La lezione di anatomia del dottor Tulp di Rembrandt: la grande teatralità della medicina
Oggi voglio farti conoscere un quadro davvero curioso ed importante. Sono più che sicuro che appena vedrai l’immagine qui sotto avrai una sensazione di averlo già visto da qualche parte. La storia dell’opera è davvero molto interessante e così come le decine di particolari all’interno della tela. L’opera di cui sto per parlarti è stata dipinta dal pittore olandese Rembrandt, ed è intitolata La lezione di anatomia del dottor Tulp.
Ci sono davvero un sacco di curiosità e fatti importanti a proposito di questo piccolo capolavoro e ti assicuro che, quando avrai finito di leggere questo articolo saprai:
- Chi era il dottor Nicolaes Tulp
- Perché questo dipinto lezione di anatomia umana è così importante tra i quadri di Rembrandt
- Perché quest’opera è il simbolo che lega la medicina all’arte e molto altro
Allora, sei pronto a conoscere quest’opera per davvero? Cominciamo!
Data di realizzazione: 1632
Dimensioni: 216,5 x 169,5 cm
Dove si trova: Mauritshuis, L’Aia, Olanda
STORIA
Se stai guardando questa tela per la prima volta ed il nome Rembrandt non ti è nuovo, forse ti stupirà sapere che questo è soltanto uno dei suoi lavori giovanili.
Come so che è proprio di Rembrandt? C’è un piccolo dettaglio che ti fornisce la risposta.
Alle spalle del personaggio più in fondo, appeso al muro c’è un piccolo foglio nella penombra. Lì c’è scritto “Rembrandt. F 1632”.
Quella “F” sta per “fecit”, una parola latina che tradotta in italiano vuol dire “lo fece”: mettendo insieme i pezzi si ottiene la frase “Rembrandt lo fece nel 1632”.
Nonostante si tratti di un quadro giovanile, questa lezione di anatomia Rembrandt non il suo primissimo lavoro che realizza come artista.
Ci sono altre tele che testimoniano l’attività di Rembrandt prima di questa con il dottor Tulp e, diversamente da quest’ultima, su quelle non c’è la firma con il suo nome completo, ma solo il monogramma RHL, che sta per “Rembrandt Harmenszoon di Leiden”.
Ma perché firmarsi con un monogramma piuttosto che con il suo nome?
Prova a metterti nei panni del giovane olandese: quando ha dipinto questo quadro di anatomia, aveva solo 26 anni, e prima di avere questo incarico era sconosciuto ed il suo nome su una tela non valeva nulla.
In questa Lezione di anatomia quadro le cose, però, stanno per cambiare in suo favore: Rembrandt ha più fiducia in sé stesso, ha acquistato del prestigio, vuole lasciare un segno nella storia, e lo fa firmando questa tela con il suo nome per intero.
Ma adesso, mettiamo un attimo da parte questa faccenda della firma e parliamo di com’è nata quest’opera.
È il 31 Gennaio 1632 e siamo ad Amsterdam.
Al tempo esisteva la Gilda (è un termine che significa “gruppo”) dei Chirurghi, e Tulp era l’anatomista ufficiale della città, quindi, era un uomo importante.
Stando alle regole della gilda, una volta l’anno si teneva una dissezione in pubblico e con una sola condizione: il corpo del paziente su cui sarebbe stata effettuata l’operazione doveva essere di un criminale giustiziato.
Ed oggi noi sappiamo chi era il paziente dell’operazione (ed uno dei protagonisti del quadro di Rembrandt) grazie ad alcuni documenti che ci sono giunti: si tratta del criminale Adrian Adrianeszoon, soprannominato “Het Kindt”.
Dopo il processo è stato condannato ad essere impiccato ad Amsterdam nel Gennaio 1632.
Dato che in quel secolo non esistevano ancora luoghi appositi per conservare i cadaveri in condizioni ottimali e con una temperatura molto bassa, quasi sicuramente quest’operazione è stata effettuata qualche ora dopo l’esecuzione di Adrian.
Perché ti parlo di tutto questo?
Devi sapere che nel 17° secolo le lezioni di anatomia erano un evento sociale davvero importante e coinvolgevano gran parte del pubblico; pensa che si tenevano in alcune sale di lettura con studenti, apprendisti e se voleva, anche un pubblico di curiosi (quest’ultimo, però, doveva pagare una tassa d’ingresso).
Inoltre, c’era anche un codice d’abbigliamento da rispettare per questo evento, giusto per farti comprendere l’importanza di questo genere di eventi.
Ma torniamo al quadro: ogni 5/10 anni la Gilda dei Chirurghi commissionava un ritratto della dissezione ad un’artista e la fortuna vuole che sia proprio Rembrandt a realizzarlo nel 1632; al tempo aveva solo 26 anni ed era arrivato da poco ad Amsterdam.
Si tratta di un’occasione senza precedenti e Rembrandt lo sa bene. Da qui si decide la sua intera carriera; per darti un’idea dell’importanza di quest’opera, ti basti sapere che ogni personaggio incluso nel quadro ha pagato Rembrandt affinché lo inserisse nella composizione; senza contare che poi, le figure centrali (quella del dottor Tulp, in questo caso), probabilmente, ha pagato il doppio per avere un ruolo di spicco rispetto agli altri.
Questi sono solo alcuni dei motivi per cui il lavoro di Rembrandt lezione di anatomia è uno dei capolavori più importanti mai realizzati dal pittore olandese.
DESCRIZIONE
Tutto comincia con un lampo di genio, un’intuizione da parte dell’artista.
Invece che dipingere un semplice ritratto, preferisce realizzare una vera e propria “messa in scena” dell’operazione.
Perché parlo di “messa in scena”? Ci sono diversi particolari che ti fanno capire che si tratta di un quadro un po’ “teatrale”.
Guarda il taglio che sta facendo il dottore: se fosse stata una reale autopsia, Tulp avrebbe cominciato a fare delle incisioni partendo dal petto e passando poi al torace (in quelle parti, gli organi interni decadono più velocemente rispetto ad altri), ed invece qui sta facendo un taglio sul braccio, all’altezza dei tendini.
Poi, Rembrandt si stacca con decisione dalla tradizione e preferisce inserire in questo quadretto il cadavere del paziente per intero.
I dettagli sono all’ordine del giorno in questa composizione. Pensa che conosciamo l’identità dei dottori ritratti in questo lavoro (ricorda che si trattava di un’occasione molto importante, dove i modelli hanno pagato per essere ritratti da Rembrandt).
Come conosciamo le loro identità? Dà un’occhiata all’uomo in secondo piano, proprio quello che sta dietro al dottor Tulp e che ha un foglio con delle scritte sopra.
Proprio su questo piccolo foglio ci sono i nomi di tutti i medici partecipanti.
Ma aspetta un attimo: hai notato che i 2 nomi più in basso sono meno chiari degli altri?
Se ti sei reso conto di questo piccolo particolare, sei sulla strada giusta.
Questi 2 nomi dovrebbero corrispondere ai protagonisti che sono più a sinistra nel quadro e che sono stati aggiunti in un secondo momento (sia i nomi che le loro figure).
La grande teatralità che si respira in quest’opera è evidente anche nelle espressioni dei medici presenti: alcuni di loro sono stupiti, altri cercano di concentrarsi sulle parole del dottore ed altri seguono interessati l’operazione.
Per rendere ancora più evidenti le emozioni di ognuno, Rembrandt si serve anche della luce. La fonte d’illuminazione dell’opera arriva dall’esterno (a sinistra) e mette in risalto i volti di ciascuno.
Questo discorso però non vale per Adrian, che è diverso: hai notato che il suo volto è in penombra? Si tratta di una tecnica chiamata umbra mortis, ovvero “ombra della morte”, utilizzata da Rembrandt in diverse opere.
C’è un’altra cosa da dire a proposito del cadavere: guardando da vicino la zona lombare, puoi notare che le linee vicino l’ombelico di Adrian formano una R maiuscola (forse è l’iniziale di Rembrandt).
Poi, ci sono anche altri piccoli dettagli che non corrispondono alla realtà.
A questo proposito, devi sapere che il dottor Tulp era un chirurgo molto rinomato al tempo e sicuramente per una lezione pubblica non si sarebbe messo a sporcarsi e a perdere tempo tagliando il cadavere per prepararlo.
Per questo incarico c’era una persona: “il Preparatore”. Questo non è stato inserito nella composizione da Rembrandt.
Dato che la fase di preparazione era stata già fatta, l’artista ha pensato bene di non includere nel suo quadro, strumenti per fare incisioni, come ad esempio il bisturi.
Ci sono anche altri piccoli dettagli che meritano un approfondimento.
Ad esempio, in basso a destra, ai piedi del cadavere, puoi vedere un libro grandissimo.
Si tratta di un famoso libro di anatomia, intitolato De humani corporis fabrica, di Andrea Vesalio.
Adesso guarda le mani di Tulp: con una stringe le pinze con cui estrae i tendini dal braccio del cadavere, in modo tale da mostrare il loro funzionamento.
Con l’altra mano, mima il movimento che l’uomo può fare grazie ai tendini.
Ma guarda per un momento la mano senza pinze: non ti sembra lo stesso movimento fatto dall’artista per reggere il pennello?
È proprio così. Con questa piccola sottigliezza, l’artista elogia la medicina e l’arte, dimostrando che è difficile sia creare un capolavoro che fare delle operazioni mediche.
Ancora oggi, molti non riescono a spiegarsi come Rembrandt a 26 anni, abbia potuto dipingere in modo così realistico i tendini del braccio.
Per diversi studiosi la risposta è che si sia ispirato alle illustrazioni di un libro di anatomia.
Quando Rembrandt completa questo lavoro, viene subito considerato un successo, tant’è che nel 1656 gli viene commissionato un lavoro simile con il dottor Deijman, successore del dottor Tulp.
Neanche gli artisti hanno potuto sfuggire al fascino dei particolari di Rembrandt: ad esempio, Édouard Manet, un famoso pittore impressionista, nel 1856, dopo il suo viaggio in Olanda, realizza un piccolo olio su tela, molto simile al quadro del pittore olandese.
Complimenti e io mi sento di dirti soprattutto GRAZIE
Grazie mille Tiziana.
Complimenti per l’analisi del dipinto, una delle più esaurienti che mi sia capitato di leggere!. Mi sorge una domanda: come si può asserire che il volume ai piedi del cadavere sia proprio il “De humani corporis fabrica” di Vesalio, visto che mi pare che le scritte siano assolutamente illeggibili?
Complimenti Dario.Un commento pieno di patos e di appropriata conoscenza.Sarà veritiera la tesi che sostiene che il maestro chirurgo ha mutato il proprio cognome con quello del tulipano,la cui fama iniziava in allora quella ascesa di celebrità e ricchezza che si trascina fino ai nostri giorni?
Buongiorno Quirino, e grazie per i complimenti.
Il cognome del chirurgo era Pieterszoon, ma è stato soprannominato “Tulp” per via del disegno di un tulipano presente sulla sua porta.