cm

Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi

Il personaggio di San Michele ricorre più volte nella produzione artistica di Raffaello Sanzio. Il caso di cui parliamo oggi è dovuto alla commissione da parte di Lorenzo, il duca d’Urbino nel 1517, il quale voleva rendere omaggio al suo alleato Francesco I di Francia. La volontà di utilizzare proprio come soggetto San Michele era dovuto all’Ordine di San Michele, di cui Francesco I era Gran Maestro.

L’opera è molto interessante: vediamo che troneggia completamente la figura del santo, il quale occupa gran parte della composizione mentre schiaccia con il piede il mostro avversario, e Raffaello lo rappresenta proprio mentre sta per eliminarlo con la sua lancia. A rendere quasi “impressionista” il quadro, è la presenza dei drappi in movimento qua e la, che suggeriscono un continuo movimento da parte dei soggetti, come si stessero agitando nel combattimento.

Satana viene rappresentato a terra con il forcone in mano, mentre intorno a lui si estende il luogo di cui è re, ovvero gli inferi: accanto a lui ci sono delle rocce e delle fiamme, indicando una rappresentazione tradizionale di questo luogo; Satana invece ha delle corna che gli spuntano tra i capelli e invece delle ali d’angelo, ha delle ali di uccello, in netto contrasto con il suo avversario.

L’opera, dopo molti restauri, è stata trasportata su tela nel 1737; tale intervento, però, ha portato alla compromissione della bellezza originale del lavoro. Infine, l’opera è tra l’altro firmata e datata proprio sulla veste del Santo, con scritto “RAPHAEL VRBINAS FACEBAT M.D.XVIII”.


Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *