
Natura morta con Bibbia di Vincent Van Gogh: analisi completa del quadro
Voglio farti conoscere un quadro di Vincent Van Gogh di cui sicuramente non avrai sentito parlare spesso. Si tratta di un quadro di una natura morta, al cui interno, però, ci sono molti significati nascosti. Voglio parlarti proprio di quest’opera perché rappresenta in modo perfetto il carattere ed il rapporto che Vincent aveva con la sua famiglia. Il quadro che ti sto per spiegare è intitolato Natura morta con Bibbia.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che questo quadro non sarà solo “un altro quadro” nella sterminata produzione di Van Gogh, ma conoscerai a fondo tutte le sue caratteristiche e ciò che rappresenta: saprai la data di realizzazione, le sue dimensioni, in che museo si trova, il perché è così importante e perché c’è proprio una Bibbia in una natura morta.

Data di produzione: 1885
Dimensioni: 65 x 78 cm
Dove si trova: Van Gogh Museum, Amsterdam
Come hai potuto leggere qui sopra, Van Gogh dipinse questo quadro nel 1885, mentre si trovava nella città di Neunen.
Potrebbe sembrarti un’informazione superflua il fatto che si trovasse a Neunen, ma ti assicuro che non è così: è proprio in questa piccola città nei Paesi Bassi che Van Gogh ha dipinto diverse opere con protagonisti contadini e lavoratori, uomini di chiesa ed è sempre qui che ha dipinto la famiglia che mangia le patate.
Inoltre, in questo luogo vivevano i genitori di Vincent, e quando decise di dipingere questa natura morta erano passati 7 mesi dalla morte di suo padre.
Il pittore elaborò il lutto del padre per mezzo dell’arte, e così nacque la natura morta con la Bibbia. Ma quale è il significato di questo quadro?
Se guardi il dipinto per la prima volta, salta immediatamente all’occhio l’enorme Bibbia al centro della composizione, poi una candela sulla destra ed un piccolo libretto giallo sotto la grande Bibbia.
Visti così, potresti pensare che siano oggetti puramente decorativi, ma non è così. Ogni singolo elemento è stato messo nella propria posizione perché ha un particolare legame con Vincent Van Gogh.
In realtà la Bibbia costituiva un elemento importante nella tradizione olandese, ma il pittore, rendendola protagonista indiscussa dell’opera, rinnova il suo significato, collegandolo alla propria persona ed alle sue vicende.
Cosa significa ciò? Te lo spiego subito.

Come puoi notare, la Bibbia è aperta su un particolare capitolo: è il numero 53 del Libro di Isaia.

Si tratta di un passo molto importante, che ci fa capire quanto Van Gogh fosse fedele alla religione cristiana.
Inoltre, questo ci fa capire quanto i genitori di Vincent avessero fondato la sua educazione sulla religione e sul rispetto per quest’ultima.

Alla destra del grande libro c’è una candela: come avrai notato, è spenta.
Il fatto che la candela non sia accesa simboleggia quanto la vita umana sia fragile e debole, probabilmente alludendo alla perdita del padre.
Prima ti ho detto che oltre alla candela ed alla Bibbia c’era anche un piccolo libro giallo: si tratta del romanzo intitolato “La Joie de vivre” scritto da Émile Zola, contemporaneo di Vincent ed anche uno dei suoi autori preferiti.

Perché includere questo romanzo nell’opera? Devi sapere che il padre di Van Gogh odiava Zola e gli altri autori naturalisti francesi, che riteneva privi di valori.
Il contrasto tra la gigantesca Bibbia ed il piccolo libretto di Zola allude al difficile rapporto che Vincent aveva con suo padre.
Francesca Valvano
Il contrasto tra la gigantesca Bibbia ed il piccolo libretto di Zola allude al bivio a cui Vincent è arrivato, è simbolo della strada percorsa fino ad allora, alla ricerca di redenzione attraverso una vita di sofferenze proprie e acquisite dalla povera gente, e una nuova strada, opposta per tema: Zola promuove la gioia pagana di vivere mentre nel passo di Isaia si invita il peccatore a seguire l’esempio di Cristo, ad accettare le sofferenze e farne mezzo per la salvezza eterna. I due libri sono opposti per significato, forma e colore, la Bibbia è marrone, terrosa, richiama la terra, i contadini, la povertà e la sofferenza, il romanzo di Zola è di un “giallo limone” (come descrive Vincent a suo fratello Theo) e apre la strada a un percorso più gioioso e più sensibile al colore.
(Fonte: Pierre Leprohon, Il genio dell’arte – Vita e opere di Vincent Van Gogh)