La ragazza con l’orecchino di perla (o ragazza con il turbante) di Jan Vermeer: Storia Di Una Sconosciuta
Voglio raccontarti la storia di un capolavoro senza tempo. Si tratta di una tela avvolta da una lunga serie di misteri che hanno contribuito a renderla una delle opere più ammirate in tutto il mondo. L’autore di questo quadro è Jan Vermeer, un pittore del ‘600 proveniente dai Paesi Bassi. I suoi lavori sono passati alla storia soprattutto per un’attenzione per i dettagli veramente pazzesca, senza contare l’eccezionale naturalezza dei suoi protagonisti. Oggi ti parlerò della Ragazza con l’orecchino di perla.
Non puoi neanche immaginare quanti segreti nasconde questa piccola tela.
All’inizio potrà sembrarti un quadro molto semplice, ma non farti ingannare.
Per fare chiarezza sulla faccenda ho deciso di scrivere questo articolo sulla Ragazza con orecchino di perla.
Quando avrai finito di leggerlo, ti assicuro che:
- Conoscerai le ragioni per cui la ragazza con l’orecchino di perla viene considerato il più grande capolavoro di Jan Vermeer
- Scoprirai il significato dei tanti, piccoli particolari che si celano dietro l’innocente espressione di questa Ragazza orecchino perla
- Capirai chi era davvero questa misteriosa ragazza con il turbante e perché la perla appesa al suo orecchio è così importante
E molto altro ancora, te lo assicuro.
Ma prima di andare avanti, devo chiarire una cosa molto importante.
Devi sapere che tantissimi chiamano questa tela La ragazza con il turbante.
Per carità, non si tratta di un errore, ma leggendo questo articolo scoprirai che questa piccola tela ha molti più nomi di quanti tu possa credere.
Sei pronto per conoscere per bene quest’opera? Cominciamo!
Data di Realizzazione | 1664-1666 |
Dimensioni | 44,5 x 39 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Mauritshuis, l’Aia |
STORIA
Questa è la fine di un’era.
C’è un lasso di tempo che va dal primo ventennio del ‘600 e che termina nel 1672 ed ha un nome ben preciso: età d’oro della pittura olandese.
E c’è un motivo per cui si chiama così.
Sono anni popolati dai più grandi maestri d’arte dei Paesi Bassi, i quali danno vita, giorno dopo giorno, ad alcune delle tele che lasceranno delle tracce indelebili nella storia dell’arte mondiale.
Jan Vermeer è uno di loro.
E gli altri chi sono?
Te ne cito alcuni: Rembrandt, Franse Hals, Ferdinand Bol e Gerard ter Borch.
Sono uomini con un’abilità senza precedenti ed i loro quadri non verranno mai dimenticati.
La ragazza con l orecchino di perla viene realizzata durante questo grandioso periodo.
Ma il merito non è soltanto degli artisti.
Sono anni in cui i Paesi Bassi migliorano costantemente, portandosi alla pari di tante altre potenze in Europa.
La loro potenza commerciale cresce sempre di più e così gli altri paesi cominciano a valutare degli accordi economici in grado di arricchire entrambe le parti.
È un’atmosfera positiva e ricca di adrenalina che avvolge gli artisti dei Paesi Bassi e li spinge a fare del proprio meglio anche nel proprio lavoro.
Vermeer compreso.
Cosa vuol dire?
Che – come tanti altri – anche lui ha cercato di guadagnare qualcosa approfittando del momento positivo.
Infatti, oltre a dimostrarsi un ottimo pittore, devi sapere che Jan è anche un mercante d’arte.
Il mercato è in continua crescita.Ci sono offerte e richieste ovunque e così anche lui si getta nella mischia, acquistando e vendendo quadri.
E questo cosa c’entra la ragazza con l’orecchino di perla quadro?
Ci sto arrivando.
Dopo essere entrato in questo mercato, Vermeer ha 2 possibilità:
- Comportarsi come un normale uomo d’affari e continuare a vendere e comprare quadri
- Dipingere altri quadri (oltre a quelli che già possedeva) e poi venderli
Puntando al massimo guadagno, sceglie quest’ultima alternativa.
In fondo avrebbe scelto il prezzo dei suoi quadri ed avrebbe potuto ottenere molti altri soldi.
Con quest’idea, nasce la Ragazza col turbante.
Si tratta di un quadro piccolo piccolo: 45 x 39 cm.
Ma non farti ingannare dalle dimensioni ridotte.
È di altissima qualità.
Ma aspetta un attimo.
Se uno dei suoi obiettivi era vendere i quadri, perché non ha dipinto delle opere religiose o con soggetti più popolari? In questo modo avrebbe interessato un pubblico molto più vasto, no?
Il ragionamento non fa una piega, ma c’è una cosa che non ti ho detto.
Se da una parte i Paesi Bassi stanno vivendo i loro anni migliori, dall’altro lato è una nazione costantemente “bloccata” dall’eccessiva influenza del Calvinismo.
Cosa c’entra?
Devi sapere che questa dottrina è diffusa praticamente in tutto il paese, ed una delle principali regole riguarda il divieto di rappresentare temi religiosi.
A causa di ciò, Vermeer ed i suoi colleghi neerlandesi (così sono detti gli abitanti dei Paesi Bassi) sono costretti a ripiegare su opere con soggetti completamente diversi.
E a quale genere appartiene la ragazza dall’orecchino di perla?
Non è una domanda banale, te lo assicuro.
Istintivamente potresti dirmi che si tratta di un ritratto a mezzo busto.
La risposta è giusta, ma incompleta.
Questo non è un ritratto come gli altri, è una Tronie.
Tronie? E che significa?
È un’antica parola olandese.
Letteralmente significa “testa” o “fisionomia”.
In poche parole si tratta di una rappresentazione generica e non di una persona precisa.
L’identità della protagonista non è importante, mentre i dettagli, l’abbigliamento ed il suo atteggiamento sono fondamentali.
Se sei curioso, più tardi in questo articolo ti dirò altro sull’identità della ragazza qui ritratta da Vermeer.
Ora c’è un’altra cosa che voglio farti notare.
Sai che la ragazza con l orecchino di perla quadro è legata a Caravaggio?
So che ti sembrerà un paragone campato in aria ed impossibile.
Ma – in un certo senso – è vero.
Mentre i Paesi Bassi confermano la propria ascesa, dall’altra parte l’Italia detta le leggi nel mondo dell’arte, grazie alla presenza di artisti che cambieranno la storia, proprio come Caravaggio.
La fama delle opere di Michelangelo Merisi giunge fino a Delft, la città in cui viveva Vermeer.
I critici d’arte impiegheranno secoli a riconoscere il talento di Caravaggio, mentre pittori come Jan e molti altri hanno già capito che si tratta di un genio.
Ma dov’è questo legame tra la ragazza col turbante Vermeer.
Il loro rapporto è chiuso in un piccolissimo particolare.
Il chiaroscuro.
Il Merisi ha fatto sua questa tecnica e realizzando delle scene completamente immerse nell’oscurità.
Ma non Vermeer.
Lui preferisce stanze decorate ed ambienti domestici.
Questa volta però, fa un’eccezione.
Come faccio a sapere che Jan si è ispirato proprio a Caravaggio e non a qualche altro artista?
Non è certo al 100%, è vero, ma un chiaroscuro così deciso ed evidente è una caratteristica esclusiva dello stile del Caravaggio.
Poi, come ti dicevo prima, Vermeer ha conosciuto sicuramente le abilità del pittore italico e dei suoi colleghi.
Nei Paesi Bassi Jan è ritenuto un grande esperto dell’arte italiana, tant’è che nel 1672 è stato convocato all’Aia.
Ah si? E perché?
Il suo ruolo è dover verificare se alcuni quadri acquistati da un uomo d’affari sono autentici o meno.
Tra gli acquisti ci sono lavori di Tiziano, Michelangelo Buonarroti, Giorgione e Raffaello.
Se hanno chiamato Vermeer per valutare queste opere, significa che doveva saperne molto in merito.
Ma la storia della Ragazza orecchino di perla non finisce qui.
L’anno esatto in cui è stata realizzata la tela è un vero e proprio mistero.
E perché?
Ora ti spiego.
Gli studiosi nel corso dei secoli hanno analizzato ogni singolo centimetro di questa tela cercando un indizio in merito.
Ma non c’è stato niente da fare.
Non è stato tutto inutile, però.
Al posto della data d’esecuzione è saltata fuori la firma di Vermeer.
E dove si trova?
È veramente difficile da vedere, ma con un po’ di attenzione la puoi riconoscere in alto a sinistra della scena.
C’è scritto “Meer”.
È un’abbreviazione del cognome del pittore.
Ma non preoccuparti.
La faccenda della data è ancora aperta.
Un sacco di ricercatori, studiosi e critici hanno continuato ad insistere andando alla ricerca di possibili dettagli nascosti nella vita di Vermeer, nella speranza di poter collocare questa tela in un momento preciso della sua carriera.
Questa volta la ricerca dà i suoi frutti e le conclusioni sono abbastanza simili.
Vermeer ha realizzato questa tela nel 1664 o al massimo nel 1666.
Ecco fatto.
Ma ci sono dei problemi anche con la storia del quadro, sai?
Proprio così.
Oggi ti sembrerà scontato chiamare questo quadro la ragazza con l orecchino di perla, ma ti assicuro che non è stato sempre così.
Prima di giungere a questo titolo c’è voluto molto tempo.
Ti riassumo qui sotto i vari nomi affibbiati nel corso del tempo a questo lavoro:
- Giovane ragazza (inizio ‘900)
- Testa di una ragazza (1952)
- Ragazza con il turbante (1952 e poi 1974, da 2 autori diversi)
- Ragazza con l’orecchino di perla (anni ’70)
Infine nel 1995, il Mauritshuis, ovvero il museo in cui è attualmente conservata l’opera, ha adottato ufficialmente il titolo la Ragazza con l’orecchino di perla.
Ma in realtà c’è un altro nome che non ti ho detto.
Gioconda del Nord, oppure Monnalisa olandese.
E perché l’hanno chiamata così?
Per via di alcune somiglianze tra la protagonista del lavoro di Vermeer e la famosissima Gioconda di Leonardo da Vinci.
Tu che ne pensi? Si assomigliano o sono completamente diverse?
Fammi sapere la tua opinione lasciando un commento in fondo a questo articolo.
Ma ora facciamo un passo indietro.
Come ha fatto il quadro la ragazza con l orecchino di perla a finire nel Mauritshuis?
Per raccontarti questa storia devo prima farti conoscere il committente di questo capolavoro.
Trovarlo non è stato semplice.
Alla fine sono 2 gli uomini che potrebbero aver ordinato a Vermeer questo dipinto:
- Hendrick van Buyten, un panettiere
- Pieter van Ruijven, un collezionista ed amico di Vermeer
Forse è stato proprio quest’ultimo ad acquistare l’opera.
Come faccio a saperlo?
Per via di un’asta.
Ora ti racconto.
Il 16 maggio 1696 un tale di nome Jacob Dissius mette all’asta diverse opere d’arte.
Jacob Dissius? E chi sarebbe?
È un nome che sicuramente non ti dirà niente, ma è legato alla famiglia del collezionista van Ruijven citato prima.
Nel corso dell’asta viene messo in vendita anche questo ritratto.
Ma come è finito nelle sue mani?
Riassumere qui l’intera storia degli spostamenti della tela è molto difficile, ma ora ti dirò quali sono stati i più importanti.
- Il primo acquisto è stato fatto da Pieter van Ruijven
- ermeer probabilmente l’ha riacquistata successivamente dallo stesso collezionista rientrandone in possesso
- Ci sono stati vari spostamenti dovuti a delle eredità
- La tela diventa di proprietà di Knuijt Maria, la vedova di Pieter van Ruijven
- Magdalena van Ruijven, la figlia di Maria eredita la tela e sposa Jacob Dissius. Per via del matrimonio il quadro diventa anche proprietà di Jacob
Tutto chiaro?
Perfetto.
Ma il mistero più grande riguarda ciò che è accaduto dopo questa famosa asta.
La tela scompare nel nulla per 200 anni.
Nel 1881 ecco che spunta di nuovo alla luce il quadro di Vermeer la ragazza con l orecchino di perla.
Il caso vuole che sia in occasione di un’altra asta.
Questa volta è il collezionista Arnoldus Andries des Tombe ad accaparrarsi una tela che in apparenza è molto sporca e dove non si vede nemmeno la firma dell’autore.
Per questo lavoro ha speso 2 fiorini e 30 centesimi.
Ma il bello viene adesso.
Dopo aver ripulito e rimesso a posto il nuovo acquisto, si scopre che la tela sconosciuta è in realtà il capolavoro perduto di Vermeer.
Tombe decide di prestare il quadro al Mauritshuis dal 1881 fino al 1902.
Dopo la sua morte, poi, sceglie di lasciarla in eredità allo stesso museo, il quale rende il lavoro del pittore di Delft parte della collezione permanente.
DESCRIZIONE
Guarda con attenzione questo ritratto.
L’unica protagonista è questa ragazza girata di tre quarti e che guarda dritto verso di noi.
Le sue labbra sono di un dolce rosso e la bocca è socchiusa, come se volesse dirci qualcosa.
Gran parte della testa è coperta da una fascia blu e da un turbante che si estende ulteriormente con un grande drappo giallo appeso alla sua schiena.
Ed è proprio il turbante ad aver attratto gli occhi di tutti all’inizio (infatti il quadro veniva chiamato la Ragazza con il turbante).
E l’orecchino invece?
Su questo particolare c’è veramente molto da dire, così come su tutto il resto.
Ora ti svelerò tutto.
Hai visto cosa indossa la ragazza?
Sembra una specie di giacca.
È difficile dirti con certezza di quale tessuto si tratta.
Alcune cose sono sicure: è molto pesante, presenta poche pieghe ed è di un colore a metà tra l’ocra ed il marrone.
Sopra la giacca spunta fuori un colletto di un bianco molto chiaro che contrasta con i colori del resto dell’abbigliamento.
Aspetta un momento.
Come fa ad essere tutto così luminoso se intorno alla ragazza è buio pesto?
Ottima osservazione.
In realtà c’è una luce che proviene dall’esterno del quadro.
Precisamente dal lato sinistro ed illumina parte del volto della ragazza e provoca dei notevoli contrasti con le ombre nella zona destra dell’opera.
Ora mettiamo un attimo da parte le ombre e la luce.
Sai cos’è che rende straordinaria questo lavoro?
L’immediatezza.
Ma è solo apparenza, non è per nulla una tela semplice.
In questo lavoro di Vermeer ragazza col turbante ogni singolo particolare è stato disposto con una precisione millimetrica.
Ma devo dirti anche che ci sono state delle piccole semplificazioni che non hanno influenzato per niente il risultato finale.
Per esempio?
Il volto della ragazza.
I suoi tratti sono stati idealizzati e sono poco realistici.
Fa parte del lavoro.
Un lavoro che Vermeer porterà sempre con sé.
Che vuol dire?
Che questa impostazione, questo modello di pittura Vermeer l’ha usato più di una volta.
Guarda qui sotto la Ragazza con velo e confrontiamola con l’opera che ti sto spiegando.
Si assomigliano, vero?
Sono nella stessa identica posizione ed anche la torsione della testa è simile.
È vero, le modelle sono completamente diverse, ma ci sono altre analogie.
Le dimensioni – per esempio – sono praticamente uguali:
- 44,5 x 39 cm per la Ragazza con l’orecchino di perla
- 44,5 x 40 cm per la Ragazza con velo
In tutti e 2 i lavori Vermeer ha scelto di mettere in risalto la protagonista, dipingendo lo sfondo con un colore molto scuro.
Poi entrambe le donne indossano un orecchino di perla ed un accessorio per i capelli tipo turbante.
Ma oltre alle protagoniste, anche i colori sono diversi nei due lavori.
La ragazza con l’orecchino di perla è caratterizzata dall’uso di colori vivaci e luminosi.
Nell’altro quadro invece ci sono soprattutto colori della terra come l’ocra ed il bianco.
Nonostante le evidenti somiglianze, alcuni studiosi ritengono che questi due lavori non siano legati in realtà.
Sostengono che la Ragazza con velo sia stata realizzata anni dopo rispetto all’altro quadro, probabilmente poco prima della morte dell’artista (in quel periodo Vermeer si è dedicato al dipingere nel modo più realistico possibile i tessuti nelle sue opere).
A non convincere poi è il volto delle due donne.
Non diciamo bugie: nella Ragazza con velo la protagonista è meno bella rispetto all’altra.
E non questo non è un dettaglio da sottovalutare.
La “bruttezza” di questa ragazza ha fatto pensare che questo potesse essere un ritratto di una persona reale e non un tronie come nell’altro caso.
Qualunque sia la verità, c’è un’altra domanda a cui voglio rispondere.
Come ha fatto Vermeer a lavorare con precisione su un’opera così piccola?
Molto probabilmente si è servito di una camera oscura.
E cos’è?
È uno strumento usato da molti pittori.
Ti spiego come funziona.
In poche parole permette di proiettare l’immagine di un modello reale su una superficie piana, la quale alla fine appare più piccola rispetto al reale e sottosopra.
A cosa serve?
A disegnare con precisione.
Ricopiando l’immagine sul supporto della camera oscura, alla fine l’artista può ottenere un disegno preparatorio estremamente preciso, molto simile ad una fotografia moderna.
L’utilizzo di questo strumento è l’unica spiegazione possibile alla domanda su come abbia fatto Vermeer a lavorare così attentamente su una tela molto piccola.
Ora voglio farti notare una cosa a proposito della posizione della donna.
Non è la prima volta che Vermeer ritrae un personaggio che si muove così.
Guarda qui sotto La ragazza con bicchiere di vino.
Adesso confrontiamo la posizione delle due protagoniste.
Entrambe hanno le spalle buttate all’indietro e si stanno girando di tre quarti per guardare verso di noi.
Sarebbero identiche se non fosse per un piccolo dettaglio.
Il movimento della donna con l’orecchino è messo più in evidenza grazie alla complicità della luce.
Sfruttando la luminosità, il volto della protagonista sta proprio al centro della composizione e noi – appena guardiamo il quadro – veniamo immediatamente catturati dal suo sguardo.
Poi, per mettere ancora più in risalto la donna, Vermeer lavora attentamente sulla pelle della ragazza, facendo in modo che questa risulti molto più chiara rispetto all’oscurità circostante.
Servendosi di questo artificio, i colori della pelle pallida scendono in secondo piano rispetto ai toni intensi utilizzati per il turbante ed il colletto bianco.
Ma c’è dell’altro che devi sapere a proposito dei colori.
Per la ragazza dall orecchino di perla dipinto Vermeer decide di utilizzare pochi colori, ma buoni.
Sulla tela imprime delle pennellate forti e decise che mi ricordano molto lo stile artistico che caratterizza i pittori impressionisti.
E poi l’ambiente.
È tutto nero.
Cosa c’è che non va?
Se conosci o se hai già visto altri quadri di Vermeer, avrai notato qualcosa di strano.
Lui di solito preferisce ambientare le sue scene in dei luoghi chiusi o preferisce mettere in risalto degli enormi muri bianchi, proprio come accade nella Lattaia.
Per questo ritratto, invece, cambia le carte in tavola.
Per prima cosa, lavora sui colori.
Mescola 3 particolari pigmenti con cui ottiene questo colore scuro che ha la straordinaria caratteristica di diventare sempre più scuro con il passare del tempo.
Ma ad essere sincero, oggi questa specialità è venuta meno a causa dei vari restauri effettuati nel corso degli anni.
Ma oltre a questo tono scuro ci sono altri 2 colori di cui ti voglio parlare.
Il blu oltremare usato per la fascia ed il giallo limone per una parte dell’abbigliamento della donna.
Questi sono 2 dei colori preferiti di Vermeer.
Ma non si limita
Questi sono i colori preferiti di Vermeer.
Ma questo non gli basta.
Non si limita soltanto a disporre questi colori sulla tela, ma lavora anche su due tipi di blu differenti per la zona illuminata e quella ombreggiata della fascia, con cui vengono messe in risalto le pieghe dell’accessorio.
Pensa che per ottenere questo contrasto Vermeer ha utilizzato 3 pigmenti diversi: : lapislazzuli, indaco e bianco di piombo.
Il bianco di piombo è largamente usato dagli artisti di ogni epoca, come si vede nella Madonna Sistina di Raffaello.
Il lapislazzuli e l’indaco invece sono molto costosi e si trovano difficilmente sul mercato.
Ma questo pare non preoccupare Vermeer, il quale li utilizza tranquillamente sia qui che in altri suoi lavori.
Per non parlare poi di tutte quelle sfumature di giallo che Jan ha usato per rappresentare la stoffa pesante della ragazza.
In origine era un particolare molto luminoso, ma con il passare del tempo è diventato più scuro.
E poi c’è la perla.
La parte più importante di tutta la composizione.
Devi sapere che al suo interno sono condensati tanti riflessi diversi, ognuno con la propria intensità:
- C’è il riflesso della luce che viene dall’esterno esterna (probabilmente una finestra)
- C’è il riflesso della pelle chiara della ragazza
- C’è il riflesso del colletto bianco
Ma la perla non è importante soltanto per i suoi riflessi.
Cioè?
Vermeer pare che abbia una vera e propria ossessione per questi gioielli, dato che li ha rappresentati in molte altre opere, come la Pesatrice di perle, il Ritratto di donna con velo, Signora con collana di perle, Giovane donna che scrive una lettera e la Ragazza con cappello rosso.
E poi queste perle nascondono altri segreti.
Uno di questi è loro significato simbolico nella tradizione cristiana, secondo cui rappresenterebbero la castità.
Poi anche il colore bianco da sempre è collegato alla purezza.
Ma la perla è molto preziosa, poiché in origine è protetta all’interno del guscio dell’ostrica.
Soltanto con molta attenzione si può riuscire a prendere la perla senza incorrere in dei problemi.
Comunque la perla non ha soltanto dei significati positivi.
Ah si?
Proprio così.
La perla è un gioiello come tanti altri, e come tale può anche simboleggiare l’inutilità dei beni terreni e ricordare che la vita terrena non è eterna.
Ora voglio raccontarti un piccolo segreto che sicuramente ti stupirà.
Quell’orecchino che la ragazza ha all’orecchio potrebbe non essere una perla.
Cosa? E perché no?
Il motivo è semplice.
Una perla così grande non esiste.
E come se non bastasse, il professore di astronomia Vincent Icke ha anche aggiunto che la perla è caratterizzata dalla presenza di alcuni strati di calcite.
Questo è un dettaglio che le permette di avere questo particolare aspetto quando la luce agisce su di essa.
Ed invece Vermeer ha dipinto dei riflessi eccessivamente luminosi, talmente potenti da illuminare anche la pelle della ragazza ed il colletto del vestito.
È impossibile una cosa del genere.
Quindi, più che una perla, potrebbe trattarsi di un gioiello in vetro argentato o di latta lucidata (oppure una sfera di vetro con dentro un qualcosa di riflettente).
Ma ora basta parlare di questa fantomatica perla.
Voglio dirti qualcosa a proposito della geometria dell’opera.
In apparenza si tratta di un quadretto semplice: una sola protagonista e l’ambiente è completamente scuro.
La composizione è strutturata con una diagonale che parte dall’angolo in basso a sinistra ed attraversa tutta l’opera arrivando nell’angolo opposto in alto a destra, attraversando il volto della modella.
Seguendo questa linea, il centro geometrico dell’opera è sullo zigomo sinistro della modella.
E poi c’è quel turbante.
Non serve soltanto a raccogliere i capelli.
Negli anni in cui è vissuto Vermeer era un accessorio molto di moda, ma in realtà è nato molto tempo prima.
Le sue radici affondano nella cultura musulmana ed in quella turca.
E, in effetti, potrebbe trattarsi di un particolare legato alle atmosfere esotiche come quelle presenti nel Bagno turco di Ingres.
Oppure potrebbe anche alludere all’imminente minaccia musulmana che presto avrebbe messo in pericolo il mondo cristiano.
Ma c’è anche un’altra spiegazione.
Questo turbante potrebbe avere a che fare con l’economia dei Paesi Bassi.
Cioè?
Devi sapere che a Delft c’era una delle 6 camere di amministrazione della Compagnia olandese delle Indie Orientali.
Per questo motivo si trattava di una città in cui circolavano merci provenienti – addirittura – dall’altra parte dell’oceano.
E questa storia del turbante non riguarda solo Vermeer.
Molti altri pittori hanno reso questo accessorio un vero e proprio protagonista delle loro opere.
Uno degli esempi più famosi è l’Uomo con il turbante rosso, ovvero il misterioso autoritratto di Jan Van Eyck, realizzato nel 1433.
Poi c’è anche l’Autoritratto in costume orientale di Rembrandt, realizzato nemmeno 30 anni prima del capolavoro di Vermeer oppure il Giovane con turbante che regge un bouquet di Michael Sweerts, dipinto nel 1661.
Ma alla fine si tratta sempre e soltanto di ipotesi.
La storia potrebbe essere molto più semplice in realtà.
Forse a Vermeer piaceva il turbante e così ha deciso di inserirlo in questo ritratto.
Ora voglio rispondere ad un’ultima domanda.
Chi è questa donna? Esiste o no?
Certo che esiste, ma potrebbe essere chiunque.
Una donna di Delft, una domestica o addirittura una delle figlie del pittore.
Qual è l’ipotesi più probabile?
Forse l’ultima.
Potrebbe trattarsi di Maria, la primogenita di Vermeer.
Al tempo doveva avere 12, massimo 13 anni.
I conti tornano.
La ragazza ritratta nel quadro avrà avuto al massimo 15 anni.
Non è un’idea tanto strana.
Come molti altri suoi colleghi, anche Vermeer per risparmiare sul pagamento di modelle, preferiva utilizzare persone che conosceva.
Pensaci un attimo.
Con i soldi risparmiati poteva acquistare dei pigmenti di colore molto più costosi (come il già citato lapislazzuli).
Ma l’identità di questa ragazza è soltanto un altro dei tanti misteri che riguardano questa ragazza ritratta da Vermeer.
Ricorda: la Ragazza con l’orecchino di perla è un Tronie, ovvero un ritratto generico.
Non importa chi fosse precisamente questa ragazza.
Quello che conta è il genere/mestiere/classe sociale che rappresenta.
Una cosa è certa.
Questa misteriosa fanciulla non si sarebbe mai aspettata di diventare una delle donne più famose della storia.
Scopri altri importanti dettagli su questo capolavoro nel video qui sotto.
Domande Frequenti Sulla Ragazza col Turbante
La ragazza col turbante è chiamata anche Monna Lisa olandese ed è un quadro di Vermeer.
La ragazza col turbante è un ritratto che rappresenta una ragazza che riesce a mostrare con dignità i propri dolori, mostrandoli come punti di forza.
La ragazza col turbante indossa un mantello color rame con sotto una camicia bianca di cui si vede solo il colletto. Sulla testa c’è un turbante fatto da una fascia azzurra ed un drappo giallo che scenda dalla testa fino alle spalle che alle estremità ha delle frange azzurre.
Non si sa quanto vale il quadro. Uno degli ultimi quadri messi all’asta di Vermeer è stato venduto a più di 30 milioni di dollari.
La ragazza con il turbante è la protagonista di un quadro del tronien, un genere dell’arte olandese composto da soggetti con costumi storici o esotici che rappresentano personaggi storici.
La ragazza col turbante è stata realizzata da Jan Vermeer.
Nel dipinto ragazza col turbante brilla la perla che la ragazza porta all’orecchio.
Masperi Antonio
bravo e preciso grazie
federica
Mi è sempre utilissimo consultarti per preparare i miei esami di arte! Mi piace specialmente la tua selezione di immagini x spiegare al meglio le opere. Bravo!
Dario Mastromattei
Grazie per i complimenti Federica.
daniele
Grazie. Sono rimasto incollato al racconto dalla prima all’ultima parola ed ora sn andato a scovare tra i miei libri le monografie di Rembrandt, Vermeer e Van Eyck
Marile' Angelini
Difficile trovare una analisi di opera d’arte più esauriente corretta e gradevole da leggere. Grazie
Drew Hawkswood
Grazie di esistere ai creatori di questo sito
Raffaello
Eccellente!
Marco
L’analisi dell’opera mi sembra okay, ma hai fatto un po’ di errori grammaticali, soprattutto di sintassi. Poi, nel terzultimo paragrafo “[…]si può facilmente dedurre che questa appartenga ad una classe sociale non agiata; d’altro canto, l’orecchino, […] poteva appartenere unicamente ad una donna aristocratica” questa frase è indubbiamente contraddittoria.