Ecce homo di Caravaggio: analisi completa dell’opera
Oggi ti farò conoscere una importante opera dipinta da Caravaggio, un artista dal talento indiscusso e la cui la travagliata vita, paradossalmente, l’ha portato a realizzare tantissimi capolavori. Il quadro di cui voglio parlarti oggi è intitolato Ecce Homo.
Qui sotto puoi leggere tutti i dettagli di questa composizione: la data di realizzazione, la sua storia, e successivamente, l’analisi completa per conoscere Ecce Homo significato, sia dal lato tecnico che contenutistico.
Data di produzione: 1605
Dimensioni: 128 x 103 cm
Dove si trova: Palazzo Bianco, Genova
Prima di procedere con l’analisi del bellissimo dipinto realizzato da Caravaggio, è doveroso sapere che questo quadro venne commissionato dal cardinale Massimo Massimi, il quale desiderava ardentemente un quadro in cui era rappresentato il momento in cui Ponzio Pilato mostrava Cristo, catturato qualche momento prima, al popolo.
Il cardinale però, astutamente, ordinò la realizzazione di Ecce Omo a ben tre artisti differenti, lasciando, però, all’oscuro quest’ultimi dell’incarico affidato ai concorrenti loro : i tre ignari contendenti erano Cigoli, Domenico Passignano, ed ovviamente Caravaggio.
Per via della serie di eventi che hanno reso la vita di Caravaggio molto agitata (che è stata oggetto anche di un fumetto di Manara), il termine i consegna per Ecco l uomo era Agosto 1605, ma per diversi motivi e fughe, il quadro del Merisi non arrivò al committente.
Probabilmente, pur non essendo arrivato al destinatario, il lavoro di Caravaggio giunse comunque all’attenzione del Cigoli, il quale, realizzò la sua versione di Ecce Homo nel 1607, cercando di imitare, quanto più possibile il lavoro di Michelangelo.
Questa era la storia dell’opera, ed ora effettuiamo un’analisi stilistica dell’opera: i protagonisti di della composizione sono tre, ovvero Cristo, Ponzio Pilato (sulla destra) e l’uomo che si appresta a torturare Gesù, collocato alle spalle di quest’ultimo.
L’opera rappresenta nel modo più veritiero possibile l’omonima scena descritta nel Vangelo di Giovanni: salta immediatamente all’occhio “l’ironica” corona di spine indossata Cristo, come per schernire il suo titolo di Re dei Giudei, proprio come riportato nelle scritture.
I colori utilizzati da Caravaggio sono molto scuri ed i contorni dei protagonisti ben definiti: facendo bene attenzione, è possibile notare che il corpo di Cristo è l’unico delineato in modo preciso (nonostante la fioca luce presente), Ponzio Pilato è vestito di nero ed infine, la guardia invece si intravede appena.
Proprio la guardia merita maggiore attenzione: il suo sguardo è un perfetto mix tra due comportamenti contrastanti; da una parte avverte il forte desiderio di voler picchiare il prigioniero, e dall’altra parte è frenato dalla pietà nei suoi confronti.
Caravaggio dipinge un Cristo “sconfitto”: il suo sguardo abbassato indica che è pronto ad accettare il suo destino e compiere il sacrificio, ma è anche sfiduciato nei confronti degli uomini, i quali lo trattano come un criminale, condannandolo definitivamente alla croce.
Curiosamente, il volto di Ponzio Pilato ha dei tratti grotteschi, al limite della caricatura: Caravaggio lo dipinge in un momento caratteristico, quasi in procinto di dire al popolo “Ecce Homo” che tradotto vuol dire “Ecco l’uomo!”, indicando Gesù come un qualsiasi volgare prigioniero da far giudicare al popolo.
È molto interessante, inoltre, la scelta del pittore, di voler ritrarre Ponzio Pilato con indosso delle vesti di un ufficiale del diciassettesimo secolo, piuttosto che con dei tradizionali abiti antichi ed attinenti al contesto.
Caravaggio, in questo quadro, è stato bravissimo nel riassumere, nei pochi gesti dei protgonisti, la psicologia di quest’ultimi, senza tralasciare alcun elemento e dando maggior vigore alla scena grazie al gioco di chiaroscuri, elemento tipico dei quadri del Merisi.
Infine, il tema di questo quadro, ha avuto grande fortuna anche prima dell’avvento di Caravaggio: un altro grande capolavoro fu Ecce Homo Antonello da Messina, realizzato secoli prima del lavoro di Michelangelo, con protagonista assoluto il mezzobusto di Cristo.
L’intenzione è buona, ma mancano le basi, questa “recensione” è da prima media.
Dimostrazione: Antonello da Messina dipinse il suo Cristo alla colonna una trentina di anni prima, non “secoli”.
È Doria!