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San Matteo e l'Angelo prima versione Caravaggio analisi

San Matteo e l’Angelo (prima versione) di Caravaggio: la storia dell’apostolo analfabeta

Voglio parlarti di un quadro che non esiste più. Esatto, hai letto bene. La storia che sto per raccontarti riguarda un capolavoro che un uomo ha creato e che l’uomo ha distrutto; e la cosa peggiore è che si trattava di un dipinto di Caravaggio.

Hai mai sentito parlare di Michelangelo Merisi da Caravaggio? Sicuramente il suo nome non ti è nuovo: devi sapere che è uno degli artisti più famosi di tutti i tempi, poi che è vissuto nel ‘600 ed ha avuto una vita che è riduttivo definirla un romanzo. Il quadro che voglio farti conoscere è intitolato San matteo e l’angelo.

Quando avrai letto tutto questo articolo, ti garantisco che:

  • Scoprirai l’intera storia di questo Caravaggio distrutto
  • Capirai il motivo per cui esistono ben 2 versioni differenti di questo soggetto, sempre opera di Caravaggio
  • Conoscerai quanto era provocatoria l’arte di Michelangelo Merisi

Sei pronto per conoscere tutto di quest’opera? Cominciamo!

San Matteo e l'Angelo prima versione Caravaggio analisi
“San Matteo e l’Angelo” (Prima versione) Michelangelo Merisi da Caravaggio

Data di produzione: 1602

Dimensioni: 295 x 195 cm

Dove si trova: Distrutto

STORIA

Quest’opera di Caravaggio che ritrae San Matteo e l angelo non la puoi vedere dal vivo perché non esiste più.

Cosa le è successo?

Partiamo dall’inizio.

Siamo a cavallo tra ‘500 e ‘600, ed il cardinale Mathieu Conitrel (in italiano è conosciuto come il cardinale Contarelli), aveva acquistato una cappella per sé nella chiesa di san Luigi dei Francesi, a Roma.

Concluso l’affare, il cardinale aveva in progetto di far decorare tutta l’area con diversi affreschi, tutti riguardanti i fatti principali della vita di san Matteo, e tra questi doveva esserci anche l’istante in cui l’angelo gli donava l’ispirazione per scrivere il Vangelo.

E chi venne incaricato di realizzare questo lavoro?

Il primo (si, perché ce ne sono stati diversi, come vedrai tra poco) artista ad essere stato chiamato fu Girolamo Muziano, celebre artista e seguace di Michelangelo Buonarroti, il quale, praticamente, non fece nulla.

Nel 1587, il cardinale Contarelli morì e la cappella in san Luigi dei Francesi era ancora vuota.

Gli eredi del cardinale decisero di continuare il progetto della decorazione e chiamarono un altro artista molto popolare al tempo: il Cavalier d’Arpino (il quale in passato aveva già avuto a che fare con Caravaggio), il quale, proprio come Muziano, non concluse nulla, facendo soltanto un paio di sopralluoghi nella chiesa.

Licenziato anche il Cavalier d’Arpino, entrò in gioco questa volta il cardinale Francesco Maria del Monte (al tempo protettore e principale committente di Caravaggio), il quale utilizzò la propria influenza per far in modo che l’incarico venisse assegnato a Michelangelo Merisi.

E così fu.

Questa era la prima volta che Caravaggio riceveva un incarico pubblico, ma nonostante ciò si fece subito riconoscere: il progetto originale del cardinale richiedeva esplicitamente una decorazione con affreschi, ma Caravaggio si rifiutò di farli, dicendo che avrebbe realizzato soltanto delle grandi tele.

Gli eredi del cardinale, ormai stanchi della faccenda, accettarono le condizioni dell’artista e così cominciò subito a lavorare.

Nel dicembre del 1600, Caravaggio aveva già completato 2 tele: la chiamata di san Matteo ed il quadro del suo martirio.

Nel 1602 investe tutte le sue energie per realizzare anche questa tela con san Matteo e l’angelo: tra l’altro, questa tela all’inizio non gli era nemmeno stata richiesta.

Infatti, al suo posto, lo scultore fiammingo Jacob Cobaert era stato incaricato di realizzare un piccolo gruppo scultoreo ritraente san Matteo.

Il suo lavoro, però, non aveva soddisfatto i committenti e così la statua venne messa da parte, e Caravaggio venne richiamato per fare questo nuovo lavoro.

Jacob Cobaert San Matteo angelo analisi
“San Matteo e l’Angelo” Jacob Cobaert

La Cappella Contarelli vantò per pochissimo tempo la presenza di questa questa prima versione della scena dipinta da Caravaggio.

Perché?

I committenti non apprezzarono molto lo spietato realismo con cui l’artista aveva dipinto la scena (ci ritorneremo su dopo), e così la tela venne rimossa dall’altare ed andò a finire nella collezione Giustiniani.

Da quel momento, c’è un grande “buco” nella storia di quest’opera: non sappiamo per molto tempo dove sia stata.

Ricompare secoli dopo nella collezione del Kaiser Friederich Museum, a Berlino durante la Seconda Guerra Mondiale; nel bel mezzo della battaglia, i bombardamenti distruggono completamente l’opera.

E se è andata distrutta, come facciamo a sapere come era dipinta?

Fortunatamente sono rimaste diverse foto in bianco e nero dell’opera originale di Caravaggio.

I colori, invece, sono frutto di diverse copie fatte da altri artisti, che hanno cercato di dare nuovamente lo splendore originario a questo capolavoro di Caravaggio.

DESCRIZIONE

Perché ho deciso di parlarti proprio di questo tra i vari dipinti Caravaggio san Luigi dei Francesi?

La ragione più ovvia è quella della sua storia molto travagliata, conclusasi con la distruzione della tela durante la Seconda Guerra Mondiale; il secondo motivo è che si tratta di un’opera importantissima, soprattutto perché è evidentissimo lo spirito provocatorio che caratterizza tante opere di Caravaggio.

Di cosa sto parlando?

Guarda con attenzione l’opera: i protagonisti sono solo 2.

C’è san Matteo, seduto sul lato sinistro della scena, con le gambe incrociate, impegnato a reggere il grande libro su cui sta scrivendo, guidato in tutti i movimenti dal giovane angelo.

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Particolare del libro

E cosa ci sarebbe di provocatorio in tutto ciò?

La risposta sta nei particolari. Si, è vero, l’angelo sta guidando Matteo nei suoi movimenti, ma come lo sta facendo?

Sembra quasi che Matteo sia un vecchio analfabeta e che non sia in grado di scrivere nemmeno una lettera su un foglio.

Caravaggio piuttosto che presentare un forte e vigoroso apostolo di Gesù, ci mostra un vecchio che assomiglia più ad un povero contadino che in tutta la sua vita non ha mai preso una penna in mano.

Guarda con attenzione la sua faccia: ha un’espressione stupefatta nel vedere cosa sta riuscendo a scrivere per la prima volta su un libro; il suo stupore è testimoniato dalla sua fronte aggrottata e gli occhi spalancati, quasi spiritati.

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Particolare del volto di san Matteo

A Caravaggio questo non basta e vuole andare oltre, infatti, la provocazione non finisce qui.

Mettiamo per un momento da parte Matteo e concentriamoci sull’angelo che lo sta aiutando a scrivere il suo Vangelo.

Non ti sembra che i lineamenti siano un po’ troppo femminili?

Guardandolo così è difficile determinare il sesso di questa creatura celeste, ma la dolcezza del suo viso e le labbra molto carnose fanno pensare che si tratti di una ragazza.

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Particolare del volto dell’Angelo

Non è la prima volta che Caravaggio gioca sull’ambiguità del sesso dell’angelo all’interno delle sue opere: guarda quello presente nel Riposo durante la Fuga in Egitto, dove la questione è più o meno la stessa.

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Angelo di “San Matteo e Angelo” (sinistra) Angelo di “Riposo durante la fuga in Egitto” (destra)

Ed è così che il suo semplice gesto di aiutare san Matteo a scrivere sembra quasi trasformarsi in una provocazione carica di sensualità.

Bada bene: Caravaggio sapeva bene che quest’opera sarebbe stata esposta in una chiesa, e nonostante ciò, ha scelto di fare di testa sua e presentare un quadretto molto terreno, quasi del tutto privo di quell’atmosfera religiosa che caratterizza scene di questo genere.

Parliamo ancora un po’ di questo angelo, ma soprattutto, guardiamo la sua posizione.

Sembra che si stia avvicinando a Matteo, come per suggerirgli all’orecchio le parole da scrivere sul Vangelo.

Poi, con la schiena inarcata in questo modo e le gambe non messe saldamente a terra, lascia intuire che sia appena planato per giungere vicino al santo e guidarlo in questa impresa.

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Particolare della posizione dell’Angelo

È vero, si tratta di un’opera di altissima qualità ed anche i committenti lo sapevano, ma nonostante questo, non potevano tollerare la sfrontatezza e l’atteggiamento spregiudicato di Caravaggio.

Così rifiutano l’opera e Michelangelo Merisi non ha altra scelta se non ricominciare tutto il lavoro da zero e creare un altro soggetto, che questa volta verrà accettato.

In fin dei conti, la “colpa” di Caravaggio è stata quella di aver presentato un san Matteo molto più umano (forse troppo) piuttosto che eroico.


Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

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