La Notte Stellata di Van Gogh: la serata fantastica degli astri
Voglio farti conoscere a fondo uno dei più grandi capolavori di tutta la storia dell’arte. L’autore di questo quadro è Vincent Van Gogh, un pittore olandese famoso in tutto il mondo, il quel è negli ultimi anni dell’800 ed è passato alla storia (oltre che per il suo talento) per aver avuto una vita travagliata ed il quasi “ironico” successo che ha avuto solo dopo la sua morte. Il quadro di oggi ti aiuterà a conoscere molto più a fondo la storia di questo artista, e di conseguenza, anche il suo stile. Il lavoro di cui voglio parlarti è intitolato la notte stellata.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che la notte stellata di Van Gogh non avrà più alcun segreto per te.
Conoscerai ogni piccolo particolare della sua storia, scoprirai con precisione il periodo in cui questo quadro di Van Gogh è stato ideato, poi vedrai da vicino i minimi dettagli che hanno reso, nel corso degli anni, questo lavoro un capolavoro senza precedenti.
Anno di produzione: 1889
Dimensioni: 73×92 cm
Dove si trova: New York, Museum of Modern Art
Prima di dirti qualsiasi cosa, voglio farti scoprire come è nato il progetto di creare questo quadro notte stellata; però, se preferisci andare direttamente “al sodo”, puoi scegliere la parte che ti interessa leggere nel menù qui sotto.
STORIA
È Il 23 Dicembre 1888, e la tranquillità della piccola città di Arles viene turbata da schiamazzi e da un forte litigio.
Un uomo, nel corso di un’accesa discussione con il suo coinquilino, in preda ad un raptus furioso, compie questo gesto folle: l’uomo in questione, purtroppo, è proprio Vincent Van Gogh.
Cosa era accaduto?
Poco tempo prima il pittore olandese si era trasferito in una piccola casa gialla nella città di Arles in accordo con il suo amico Paul Gauguin.
I due, entrambi pittori, avevano scelto di trasferirsi in questo piccolo centro per dare vita ad una nuova scuola artistica.
Dopo una breve convivenza, le loro differenze ed i loro caratteri si rivelano incompatibili e presto le discussioni diventano un fatto quotidiano.
Infine, i due giungono all’ultima litigata, che si conclude in modo molto amaro: Van Gogh, in preda alla rabbia e la follia, si taglia un orecchio.
I vicini, ovviamente hanno sentito tutto quello che è successo e la notizia del gesto folle di Vincent si diffonde rapidamente.
Sono gli stessi vicini, terrorizzati da altre azioni sconsiderate che potrebbe intraprendere il pittore, che decidono di far girare una petizione per farlo rinchiudere in un manicomio.
Il progetto dei vicini non va in porto e la petizione non raggiunge il numero di firme sufficienti; qualche tempo dopo, però, è Van Gogh stesso a capire che non può sostenere questa situazione da solo, ed è così che l’8 Maggio 1889, si fa ricoverare volontariamente nell’ospedale psichiatrico di Saint-Paul-de Mausole.
Al momento in cui Vincent entra in ospedale, questa struttura non era piena di pazienti, ed è proprio per questo motivo che viene concesso al pittore di avere, oltre che la camera da letto, anche una stanza al pianterreno da utilizzare come studio per il suo lavoro.
Grazie a questa particolare (e fortunata) situazione, Vincent può continuare a dipingere tranquillamente i suoi lavori, riprendendo dal punto in cui si era fermato ad Arles.
Potrebbe sembrarti strano, ma è proprio nel periodo che trascorre in manicomio, che realizza alcune delle sue opere più note: nel Maggio del 1889 dipinge Iris, in seguito lavora anche ad un autoritratto, e poi, ovviamente, realizza anche il quadro ritraente il cielo stellato di Van Gogh.
Sapevi che in inglese questo quadro è intitolato starry night van gogh?
Devi sapere che Vincent, oltre ad essere un eccellente pittore, ha anche scritto tantissime lettere a vari destinatari: quello con cui intratteneva maggiori conversazioni era suo fratello Theo, ma ha inviato lettere anche ad altri pittori ed amici, discutendo di tante questioni.
È proprio una lettera indirizzata a Theo che può aiutarci a capire il giorno esatto in cui questa tela potrebbe essere stata realizzata: dopo un accurato studio, salta fuori la data del 18 Giugno.
LA PROVENIENZA
Come è arrivato questo quadro a New York?
Te lo spiego immediatamente.
Devi sapere che Van Gogh ha sempre avuto un certo attaccamento per questo quadro, pensando che non fosse uno dei suoi lavori migliori.
Proprio per questa sensazione, il 18 Settembre 1889, il pittore sceglie di non spedire la tela a suo fratello Theo insieme ad un carico di altri suoi lavori.
Nel 1890, Vincent muore e nemmeno 6 mesi dopo anche Theo viene a mancare, e così tutti i quadri che erano tra le proprietà dello stesso Theo, appartengono legittimamente a Jo, la sua vedova.
Nel 1900, a Parigi, Jo decide di separarsi dai quadri e li vende ad un poeta chiamato Julien Leclercq, il quale, a sua volta, rivende il tutto ad Émile Schuffenecker nel 1901.
Inaspettatamente, Jo cambia idea e decide di riprendersi tutto quello che gli rimane del suo defunto marito e di suo fratello.
Pochi anni dopo (dal 1906 al 1938, per la precisione), l’intera collezione la ritroviamo nelle mani di Georgette van Stolk.
Infine, Georgette vende l’intero carico a Paul Rosenberg, che poi porta la Notte Stellata al Museum of Modern Art nel 1941.
IL QUADRO
Questo particolare quadro di Van Gogh notte stellata è stato realizzato nello studio “improvvisato” che l’artista aveva avuto in concessione al pianterreno del manicomio dallo stesso staff della struttura.
Devo dirti una cosa molto importante: la notte di Van Gogh non è reale.
Mi spiego meglio.
Il paesaggio notturno dipinto dal pittore olandese è stato identificato con uno scorcio che doveva vedersi dall’interno della sua camera d’ospedale rivolta verso est.
Vincent avrebbe disegnato e colorato questa visione circa 21 volte, includendo anche la notte stellata che è diventata famosissima.
In una lettera per suo fratello Theo, Vincent scrive:
Attraverso le grate di ferro della finestra, riesco a vedere un campo di grano… sul quale, nel mattino, riesco a vedere il sole che sorge in tutto il suo splendore”.
Prima che il lavoro di Van Gogh la notte stellata acquistasse una fama così grande, ti ho già anticipato che il pittore ha ritratto il panorama che vedeva dalla propria camera in momenti diversi della giornata e con condizioni atmosferiche variabili (tra cui il sole che sorge, con il tramonto, con il vento, con la pioggia e in tante altre situazioni possibili).
Nonostante la già eccezionale possibilità di poter usufruire di 2 stanze, lo staff dell’ospedale psichiatrico non permette a Vincent di poter dipingere anche nella sua camera da letto (ma solo nello studio), ma riusciva comunque ad arrangiarsi facendo dei rapidi schizzi con matita o lavorando sulla carta, avendo spesso delle importanti intuizioni su come migliorare addirittura alcuni lavori già completati.
Sai che tutti questi quadri hanno qualcosa in comune?
Proprio così.
Tutte queste vedute sono accomunate dalla linea diagonale che ha origine da destra, proprio dove ci sono le colline, nella parte bassa della catena montuosa delle Alpille.
Inoltre, in 15 delle 21 rappresentazioni della stessa scena, si intravedono degli alberi di cipresso oltre il muro che circonda il campo di grano citato nelle lettera di Van Gogh.
Perché insistere così tanto su un piccolo campo di grano?
Van Gogh è letteralmente ossessionato da questo piccolo pezzo di terra a tal punto che lo ha reso protagonista di 6 dei suoi quadri, tra cui c’è anche il famoso Campo di grano con cipressi.
Come avrai potuto capire, Vincent durante il suo ricovero ha avuto il “privilegio” di potersi muovere con grande libertà all’interno dell’istituto per i suoi lavori; pensa che ha avuto anche la possibilità di poter lavorare ad un paio di quadri anche all’esterno, ed è così che è nato “Il campo di grano recintato dopo una tempesta”.
L’altro quadro, La notte stellata Van Gogh, devi sapere che è l’unica scena notturna appartenente alla serie di lavori di cui ti ho parlato prima.
In una lettera scritta agli inizi di Giugno del 1889, Vincent si rivolge a suo fratello, dicendogli:
Questa mattina ho visto la campagna dalla mia finestra molto a lungo, e prima dell’alba non c’era nulla se non la Stella del mattino, che era molto grande”.
Cosa c’entra questo con la notte di Van Gogh?
Potrebbe sembrarti una frase senza senso, ma in realtà, la presenza della “Stella del mattino” può aiutarci a definire con precisione il periodo in cui Van Gogh ha realizzato questo lavoro.
Molti specializzati hanno cercato di risolvere la questione analizzando l’opera da un punto di vista astrologico.
Per prima cosa hanno studiato con attenzione la posizione delle costellazioni ed hanno capito che durante la stagione primaverile, la zona della Provenza in cui si trovava Vincent, l’unica stella luminosa visibile era Venere, e con molta probabilità, quando il pittore parla di una “stella del mattino molto grande”, si riferisce proprio a Venere.
Con questo cielo stellato Van Gogh dà vita ad una visione completamente nuova della notte.
La luna è stilizzata e diversa da come appare in realtà, lasciando intuire che l’artista abbia introdotto delle pesanti modifiche alla scena.
Hai visto il piccolo villaggio in basso a destra?
Devi sapere che dalla piccola stanza da cui si affacciava Vincent, era quasi impossibile che potesse vedere una scena del genere.
Molto probabilmente, per disegnare questa zona urbana, l’artista si è ispirato ad un progetto che aveva schizzato su un foglio, sfruttando come punto d’osservazione una delle colline presente ai lati dell’ospedale psichiatrico.
Secondo alcuni studiosi, questo piccolo villaggio non sarebbe stato presente nella zona della Provenza, ma con più probabilità , sarebbe una zona urbana molto simile a quelle che si vedevano in Olanda, molto simili ai paesi che Vincent aveva visto durante la sua infanzia.
INTERPRETAZIONE
Non è facile fare una Notte Stellata Van Gogh analisi, dato che questo quadro si presta a tante interpretazioni diverse, e nessuna esclude l’altra.
Van Gogh ha scritto tante lettere a suo fratello Theo nelle quali cita diverse volte questo lavoro, ma nonostante ciò, il lavoro di Vincent presenta tutt’oggi più di qualche difficoltà.
Altri suoi quadri, come il caffè di notte, sono spesso protagonisti di molte delle sue lettere e per questo non sono così criptici come questo quadro sulla notte.
È proprio In una lettera di Giugno indirizzata a Theo che Van Gogh dice di aver appena concluso una tela con un cielo stellato.
Parla nuovamente (e sempre con Theo di un lavoro simile mesi dopo, precisamente il 20 Settembre 1889, quando sta raccontando di una serie di quadri che presto gli avrebbe fatto recapitare, ed in questa occasione si riferisce alla notte stellata con il nome di “uno studio notturno”.
Dopo aver scritto questa lettera, però, Vincent cambia idea e proprio quando sta preparando il necessario per spedire i quadri a suo fratello, mette da parte e tiene per sé la notte stellata.
Perché fa questa scelta?
Decide di non inviare questo lavoro perché non vuole spendere troppo per la spedizione e poi anche perché, ritiene che questo quadro sia un vero e proprio fallimento.
Da non credere, eh? Eppure Vincent definisce la sua tela un progetto non riuscito in una lettera indirizzata al suo amico Emile Bernard.
Le discussioni sui quadri erano un tema molto frequente nelle lettere di Van Gogh con altri artisti.
Basta fare un passo indietro e ricordare Paul Gauguin, con il quale lo stesso Vincent aveva scambiato un gran numero di lettere (prima della loro convivenza ad Arles) e molti di questi scritti riguardavano quale fosse giusto dipingere: a tal proposito, era meglio seguire una corrente realista o seguire una strada più astratta?
Con questo lavoro Van gogh sembra avere le idee piuttosto chiare e segue la strada tracciata da Paul Gauguin, il quale può essere “classificato” come un post impressionista/simbolista.
Nella lettera per Bernard, Van Gogh scrive:
Quando Gauguin era ad Arles, una volta o due mi sono lasciato andare ed ho ceduto all’astrazione come sai..Ma fu una delusione, amico mio […], poi ancora una volta mi sono lasciato andare all’astrazione per raggiungere le stelle che sono troppo grandi, ma è stato un altro fallimento, e devono prenderne atto.”
Il secondo “fallimento” a cui fa riferimento Vincent nella sua lettera, allude, quasi certamente, alla parte superiore di questa notte stellata, caratterizzata dalla presenza di stelle gigantesche e di pennellate vigorose e poco realistiche.
Lo stile di Van Gogh è caratterizzato anche dal fatto che abbia sempre preferito lavorare più di una volta sullo stesso soggetto.
Quando era a Parigi, ad esempio, ha conosciuto il pittore impressionista Claude Monet ed è rimasto colpito da alcuni suoi quadri, e così ha cercato di impadronirsi degli aspetti migliori del suo stile dando vita alla serie di quadri dei girasoli.
Anche il lavoro di Van Gogh cielo stellato fa parte di una serie di lavori notturni realizzati dallo stesso Vincent, il quale, aveva dato inizio ad Arles, prima di essere ricoverato in ospedale.
Fin dal suo primo momento ad Arles, Vincent aveva un chiodo fisso: dipingere un quadro con il cielo stellato; e racconta di questa sua intenzione sia a Theo che al suo amico Bernard.
L’idea della notte di Van Gogh era molto diversa da quello che tu possa pensare: paragonava le stelle a dei puntini su una mappa e che fosse necessario un viaggio per collegare il cielo e la terra.
Devi sapere che la vita di Van Gogh era caratterizzata da uno stretto, quasi morboso, rapporto con la religione; questa particolare relazione era dovuta all’educazione imposta dalla sua famiglia, la quale ha dato un’importanza assolutamente primaria a questo aspetto.
Con il passare degli anni però, tutte le lezioni della sua famiglia cominciano ad essere messe in discussione, fino a quando, nel periodo della realizzazione di questo quadro, si giunge ad un punto di non ritorno.
Nonostante questa “crisi” religiosa, Vincent conserva sempre una piccola idea di vita nell’aldilà dopo la morte, che lo spinge a realizzare questa particolare immagine della notte piena di stelle.
Da cosa puoi intuire questa relazione tra l’aldilà e questo quadro?
A questo proposito ci sono alcuni passaggi delle sue lettere che fanno al caso nostro:
Sarebbe semplice e sarebbe giusto, per le terribili cose che accadono durante la vita, se questa esistenza avesse un altro “emisfero” invisibile ma vero, dove uno arriva quando muore. […] La speranza è nelle stelle, e la Terra è un pianeta, e di conseguenza una stella o un corpo celeste”.
LA SPIEGAZIONE DEGLI STORICI DELL’ARTE
Meyer Schapiro, un importante storico dell’arte, aveva sviluppato una spiegazione completamente nuova di questo quadro.
Questa straordinaria scena, secondo lui, era il risultato di una somma di una vasta gamma di emozioni, influenzate da una forte coscienza religiosa.
Schapiro, facendo riferimento al testo della Rivelazione facente parte del Nuovo Testamento, nel passaggio in cui si parla del dolore causato dal parto di una donna e in cui si parla anche un cielo con il sole e la luna riempito di stelle.
Van Gogh, per via della sua educazione prettamente religiosa, quasi sicuramente conosceva questo passaggio del libro e se ne è servito per la sua opera.
L’ipotesi di Schapiro non è stata inutile, anzi, molti altri studiosi, basandosi sulle sue conclusioni, hanno dato vita ad ulteriori spiegazioni.
Sven Loevgren, ad esempio, definisce il capolavoro di Van Gogh un quadro visionario, ispirato da “un forte stato di agitazione”.
Loevgren ritiene che questa pittura rappresenti una sorta di assorbimento dell’artista da parte del cielo stellato, come se fosse una scena apocalittica; inoltre aggiunge che Van Gogh abbia potuto ispirarsi per questo quadro, ad uno dei sogni di San Giuseppe narrati nel libro della Genesi, nel Vecchio Testamento.
Rimanendo sempre in tema di ispirazioni, c’è chi ritiene che Van Gogh abbia potuto attingere ai testi di Victor Hugo e di Jules Verne per dare vita a questa scena, richiamandosi a loro in particolare per una possibile vita ultraterrena su stelle o pianeti.
Questo gruppo di stelle in movimento dipinte da Van Gogh, sono perfette per rappresentare il cosmo come un “essere vivente”; inoltre, questa accezione sinuosa che si percepisce in tutta la scena da quasi la sensazione che tutto sia in movimento.
Le stelle sono le protagoniste indiscusse di questo capolavoro.
Se ne sono accorti anche alcuni studiosi di astronomia, i quali hanno ipotizzato che questi “turbini” nell’aria possano rappresentare il vento, o, per essere più precisi, il Maestrale che soffiava spesso in Provenza, proprio dove si trovava Vincent.
Come ti ho già anticipato prima, il villaggio nella parte bassa del quadro, non è del tutto reale, piuttosto è una “somma” di tanti edifici che caratterizzano le piccole cittadine olandesi.
Per essere chiari: la composizione alla base della città è sempre Saint-Rémy, ma per i dettagli, Vincent ha lavorato di fantasia, aggiungendo tanti elementi diversi.
Pensa che anche i cipressi che puoi vedere sulla tela sono stati oggetto di studi. A questo proposito, Van Gogh scrive in una lettera:
I cipressi occupano sempre i miei pensieri. Dovrei fare qualcosa su di loro come le tele con i girasoli, perché mi stupisce che nessuno li abbia fatti come li vedo io”.
Vincent era interessato agli alberi di cipresso più per una loro rappresentazione artistica innovativa e non per il loro significato simbolico.
Alcuni studiosi pensano che i cipressi ritratti in questa scena possano simboleggiare gli sforzi dell’umanità; altri pensano che siano il simbolo dello sforzo non dell’intera umanità, ma solo di Van Gogh, nel suo tentativo di opporsi allo stridere costante del cielo.
Ma alla fine di tutto questo, Vincent dalla propria stanza riusciva a vedere un paesaggio del genere?
È una bella domanda, e la risposta non è così scontata.
Una parte degli studiosi ritiene che questa scena sia unicamente frutto dell’immaginazione di Van Gogh (villaggio e turbini nell’aria), mentre altri pensano che il pittore abbia trasformato e perfezionato in un dipinto del genere, un lontano paesaggio che si intravedeva a malapena dalla stanza del pittore.
In ogni caso, Vincent, come avrai potuto capire, si riferiva a questo lavoro definendolo un “fallimento” e, con molta probabilità, provava questo dispiacere per il fatto che il fattore fantastico ed astratto fosse eccessivo in questo lavoro (guarda la grandezza esagerata delle stelle, ad esempio).
Ma lo stato mentale di Van Gogh ha influenzato questo lavoro?
Anche questa è un’altra bella domanda.
Cercando una connessione tra questi due elementi, molti critici hanno pensato che la scena notturna con queste stelle giganti e luci forti possa essere stata “partorita” dai “blackout” mentali di cui Vincent soffriva periodicamente.
Sono stati proprio questi “vuoti” a portarlo a vedere una scena molto lontana della realtà, ottenendo capolavoro senza precedenti.
Guarda con attenzione i colori che il pittore usa.
Le tonalità sono dure, violenti ed il contrasto è una situazione costantemente accentuata in questo lavoro
Le stelle, con colori caldi, sembrano quasi staccarsi dall’azzurro, il blu ed il violetto che caratterizza il cielo notturno.
Sono proprio i colori caldi come il giallo, l’arancione ed il bianco a dare un “sapore” diverso a tutta la notte, mostrando colori completamente nuovi e molto lontani dai quadri di altri artisti contemporanei di Van Gogh.
Le stelle, guardandole con calma sembrano quasi delle boe gettate in un gigantesco oceano notturno, in cui ci può quasi aggrappare.
Ciao, mi interesserebbe un approfondimento sulla luna, in quanto sto facendo una tesina sulla luna e vorrei inserire questo quadro descrivendone il significato che potrebbe avergli dato van gogh in questa rappresentazione.
Non riesco a trovare tanto materiale specifico sul possibile significato della luna.
Sei un punto di riferimento per tutti i miei studenti che elaborano il lavoro finale per il colloquio di terza media. Grazie anche da parte loro.
Grazie a te Marta, sono felice di essere di aiuto. In bocca al lupo a tutti i tuoi studenti.
Salve, Dario! Tu scrivi: “Sai che tutti questi quadri hanno qualcosa in comune?”La mia una domanda è: (forse non riesco a vederli) di quali quadri di preciso si parla ?
La storia dell’orecchio è sfatata da diverso tempo. Vincent se lo tagliò quando venne a conoscenza dele nozze del fratello, che lo sosteneva finanziariamente. Tutto il preambolo iniziale e la spiegazione del suo ricovero è errata. Ovviamente è una scoperta recente, non è un errore tuo 🙂
Complimenti. Ricerca accurata e descrizioni dettagliate. Se è consentito, utilizzerò l’articolo per una lezione agli studenti.
Beh,io me lo sono tatuato sulla schiena con una piccola modifica dettata da una esperienza,oserei dire mistica,vissuta in prima persona .
Questo commento sul quadro,letto solo ora mi fa comprendere il perché della mia scelta,
proprio oggi che ho visto il film sulla sua vita.
Ma “particolare del campanile” raffigura il cipresso.
è VERAMENTE fatto molto bene, non avrei mai pensato che ci fosse tutto questo “drama” nascosto dietro al mio quadro preferito! sicuramente le mie professoresse al momento della tesina mi faranno i complimenti!!! grazie mille ora so che sito dovrò consigliare ai miei amici
L’iconologia c’è?
Sto usando questo articolo per la mia tesina di terza media, davvero utilissima e accurata, oltre che molto chiara e comprensibile. Consiglierò questo sito a tutta la mia classe anche per le loro tesine 🙂
Grazie mille Francesca, sei stata molto gentile. In bocca al lupo per la tua tesina!
Anche io
A chi si è ispirato, ad un artista, per fare questo quadro o a se stesso?
Vincent non è stato un “eccellente pittore”, anzi piuttosto mediocre come pittore. E’ stato un grande artista, ma sono due cose MOLTO diverse
È un analisi assolutamente sbagliata, infatti Van Gogh dipinge questo quadro dalla finestra dell’ospedale psichiatrico in cui si trova nei suoi ultimi anni di vita! Ti prego di fare attenzione a ciò che scrivi perché molta gente potrebbe crederci! Pensa per esempio ad uno studente che porta la tua analisi all’esame orale, l’insegnante di certo gli abbasserebbe il punteggio!
Ciao Martina, grazie per la tua precisazione. Nell’articolo, però, ho scritto solo che la scena è stata dipinta dall’artista basandosi su un ricordo e non facendo riferimento ai precetti impressionisti.
Non ho parlato del periodo attraversato da Vincent al momento della realizzazione di questa tela; penso che definire “assolutamente sbagliata” l’intera analisi basandoti solo su questo particolare mi sembra esagerato.
Comunque, ti ringrazio per i tuoi suggerimenti e presto migliorerò notevolmente questo articolo, inserendo tante altre informazioni a proposito di questo quadro, così da offrire un’analisi più completa. 🙂
Questa descrizione della Notte stellata mi ha aiutato molto nel scrivere la mia tesina di terza media in quanto è scritta in modo chiaro e facile al contrario di altre. Complimenti e grazie
CON CHE TECNICA è STATO REALIZZATO?
?
olio su tela
Questa analisi mi ha davvero molto aiutato nella mia tesina di 3 media che sto scrivendo. Grazie
Il genio la grandezza la pazzia tutti elementi che hanno fatto del maestro un grande.
Si, senza dubbio sono tre fattori fondamentali che hanno contribuito alla nascita di questo capolavoro. 🙂
niente da dire…veramente…questa opera…non può essere giudicata tramite lettere…
ma nel quadro sono presenti anche stelle ?
Mi vengono i brividi…solo questo riesco a dire sento come una passione che posso dire …niente,notte stellata ti ammirro e ti amo,non so se si puo’ dire a un dipinto
Grazie per il suo commento e per il suo pensiero. Questa è un’opera molto coinvolgente di Vincent Van Gogh, un pittore che purtroppo è stato celebrato troppo tardi, poiché i suoi contemporanei non riconobbero il suo grande talento e l’anima celata dietro ai suoi stupendi lavori.