La camera da letto di Vincent Van Gogh: analisi completa del quadro
Voglio parlarti di uno dei più grandi capolavori della storia dell’arte. Il quadro che voglio presentarti è stato dipinto da Vincent Van Gogh, famoso pittore vissuto a fine ‘800. Avrai già sentito parlare o magari, avrai visto la tela di cui sto per raccontarti, ma io voglio fartela conoscere nei minimi dettagli. Il quadro in questione è intitolato la camera da letto.
È un titolo abbastanza generico, ma ti assicuro che quando avrai finito di leggere questo articolo, ti renderai conto di quanto sia importante questo quadro di Van Gogh nell’intera carriera dell’artista olandese. Ti farò conoscere l’anno in cui è stato dipinto il quadro, quali sono le sue dimensioni, in quale museo si trova e scriverò una descrizione della cameretta nel dettaglio.
Anno di produzione: 1888
Dimensioni: 70×90,5 cm
Dove si trova: Rijksmuseum Vincent Van Gogh, Amsterdam
Prima di dirti qualsiasi altra cosa riguardo la cameretta di Van Gogh, sapevi che esistono tre versioni di questo lavoro?
È la verità.
Quando parliamo della tela che ritrae la camera di Van Gogh, ci riferiamo quasi sempre alla versione conservata ad Amsterdam.
Devi sapere però, che Van Gogh dipinse altre due copie, (molto simili) di questo soggetto nel 1889: una si trova all’Art Institute di Chicago, mentre l’altra si trova al Musée d’Orsay.
Perché dipingere tre volte lo stesso quadro?
Te lo spiego io.
Quando Van Gogh dipinse la prima versione della sua camera ad Arles, era il 1888; qualche tempo dopo, Vincent venne ricoverato nell’ospedale della stessa città, e mentre si trovava lì, ci fu un terribile alluvione che danneggiò la tela.
Non potendo riparare il proprio disegno, il pittore decise di realizzare altre due copie, di cui, quella di Chicago è più o meno della stessa dimensione, mentre quella al Musée d’Orsay è più piccola.
Perché è così importante questo lavoro per Van Gogh?
Devi sapere che nel 1888, Vincent aveva appena abbandonato la caotica Parigi per trasferirsi nella piccola Arles.
Arrivato in paese, il pittore affittò una stanza in una casa gialla (anche questa fu protagonista di un altro suo quadro), e condivise l’appartamento con un altro pittore: Paul Gauguin.
La convivenza non fu assolutamente semplice: Vincent aveva un carattere molto particolare e Gauguin era molto deciso.
I due, in un primo momento si tollerarono, anzi, finirono per influenzarsi reciprocamente in ambito artistico, dove Vincent assorbì alcune caratteristiche dello stile di Gauguin e viceversa.
Non ci volle molto tempo prima che le differenze tra i due pittori affiorarono: il 23 dicembre 1888 i due litigarono duramente, e Van Gogh, scosso dall’accesa discussione, prese un rasoio e si tagliò l’orecchio sinistro.
Con questo disperato gesto istintivo, la breve esperienza di convivenza tra i due artisti si concluse.
Prima di arrivare a questo, però, devi sapere che fu Vincent ad arrivare per primo nella casa gialla ed a sistemarsi.
Volendo attendere l’arrivo del suo amico, l’artista olandese si sentì ispirato e decise di dipingere la camera da letto di Van Gogh.
Cosa c’era dentro la camera di Vincent ad Arles che lo colpì così tanto?
La risposta la puoi leggere nelle lettere che Van Gogh scambiava con suo fratello Theo.
Vincent era molto legato a Theo, e lo teneva sempre informato sulla sua vita e la propria attività scrivendogli delle lunghe lettere.
A proposito della stanza di Van Gogh,abbiamo scoperto, attraverso le lettere, che il pittore aveva scelto di dipingere quest’opera perché voleva mettere in risalto la semplicità dell’arredamento utilizzando determinati colori, sfruttando il loro simbolismo.
Per dirlo con le parole di Vincent:
Ho voluto esprimere la quiete con questi colori diversi”.
Con questa frase sui colori, Van Gogh si sta riferendo al Giappone, ed in particolare alle sue bellissime stampe, che in quegli anni circolavano nei mercati d’arte europei, influenzando molti artisti, tra cui anche Vincent.
Lui ammirava moltissimo i pittori giapponesi, ed era convinto che le loro camere da letto, prive di qualsiasi decorazione, erano state fondamentali per far sviluppare il loro talento.
Perché i colori sono così importanti in questo quadro?
Guarda con attenzione l’opera: le tonalità sono molto chiare e pulite, e non c’è nemmeno un colore più acceso. come se nella stanza regnasse la pace.
Van Gogh è riuscito ad ottenere questo particolare effetto utilizzando i colori primari (rosso e verde) accostandoli ai colori complementari, ottenendo dei bellissimi risultati come il rosso scarlatto per la coperta del letto, il verde per i vetri della finestra ed un verde pallido per i cuscini fino al blu della caraffa sul tavolino ed il lilla per le mura.
La stanza di Van Gogh è uno dei quadri più belli mai dipinti dal pittore olandese non perché è una semplice “fotografia” di una cameretta, ma perché riesce a riassumere perfettamente, per mezzo dell’arredamento, tutti gli elementi che rappresentano il carattere di Van Gogh.
Senza dubbio, questo quadro racchiude molto della storia di Van Gogh ad Arles, e non è bello soltanto per i colori, ma anche per la struttura compositiva.
Hai notato che la composizione è formata quasi del tutto da linee rette?
L’artista, utilizzando questa tecnica, combinata con i colori, riesce ad eliminare questa scomoda prospettiva, che dà la sensazione di forte instabilità.
Sono convintissimo che questo sia uno dei più bei quadri della storia dell’arte, poiché riassume al proprio interno tutta l’abilità di Van Gogh, ed inoltre è riuscito a raggiungere perfettamente il proprio obiettivo di trasmettere tranquillità a chi guarda l’opera.
Ho una sorpresa per te.
Hai mai voluto visitare dal vivo la camera di Vincent?
Con la moderna tecnologia ora puoi farlo ora, cliccando sull’immagine qui sotto.
Guardati attorno e scopri con i tuoi occhi la ricostruzione della stanza dell’artista, con qualche piccola “aggiunta” (come il quadro della notte stellata e uno degli autoritratti di Vincent).
Voglio dirti un’ultima cosa. Le lettere che Vincent si scambiava costantemente con suo fratello Theo ci hanno permesso di scoprire molto a proposito della vita e dei quadri di Van Gogh.
Se vuoi scoprire in prima persona l’importanza di queste lettere, ti suggerisco il libro qui sotto: è intitolato “Lettere a Theo”, ed al suo interno puoi trovare molte delle lettere scritte personalmente da Vincent: scoprirai l’angoscia, la fragilità ed il genio di un pittore apprezzato (purtroppo) unicamente dopo la sua morte.
Se vuoi dire la tua a proposito di questo quadro, o vuoi aggiungere qualche dettaglio sulla descrizione, puoi farlo liberamente lasciando un commento qui sotto.
Massimiliano
C’è qualche omissione nella tua descrizione, Dario. La tranquillità di cui parli era tutta dedicata all’amico Gauguin, che in quei giorni stava arrivando da Parigi dopo quasi un anno di attesa. La porta a sinistra è il passaggio per la camera di Gauguin, che non apprezzò mai il fatto di dover passare da quella di Vincent per entrare nella sua.
Questo ed altri fattori contribuirono alla rottura fra i due che interruppe anche la sinergia artistica.
Sento di poter dire che la presenza di Gauguin nella vita di van Gogh sia stata deleteria per quest’ultimo e che da quel momento la psiche di Vincent fu compromessa, sino alla misteriosa circostanza della morte.
Dario
Grazie per il commento e per tutti i dettagli Massimiliano.
Marco
Sei davvero bravo… meglio di Wikipedia. Grazie mille perché mi hai salvato da un’interrogazione
Daniela
Scusa il verde non è un colore primario!
Valentin
No, e un colore complementario. Mischiare giallo con blu ed sara il verde
Norma
Vincent Forever! Mi sono trovata a mio agio girando intorno nella sua stanza. Ti ringrazio tanto.
Monsy
WOW. Una bella descrizione. Mi è stata molto utile per il compito di domani. Grazie
Lucy
Ma il verde non è un colore primario!
AFRA
ERA UN BRAVISSIMO ARTISTA HA FATTO DEI QUADRI BELLISSIMI
Ivan
avevo 11 opere da descrivere, soggetto, forma e contenuto.
grazie a te mi sono salvato, grazie grazie grazie…….
Dario Mastromattei
Figurati Ivan, sono contento di esserti stato d’aiuto. 🙂
mg
… “analisi completa”??