La morte del giovane Barra di Jacques-Louis David: analisi completa dell’opera
Oggi ti voglio parlare di un quadro di Jacques-Louis David. Probabilmente avrai già sentito parlare di lui per via di alcuni suoi straordinari capolavori, come quello di Napoleone che attraversa le Alpi. Ora, comunque, voglio raccontarti di un suo lavoro meno popolare, ma non per questo di inferiore qualità. Il quadro in questione è intitolato La morte del giovane Barra.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che conoscerai le informazioni più importanti a proposito di questo lavoro, come la data di realizzazione, le dimensioni della tela, in che museo si trova, chi era il giovane Barra citato nel titolo e quale è il significato dell’opera.
Data di produzione: 1794
Dimensioni: 118 x 155 cm
Dove si trova: Musée Calvet, Avignone
Devo dirti una cosa fondamentale, prima di andare avanti: se guardi l’opera, potrebbe sembrarti completa, ma in realtà non è così. David ha iniziato questa tela nel 1794 ma non l’ha mai completata, apparentemente.
Chi era il giovane Barra? Te lo racconto subito. Si tratta di un ragazzo, chiamato Joseph Bara (a volte è scritto anche Barra, come nel caso di questo quadro).
Joseph faceva parte dell’esercito rivoluzionario repubblicano francese, ed era un tamburino. Il suo nome è passato alla storia perché fu una giovane vittima dei conflitti avvenuti durante i moti rivoluzionari, e venne ucciso perché si era rifiutato di omaggiare il re.
L’omicidio del ragazzo divenne immediatamente di dominio pubblico, e la sua morte venne strumentalizzata, trasformandolo di fatto in un martire della Rivoluzione Francese.
David conosceva la sua storia, ed influenzato dal “mito di Barra” decise di renderlo protagonista di un suo quadro, creando la tela di cui ti sto parlando.
Il pittore, oltre ad omaggiare il giovane con un suo lavoro, prese molto a cuore la sua storia, a tal punto che si occupò personalmente dei suoi funerali (anche se non ci riuscì del tutto a causa della caduta di Robespierre, avvenuta proprio in quei giorni).
Guarda il quadro: al centro, sdraiato con la pancia a terra, c’è il corpo di Barra, privo di vestiti. Il fatto che sia completamente nudo probabilmente simboleggia la sua importanza come martire, rendendolo pari agli antichi eroi greci.
Non ci sono molti altri dettagli di cui possa parlarti, poiché l’ambiente circostante è solo abbozzato, ma nonostante ciò, sulla sinistra puoi notare un piccolo scorcio, che David avrebbe completato in futuro.
I martiri della rivoluzione sono un soggetto che David prese molto a cuore, ed infatti dipinse con la stessa intenzione anche La morte di Marat e Gli ultimi istanti di Michel Lepletier.
Non è ancora chiaro il perché David non completò quest’opera, ed inoltre devi sapere che nel Castello di Vizille c’è una copia di questo lavoro di un artista anonimo, ma molto probabilmente era un allievo di David.
Una straordinaria poesia di Beppe Salvia che ebbe modo di ammirare l’opera di David a Villa Medici nei primi anni ottanta. Anch’io vidi l’opera e me ne rimane un ricordo indelebile.
Il giovane Barra
O morto giovinetto ai tuoi bei labbri
bacia la sorella il vento
morto tra i glicini e le fronde il buio
e una fanciulla il canto suo
bello come tua bellezza canta e sua
beltà e bellezza di sue lacrime.
O risorto innocente
versa l’età il tuo sangue
con le mie lacrime
di mio fuoco virtù
me infelice di morte.
(Beppe Salvia, Il giovane Barra, in “La Tartaruga”, n. 7, maggio 1990).
Gino Scartaghiande