
La Berceuse di Vincent Van Gogh: l’omaggio alla “madre” che ha dato tutto per la sua famiglia
Voglio farti scoprire uno dei più importanti ritratti di Van Gogh. Il celebre artista olandese, nella sua vita ha conosciuto tante persone e molte di queste sono poi diventate protagoniste dei suoi straordinari quadri. Una delle opere di Van Gogh più belle è proprio quella di cui voglio parlarti oggi, ed è intitolata la Berceuse.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che saprai con chiarezza chi era questa donna, oltre che scoprire il perché proprio questo è tra i ritratti di Van Gogh più importanti di tutta la sua carriera.
Data di produzione: 1889
Dimensioni: 92 x 73 cm
Dove si trova: Museo Kröller-Müller, Otterlo
Chi è la Berceuse? La protagonista di questo ritratto è Augustine Roulin, la moglie di Joseph Roulin, un postino e grande amico di Vincent.
Il motivo per cui nasce il lavoro di Van Gogh la berceuse è dovuto alla grande ammirazione ed affetto che il pittore nutriva nei confronti di Augustine: la donna ha sempre trattato Vincent come un figlio aiutandolo come poteva, e quest’ultimo, con il passare del tempo l’ha considerata un’importante figura materna.
Nei suoi ritratti Van Gogh utilizza una sola tela, ma il progetto originale di questo lavoro era ben diverso: Vincent voleva dipingere una sorta di trittico, al cui centro ci sarebbe stato il quadro della Berceuse, mentre ai lati, due nature morte con dei girasoli.
Vincent aveva ben chiaro anche quale sarebbe stato il luogo ideale dove esporre questo capolavoro: nella cabina di una nave.

Perché? In francese il termine Berceuse vuol dire “Colei che culla”, ed anche il cordone che tiene tra le mani è lo stesso con cui si dondola la culla.
Il rilassante dondolio attuato dalla donna avrebbe tranquillizzato gli spiriti dei marinai che attraversavano lunghi viaggi, durante i quali avrebbero potuto anche incontrare delle tempeste pericolose.

Devi sapere che quest’opera, oltre a raccontarci uno spaccato riguardo la vita di Van Gogh, è molto utile per conoscere il suo stile pittorico e l’influenza da parte di altri artisti.
In questo caso, alcuni particolari lasciano intendere l’esplicito collegamento alla pittura di Paul Gauguin, un altro pittore con cui Van Gogh ha convissuto brevemente ad Arles.
Il particolare che unisce i due artisti è la tecnica del cloisonnisme, tanto cara a Gauguin. Secondo questo metodo, ogni superficie sarebbe dovuta essere stata dipinta in modo uniforme e successivamente contornata da un tratto nero.
Van Gogh tiene bene a mente l’insegnamento di Gauguin, ma alla fine fa un po’ di testa sua: la camicia della donna è stata dipinta proprio come ha detto il suo collega, ma il volto, la gonna e le sue mani sono realizzate in modo diverso.
Quale è il significato della Berceuse? Te lo spiego immediatamente.
Questo non è un semplice ritratto di una signora, ma è piuttosto un’immagine completamente nuova in cui si fondono una donna ed un simbolo.

Cosa significa? Guarda come è seduta Augustine: è stanca, il suo sguardo è perso e le sue mani stanno stringendo il laccio per dondolare la culla; sono piccoli particolari che fanno capire che è stata una donna che ha sacrificato tanto per dare il meglio alla propria famiglia.
Vincent si considerava quasi un “nuovo figlio” per Augustine, e parla di lei molto spesso nelle sue lettere al fratello Theo, descrivendola come una donna eccezionale, forte e portatrice di armonia.
Il pittore deve molto a questa donna, sia per la sua vita che per l’evoluzione della sua carriera artistica.
Voglio farti notare un’ultima cosa: hai notato che il ritratto è poco reale? Guarda con attenzione.
Non c’è profondità. Sembra quasi che Augustine sia “fusa” con la tappezzeria floreale alle sue spalle.
Inoltre, Vincent non ricorre nemmeno alla tecnica del chiaroscuro e non c’è alcun volume in tutta la composizione.
Non si tratta di banali errori da parte del pittore, ma di un’ abile scelta: in questo modo, Van Gogh elimina l’atmosfera realistica del quadro per trasformare l’immagine in una vera e propria icona da venerare, come se fosse il ritratto di una divinità antica.