La Ruota di Bicicletta di Duchamp: Ruote Che Non Funzionano e Sgabelli Bucati
Data di Realizzazione | • 1913 (1° Versione) • Non Definito (2° Versione) • 1951 (3° Versione) |
Dimensioni | • Altezza: 129,5 • Larghezza: 63,5 • Profondità: 41,9 cm |
Dove si Trova | 1° e 2° Versione: Perdute 3° Versione: Museum of Modern Art, New York |
Caratteristiche Chiave
- Ruota di bicicletta è un ready-made di Duchamp che ha realizzato per la 1° volta nel 1913 e che poi ha riprodotto più volte nell’arco della sua vita
- La versione originale è andata perduta, quella più famosa è del 1951 ed è conservata al MoMa
- A differenza dei futuri ready-made, questo include l’elemento dinamico della ruota che può girare
- La ruota messa sottosopra e lo sgabello bucato non hanno alcuna utilità, ma messi insieme diventano un’opera d’arte
- Lo sgabello rappresenta la staticità, la ruota invece il movimento
- La ruota e la forcella sono di colore scuro, mentre lo sgabello è chiaro (quindi ha giocato sul contrasto di colori)
Storia
Nota: la versione originale dell’opera è andata perduta quando la sorella di Duchamp ha riordinato il suo studio. La 2° replica non si sa che fine abbia fatto, quindi in questo articolo farò riferimento alla versione conservata nel Museum of Modern Art di New York.
La 3° versione della ruota di bicicletta Duchamp è stata realizzata per una mostra del 1951 alla Sidney Janis Gallery di New York.
L’idea originale, in realtà, è venuta in mente a Duchamp molti anni prima quando aveva già deciso di andare contro la tradizionale concezione di arte.
Si è trasferito a New York nel 1915, ed è qui che ha utilizzato per la 1° volta la parola ready-made.
Nota: la parola ready-made nell’arte viene usata per identificare un qualsiasi oggetto prefabbricato che viene messo in un contesto che non c’entra nulla, così da trasformarsi in un’opera d’arte. In poche parole si tratta di un oggetto quotidiano che diventa un’opera d’arte quando l’artista lo trasferisce in una situazione in cui non c’entra nulla (come ad esempio una pentola in una lavatrice). Il ruolo dell’artista è quello di scegliere l’oggetto e di spostarlo altrove. Puoi approfondire questo concetto qui.
Agli inizi degli anni ’50 realizza questa versione, ma lo fa in modo diverso dalle volte precedenti.
Questa volta, infatti, incarica Sidney Janis – il proprietario della galleria – di trovare gli oggetti necessari per il lavoro, e poi l’ha fatta realizzare ad altri.
Sidney ha trovato a Parigi la ruota di bicicletta e lo sgabello a Brooklyn.
Duchamp si è limitato ad unire i 2 oggetti, senza pensare troppo al risultato.
A lui interessava più il concetto che la bellezza dell’opera.
Descrizione
Quest’opera è una ruota di bicicletta messa sottosopra su uno sbagello di legno.
La forcella della ruota è funzionante e permette a quest’ultima di girare.
Significato
A differenza dei ready-made che Duchamp ha fatto in futuro, questo è differente.
Perché c’è un elemento dinamico: ed è la ruota che può girare.
Secondo lui questa dà tranquillità e relax contro lo stress della vita quotidiana.
Ma c’è dell’altro.
In francese le parti principali del lavoro si chiamano così:
- Raggi: Rayon
- Ruota: Roue
- Sgabello (o sella, in questo caso): Selle
Se aggiungiamo le iniziali di Marcel Duchamp (quindi la M e la D) unendo le parole ottieni RayMonD roue Selle, una variazione di Raymond Roussel, un collega di Duchamp.
Tra la ruota e lo sgabello non c’è alcun legame sensato.
Unendoli non possono funzionare e non hanno alcuna utilità: la ruota messa così non serve per muoversi e lo sgabello e bucato al centro.
Ma una volta che vengono uniti si trasformano in un nuovo oggetto.
E poi – come simboli – hanno anche un altro significato:
- Sgabello: sostenendo la ruota rimane fermo e stabile
- Ruota: di solito ruota per funzionare quindi rappresenta il movimento e la velocità
Hanno 2 significati opposti.
Infine, anche i colori che ha utilizzato sono interessanti (e contrapposti), infatti la ruota e la forcella sono scure mentre lo sgabello è chiaro.