
Madonna Sistina di Raffaello Sanzio: una rivelazione leggendaria
Molto spesso il nome di Raffaello Sanzio è sinonimo di capolavori, e secondo me, non c’è quadro migliore di questo che voglio farti conoscere oggi per dare credito a questo paragone. Raffaello è vissuto nel ‘500 ed ha realizzato tante tele che già venivano considerate dei lavori impareggiabili dai suoi contemporanei, ed oggi, con la Madonna Sistina voglio farti scoprire il motivo che si cela dietro tutto questo successo.
Quando sarai giunto alla fine di questo articolo, posso garantirti diverse cose: conoscerai perfettamente tutta la storia di questa Madonna di Raffaello, poi scoprirai il motivo per cui i due angioletti ritratti nella parte bassa del quadro sono diventati famosissimi, ed infine ti svelerò tutti i segreti che hanno contribuito a rendere questo quadro un capolavoro senza paragoni.
Anno di produzione: 1513-1514
Dimensioni: 265 x 196 cm
Dove si trova: Dresda, Gemäldegalerie Alte Meister
La prima cosa che devi assolutamente sapere è che la Madonna Sistina è intitolata anche Madonna di San Sisto (e tra poco capirai il perché).
LA STORIA DELLA MADONNA SISTINA
Chi ha commissionato questo dipinto di Raffaello?
Te lo dico immediatamente.
È stato Papa Giulio II a richiedere la creazione di quest’opera.
Dopo la morte di suo zio Papa Sisto IV, il nuovo pontefice ha voluto onorare la sua memoria attraverso la realizzazione di una pala d’altare che sarebbe stata posta nella basilica del monastero di San Sisto, a Piacenza.
Perché scegliere proprio questa chiesa a Piacenza?
La famiglia del Papa Sisto IV (che prima di diventare pontefice era Francesco della Rovere) aveva un particolare rapporto con questo luogo, e Giulio II, tenendo a mente particolare, decide che sarà proprio questo il luogo che ospiterà la Madonna Sistina di Raffaello.
Giulio II non si è limitato a commissionare l’opera, anzi, ha deciso anche chi doveva essere ritratto nella scena di Raffaello: la Vergine ed il Bambino dovevano esserci obbligatoriamente, ed inoltre il Papa ha richiesto anche la presenza di San Sisto e Santa Barbara.
E gli angeli cosa c’entrano? Quelli sono stati aggiunti da Raffaello per dare un tocco ancora più solenne a tutto il quadro.
Proprio come da contratto, quando Raffaello termina il quadro, questo viene trasportato nella basilica come era stato pattuito, ma nel 1754, la Madonna di Raffaello abbandona questo luogo.
AUGUSTO III DI POLONIA
Proprio così. Augusto III di Polonia, Re della Polonia ed anche Gran Duca della Lituania, dopo aver visto il bellissimo lavoro di Raffaello, non ci pensa due volte e decide di comprarlo, spendendo una cifra esorbitante: parliamo di 110.000 o 120.000 franchi.
Era una somma davvero altissima per un quadro, e c’è voluto tanto, ma tanto tempo prima che un altro capolavoro venisse acquistato ad un prezzo ancora maggiore della tela di Raffaello Madonna Sistina.
Ma per quale motivo Augusto III ha comprato questo quadro?
La risposta è semplicissima.
Prenditi un momento per guardare tutta la scena, oppure guarda gli angioletti di Raffaello e la loro bellissima espressione. Ti basta osservare anche solo i particolari per renderti conto dell’eccezionale maestria di questo pittore.
Sicuramente Augusto III è rimasto senza parole davanti a questo capolavoro ed ha voluto a tutti costi che entrasse a far parte della sua collezione.
Per farti rendere conto del fascino che questo lavoro ha esercitato su Augusto III, devi sapere che secondo la tradizione, il re della Polonia abbia fatto spostare il suo trono in una posizione migliore per poter ammirare ancora meglio, ogni giorno, tutti i particolari del suo
Il lavoro di Raffaello non ha “ipnotizzato” soltanto re, ma anche tante altre persone, soprattutto quando la tela è stata esposta al grande pubblico.
Non c’è voluto molto prima che questa diventasse una delle più celebri Madonne di Raffaello: pensa che molti, quando si sono trovati davanti a questo quadro, hanno avuto una reazione che ricorda la sindrome di Stendhal.
Il successo di quest’opera non è diminuito nemmeno dopo la morte di Raffaello, anzi, è successo proprio il contrario!
Pensa che nel 19° secolo il quadro è diventato anche un’icona per il Romanticismo tedesco; se non bastasse, nel 1855, con l’apertura del “Neues Königliches Museum”, la tela di Raffaello Sanzio Madonna Sistina, ha avuto un trattamento speciale, venendo esposta in una stanza tutta per se.
LA SECONDA GUERRA MONDIALE
Per molti anni il quadro rimane conservato in Germania, fino a che, tra il 13 ed il 15 Febbraio 1945, durante gli eventi della Seconda Guerra Mondiale, Dresda (la città in cui si trovava il lavoro di Raffaello) viene bombardata.
Dopo il devastante attacco, molti edifici sono ruderi, altri sono gravemente danneggiati, ma con grande fortuna, la tela con la Madonna e gli angeli di Raffaello Sanzio vengono messi in salvo e non riportano danni.
Passato il bombardamento di Dresda, cominciano a circolare notizie contrastanti a proposito dello stato del quadro di Raffaello: secondo alcuni viene messo al sicuro all’interno di un tunnel nei pressi della Svizzera, ma poi arriva l’Armata Rossa ad assaltare la Germania; durante l’attacco riesce a trovare il tunnel con i quadri, tra cui anche questa tela con i putti di Raffaello, e capendo di avere tra le mani dei capolavori inestimabili, decidono di portarli a Mosca.
In pochissimo tempo il quadro di Raffaello (e tanti altri lavori sottratti in Germania) entra a far parte della collezione del Museo Pushkin, accrescendo velocemente la reputazione di questo museo.
Nel 1955, dopo la morte di Stalin, la Russia, volendo migliorare i rapporti con la Germania, decide restituire a quest’ultima i quadri di Raffaello e degli altri artisti trafugati durante il conflitto.
La decisione non va giù a molti russi ed anche da parte dei tedeschi ci sono alcune riserve, molte delle quali sono dovute soprattutto alle condizioni mediocri in cui l’opera è stata conservata.
Da questo momento i dibattiti sono all’ordine del giorno: da un lato ci sono i tedeschi che accusano i russi di aver maltrattato l’opera dopo il loro furto, mentre dall’altra parte sono proprio i russi a dire che era tutta colpa dei tedeschi, i quali, durante la guerra avevano deciso di nascondere il quadro in un tunnel troppo umido e che aveva rovinato l’opera.
Ancora oggi, non si sa con certezza chi abbia ragione e chi no.
AI GIORNI NOSTRI
Nonostante i contrasti, oggi il quadro si trova nella Gemäldegalerie Alte Meister di Dresda: il lavoro è stato oggetto di tanti ed attenti restauri.
Il museo di Dresda oggi può vantare la Madonna Raffaello più celebre di tutte, ed infatti la sua collezione è una delle più popolari al mondo.
I MATERIALI DELLA PITTURA DELLA MADONNA SISTINA
Se sei un artista e vuoi conoscere tutti i segreti della pittura di Raffaello, allora sei nel posto giusto.
Devi sapere che sono state effettuate delle analisi approfondite ai colori utilizzati da Raffaello.
I risultati sono stati molto utili: per ottenere il verde della tenda che si trova nella parte alta del quadro, Raffaello ha mescolato della malachite (un minerale) all’orpimento (un altro minerale).
Per ottenere il caratteristico blu della veste della Vergine, invece l’artista ha unito il blu oltremare con il bianco di piombo (detta anche biacca).
Infine, per ottenere il giallo della manica di Santa Barbara, Raffaello ha dovuto ricorrere ad un altro mix, composto dal “Giallo dei vecchi maestri” ed il bianco di piombo.
DESCRIZIONE DELLA MADONNA SISTINA
Sommando ogni singolo particolare di questo capolavoro si ottiene un quadro senza precedenti e voglio farteli conoscere tutti.
Comincio col parlarti dei protagonisti, per passare poi a vedere da vicino le immagini di angioletti che si trovano nella parte inferiore della scena, ed infine ti rivelerò il senso generale di tutta l’opera.
Proprio come tanti altri nei secoli precedenti, probabilmente anche tu, guardando per la prima volta questo lavoro di Raffaello, rimarrai a bocca aperta.
Le Madonne di Raffaello Sanzio sono famose in tutto il mondo per la loro bellezza, purezza e semplicità, ma quella disegnata in questa scena è diversa da tutte le altre.
La Vergine con il Bambino occupano la zona centrale della composizione, mentre appoggiano i piedi su un morbido letto di nuvole, con alla loro sinistra San Sisto, ed a destra Santa Barbara.

Concentra la tua attenzione sulla Vergine: ha una veste ricca di panneggi, come se fosse mossa dal vento, o meglio, sembra che sia scesa dal Paradiso per rivelarsi sulla terra.
Questa sorta di “presentazione” è supportata anche dai due lembi di tenda verde che si vedono nella parte alta del quadro, dando la sensazione che sia appena stata tirata su per farci assistere a questa leggendaria apparizione.

Ma perché Raffaello ha inserito questa tenda? E perché non è aperta del tutto?
L’artista l’ha aggiunta apposta, proprio per dare questo senso di “vedo/non vedo” a tutta la scena e soprattutto al rivelarsi della Vergine.
Se guardi con attenzione gli occhi dei vari protagonisti, ti renderai immediatamente conto che solo Maria e Gesù Bambino rivolgono il loro sguardo verso di noi; gli occhi di tutti gli altri protagonisti sono rivolti o verso altri personaggi o addirittura all’esterno.
Parliamo per un momento di Santa Barbara. Come puoi vedere si è inginocchiata all’apparizione e lo sguardo rivolto verso il basso.
A questo proposito, c’è un dubbio ancora non del tutto risolto: non è chiaro se Santa Barbara stia guardando i due putti oppure qualcun altro (molti pensano ad un fedele) che si trova oltre la ringhiera a cui sono appoggiati gli angioletti.
Adesso guarda dietro la spalla destra della santa: si intravede una piccola torre in lontananza.
Secondo la tradizione, questa torre sarebbe la stessa in cui santa Barbara sarebbe stata rinchiusa da suo padre per essere istruita e dedicarsi al politeismo.
Tempo dopo viene liberata per un breve periodo da suo padre, e la santa si converte al cristianesimo.
Torna a guardare per un momento la ringhiera di cui ti ho parlato prima; sull’estrema sinistra di quest’ultima puoi notare che c’è appoggiato un copricapo.
E non è un copricapo qualunque: è la tiara papale.
Cosa ci fa lì?
Molto probabilmente San Sisto, davanti all’apparizione della Vergine si dimostra estremamente umile e se la è tolta dalla testa, appoggiandola sulla ringhiera sotto di se.
Il fatto che la tiara sia appoggiata proprio sulla ringhiera è un simbolo che allude al legame tra la scena dipinta da Raffaello e la realtà in cui ci siamo noi.
Come avrai potuto capire, la ringhiera è uno degli elementi più importanti di tutta la scena, ed anche i due piccoli angeli che ci sono appoggiati sopra sono la riprova della divisione tra il mondo celeste e quello terreno.
Voglio rivelarti una piccola curiosità: il nome “Sisto” in latino si traduce con il numero 6, ed è lo stesso numero delle figure presenti in questa scena.
GLI ANGIOLETTI DI RAFFAELLO
Gli angeli Raffaello meritano una particolare attenzione.
Nella storia dell’arte gli angeli sono stati protagonisti di innumerevoli capolavori, e sono stati ritratti in altrettante situazioni differenti (come nel Riposo durante la fuga in Egitto di Caravaggio), ma la coppia angelica dipinta da Raffaello è una delle immagini di angioletti simpatici che ancora oggi non ha trovato un degno concorrente.
Ma chi sono i modelli che hanno posato per questi due angeli?
A questo proposito, esistono diverse storie, ed io voglio raccontartene un paio.
Secondo alcuni, i modelli sono i figli di uno dei modelli che hanno posato per i protagonisti del quadro.
I bambini si sarebbero intrufolati sul luogo di lavoro per vedere come Raffaello disegnava; si dice che l’artista li abbia ritratti con la stessa espressione curiosa ed innocente con cui lo guardavano mentre lui si dava da fare.
Esiste un’altra storia, in cui si dice che Raffaello abbia visto i due bambini con questa espressione mentre guardavano affamati la vetrina del negozio di un panettiere.
Eliseo Grotto
per Giuspi Pegolo:
La Madonna Sistina di Grossman, scritta nel 1955, si trova anche nell’edizione Medusa, 2007, con altra traduzione e prefazione di Marzio Pieri. È da leggere.
A proposito della Madonna Sistina: sembra che Raffaello tra le tante Madonne dipinte, solo questa è quella della seggiola, alla Galleria Palatina di Palazzo Pitti, hanno lo sguardo diretto a chi la osserva e venera.
angelo campagnoli
visto in una trasmissione TV, son rimasto folgorato dalla bellezza unica di questa “Madonna”. Tra le migliaia di immagini della Vergine dipinte da un altrettanto numero di pittori-artisti, nessuno ha saputo creare una immagine di così elevata celestiale bellezza. Merita di crearne un canto di merito all’immenso Sanzio artista e che con noi commossi si elevi al cielo.
Sabrina
Complimenti per la descrizione dettagliata dell’opera…mi son persa nella lettura con curiosità e coinvolgomento… Raffaello è il mio artista preferito… Magnifico
Dario Mastromattei
Grazie mille per i complimenti Sabrina.
yyy5
molto interessante
Guido Vacca
Ho visto due volte la tela a Dresda. L’ultima volta essendo stato il primo ad entrare in Pinacoteca vuota, mi sono inginocchiato dall’emozione davanti a tale magnificenza. Bellissima e pozionata al cento di una parete in fondo alla sala di fronte all’ingresso. Fantastica.
Marina
Articolo molto interessante, complimenti!
Sai se questa opera sublime sarà a Roma alla Mostra dedicata al Maestro?
Dario Mastromattei
Grazie per i complimenti Marina. Purtroppo quest’opera non sarà presente alla mostra di Roma.
Lucia
Il 29 febbraio apriranno la Gemelde Galerie a Dresda per restaurazione dei locali. Sono a Dresda e andrò senzaltro a vedere il quadro di Raffaello.
Grazie per tutte le informazioni.
Fausto
Bella descrizione. Bravo. oggi sono stato a Piacenza, nella chiesa di san Sisto e ho visto la copia dipinta dall’ Avanzini, un pittore considerato minore ma comunque molto abile.
maria teresa
A me sembra che l’espressione della Vergine e del Bambino abbiano una sorta di malinconico turbamento- Santa Barbara è isolata in una interiore contemplazione, e gli alati angioletti hanno una disinvolta dimestichezza con e di il Divino. Il quadro è superbo, di indubitabile bellezza, ma bisognerebbe andare a Dresda per parlarne…o per tacerne.
Giuspi Pegolo
Grazie per questo contributo. A giorni parlerò proprio di questo dipinto in relazione ad uno scritto di Grossman su questa opera e che fa parte di una di Adelphi: il bene sia con voi.
Silvano Bert
Oggi, a Uomini e profeti, a Radio Tre, Sergio Givone ha descritto la Madonna Sistina nella puntata de “L’INFINITO”.
mario pavoni
c’è una copia di quest’opera; sapete dove si trova? alcuni dicono che è l’originale e quella di dresda è la copia
Catherine
Mi chiedevo se in quest’opera Raffaello è pittorico? e dunque anticlassico perché non ha il primato del disegno bensì del colore come avviene nella pittura veneziana. Nelle vesti della madonna si possono vedere i bagliori di tintoretto?
francesco emili
Veramente un’eccellente interpretazione ed illustrazione dell”opera. Bravo