I Girasoli di Van Gogh: la storia di una felice ossessione
Quando si parla di Vincent Van Gogh, sono in molti a pensare immediatamente ai dipinti di girasoli. Il leggendario artista olandese ha dipinto centinaia e centinaia di quadri nel corso della sua carriera, ma la serie dei quadri di girasoli, oggi, occupano un posto di tutto rispetto nella classifica dei suoi lavori più importanti. Data la loro popolarità, oggi voglio farti conoscere le varie serie dei girasoli dipinti da Van Gogh.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, posso assicurarti che riuscirai a distinguere perfettamente le diverse serie dei girasoli di Van Gogh. Oltre a questo, ti garantisco che conoscerai con precisione il periodo in cui Vincent li ha dipinti, senza dimenticare tante altre informazioni stilistiche e non a proposito di questi dipinti di fiori.
Prima di andare avanti, devo fare un’importante precisazione: ti ho già detto che esistono diverse serie dei disegni di girasoli di Van Gogh.
Per essere più precisi, le serie in questione sono 2: la prima è stata dipinta nel 1887, mentre il pittore si trovava a Parigi, ed è riconoscibile perché protagonisti di questi quadri sono i girasoli piantati a terra.
Il secondo, famosissimo gruppo di quadri è stato dipinto nel 1888 ad Arles, ed è caratterizzato dalla ripetitiva presenza di girasoli in vaso.
I GIRASOLI DI PARIGI
In questa sezione troverai tutte le informazioni a proposito della serie dei girasoli di Van Gogh dipinti a Parigi.
Cominciamo.
È il 1888 e Vincent vive a Parigi con il fratello Theo. Non ci sono informazioni che ci dicano con precisione in che momento i girasoli Van Gogh siano stati dipinti.
Sappiamo che il pittore ha lavorato a questi lavori solo grazie ad una lettera del pittore Paul Gauguin indirizzata proprio a Vincent.
Facciamo un passo indietro: prima di questa lettera, Van Gogh e Gauguin convivevano in una piccola casa ad Arles, nel sud della Francia.
I due avevano in progetto di fondare un nuovo centro pittorico partendo proprio dal tranquillo borgo di Arles; il difficile carattere di entrambi, però, è stato l’ostacolo fatale per la realizzazione di questo sogno.
Nonostante i due lavorassero parecchio, litigavano costantemente, ed il loro ultimo litigio è stato terribile.
La discussione tra i due è degenerata rapidamente ed, oltre a segnare la fine della loro convivenza e collaborazione, ha delle conseguenze catastrofiche (Van Gogh si taglia un’orecchio a causa dell’eccessiva rabbia).
Prima di giungere a questo terribile punto di non ritorno, i due artisti hanno dipinto diversi quadri ed alcuni di questi se li sono anche scambiati.
È stato proprio Vincent a donare due dei suoi disegni girasoli a Gauguin, e quest’ultimo ha fatto lo stesso nei confronti del suo collega, dandogli una tela sulla Martinica (una piccola isola delle Antille) ed un autoritratto.
Fatta questa premessa, ora torniamo alla lettera di Gauguin a cui ho accennato prima.
In questa lettera, Paul voleva fare un altro scambio ed esigeva un altro quadro con il girasole di Van Gogh.
La rabbia di Vincent è ancora molta e non vuole assolutamente accettare l’accordo con Gauguin, e puoi capire il suo stato d’animo leggendo qui sotto un estratto di una sua lettera.
Sono più che sicuro di mantenere i miei girasoli in questione. Lui ha già un paio di quadri e quelli bastano. Se non è soddisfatto dello scambio che ha fatto con me, può riprendersi la sua piccola tela della Martinica, il suo autoritratto che mi ha inviato dalla Bretagna, e nel frattempo, ridarmi i miei due lavori.”
Ma perché i girasoli di Van Gogh sono così importanti?
La risposta la trovi guardando i suoi quadri.
Guarda le tre tele appartenenti alla serie parigina: più che dei fiori sembrano dei veri e propri cuori pulsanti.
Occupano tutto lo spazio compositivo e non c’è nessun altro dettaglio o particolare nella scena, e così, tutta la nostra attenzione è rivolta ai fiori.
L’indiscutibile protagonismo di questi fiori non è l’unico motivo che rende questi quadri eccezionali: nei lavori parigini Vincent sperimenta contrasti ed utilizza dei colori decisi e diversi tra loro.
Voglio spiegarti meglio: i girasoli Van Gogh sono caratterizzati soprattutto dall’utilizzo di colori complementari.
Cosa vuol dire?
In poche parole, Vincent utilizza il colore giallo per i girasoli mentre per lo sfondo utilizza il blu o il viola, i quali sono le tonalità complementari del giallo.
Devi sapere che la straordinaria bellezza di questi capolavori è dovuta, oltre che ai colori anche alla profondità e lo spessore di tutte le scene.
Tutti i quadri di Van Gogh i girasoli (sia quelli di Parigi che di Arles) evidenziano una pennellata dura e decisa, ed inoltre, i colori sono disposti a strati l’uno sull’altro prima che possano asciugarsi, dando per risultato una composizione fresca e con una vitalità inimitabile.
Pensa che tutte queste piccole novità sono condensate in delle tele abbastanza piccole (parliamo al massimo di 50 x 60 cm); solo il terzo dipinto di questo gruppo merita una menzione a parte per alcune differenze.
L’ultimo lavoro di questa serie, oltre ad essere dipinto su una tela più grande (60 x 100 cm), non ha per protagonisti soltanto 2 girasoli come nelle altre due tele, ma addirittura 4.
Ovviamente, tutti questi capolavori non sono stati il frutto di una sola giornata di lavoro. Vincent ha dipinto tante bozze e schizzi dei fiori, ed una delle più celebri è conservata al Van Gogh Museum di Amsterdam.
Se guardi con attenzione questa bozza, puoi notare tutti i piccoli particolari del quadro girasoli che devono ancora essere elaborati e perfezionati per trasformarsi in un eccezionale dipinto.
Ti ho parlato a fondo della serie parigina di questi fiori.
Ora, molto probabilmente starai pensando: quale è il significato dei girasoli?
Ottima domanda.
Deve esserci un motivo se i girasoli di Vincent Van Gogh sono i protagonisti di così tanti quadri del pittore, ed inoltre il loro fascino doveva essere irresistibile già ai tempi del pittore se addirittura Gauguin ne voleva un altro da aggiungere alla propria collezione.
Perché Vincent ha questa ossessione per i girasoli?
Stando alle sue lettere, per il pittore questi fiori incarnano la gioia, l’entusiasmo e tanti altri valori positivi che lo coinvolgono sempre quando li dipinge, sia che si tratti di girasoli appassiti, fioriti o anche di un vaso di girasoli.
I GIRASOLI DI ARLES
In questa sezione puoi leggere tutto quello che devi sapere a proposito dei girasoli che Van Gogh ha dipinto mentre si trovava ad Arles, nel sud della Francia.
Facciamo un passo indietro.
Prima della violenta rottura con il suo amico Gauguin, Vincent, in una lettera indirizzata a suo fratello Theo dell’Agosto del 1888, scriveva:
Nella speranza di vivere con Gauguin in un nostro studio, mi piacerebbe realizzare una decorazione per l’ambiente. Mi piacerebbero molto dei grandi girasoli”.
Da quel momento, il girasole in vaso diventa un punto fisso per Van Gogh, il quale lo dipinge e ridipinge costantemente in questo periodo, diventando uno dei maggiori protagonisti dei quadri che dipinge ad Arles.
I GIRASOLI INIZIALI DEL 1888
Nei primi momenti della sua convivenza con Gauguin, Vincent è euforico.
Scrive ripetutamente delle lettere a suo fratello e lo mantiene aggiornato su tutti i suoi progressi a proposito dei dipinti riguardo i girasoli.
Tenendo conto delle lettere, ci sono alcuni particolari che non combaciano: in uno scritto parla di una tela le cui dimensioni non corrispondono a nessuna di quelle che noi conosciamo.
Poi parla di un altro lavoro dove dovrebbero esserci 12 o 14 fiori, ma neanche in questo caso nessuna delle tele di nostra conoscenza ha questo numero esatto di fiori (al massimo ci sono 15 o 16 girasoli).
Queste piccole discrepanze lasciano pensare che potrebbero esserci degli altri quadri di girasoli, oltre a quelli che già di nostra conoscenza.
Sai cosa rende spettacolari questi quadri?
Proprio come nei suoi lavori realizzati a Parigi, anche in questo caso Van Gogh ha posto sulla tela uno strato di colore sopra l’altro senza aspettare che si asciugassero.
In questo modo la pittura è molto più densa, i colori sono decisi e privi di qualsiasi sfumatura, ed il risultato finale è davvero impareggiabile.
LE RIPETIZIONI DEL 1889
Passa un anno dai lavori dipinti ad Arles ed il tarlo dei girasoli non abbandona ancora Vincent. Devi sapere, infatti, che esiste un’altra piccola piccola serie chiamata “ripetizioni”.
Cosa sono queste ripetizioni? E cosa hanno di speciale?
Ancora affascinato da questi fiori, Van Gogh decide di dipingere delle nuove copie degli esemplari migliori della serie arlesiana, introducendo però delle piccole modifiche.
Una delle ripetizioni, oggi è conservata ad Amsterdam, ed è una rielaborazione del quadro originale che si trova alla National Gallery di Londra.
Il quadro di Amsterdam, vanta l’aggiunta di una striscia di legno nella parte alta della tela.
Esiste un’altra copia (conservata a Tokyo) della tela di Londra, che invece è stranamente più grande dell’originale, per via della presenza di alcuni pezzi di tela aggiunti, con molta probabilità, dal primo proprietario del quadro, ovvero Émile Schuffenecker.
IL TRITTICO DELLA BERCEUSE
Per concludere il discorso riguardo i girasoli Van Gogh analisi, devo parlarti anche di un piccolo progetto ideato dallo stesso Vincent e che ha confidato a suo fratello Theo in alcune lettere.
Siamo nel Gennaio del 1889 e Vincent ha appena completato la serie delle “ripetizioni” di cui ti ho parlato poco fa.
Nello stesso tempo, instancabilmente, ha completato anche un altro suo famosissimo quadro, la berceuse.
Quando si trova circondato da tutte queste tele, Vincent ha la geniale idea di disporre i girasoli e la Berceuse componendo una sorta di trittico.
Il progetto lo coinvolge così tanto che in una delle sue tante lettere al fratello, include anche uno schizzo di come sarebbe dovuto essere questo trittico, e scrive:
Mi immagino tra queste tele e quelle dei girasoli, e con l’aggiunta di torce e piccoli candelabri delle stesse dimensioni, si otterrebbe una combinazione di 7 o 9 tele”.
Al primo incontro con il pubblico, i girasoli di Vincent sono stati considerati innovativi, grazie all’utilizzo dello spettro giallo e di pigmenti completamente nuovi che hanno permesso la realizzazione di colori unici.
Oggi, i Van Gogh girasoli sono considerati dei quadri di altissimo prestigio e valore economico: pensa che Yasuo Goto ha pagato 39 milioni di dollari per acquistare uno di questi lavori.
Una curiosità. Come mai non compare (o non riesco a vedere) la firma di Vincent nel quadro esposto a Tokyo, ben visibile invece sugli altri ?
Grazie
Adoro Van Gogh….mi diletto di pittura…e mi impegno di cercare di copiare un suo dipinto con girasoli per rendergli omaggio
nel mio cuore ed esporlo a casa mia. ❤
Buongiorno Alessandra,mi chiamo Luca circa 10 anni fa’ acquistai un quadro raffiguranti proprio i girasoli.E’ talmente bello che a volte PENSO” E se fosse autentico?”.
Complimenti, bravissimo, ben documentato.
Ciao!
Ho una curiosità sul quadro esposto a Londra, che trovo quasi sempre col nome “vaso con 15 girasoli”. L’ho visto riprodotto col nome “14 girasoli in un vaso”. Non ritrovo questo nome da nessuna parte, tranne sulla cronologia delle modifiche della pagina wiki su Van Gogh dove il 4 gennaio è stato corretto in “15 girasoli in un vaso”, ancora un altro nome diverso, ma almeno è corretto che i girasoli, contandoli, sono 15. Hai una spiegazione per queste differenze nel nome?
Ciao Lorenzo, grazie per il tuo interessante commento. Mi informerò ed aggiornerò in seguito questo articolo trattando anche questo argomento, grazie.
Bravissimo! !!!!
Ciao, ho visto in casa di un’amica la riproduzione di un quadro di Van Gogh chiamato “14 girasoli in un vaso”. Credo corrisponda ai girasoli nella national gallery di Londra. Il punto è che io ne conto 15. C’è una spiegazione?