Crocifissione Gavari di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’opera
Eccoci nuovamente insieme per scoprire altri dettagli su un quadro di Raffaello Sanzio. Negli ultimi tempi ci stiamo concentrando particolarmente sulla carriera artistica di questo famosissimo pittore del Cinquecento, andando a scoprire le sue opere più grandi ed effettuando analisi di quest’ultime. L’opera che andiamo ad analizzare oggi è intitolata “Crocifissione Gavari”.
In questo articolo troverete tutti i dettagli relativi a questo quadro, partendo dalla storia della commissione fino a giungere all’ubicazione odierna, per poi passare all’analisi stilistica dell’olio su tavola e scoprire il significato della scena che il Sanzio ha deciso di rappresentare, studiando i personaggi e la composizione.
Data di produzione: 1502-1503
Dimensioni: 279 x 166 cm
Dove si trova: National Gallery, Londra
Stando alle fonti storiche ed agli studi effettuati, “Crocifissione Gavari” sarebbe stata richiesta su commissione della famiglia Gavari (da cui prende il nome) per la chiesa di San Domenico presso la Città di Castello. L’opera è stata successivamente venduta ai francesi, per poi giungere presso la collezione Fesch, poi presso quella del principe di Canino ed infine in varie collezioni inglesi, di cui ricordiamo in particolare la collezione Mond, dove infine venne lasciata in eredità presso la National Gallery di Londra nel 1924.
Differentemente da altre opere del Sanzio, questa ha avuto una storia relativa alla sua trasmissione molto più semplificata, ma ciò non toglie che anche questa “Crocifissione Gavari” sia un’opera di prim’ordine e di notevole importanza artistica. Adesso procediamo all’analisi stilistica della scena rappresentata.
Stando al titolo dell’opera, sulla croce è rappresentato Cristo, in alto a sinistra si trova il Sole, mentre in alto a destra la Luna; sotto i due astri si trovano due angeli vestiti con colori opposti, i quali stanno raccogliendo attraverso dei vasi, il sangue che sgorga dalle ferite di Gesù. Ai piedi della croce si trovano quattro santi, dove oltre alla tradizionale triade (Maria, San Giovanni Apostolo, Maria Maddalena) presente di solito alla Crocifissione, si aggiunge anche la figura di San Girolamo. Proprio la figura di San Girolamo riveste particolare importanza, poiché l’altare dove doveva giungere l’opera era intitolato proprio a lui. Dietro al gruppo di personaggi si nota un paesaggio naturale, con in estrema lontananza qualche accenno di edifici, che alcuni studiosi hanno identificato come uno scorcio di Firenze.
Concentriamoci sulle figure presenti nella composizione: l’inedita presenza del Sole e della Luna, tradizionalmente sembrano rimandare all’Alfa ed all’Omega, che rappresentano inizio e fine dell’Incarnazione divina; curiosamente questi due elementi sono presenti nella composizione di Raffaello anche se proprio durante il Concilio di Costantinopoli del 680, fu chiaramente proibito di utilizzare questi elementi perché potevano essere simboli anche di altri religioni non cristiane.
Il primo storico dell’arte, Vasari, riporta all’interno dei suoi studi che ad una prima analisi, nessuno darebbe adito al fatto che questo quadro potesse essere di Raffaello, bensì verrebbe subito legato allo stile inconfondibile di Pietro Perugino: le figure sono rappresentate in una posa di contemplazione, l’inconfondibile rappresentazione del paesaggio naturale e anche la presenza dei due angeli in modo simmetrico e con i tradizionali nastri mossi dal vento. Nonostante tutti questi richiami al Perugino, il Sanzio si distingue particolarmente per l’innovativa posizione dei Santi presso la croce, che trasmette un senso di profondità e poi anche la rappresentazione di Cristo che sembra tendere verso sinistra e che lascia presagire una migliore veduta a sinistra da parte dello spettatore.
I colori sono molto interessanti: cromie scure si alternano a quelle chiare, ponendo sfumature scure in primo piano e dando la possibilità di risaltare ai personaggi con delle vesti sgargianti e allo stesso modo anche il paesaggio in secondo piano, pregno di colori molto leggeri, sembra essere una veduta di un piccolo paradiso terrestre.