Room in New York di Edward Hopper: analisi

Room in New York di Edward Hopper: analisi completa dell’opera

Torniamo ancora una volta a parlare del famosissimo pittore Edward Hopper, grandioso pittore americano che attraverso le sue opere è riuscito a trasmettere le emozioni che si vivono all’interno di una grande città, dalle grandi masse fino al più piccolo essere individuale. Dopo aver analizzato The Nighthawks, Conference at Night e Morning Sun, oggi ci concentriamo su Room in New York.

Dopo aver analizzato tantissime opere di Edward Hopper, che stiamo imparando a conoscere attraverso tantissime opere che ha realizzato e che ha lasciato per noi amanti dell’arte, oggi vediamo un po’ un’altra opera forse meno conosciuta: Room in New York.

Room in New York Edward Hopper

Room in New York – Edward Hopper

Anno di produzione: 1932

 

Da come potrebbe suggerire il titolo, senza guardare l’illustrazione, il quadro potrebbe mostrare una semplice stanza della grande metropoli americana, ma ovviamente il quadro nasconde più di qualche piccolo segreto che si riconnette sempre a un tema amato da Hopper: la solitudine. Adesso, guardando l’illustrazione, Room in New York, mostra due soggetti che si trovano all’interno di un appartamento come tanti, illuminato da una piccola luce che si riflette molto bene sulle pareti gialle e che ne danno un colore davvero molto acceso, quasi ad ispirare un po’ di calore.

Il taglio prospettico ricorda molto quello di un film, quasi come se Hopper fosse una sorta di regista, o meglio una spia, perchè ai bordi dell’opera si nota benissimo una specie di finestra, come se l’artista fosse fuori dall’appartamento a spiare la coppia.

Cosa fanno i soggetti in Room in New York? Niente. Fanno semplicemente qualcosa che li distacca, che li estrania l’uno dall’altro: l’uomo sta leggendo il giornale, chino, ed immerso nei suoi pensieri, mentre la donna, che indossa un vestito rosso molto timido è molto più presa dalle sue preoccupazioni, come si può notare dalla testa chinata, e mentre immagina o si lascia trasportare dai pensieri, suona un tasto del pianoforte.

Ancora una volta è la solitudine che prevale, nonostante una coppia sia forgiata sul sentimento amoroso, qui non c’è nulla, quasi come se le due persone fossero sconosciute tra loro. La solitudine di tutti i giorni, nel quotidiano, un tema che purtroppo, ancora oggi esiste in molte realtà.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

Una risposta

  1. Jack ha detto:

    Bellissimo quadro in effetti. Questa descrizione mi ha fatto notare molti più dettagli di quanto non me ne fossi accorto da solo. Dai loro vestiti si può capire che sono appena tornati da un’uscita elegante, magari a teatro. Forse hanno avuto una discussione accesa che gli ha dimostrato che la pensavano diversamente su molti aspetti e di avere principi diversi. Tornati a casa hanno preferito starsene soli e ora la donna si sente sola più che mai, come d’altronde l’uomo, che nonostante lui sta leggendo il giornale non è concentrato su esso ma bensì osserva la donna. La sente lontana e distaccata. Forse era questa la solitudine che il pittore voleva trasmettere. Scusate, scrivendo e mi sono perso dimenticando che inizialmente volevo solo fare un apprezzamento sul quadro.

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