Olympia di Manet: La Provocazione Di Un Pittore Contro Tutto e Tutti
Data di Realizzazione | 1863 |
Dimensioni | 130,5 x 190 cm |
Tecnica | Olio su tela |
Dove si Trova | Musée d’Orsay, Parigi |
Caratteristiche Chiave
- Olympia è ispirata alla Venere di Urbino di Tiziano, alla Maja Desnuda di Goya ed alla Grande Odalisca di Ingres
- Quando Manet presenta l’opera al pubblico viene criticato tantissimo per la donna protagonista nuda senza alcuna ragione mitologica o storica
- La protagonista della tela è una prostituta
- La donna a destra le sta dando dei fiori da parte di un cliente
- Il gatto nero è il simbolo erotico della sessualità femminile
- La donna non si vergogna della sua condizione, anzi guarda dritto verso di noi quasi con un atteggiamento di sfida
- Manet usa colori chiari per mettere in risalto la protagonista rispetto allo sfondo scuro in secondo piano
Storia
Siamo nella seconda metà dell’800.
In questo periodo Manet è un pittore che ha realizzato più di qualche opera (puoi leggere tutti i dettagli della sua vita in questo articolo che ho scritto) e nel 1857 fa un viaggio in Italia per studiare le opere d’arte del Paese e per migliorare la sua tecnica.
Ed è qui che vede la Venere di Urbino di Tiziano.
Questo sarà un lavoro fondamentale per progettare l’Olympia.
Ma Manet è anche un grande appassionato della pittura spagnola.
Conosce la Maja Desnuda di Goya che ha ricopiato attraverso alcune stampe che al tempo circolavano per Parigi.
E con questo fanno 2 modelli da cui prendere spunto.
Ne manca soltanto uno: La grande odalisca di Ingres.
Questa l’ha vista al Louvre dal vivo ed ha avuto la possibilità di poterla studiare nei minimi dettagli.
Una volta raccolte le idee è il momento di mettersi all’opera.
E così realizza schizzi e disegni preparatori, pensa a quale potrebbe essere la migliore soluzione per la sua opera.
Meglio la donna che accarezza il gatto oppure che guarda dritto verso lo spettatore?
Il tempo passa ed arriva il 1863: Manet pubblica la Colazione sull’erba.
E qui la critica lo fa a pezzi.
Nessuno accetta la presenza di una donna nuda tra gli uomini senza una ragione simbolica, storica o mitologica.
È un’opera di cattivo gusto, senza contare che lo sfondo in secondo piano è realizzato in modo frettoloso e superficiale (se vuoi saperne di più, puoi leggere l’articolo su quest’opera qui).
Davanti a tutte queste critiche, Manet decide che se le sue opere non possono piacere alle persone, allora le faranno indignare.
Così si specializza in uno stile crudo e diretto.
Nello stesso anno l’Olympia di Manet è completata e la presenta al Salon del 1865.
Le conseguenze sono devastanti.
Sia la critica che il pubblico sono indignati dal lavoro di Manet.
Ma anche se ne parlano male, l’opera diventa virale e tutti vogliono vederla dal vivo.
Se da una parte c’è chi la critica e non può accettarla, dall’altra c’è anche chi prende le parti del pittore, come Charles Baudelaire ed Émile Zola.
Così arriviamo al 1884.
Manet è morto ed alcune delle sue opere vengono messe in vendita in un’asta pubblica nello studio dell’artista.
Cinque anni dopo la sua vedova ricompra la tela.
In quel momento Claude Monet vede l’opera del suo collega e si impegna a comprarlo per farlo esporre nel Louvre.
Per fare ciò avvia una raccolta per ottenere 20.000 franchi richiesti dalla vedova di Manet.
E se la cava molto bene: a metà ottobre ha già raccolto 15.000 franchi.
Ma qui cominciano i problemi.
Il Lovure non è certo se accettare il dono perché esporre un’opera del genere potrebbe infastidire i visitatori.
La storia finisce quando Suzanne Manet compra il dipinto per 19.415 franchi ed ecco cosa succede:
- Viene esposto nel Musée du Luxembourg fino al 1907
- Poi arriva al Louvre
- Nel 1947 viene spostato nella Galerie du Jeu de Paume
- Nel 1986 viene trasferito al Musée d’Orsay, dove si trova ancora oggi
Descrizione
La protagonista della tela è Victorine Meurent, una delle modelle preferite di Manet.
Qui è sdraiata su un letto mentre guarda verso di noi con un’espressione spenta.
Non ha vestiti addosso, se non qualche gioiello, gli orecchini di perla ed un bracciale.
Attorno al collo, invece, si vede un laccio nero e sottile.
Il braccio sinistro è piegato sul letto, facendo da appoggio al corpo, mentre con la mano destra si copre il pube.
Sul lato destro dell’opera si vede una donna di colore che le sta dando un mazzo di fiori avvolto in una carta bianca.
In basso a destra c’è un gatto nero che alza la coda e guarda verso di noi.
Questi sono i protagonisti della composizione.
Diamo un’occhiata all’ambiente adesso.
Gran parte della scena è occupata dal letto.
Il materasso è coperto da un lenzuolo bianco sgualcito e sotto la protagonista ci sono dei grandi cuscini che la sostengono.
Sul lato sinistro, invece si vede spuntare una tenda verde in alto.
Significato
Prima di Manet molti altri artisti hanno dipinto donne nude.
Qual è il problema qui? Perché quest’opera ha fatto scandalo?
Perché Manet ha rappresentato la ragazza in modo crudo e senza filtri.
Non si tratta di un nudo ideale, ma di un’immagine fredda e realistica.
È vero che Olympia ha la stessa posizione della Venere di Urbino, ma in questo caso è quasi una sorta di “parodia”.
Non c’è spazio per simbolismo o mitologia.
La donna è una prostituta.
Curiosità: Olympia era un soprannome molto popolare tra le prostitute dell’800.
Ma ci sono altri elementi simbolici da approfondire:
- Gatto nero: simbolo erotico della sessualità femminile
- Mazzo di fiori: sono un dono di qualche cliente
- Orchidea tra i capelli: simbolo di sensualità
- Gioielli poco raffinati: simbolo della professione di Olympia
Per quest’opera Manet usa lo stesso stile della Colazione sull’erba.
Per far sì che protagonisti e particolari risaltino nella scena si serve di colori chiari, luminosità e gioca anche con toni complementari.
Infatti la veste della domestica è di colore rosa, mentre lo sfondo è verde scuro.
Sono colori contrastanti.
La luce in questa scena arriva da di fronte, dove ci troviamo noi.
Ed è questa luce che mette in bella mostra il corpo della ragazza senza alcuna censura.
Per approfondire:
Alessia
Qualcuno sa per quale motivo è nuda si, ma ha le scarpe nel letto?
mario rapenna
In genere come succede attualmente nelle fotografie glamour, la scarpa è simbolo di sensualità. Lessi una volta che i fotografi specializzati nel settore prediligono le calzature e non farebbero mai foto di donne nude senza questo accessorio.
Erica
Mi scusi per il disturbo, il testo che ha scritto è stato molto interessante ed istruttivo per me, ma credo che manchi di un contenuto quasi essenziale: la ragazza che porta i fiori ad Olympia, non è forse sua serva? E non è che il quadro abbia fatto scandalo anche perchè quest’ultima era nera? Sarei curiosa di capire meglio, grazie in anticipo se rispoderà
Laura Campagna
Le serve delle prostitute erano nere poiché le donne bianche si rifiutavano di fare quel determinato lavoro, ritenuto moralmente indegno e un tabù per la società. Il quadro crea scandalo “unicamente” perché si innalza la figura della prostituta a bellezza moderna, rovesciando iconograficamente l’icona della “Venere di Urbino” di Tiziano (quest’ultimo ritraeva una dea, Manet ritrae una prostituta).
Spero di essere stata d’aiuto.
Matteo Maggioni
wow! davvero interessante, ma soprattutto molto utile!
SILVIA SOGGIU
mio figlio attingerà alle Tue osservazioni per trasporne il senso e sviluppare l’analisi del ritratto all’interno della sua tesina di maturità.
Grazie 🙂
Nicola Pigliapoco
Analisi artistica molto buona, al pari se non meglio di quella del mio professore di storia dell’arte. Grazie!
Dario Mastromattei
Grazie Nicola! Spero di esserti stato utile. 🙂
Nicola Pigliapoco
mi sono dimenticato: cerca di fare più commenti per quanto riguarda lo stile
Dario Mastromattei
Grazie, terrò a mente il tuo consiglio. 😉
mattia repossi
bellissimo,grazie a questo “pezzo” ho preso 9 nell’esposizione di Olympia e della Venere di Urbino
Dario Mastromattei
Bravissimo Mattia!
Nilo
i non leggo nessuna misoginia, anzi. Bel pezzo !
Dario Mastromattei
Ciao Nilo, grazie mille, gentilissimo! 🙂
SILVIA SOGGIU
mio figlio attingerà al tuo testo ( o meglio al senso delle tue parole “applicate” al ritratto) per elaborarle e mettere le sue osservazioni sulla tesina di maturità, grazie
🙂
Dario Mastromattei
Grazie a te Silvia! In bocca al lupo per i suoi esami! 🙂
MaddalenaGasparini
Il testo è intriso di una non tanto sottile vena di misoginia
Dario Mastromattei
Ciao Maddalena, grazie per il commento.
Posso assicurarti che non c’è alcuna misoginia nel testo che ho scritto: mi sono limitato ad analizzare il quadro basandomi sugli studi effettuati in passato. Se nel testo è presente qualche contenuto che ti disturba, puoi segnalarmelo in privato contattando creativedario@gmail.com e provvederò a correggerlo quanto prima, grazie. 🙂