San Matteo e l’Angelo (seconda versione) di Caravaggio: analisi completa dell’opera
Oggi voglio farti conoscere uno dei dipinti del Caravaggio più importanti di tutta la sua carriera. Come ben sai, questo artista ha avuto una vita molto travagliata, e spesso, sono stati proprio i suoi guai, il motivo primario per la produzione di moltissime opere. In questo articolo ti palerò della seconda versione di San Matteo e l’Angelo.
Esiste già un altro Caravaggio san Matteo, anzi, più di un quadro con protagonista Matteo evangelista, ma i dettagli di quello di cui sto per parlarti sono nettamente differenti da quelli di un altro quadro che abbiamo già visto.
Ti ho già detto che questo quadro su S Matteo è la seconda versione della scena con l’angelo: quella di cui ti parlo oggi senza dubbio l’avrai già vista su qualche libro, o se sei più fortunato, anche dal vivo. Leggendo questo articolo conoscerai: data di realizzazione, dimensioni, descrizione dell’opera ed analisi stilistica.
Data di produzione: 1602
Dimensioni: 292 x 186 cm
Dove si trova: San Luigi dei Francesi, Roma
Per prima cosa, voglio parlarti di chi ha commissionato questo quadro su Matteo apostolo: fu il cardinale Matteo Contarelli a chiedere la realizzazione di quest’opera, e, quando sarebbe stata completata, sarebbe stata trasferita nella chiesa di san Luigi dei Francesi Roma.
I due quadri di Caravaggio con lo stesso titolo, mostrano delle caratteristiche sceniche totalmente diverse: come sai, la prima versione dell’opera “San Matteo e l’Angelo” andò distrutta a causa dei bombardamenti in Germania durante la Seconda Guerra Mondiale e quindi effettuare un confronto tra le due opere è stato abbastanza difficoltoso.
Adesso voglio parlarti della composizione del quadro di san Matteo Caravaggio: al centro della scena troneggia la figura di San Matteo, ritratto nell’esatto istante mentre è intento a scrivere.
La posizione del santo, con la testa girata verso l’Angelo, suggerisce che ha interrotto la sua attività per dare ascolto a quest’entità celeste; contemporaneamente, è proprio la posizione dell’apostolo a darci la sensazione che sia di fretta, quasi come se avesse paura di perdere qualche importante appunto che gli viene dettato dallo stesso angelo.
A contribuire a questo senso di fretta, oltre alla posizione del santo, c’è anche lo sgabello su cui è appoggiato: non è totalmente stabile a causa del rapido movimento dello scriba, voltatosi di fretta per l’apparizione dell’Angelo.
L’Angelo giunge direttamente dal cielo, occupando la sezione superiore della scena: guarda con attenzione le dita delle sue mani, con cui sembra che stia elencando una serie di elementi da far scrivere al santo.
Infine, come in tanti altri dipinti Caravaggio, l’ambiente circostante ai due protagonisti è a malapena invisibile, lasciando emergere solo qualche piccolissimo dettaglio nella penombra: questo gioco di contrasti da parte dell’artista, serve a mettere in primo piano, con colori sgargianti, san Matteo e l’Angelo.
MonicaVilla
Bravi!
Dario
Grazie mille per i complimenti Monica.
Valentina
Dopo 14 generazioni, dopo 14 generazioni, dopo 14 generazioni, 42
Arrivo* Joshua
Giorgio Montanari
L’angelo sta indicando e quindi contando sulle dita la genealogia degli antenati di Cristo “Abramo generò Isacco, Isacco generò Giacobbe…” perchè così comincia il vangelo di Matteo.
Valentina
Esatto