Marte disarmato da Venere di Jacques-Louis David: analisi completa del quadro
Voglio farti conoscere un quadro di Jacques-Louis David, che reputo molto interessante. Non voglio parlarti dei suoi conosciutissimi capolavori, ma di un’opera che si richiama all’antico mondo greco ed alla sua straordinaria mitologia. Il quadro che voglio farti conoscere oggi è intitolato Marte disarmato da Venere.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che avrai appreso le informazioni più importanti a proposito di questo lavoro, come la data di realizzazione della tela, le sue dimensioni, dove si trova, perché è così importante quest’opera nella produzione di David e tante altre curiosità che ti permetteranno di comprendere al meglio questo pittore francese.
Data di produzione: 1824
Dimensioni: 308 x 265 cm
Dove si trova: Musées royaux des Beaux-Arts de Belgique, Brussels
Prima di tutto, scopriamo in che momento della sua vita David ha dipinto questo quadro. Devi sapere che nel 1824, il pittore si trovava in esilio in Belgio. Perché?
Devi sapere che il pittore era stato un fervente rivoluzionario e sempre dalla parte di Napoleone Bonaparte (di cui realizzò diversi ritratti, tra cui uno di questi non venne mai completato).
In quegli anni, in Francia la monarchia venne restaurata e David, piuttosto che sottostare a questo governo, preferì andare in esilio, trovando rifugio prima in Svizzera e poi a Bruxelles.
Nonostante la scomoda situazione, David volle partecipare comunque al Salon (importante esposizione d’arte annuale, alla quale partecipavano artisti già affermati e nuovi talenti che avrebbero fatto parlare di sé).
Se rileggi le brevi informazioni che ho inserito sotto l’opera, puoi leggere che questa tela è davvero molto grande: parliamo di 3 metri di lunghezza per due metri e mezzo di altezza.
Senza dubbio è uno dei lavori di David più complessi e grandi di sempre, ed ora voglio parlarti della scena che ha dipinto.
I personaggi si trovano su delle nuvole, probabilmente nell’Olimpo, dove risiedevano gli dei greci.
In primo piano, sdraiati su un triclinio, partendo da sinistra, c’è Marte, con una lancia in mano e con un lungo mantello che lo avvolge.
Accanto a lui, di spalle, completamente nuda, c’è Venere, che lo guarda e si appresta a cingerlo con una corona di fiori, seducendolo e privandolo di tutto il suo equipaggiamento.
Ai piedi delle due divinità, c’è Cupido, che, mentre ci guarda, sta sciogliendo i calzari di Marte, mentre in secondo piano ci sono le Tre Grazie, le altre “aiutanti” di Venere, tutte impegnate: quella più a sinistra ha l’elmo di Marte in mano, quella al centro sta versando una bevanda per far rilassare il dio e quella più a destra regge già tra le mani lo scudo del dio della guerra.
Guarda il volto di Marte: è completamente ipnotizzato dalla sensualità di Venere; ha un’espressione molto rilassata, pronto ad eseguire ogni richiesta della donna, mentre allunga un braccio per mettere via anche la sua spada.
Con questo gesto, David vuole simboleggiare la resa da parte del dio della guerra, pronto a rimanere senza difese davanti all’amore.
Sullo sfondo, lontano dal gruppo di protagonisti, si scorge un tempietto nascosto tra le nuvole, che risalta soprattutto per il colore oro delle colonne e della decorazione nella parte alta della struttura.
Infine, puoi notare un eccezionale chiaroscuro nelle nuvole che aleggiano nella scena: alcune sono grigie, mentre altre (come quella su cui è appoggiata Cupido) sono bianche.
Un piccola curiosità: i modelli che hanno posato per quest’opera erano tutti degli attori che lavoravano presso il Théâtre de la Monnaie.