
Gesù deriso dai soldati di Manet: analisi completa del quadro
Torniamo ad occuparci ancora una volta delle tele realizzate da Édouard Manet, leggendario pittore pre-impressionista che ha gettato le basi per la creazione di un tipo di pittura che avrebbe avuto molto successo negli anni avvenire. Oggi vedremo in analisi un quadro intitolato Gesù deriso dai soldati.

Data di produzione: 1865
Dimensioni: 190,8 x 148,3 cm
Dove si trova: The Art Institute of Chicago, Chicago
Differentemente da tutte le altre opere realizzate da Manet che abbiamo potuto studiare fino ad ora, questa rappresenta un cambio di direzione non indifferente; la scelta di un soggetto religioso è un caso molto particolare, e deciderà di produrre anche un’ulteriore tela con tema religioso. Come ben sappiamo, gran parte degli artisti a lui contemporanei avevano completamente abbandonato questo genere di pittura, optando soprattutto per delle rappresentazioni reali e di ciò che potevano tangere solo con i propri occhi, realizzando di conseguenza solo delle scene a loro contemporanee.
Cerchiamo di dare un’occhiata più da vicino a questo Gesù deriso dai soldati; per prima cosa possiamo notare il forte utilizzo del pigmento nero, che ricorda fortemente lo stile utilizzato da un altro grande maestro del passato, ovvero Caravaggio, ma non solo il nero, infatti, tutto il quadro è basato sulla forte contrapposizione di colori scuri che dominano la scena, in contrapposizione al chiarore dei colori con cui è stata realizzata lapelle dei vari soggetti.
Il momento che Manet ha deciso di trasportare sulla tela è quello in cui i tre rapitori che si attorniano la figura di Gesù e lo insultano, coprendolo con la corona di spine e si può notare che l’uomo all’estrema destra sta coprendo il Re dei Giudei con un mantello color porpora. Molto interessante anche la resa del soggetto principale, ovvero Gesù, il quale, differentemente dalle grandi opere del passato che lo hanno visto protagonista, questa volta viene rappresentato come un essere umano qualunque, come un uomo sconfitto e che ha perso momentaneamente la battaglia.
Molti critici e studiosi, hanno pensato bene che la scelta di rappresentare Gesù in tal modo sia dovuta alla stretta connessione di quest’opera con un documento realizzato dal francese Ernest Renan, il quale scrisse “La vita di Gesù” dove per la prima volta tentava di ricostruire la vita del Re dei Giudei basandosi unicamente su dei documenti storici ed autentici, facendo passare in secondo piano il Gesù figlio di Dio ed autore di molteplici miracoli.
Il quadro venne esposto al Salon del 1865 e non ottenne un grande successo, anzi venne tartassato di critiche negative.
Deborah
La datazione è errata. Il dipinto è del 1865. Esposto al salone dello stesso anno.
Dario Mastromattei
Grazie Deborah, ho corretto immediatamente la data.