
Deposizione Borghese di Raffaello Sanzio: il leggendario ricordo di Grifonetto Baglioni
Voglio parlarti di un lavoro di Raffaello che potremmo considerare un perfetto riassunto delle abilità di questo artista. Perché dico così? Prima di giungere allo stadio finale, l’artista ha realizzato un mucchio di bozzetti in cui ha cercato continuamente la soluzione perfetta per la sua rappresentazione. Il lavoro che voglio farti scoprire è intitolato Deposizione Borghese.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti garantisco le seguenti cose:
- Conoscerai alla perfezione questo quadro che ritrae la deposizione di Cristo realizzato da Raffaello
- Scoprirai tutti i preparativi e le bozze che hanno portato allo splendido risultato finale
- Rimarrai stupefatto nel vedere a chi si è ispirato il giovane Sanzio per diversi particolari presenti in questa grande scena, e tanto altro ancora
Ti sembra abbastanza? Dato che c’è molto da dire su questa Deposizione di Cristo Raffaello, conviene cominciare subito!

Data di produzione: 1507
Dimensioni: 184 x 176 cm
Dove si trova: Galleria Borghese, Roma
STORIA
Siamo agli inizi del 16° secolo.
È un secolo caratterizzato da conflitti continui: a guerra imperversa ovunque e sono tanti i condottieri che vogliono affermare il proprio potere.
Anche nello stato italico i combattimenti sono all’ordine del giorno e molte truppe si danno battaglia quotidianamente, soprattutto a Perugia e Firenze.
Perché ti parlo proprio di queste 2 città? Si tratta di centri urbani molto ricchi, caratterizzati da un commercio florido e soprattutto dalla presenza di tante famiglie al loro interno che vogliono avere il dominio sull’intera città.
Per quanto riguarda la storia del lavoro di Raffaello, a noi interessa in particolare la famiglia Baglioni: loro sono tra i gruppi più potenti a Perugia.
Sono molte le famiglie che li temono, e sanno che sono i Baglioni ad avere una forte influenza nella città e nelle zone circostanti.
Per farti capire di “che pasta sono fatti” i membri di questa famiglia, devi conoscere assolutamente un episodio avvenuto nella notte del 3 luglio del 1500.
Quel giorno, Grifonetto Baglioni, un membro della celebre famiglia, accompagnato da altri uomini che avevano deciso di eliminare la concorrenza “familiare” per avere ancora più potere, hanno colto di sorpresa ed ucciso il resto della famiglia Baglioni mentre stavano dormendo.
È stata una vera follia che ovviamente ha avuto delle ripercussioni: la mamma di Grifonetto, appena ha saputo della furia omicida di suo figlio, gli ha chiuso la porta in faccia e si è rifiutata di aiutarlo e dargli rifugio.
Costretto a nascondersi da qualche altra parte (in attesa che le acque si calmassero), Grifonetto è costretto ad andare in piena Perugia, e con grande sorpresa, si trova davanti ai suoi occhi un sopravvissuto alla strage: Gian Paolo Baglioni.
Come aveva fatto a salvarsi? Nel caos scatenato dall’assalto di Grifonetto, Gian Paolo è riuscito a scappare sui tetti, facendo perdere le sue tracce agli inseguitori.
Atlanta, la madre di Grifonetto, a mente lucida si rende conto che non può abbandonare suo figlio al proprio destino, così raccoglie tutte le sue forze e gli corre dietro, pronta ad aiutarlo come meglio può.
La donna, però, non riesce a raggiungere suo figlio in tempo, arrivando solo nel momento in cui Grifonetto viene ucciso nel combattimento con Gian Paolo.
Da quella sanguinosa notte, passano alcuni anni ed Atlanta ha ben impresso nella sua mente il ricordo del figlio scomparso, ed è decisa più che mai a rendergli onore, commissionando al giovane Raffaello una pala d’altare dedicata proprio a Grifonetto.
Ultimata la pala, questa sarebbe stata esposta all’interno della cappella della famiglia Baglioni, all’interno della chiesa di San Francesco al Prato.
Raffaello, molto probabilmente conosceva la vicenda di Grifonetto ed appreso il dolore della madre, decide, senza esitazione, di concentrarsi al 100% su questo lavoro, con l’intento di disegnare una delle immagini di Cristo più suggestive di tutti i tempi.
Sembra quasi che l’obiettivo di Raffaello sia quello di voler realizzare il “quadro perfetto”.
Da cosa lo puoi capire? Fortunatamente, sono giunti fino a noi un gran numero di disegni e bozze di prova (puoi vederle qui) che testimoniano i ripensamenti e le continue modifiche che l’artista ha pensato prima di giungere alla versione finale che vedi oggi.
Nel 1507 Raffaello non ha compiuto nemmeno 25 anni, e la cosa più straordinaria è che ha già concluso un sacco di incarichi a Perugia, tra cui anche la Pala degli Oddi, che, nemmeno a farlo apposta, i committenti erano la famiglia rivale dei Baglioni.

Nonostante il conflitto tra le due famiglie, Raffaello decide di accettare anche l’incarico della famiglia Baglioni, pronto a realizzare un capolavoro senza precedenti.
L’artista si mette d’impegno e completa tutta la Pala Baglioni (di cui oggi rimane solo la Deposizione di cui ti sto parlando e qualche altro residuo) come da accordo.
La pala rimane nella chiesa fino al 1608, quando il Cardinal Scipione Borghese, (nipote di Papa Paolo V), appassionato d’arte a livelli esagerati, se la porta via da Perugia con la forza.
I cittadini di Perugia non possono tollerare un affronto del genere, e così il Papa per placare gli animi, ordina che vengano realizzate 2 copie del quadro di Raffaello da altrettanti artisti, ovvero Giovanni Lanfranco e il Cavalier d’Arpino.
Il destino, quasi come se volesse dare il benservito al Papa, fa in modo che il lavoro di Raffaello venga “confiscato” da Napoleone durante la sua campagna militare in Italia, il quale lo porta in Francia nel 1797, facendolo diventare parte effettiva della collezione del Louvre.
Nel 1815 Napoleone muore ed il quadro della deposizione Cristo viene riportato in Italia, all’interno della Galleria Borghese nel 1815 (tranne per la predella della pala, che invece si trova ai Musei Vaticani).
I DISEGNI PREPARATORI
Qui puoi trovare la serie completa dei disegni e bozzetti preparatori fatti da Raffaello per questo lavoro.
Fase 1: il compianto sul Cristo morto
Nel momento in cui Raffaello accetta l’incarico, ha in testa un’idea completamente diversa da come sarà alla fine il progetto.

C’è un disegno del 1505, conservato oggi a Parigi, in cui Raffaello ci fa intuire che il protagonista dell’opera dovesse essere Cristo morto circondato da personaggi che piangono e si disperano per la sua morte, esattamente come accade nell’opera simile del Perugino.

Raffaello, quasi sicuramente ha fatto vedere questo disegno ad Atlanta per vedere se la sua idea le piacesse o meno.
Nella bozza del progetto c’è Cristo morto sdraiato a terra con diversi personaggi che lo circondano, tra cui la Vergine e la Maddalena.

Tutta la scena è caratterizzata da un’atmosfera particolarmente drammatica, come puoi vedere nei minuziosi particolari della donna che sta spostando il velo di Maria, la madre di Gesù, che ha perso i sensi a causa del troppo dolore e poi anche nei gesti di Maria Maddalena, che incredula, stringe, disperata, le ginocchia di Cristo.

Fase 2: Pietà con 10 figure
Il disegno che mostra un’evoluzione rispetto all’idea originale di Raffaello è stato realizzato quasi contemporaneamente al primo, ed inoltre, mostra una scena completamente diversa.

Piuttosto che rappresentare una situazione riflessiva e particolarmente statica (tipo quelle del Perugino, per intenderci), il giovane artista, questa volta vuole dar vita ad un disegno molto più attivo, con tanti i personaggi in movimento.

In questa bozza, infatti, puoi vedere che la donna alla sinistra di Maria sembra che stia quasi per fermarsi dopo una rapida corsa diretta verso di lei, mentre Maria Maddalena, con una forte torsione del corpo e con le mani giunte, pare che si stia spostando verso il centro della scena.

Nonostante molte delle figure siano state cancellate (un piccolo particolare che ci dimostra l’irrequietezza di Raffaello), il gruppo, proprio come nella versione finale, forma una sorta di “V” alla cui base c’è Cristo, il vero centro della scena.
Fase 3: lo studio per la Deposizione finale
Questo è un disegno molto importante, realizzato tempo dopo rispetto ai primi 2.
Siamo nel 1506 e Raffaello ha le idee un po’ più chiare su come debba essere rappresentata la scena, e soprattutto su chi debbano essere i protagonisti: saranno Cristo ed i 2 uomini che stanno trasportando il suo corpo.

Mettendo da parte lo schema che aveva in mente prima, ora Raffaello vuole che nel suo lavoro siano l’azione ed il dinamismo ad essere i padroni indiscussi.
Guarda con attenzione il foglio: è chiaro che il giovane artista abbia fatto molta attenzione all’espressione dei vari personaggi ed ai loro movimenti, cercando di renderli quanto più reali possibile.
L’ambizione ed il talento sono 2 caratteristiche tipiche di Raffaello, e poi sa benissimo che ci sono altri suoi colleghi che possono dargli del filo da torcere nella sua ascesa per diventare il migliore artista di tutti.
Tra i rivali più pericolosi spicca proprio il nome di Michelangelo Buonarroti: il caso vuole che sarà proprio lui il suo avversario per la realizzazione dell’ultima opera che cercherà di realizzare prima di morire, la Trasfigurazione.

Non devi pensare che la rivalità tra Raffaello e Michelangelo fosse “velenosa”: tra i due c’era rispetto reciproco, ed è proprio Raffaello a citare più volte, nelle sue opere, alcuni particolari del Buonarroti: anche in questa bozza, se guardi attentamente l’uomo sulla destra, puoi notare una bella somiglianza con il San Matteo del Buonarroti.
Fase 4: il gruppo di figure per il compianto
Dopo aver deciso che i protagonisti dell’opera sarebbero stati Cristo ed i 2 due uomini che lo trasportano, Raffaello comincia a pensare agli altri personaggi nella scena.

In questo foglio del 1506 (oggi è conservato al British Museum di Londra), il Sanzio disegna rapidamente un particolare del gruppo degli uomini che vedi sul lato destro del quadro.

Confrontando il disegno con il quadro, la prima cosa che salta all’occhio è il fatto che siano quasi tutti uomini, eccetto per la donna con i capelli sciolti e che sta pregando in ginocchio.
Fase 5: un ulteriore studio delle figure
Questo disegno mostra la straordinaria attenzione ai dettagli di Raffaello: sono nuovamente protagonisti gli uomini a destra della scena, ma questa volta sono completamente nudi.

Forse ha fatto questa bozza per realizzare al meglio il fisico di ciascuno di loro o per perfezionare qualche piccolo particolare.
Fase 6: lo studio per il corpo di Cristo
Questo schizzo si trova sul retro del foglio di cui ti ho appena parlato (fase 5) e ritrae il corpo di Cristo completamente nudo. Raffaello ha fatto questo disegno rapidamente per poterlo ricopiare in seguito da qualche altra parte.

Guarda con attenzione la bozza del braccio di Cristo.
Non lo hai già visto da qualche altra parte? Se hai avuto questa sensazione, non sbagli!

In effetti, questo piccolo particolare è un evidente richiamo ad uno dei più celebri lavori di Michelangelo Buonarroti, ovvero la Pietà Vaticana.
Fase 7: la scelta definitiva
Questo piccolo progetto è davvero molto importante perché si tratta dell’esatto istante in cui Raffaello capisce che la sua opera ritrarrà definitivamente il trasporto del corpo di Cristo al sepolcro, sorretto da 2 personaggi.

Molti dei personaggi abbozzati qui sono identici a come appariranno nella versione finale, mentre altri verranno leggermente modificati: ad esempio l’uomo che sta a destra sarà disegnato dall’altro lato, e poi la donna che prima era inginocchiata è invece Maria Vergine.
Restando nell’ambito delle modifiche, puoi notare in questo disegno che c’è un gruppo di personaggi sulla sinistra che verranno in seguito spostati e dipinti in una posizione completamente diversa: è il caso di Maria Madadlena, che ha i capelli raccolti in un grande turbante e che si sta avvicinando al corpo di Cristo.
Fase 8: un dettaglio di Cristo
Siamo quasi nel 1507 e Raffaello continua imperterrito a cambiare la scena su cui sta lavorando e continua soprattutto ad avere dei ripensamenti, e molti di questi riguardano il corpo di Cristo.
Come puoi vedere da questo disegno, si vede solo la parte superiore del corpo di Cristo ed il suo braccio, ed inoltre si intravedono le gambe dell’uomo che lo sorregge dal busto.

Devi sapere che questa grandiosa attenzione per i dettagli (quasi paranoica) è stata molto utile al successo di Raffaello: la Deposizione Borghese, oltre a diventare un capolavoro mondiale, ha influenzato altri grandi artisti futuri.
Un esempio?
Ti basta guardare il quadro della morte di Marat di Jacques-Louis David.

Non ti sembra che il braccio del protagonista francese sia identico a quello del Cristo di Raffaello? È proprio così.
Fase 9: come si porta un corpo
Un altro disegno preparatorio molto importante è questo a proposito degli uomini che trasportano il corpo di Cristo (e che oggi puoi vedere all’Ashmolean Museum di Oxford) e che mostrano delle modifiche interessanti rispetto ai fogli precedenti.

Per realizzare un’immagine quanto più reale possibile, forse Raffaello ha utilizzato come modelli degli uomini che stavano davvero trasportando un corpo, e così avrebbe potuto guardare i particolari dei muscoli e dei corpi degli uomini intenti nel lavoro.

Diversamente dalla versione finale dell’opera, però, l’uomo che sta a destra è in una posizione un po’ più arretrata, ed inoltre Raffaello comincia ad aggiungere alcuni particolari che saranno presenti anche nella resa definitiva del quadro.
Fase 10: la Vergine svenuta
Studiare la perfetta rappresentazione delle emozioni (e reazioni) umane è stato un tema che ha sempre affascinato molti artisti nel corso dei secoli (guarda ad esempio la Monnalisa di Leonardo, diventata celebre per il suo enigmatico “sorriso), e Raffaello è stato uno tra i più grandi appassionati.

Su questo foglio puoi vedere Maria che davanti al corpo morto di suo figlio, non riesce a sopportare il dolore e cade al suolo, svenuta.

Delle donne accanto a lei la sostengono prontamente e su questo foglio c’è uno studio abbastanza avanzato di questo particolare gruppo: la donna inginocchiata sembra quasi spostarsi all’indietro, e in questa curiosa posizione assomiglia molto alla figura sinuosa presente nel Tondo Doni, altro capolavoro di Michelangelo Buonarroti.
Fase 11: il realismo ad ogni costo
Questo foglio è molto simile a quello precedente (fase 10), eccetto per la presenza dello scheletro.

Uno scheletro? Cosa c’entra?
Su questo disegno Raffaello sta facendo uno studio dell’anatomia delle donne (ed anche delle loro acconciature) ritratte in questa scena, così da poter dipingere tali figure senza incappare in errori.
Fase 12: lo studio finale
Siamo arrivati al 1507 e Raffaello ha finalmente trovato ciò che cercava.
La posizione delle figure è decisa e dove prima c’era dipinta Maria, ora c’è la Maddalena.

Gli uomini che portano Cristo si stanno dirigendo a sinistra verso la grotta, poi ci sono anche i gradini su cui camminano i portatori e la divisione tra uomini e donne è nettissima (questa divisione è fatta anche per mostrare le varie reazioni davanti alla morte di Gesù).

In un altro disegno dello stesso anno, conservato al Gabinetto dei disegni e delle stampe a Firenze, si vede perfettamente Raffaello che sta pensando agli ultimi ritocchi per le figure centrali e sta modificando la posizione di altri personaggi: ad esempio c’è la donna dietro la Maddalena con la mano vicina alla bocca che poi nella scena finale verrà spostata a destra insieme alle altre.
Fase bonus: Nicodemo e Maddalena
Ci sono un paio di fogli del 1507 che ritraggono, rispettivamente, una giovane donna di profilo (identificata come la Maddalena) e Nicodemo.
Nel primo, la donna ha i capelli raccolti e la sua espressione è tranquilla, ben lontana dal dolore che la caratterizza nel quadro finale.

Nel disegno di Nicodemo, invece Raffaello mostra tutta la sua abilità per la resa perfetta dell’espressione dei protagonisti dei suoi quadri. Davvero straordinario.

DESCRIZIONE
Penso che questo lavoro di Raffaello sia davvero eccezionale e che dimostri quanto questo giovane artista fosse davvero un genio.
Dove altri pittori (precedenti e contemporanei) quando si sono trovati a rappresentare questo preciso istante della storia di Cristo, hanno scelto sempre o la deposizione o il seppellimento; Raffaello, invece, decide di rappresentare un momento “intermedio”, difficile da definire.
Da cosa lo puoi capire?
Ti basta guardare lo sfondo della scena: sulla destra puoi vedere il monte Calvario, dove Cristo è stato crocifisso; a sinistra, invece, c’è la grotta dove verrà deposto.

Per rendere ancora più realistica tutta la scena, Raffaello fa in modo che i portatori del corpo di Cristo si servano unicamente di un pezzetto di lino, (si tratta di un particolare che simboleggia l’umiltà della figura di Cristo).

Guarda con attenzione il giovane ragazzo che sta sollevando Cristo dalle gambe e facciamo un passo indietro: ricordi che questo lavoro è stato commissionato da Atlanta, la mamma di Grifonetto Baglioni?
Ecco.
Devi sapere che i lineamenti del volto di questa figura sono molto simili a quelli di Grifonetto; così Raffaello ha rispettato la volontà di Atlanta, la quale voleva un’opera che commemorasse la memoria di suo figlio ucciso.

Poco sopra il corpo di Cristo ci sono tre figure che sono (da sinistra a destra): San Giovanni, Nicodemo e Maria Maddalena; aspetta un attimo.

Cosa o chi sta guardando Nicodemo? Non lo sappiamo, ma molto probabilmente si tratta di un piccolo errore di distrazione di Raffaello.
Adesso guarda a destra, dove ci sono le donne: c’è Maria svenuta a causa del dolore per la morte di suo figlio Gesù; ma fortunatamente ci sono le donne che la sorreggono prontamente.

La posizione della Vergine, però, è al limite del reale, troppo scomoda e contorta.

Dà un’occhiata ai colori: Raffaello si serve di ogni genere di tonalità, spaziando dal rosso, passando per l’azzurro fino al giungere al giallo ed il verde; sono tutti colori che mettono in risalto l’incarnato della pelle dei vari protagonisti, che si vede soprattutto nell’eccezionale contrasto tra la mano “viva” della Maddalena e quella pallida e spenta di Cristo.
Pietrina Bosu
Ho seguito con molto interesse le tue descrizioni e perfino con piacere. Sei così giovane e già cosi dentro l’arte e la vita. Sono una vecchia insegnante e meriti un 10 e lode.
Dario Mastromattei
Grazie mille Pietrina.
Loris
Complimenti davvero…il tuo lavoro è prezioso per tanti appassionati di arte, ma anche per noi insegnanti che cerchiamo di trasmettere ai nostri alunni, fin dalla scuola primaria, l’amore dell’arte. Chapeau!
Vincenzo Napolillo
I vari personaggi e le situazioni sono spiegati in modo chiaro, semplice e formidabile.
Xenia
Sei bravissimo! Occhio che ti copiano su instagram.
Angelo
Se non erro Nicodemo dovrebbe essere un riferimento al Laocoonte!
Xenia LUcich
Sarebbe importante identificare precisamente i Baglioni che fecero da modello alle figure di contorno della Deposizione. Il personaggio che regge la testa del Cristo morto dovrebbe essere Gian Paolo Baglioni e gli altri?
Dario Mastromattei
Ciao Xenia, grazie per il suggerimento. Mi documenterò in proposito e scoprirò chi sono gli altri modelli dell’opera.