Neve ad Argenteuil di Monet: analisi completa del quadro
Proseguiamo ancora una volta il nostro viaggio tra i quadri realizzati da Claude Monet, pittore impressionista di fine ‘800, i cui quadri sono tra i più celebri e belli al mondo. Dopo aver visto un quadro di vita quotidiana realizzato sempre da questo artista, rimaniamo ancora una volta nel piccolo villaggio di Argenteuil per la prossima opera presa in analisi: neve ad Argenteuil.
Data di produzione: 1875
Dimensioni: 71 x 91 cm
Dove si trova: National Gallery, Londra
Il quadro è davvero molto suggestivo, e date le sue dimensioni, senza dubbio è quello più grande che ci è giunto delle opere che hanno come soggetto la località di Argenteuil; il quadro è interessante, poiché, paradossalmente, in questo quadro più grande, l’artista riesce a dare ancor maggior interesse e dettaglio ai piccoli oggetti che vengono rappresentati all’interno della tela (basti guardare le persone sullo sfondo o anche gli edifici sempre sullo sfondo, completamente riconoscibili).
I colori dominanti all’interno di neve ad Argenteuil sono il blu e anche il grigio, che ovviamente sono i colori tipici dell’inverno, ma anche alcune piccole “macchie” di giallo, rosso e qualche altro colore, i quali si possono vedere sia sugli edifici, ma anche nella fitta vegetazione ricoperta di neve.
Il punto di vista del pittore, ovvero il luogo utilizzato per dipingere la scena che potete vedere nel quadro, è nelle vicinanze della casa dello stesso pittore, e purtroppo, non è visibile neanche il fiume Senna che si troverebbe fuori dall’area dipinta.
Lo stile tipico di Monet dà alla neve un tocco ancor più movimentato e “pastoso”, rendendo quest’ultima davvero molto realistica.
La sinossi della storia che ha portato il quadro a Londra è abbastanza breve, considerando unicamente alcune fasi principali di questa trasmissione: nel 1879 neve ad Argenteuil è stato acquistato da Théodore Duret, successivamente quest’ultimo lo ha venduto a dei collezionisti d’arte fino a spostarsi in America e per poi arrivare nel 1973 a Simon Sainsbury, il quale infine ha deciso di lasciarlo in eredità alla National Gallery a Londra, dove risiede tutt’ora.