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Madonna del Cardellino Raffaello Sanzio analisi

Madonna del Cardellino di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera

Continuiamo il nostro viaggio tra le opere di Raffaello Sanzio, ed oggi all’interno di questo articolo, andremo a parlare di una delle opere più importanti di questo artista del Cinquecento; dopo aver analizzato nel dettaglio il bellissimo lavoro di questo artista intitolato “Madonna d’Alba”, oggi proseguiamo nel nostro studio con la “Madonna del Cardellino”.

Come da prassi, prima di procedere effettivamente con l’analisi stilistica e la descrizione dell’opera, prima riassumeremo brevemente la storia della commissione del lavoro e sul passaggio di proprietà di questo capolavoro, fino a giungere alla destinazione odierna. Al termine dell’articolo potrete trovare ulteriore materiale per approfondire la vostra conoscenza di Raffaello Sanzio.

Madonna del Cardellino Raffaello Sanzio analisi
“Madonna del Cardellino” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1506

Dimensioni: 107 x 77 cm

Dove si trova: Galleria degli Uffizi, Firenze

Facendo riferimento alle fonti storiche, l’opera sarebbe stata realizzato per l’abbiente commerciante Lorenzo Nasi, il quale avrebbe ottenuto quest’opera per il suo matrimonio con Sandra Canigiani, altra importante donna della borghesia. La casa dove abitava la coppia però nel 1547 crollò e così questo quadro finì con il rompersi in diciassette frammenti, successivamente recuperati e restaurati.

Sentiamo parlare nuovamente di quest’opera nelle collezioni del cardinale Giovan Carlo de’ Medici, per poi giungere definitivamente agli Uffizi, dove si trova tutt’ora. Questa è la storia della trasmissione dell’opera, ed ora passiamo all’analisi del lavoro.

I protagonisti della scena sono la Vergine Maria, Gesù Bambino e San Giovanni Battista bambino (i quali sono protagonisti ricorrenti delle opere di Raffaello); tutti e tre si trovano in un paesaggio naturale, con alle spalle uno scorcio di un fiume e qualche albero. Mentre la Vergine è seduta sulle rocce, i due bambini giocano; guardando bene è possibile notare che i due bambini stanno giocando con un cardellino (il quale tra l’altro dà il titolo al quadro), che rappresenta la Passione di Cristo.

Tutti e tre protagonisti formano una piramide di cui Maria è la punta: analizzando per bene la composizione e la scena non si può notare il chiaro richiamo alle opere di Leonardo da Vinci, ma con evidenti trasformazioni: rispetto a Da Vinci, il Sanzio riporta una scena senza mistero, ma colma di serenità e tranquillità, come se il destino che porterà alla morte Gesù giovane sia estremamente lontano dalla mente di Maria, la quale guarda ai due bambini che giocano innocentemente accennando ad un sorriso. Da ricondurre ancora una volta a Leonardo sono i volti dei due bambini, che ricordano moltissimo lo stile di questo artista.

Facendo particolare attenzione alla figura della Vergine Maria, è possibile notare che Raffaello sceglie di donarle grandezza, ponendola al centro della composizione, andando a coprire gran parte della scena. I colori della sua veste sono il rosso ed il blu, dove il primo richiama alla Passione di Cristo, mentre il secondo ricorda la Chiesa, unite in un “matrimonio” inscindibile. Nella mano sinistra, Maria ha un libro in cui probabilmente viene riportato il destino di Gesù, ma guardando la sua postura, sembrerebbe che la donna sia stata interrotta nella lettura dai giochi dei bambini.

La bellezza dell’opera sta soprattutto nell’armonia che Raffaello riesce a donare ai suoi personaggi, sia tramite il colore placido e grazie anche ai movimenti leggeri, appena accennati dei suoi personaggi. Questo è uno dei lavori più importanti di Raffaello Sanzio, e se volete approfondire, vi consigliamo diversi libri che vi permetteranno di scoprire tutti i segreti artistici di questo leggendario artista del Cinquecento.


Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

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