
Ebe di Antonio Canova: analisi completa della scultura
Eccoci nuovamente a parlare ancora una volta di un’altra opera molto interessante realizzata dallo scultore Antonio Canova. Dopo aver visto il bellissimo gruppo scultoreo di Dedalo e Icaro, oggi invece andremo a scoprire la storia e realizzeremo l’analisi di un’altra statua molto conosciuta e chiamata “Ebe”.
Come abbiamo fatto molte altre volte, prima di tutto partiremo con una breve storia legata alla committenza dell’opera, poi successivamente realizzeremo invece l’analisi di quest’ultima senza tralasciare alcun dettaglio.

Data di produzione: 1816
Dimensioni: Varie
Dove si trova: Vari luoghi
Come avrete potuto notare, nel campo legato al luogo di conservazione dell’opera, abbiamo scritto “Vari luoghi”, proprio perché Antonio Canova realizzò diverse sculture con soggetto Ebe, e attualmente sono conservate in vari musei nel mondo.
L’opera è stata commissionata allo scultore nel 1816 dalla contessa Veronica Zauli Naldi Gaurini per rendere più appetibile il palazzo della propria famiglia, residente a Forlì. Molto tempo dopo la morte della duchessa, probabilmente l’opera è stata spostata anche in altri palazzi, ma successivamente i discendenti della famiglia Guarini hanno deciso di vendere l’opera al comune, il quale riuscì ad acquistarla con non poche difficoltà. Dopo ulteriori spostamenti legati alle problematiche cittadine, alla fine l’opera è giunta dove si trova oggi, ovvero nei musei di San Domenico.
Adesso cerchiamo di analizzare per bene l’opera: Canova sceglie di rappresentare ancora una volta un soggetto appartenente al mondo greco; in questo caso la ragazza rappresentata è la divinità della gioventù, figlia di Zeus ed Era, chiamata Ebe. Questa viene rappresentata nel momento in cui sta atterrando a terra dopo aver volato, e proprio per questo ha le vesti gonfie, rendendo il movimento ancor più realistico.
La ragazza regge un’anfora, ricalcando lo schema di molte sculture greche antiche, ma non bisogna nemmeno dimenticare la presenza anche di una coppa di bronzo, materiale utilizzato anche per il nastro dei capelli e la collana della ragazza. Al completamento della statua, questa scelta di utilizzare il bronzo non è stato particolarmente apprezzato poiché molti lo consideravano un abbinamento non corretto con un materiale puro come il marmo.
A rendere quest’opera entusiasmante è stata la scelta da parte di Antonio Canova di inserire nel legno su cui poggia la statua un meccanismo per farla roteare, in modo tale che questa potesse essere visionata ed ammirata da ogni lato.