
Notte stellata sul Rodano di Van Gogh: una definizione di luminosità del tutto nuova
Voglio farti conoscere un bellissimo capolavoro dipinto da Vincent Van Gogh. L’artista olandese è stato autore di tante tele che oggi vengono considerate, da critici di tutto il mondo, lavori di altissima qualità: quello di cui voglio parlarti oggi è, senza dubbio uno dei suoi quadri migliori. L’opera che ti farò scoprire oggi è intitolata la notte stellata sul Rodano.
Prima di andare avanti, devo fare un’importante precisazione: non devi confondere questo quadro con la notte stellata, un altro famosissimo quadro di Van Gogh. È vero, le due tele si assomigliano molto, ma si tratta di due lavori distinti e separati.

Non devi assolutamente preoccuparti: quando avrai finito di leggere questo articolo, la differenza tra i due dipinti ti sarà chiara ed inoltre scoprirai molte cose interessanti a proposito di questo cielo stellato sul mare.
Data di produzione: 1888
Dimensioni: 72,5 cm x 92 cm
Dove si trova: Musée d’Orsay, Parigi
Nel 1888, Vincent si trova ad Arles, una piccola città francese che si affaccia sul fiume Rodano.
Arrivato in città, decide di affittare una piccola casa gialla che divide con il suo amico pittore Paul Gauguin.
I due condividevano lo stesso obiettivo: fondare un nuovo centro artistico ad Arles (che poi si sarebbe espanso in tutta la Francia), ma a causa dei loro difficili caratteri, va tutto a monte.
Prima di giungere alla fatidica separazione, però, i due attraversano un periodo tranquillo e sono impegnatissimi nel loro lavoro. È proprio in questi mesi che Vincent esce di sera a camminare ed a cercare ispirazione per i suoi lavori.
Queste passeggiate notturne si rivelano fondamentali per la nascita di molti dei quadri più belli di Van Gogh; ad esempio disegna e completa la terrazza del caffè la sera giusto un mese prima di pensare e dare vita a questo bellissimo cielo stellato dipinto.
Ti svelo una piccola curiosità: il titolo italiano di questa tela è la notte stellata sul Rodano, ma in ambito internazionale molti fanno riferimento al lavoro di Van Gogh chiamandolo Starry night over the Rhone.
Oltre alla pittura, devi sapere che Vincent ha sempre amato scrivere lettere. Ha inviato tantissimi scritti a suo fratello inviava Theo, spiegandogli i suoi ultimi progetti, come andava la sua vita e la relativa carriera di pittore.

Non scriveva solo a Theo, però. Vincent scriveva un mucchio di lettere anche ad altri colleghi ed artisti. A proposito, in una lettera per il suo amico Eugène Boch, ha allegato una bozza di questo lavoro, mostrandogli i progressi del quadro.

Devi anche sapere che Van Gogh ha sempre completato i suoi quadri velocemente, e questa notte stellata non è da meno.
Nel 1889 la tela era già esposta alla mostra della Société des artistes indépendants. Questi erano un gruppo di artisti ansiosi di far conoscere al pubblico tutti quei quadri che, per un motivo o un altro, erano stati rifiutati dall’importante Salon officiel de Paris.
La Société des artistes indépendants non era un’istituzione e non aveva nulla a che fare con lo stato. Gli unici che avevano diritto di giudicare le opere erano i membri del pubblico.
Sai che oggi conosciamo la posizione precisa da cui Van Gogh ha dipinto questo bellissimo scorcio? Proprio così.
Grazie a degli studi incrociati riguardanti la prospettiva dell’opera e la posizione della casa gialla dell’artista, è stato facile determinare da che punto la notte stellata di Van Gogh è stata realizzata.
Arles, la piccola città francese sul Rodano, era uno scenario più che perfetto per i quadri di Vincent, poiché offriva tanti scorci ideali per la creazione di scene mozzafiato come queste.
Per realizzare questa immagine, Vincent in si è posizionato sulla sponda orientale del Rodano; da qui ha percorso la riva del fiume fino al ponte di ferro che unisce Arles al piccolo sobborgo di Trinquetaille.
Esattamente lì Van Gogh ha trovato la visuale perfetta per il suo futuro capolavoro.
In una delle lettere spedite al fratello Theo, c’è una personale e precisa descrizione della notte stellata di Van Gogh:
“[…] In realtà, il cielo stellato dipinto di notte, è influenzato dai gas. Il cielo è color acquamarina, l’acqua del fiume è blu, mentre la terra è color malva. La città è blu e viola. Il gas è giallo ed i riflessi sono di un ruggine/oro che tende al verde/bronzo. La parte del cielo color acquamarina, l’Orsa Maggiore brilla verde e rosa, che si pone in contrasto con il color oro acceso del gas. Due piccole e colorate figure di amanti sono in primo piano”.

Il cielo stellato di Van Gogh, raccontato personalmente da Vincent si presenta così come un’opera semplice ed immediata, ma ci sono alcuni piccoli particolari che devono essere approfonditi.
Prendi in considerazione per un momento il punto di vista impiegato dal pittore; mettendoti nei suoi panni, pone l’Orsa Maggiore molto più a nord di quanto sia in realtà, trasformandola in una comune costellazione come tante altre.
Tenendo a mente questo piccolo “errore”, possiamo dedurre che l’opera a cui Vincent fa riferimento nella lettera a Boch sia una bozza del quadro e non la versione finale.
Voglio farti notare un’altra cosa: nel lavoro di Van Gogh notte stellata sul Rodano, hai fatto caso all’atmosfera “umida” che sembra permeare tutta la scena?
Si tratta di un’effetto unico ed è il risultato di una dura rielaborazione da parte di Vincent: in poche parole ha lavorato prima su uno strato di colore, poi, mentre questo era ancora umido, ha cominciato a lavorare su quello successivo e così via, arrivando a questo risultato.
Alla fine, la sua scena ha acquistato un aspetto meno realistico e molto più fresco e particolare.
Ad una prima occhiata potresti pensare che siano le stelle a dare questa particolare luminosità a tutta la scena, ma non è così.

In questo bel cielo stellato sul Rodano sono le illuminazioni a gas di Arles che si riflettono nelle acque limpide del fiume a dare una luminosità unica a tutta l’opera.
Infine, devi sapere che la notte di Van Gogh è stracarica di colori: queste tonalità, oltre a dare un carattere unico alla scena, sono fondamentali per sperimentare il contrasto tra la luminosità delle stelle e quella delle illuminazioni artificiali.
Matilde Tamisari
Bravissimo. Il però la prossima volta scriverei anche la composizione.
Dario Mastromattei
Ciao Matilda, grazie per il suggerimento.
giò
braven tutten che avete fatto queto
ds
qua non parli dell’analisi iconografica e iconologica qua parli di particolari il che è del tutto diverso
Fede
Bravo hai detto la cosa giusta e tu che hai scritto devi scrivere informazioni sul quadro non analisi! Ovviamente nel titolo