La Belle Angele di Gauguin: Una Bellezza “Giapponese”
Data di Realizzazione | 1889 |
Dimensioni | 73 x 92 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Musée d’Orsay, Parigi |
Caratteristiche Chiave
- La protagonista del ritratto è Marie-Angélique Satre, un’albergatrice di Pont-Aven
- Gauguin realizza un ritratto ispirato alle stampe giapponesi ed elimina tutto il superfluo (non c’è chiaroscuro, illuminazione ambientale e neanche una prospettiva lineare)
- Il vaso antropomorfo sulla sinistra è della cultura etnica peruviana e l’artista l’ha inserito per mescolare particolari di culture differenti
- Lo sfondo azzurro non è un cielo, ma è un dettaglio decorativo
- L’opera è sbilanciata sulla destra con il semicerchio in cui c’è la protagonista. A dare un po’ di equilibrio sul lato sinistro ci sono il colore giallo/arancione del mobile ed il vaso
Storia
Marie-Angélique Satre è un’albergatrice di Pont-Aven.
Ed è anche una delle donne più belle di tutto il paese.
Gauguin ha trascorso del tempo qui ed ogni volta che vede Marie-Angélique non può fare a meno di notare la sua bellezza.
E chiede sempre a suo marito il permesso di ritrarla in un quadro.
Dopo tante richieste, il marito accetta e così Gauguin si mette all’opera.
Finisce il ritratto in poco tempo, ma quando lo mostra alla donna, a lei non piace, anzi lo odia!
Marie-Angélique si aspettava un ritratto tradizionale, ed invece Gauguin ha sfruttato l’occasione per mettere alla prova il suo stile “primitivo” dove ha eliminato tutto il superfluo, compresa la prospettiva.
Ma a qualcuno a cui piace il quadro c’è, ed è Edgar Degas (l’autore dell’Assenzio e di tanti altri capolavori).
Il pittore lo compra nel 1891 tramite la casa d’aste Hôtel Drouot.
Poi nel 1918 – sempre tramite la stessa casa d’aste – lo vende ad Ambroise Vollard, il quale, dopo averlo avuto nella sua collezione per qualche anno decide – nel 1927 – di cederlo allo stato francese.
Così prima finisce al Louvre, poi viene spostato in altri musei, finché nel 1986 viene trasferito al Musée d’Orsay, dove è esposto oggi.
Descrizione
Questo non è un ritratto tradizionale.
Gauguin ritrae la Marie-Angélique in un piccolo semicerchio in basso a destra.
Sta di fronte a noi con lo sguardo rivolto verso sinistra. Ha un’espressione vuota con le labbra chiuse.
La donna indossa il costume tradizionale delle donne bretoni.
Guardando il resto dell’opera salta subito all’occhio un vaso di ceramica dalla forma strana ispirato al mondo etnico peruviano.
Il “cielo” alle spalle in realtà non è un vero e proprio cielo, ma è soltanto uno sfondo con foglie e fiori.
Questo è un ritratto ispirato alle stampe giapponesi che in quel periodo andavano molto di moda (sia nel caso di Gauguin che di altri suoi colleghi contemporanei si parla di Giapponismo), mescolato allo stile personale di Gauguin, dove elimina il superfluo.
Infatti:
- Non c’è chiaroscuro
- Non c’è alcuna illuminazione ambientale
- Non c’è prospettiva lineare
La sua è una pittura “primitiva”, perfetta per rappresentare la tradizionale religiosità dei bretoni.
E quel vaso che abbiamo visto prima non è messo lì per caso.
È un tentativo di combinare elementi di culture differenti (come ha già fatto con la religione tahitiana e quella cristiana in Te Tamari no Atua).
Il pittore usa colori brillanti disponendoli in modo uniforme, utilizzando l’arancione per la zona inferiore dell’opera per dare volume, in contrasto con il blu (lo stesso contrasto c’è anche tra l’abito blu e rosso di Marie-Angélique utilizzato per evidenziare la figura).
La parte più importante dell’opera è il semicerchio e viene messo in risalto dal bordo chiaro della forma. Questo semicerchio che tra l’altro è interrotto, come se fosse un’immagne fotografica.
Per quanto riguarda la composizione, devi sapere che l’opera è sbilanciata sulla destra: la donna è da questo lato, così come il cerchio e così tutta questa parte acquisisce importanza.
A riequilibrare la situazione ci pensano i colori, con il giallo-arancione in basso a sinistra ed il particolare vaso peruviano (in realtà anche lo sguardo della protagonista è rivolto verso sinistra ma si vede poco).