Martirio di San Matteo di Caravaggio: analisi completa dell’opera
In questo articolo ti racconterò di un importante quadro dipinto da Caravaggio. Il celebre artista del Seicento ha dato vita ad alcuni dei capolavori più importanti dell’arte moderna, ed io oggi, voglio parlarti del Martirio di San Matteo.
Il martirio, è un tema ricorrente nelle opere Caravaggio, ed il martirio di san Matteo Caravaggio, è uno dei più spettacolari ed importanti di tutta l asua carriera; leggendo questo articolo conoscerai tutti i dettagli di questo quadro conservato nella Chiesa di san Luigi dei Francesi Roma.
Data di produzione: 1600-1601
Dimensioni: 323 x 343 cm
Dove si trova: Chiesa di San Luigi dei Francesi, Roma
Devi sapere che questa complessa composizione, incarna perfettamente lo stile del Caravaggio maturo: ci sono un gran numero di figure, tutte avvolte in un’oscurità ricorrente nei quadri di Caravaggio; la fonte di luce, poi, è esterna a tutta la scena, ed illumina a malapena tutto il contesto, dando la possibilità di poter scoprire alcuni personaggi.
La storia di come l’artista abbia ottenuto una commissione così importante, è molto particolare. Senti qua: nel 1565, il cardinale francese Mathieu Cointrel (in italiano Contarelli), comprò l’altare a Roma e decise di farlo decorare dall’artista Girolamo Muziano, un seguace del famoso Michelangelo Buonarroti.
Nel 1587, il cardinale morì, e Muziano, fino a quel momento non aveva fatto praticamente nulla; gli eredi del cardinale, più che decisi a non voler abbandonare la cappella così com’era, affidarono l’incarico al Cavalier d’Arpino nel 1591.
Neanche lui però riuscì a finire il lavoro, presentandosi addirittura solo un paio di volte nella Chiesa per fare un paio di modifiche, ma niente di che. Messo da parte anche il Cavaliere, la famiglia Contarelli si rivolge alla Fabbrica di San Pietro (un settore che si occupava dei lavori della basilica vaticana).
È proprio in questo momento che il cardinale Francesco Maria del Monte, protettore di Caravaggio, grazie alla sua grande influenza decise di affidare il lavoro al suo artista prediletto.
Michelangelo Merisi accettò immediatamente l’importante lavoro, ma mettendo in chiaro che lui non avrebbe mai fatto un affresco come i suoi predecessori, ma che avrebbe dipinto delle grandi tele.
Da una prima occhiata, avrai capito che questo è uno dei quadri Caravaggio più difficili e complessi mai realizzati dall’artista: le grandi dimensioni, il numero di personaggi coinvolti nella scena e l’attenzione per i particolari sono prove più che sufficienti.
Devi sapere che, prima di ottenere questo risultato, il pittore aveva in mente un’altra scena (che poi ha coperto) che abbiamo potuto scoprire grazie a delle analisi ai raggi X.
In poche parole, nella prima versione di questo martirio, doveva esserci al centro un soldato di spalle con in mano un coltello, accompagnato da altri soldati, equipaggiati con elmo e spada, pronti ad attaccare san Matteo.
Lo sfondo accompagnava questa prima realizzazione dell’opera doveva essere un grande tempio (ispirandosi, probabilmente ad una vecchia incisione del Bramante) ed il santo, che avrebbe dovuto essere il protagonista dell’opera, sarebbe stato solo un vecchio terrorizzato per la sua morte.
Sul lato destro ci sarebbe stato un angelo in piedi, il quale, stava solo puntando il dito verso gli altri protagonisti, senza avere però, alcuna relazione con loro.
Questa prima idea dell’opera, quindi, avrebbe contenuto al suo interno vari richiami ad altre opere antiche, come il già citato Bramante, ma anche ad altri lavori sempre di Caravaggio: ad esempio, il soldato di spalle che stava al centro, aveva la stessa posizione dell’angelo presente nel Riposo durante la fuga in Egitto.
Sapendo che questo lavoro sarebbe stato molto diverso dai suoi quadri precedenti, Caravaggio non se la sentiva di fare qualcosa di “già visto”, e così ricoprì tutto e decise di ricominciare tutto daccapo, preparandosi per realizzare la scena come la vedi oggi.
Nella definitiva versione del lavoro di Caravaggio martirio di san Matteo, viene ritratto il momento in cui il protagonista sta per essere ucciso da un soldato inviato dal re di Etiopia.
San Matteo si inimicò il re di Etiopia, poiché quest’ultimo aveva reso sua nipote una concubina, ed inoltre, la donna era una suora, quindi la sposa di Dio.
Secondo la leggenda, il santo venne ucciso sull’altare mentre stava celebrando una messa: Caravaggio sceglie questo momento come tema per la propria opera.
Guarda bene la scena: sdraiato a terra al centro c’è san Matteo, trattenuto per un braccio dal soldato, il quale, si prepara ad ucciderlo con la spada.
Guarda con attenzione la veste del santo: è sporca di sangue, ma come se qualcuno lo avesse già trafitto alla schiena. La ferita non si vede, ma non è chiaro se sia stato proprio l’uomo nudo al centro a colpirlo o qualcun altro.
Attorno ai due protagonisti, puoi notare un gran numero di figure: si tratta della gente che stava partecipando alla messa; ciascuno di loro reagisce in modo diverso davanti all’imminente omicidio: c’è chi è terrorizzato e chi non sa cosa fare, preso dal panico.
Ora ti invito a concentrarti sul volto dell’assassino ritratto in questo capolavoro della Cappella Contarelli: ha la bocca aperta, lasciando intravedere i denti digrignati, lasciando trasparire il suo furore omicida che sta per riversarsi sulla sua vittima.
Devi sapere che la sua espressione è fondamentale: assomiglia molto allo studio di un personaggio nella Battaglia di Anghiari di Leonardo da Vinci. Senza dubbio Caravaggio si è ispirato al disegno di Leonardo, per il quale aveva grande stima e rispetto.
Poco più sopra all’assassino, puoi c’è una nuvola con sopra un angelo: ha un braccio teso verso san Matteo ed in mano ha la palma del martirio, elevando così la sua morte a sacrificio per la religione.
Una piccola curiosità: devi sapere che attualmente, non è ancora chiaro se il martire stia tendendo un braccio per afferrare la palma oppure per divincolarsi dalla presa dell’assassino.
Come in altre Caravaggio opere, anche qui, l’oscurità domina tutta la scena, lasciando illuminati alcuni particolari: tra il santo e l’angelo puoi scorgere un muro proprio a metà tra il santo e l’angelo infatti la luce colpisce un muro con su riportata una croce, ed inoltre c’è anche un fonte battesimale; questi piccoli indizi lasciano intuire che la scena è ambientata in una chiesa.
Se fai bene attenzione, puoi vedere un autoritratto di Caravaggio dietro l’assassino, leggermente a sinistra in secondo piano. Cosa c’entra il Merisi con questa scena? Si tratta di un artificio utilizzato dall’artista con l’obiettivo di dare veridicità alla scena, come per dire “Io l’ho visto e vi racconto come è andata”.
C’è un altro lavoro di Caravaggio, molto celebre e con protagonista sempre questo martire, ed è intitolato Vocazione di San Matteo.
Grazie mille davvero complimenti ottima analisi, precisa, dettagliata ed esaustiva
Grazie per i complimenti Anton.
grazie mi ha aiutato per la mia ricerca di arte
Prego, figurati.
Grazie mille .
veramente interessante per me che sono un semplice e colpevolmente ingenuo osservatore
bravo e grazie
Bravo Dario, molto preciso. Ora ti chiedo : quella croce che si intravvede non sembra la croce di Malta? E non è singolare che poi Caravaggio sia finito poco tempo dopo proprio a Malta ??
Ciao Daniela, in effetti assomiglia parecchio alla Croce dei Cavalieri di Malta, ma credo che si tratti solo di una coincidenza. 🙂
Caravaggio, infatti, arriverà a Malta soltanto nel 1607 e quest’opera è del 1601.
Dubito che 6 anni prima, il giovane Michelangelo avesse già intenzione di recarsi sull’isola di Malta per diventare Cavaliere (anche perché entrerà nell’Ordine soltanto per sfuggire alla condanna che il Papa aveva emesso verso di lui dopo l’omicidio di Ranuccio Tomassoni).
Aggiungo un dettaglio: la figura dell’assassino è ripresa dalla decapitazione del Battista, eseguita quarant’anni prima da Marco dal Pino o Marco Pino, detto Marco da Siena, (1525-1587). L’opera si trova a Napoli, museo di Capodimonte, secondo piano, sala 75.
il rapporto col Marco Pino sembra chiaro, però dov’era il dipinto di Pino nell’epoca di Caravaggio? Come l’avrebbe potuto vedere nel 1600, se fosse a Napoli? JTS
Bravo mi è stato molto utile per la mia ricerca di arte…molto dettagliato e facile da capire. Non come altri siti che mettono troppe cose e che nn si capiscono.
Ho fatto una ricerca scritta a mano fantastica grazie a te!!
Grazie mille, sono contentissimo che ti sia stata di aiuto la mia analisi! Buona fortuna per la tua ricerca! 😉