Dedalo e Icaro di Antonio Canova: analisi completa della scultura
Proseguiamo ancora una volta il nostro viaggio nel mondo dell’arte in compagnia di Antonio Canova, il quale impariamo a conoscere sempre più grazie a delle accurate analisi che stiamo realizzando quotidianamente e che hanno per protagoniste alcune delle sue sculture più famose di sempre. Nell’articolo odierno, andremo a vedere “Dedalo e Icaro”.
Come sempre, prima di procedere effettivamente con un’analisi stilistica del lavoro del Canova, prima scopriremo qualcosa in più in merito alla committenza e successivamente descriveremo la scultura fino a giungere (qualora fossero presenti) alle curiosità.
Data di produzione: 1779
Dimensioni: 220 cm (Altezza)
Dove si trova: Museo Correr, Venezia
L’opera, nonostante la pregevole fattura che potrebbe trarre in inganno, è una delle prime opere in assoluto del famoso scultore. Riguardo la committenza, sappiamo che questo lavoro è stato richiesto dal senatore Pietro Pisani, e attualmente l’opera è conservata a Venezia.
I due protagonisti, Dedalo ed Icaro, fanno parte della mitologia greca, i quali per fuggire dalla propria prigione, decidono di fabbricarsi delle ali di cera con le quali voleranno via; secondo il mito, la curiosità di Icaro lo portò a volare troppo vicino al sole, facendo scogliere le sue ali e portandolo inevitabilmente alla morte.
La scultura è molto interessante soprattutto nelle notevoli contrapposizioni che il Canova mette in primo piano: possiamo notare la vecchiaia di Dedalo in netto contrasto con la giovinezza di Icaro, e allo stesso tempo, mentre il vecchio padre viene rappresentato inarcato in avanti, dall’altra parte invece il giovane restituisce equilibrio alla composizione spingendosi nell’altro verso.
Non bisogna trascurare nemmeno le emozioni con cui Canova rappresenta i due protagonisti: Dedalo infatti è pensieroso e ha un brutto presentimento riguardo questa folle impresa, mentre Icaro invece viene rappresentato con una “smorfia” di incoscienza giovanile, tipica di chi non teme nulla e che non si cura dei pericoli.
Guardando da lontano la composizione è possibile notare che “Dedalo e Icaro” formano una sorta di X, o meglio una posizione chiastica, che si richiama al discorso della contrapposizione narrata precedentemente.