Crocifissione Bianca di Chagall: Un Quadro Per Ricordare Le Persecuzioni Ebraiche
Data di Realizzazione | 1938 |
Dimensioni | 155 x 140 cm |
Tecnica | Olio su Tela |
Dove si Trova | Art Institute, Chicago |
Caratteristiche Chiave
- La scena è ambientata in un luogo che non esiste e rappresenta tutte le violenze subite dagli ebrei in Europa da parte di nazisti e russi
- Come suggerisce il titolo, il bianco è il colore dominante e ci sono poche altre tonalità intense (come il rosso delle fiamme o il blu, verde o celeste di alcune vesti)
- Piuttosto che evidenziare le differenze tra la religione cristiana e quella ebraica, Chagall si concentra sugli elementi in comune
- Al centro della scena c’è Gesù Cristo, il simbolo dell’innocenza condannata in modo ingiusto (come il popolo ebraico)
Storia
Marc Chagall ha dipinto la Crocifissione Bianca nel 1938, quando sono cominciate le persecuzioni degli Ebrei da parte dei nazisti.
L’artista è ebraico ed è cresciuto in Russia, un Paese ostile alla sua religione.
In questo contesto si appassiona alla figura del rabbino: secondo lui è fondamentale per aiutare i poveri.
Allo stesso modo, identifica Gesù come martire ebreo che si è sacrificato per la comunità.
Qualche anno dopo aver completato la tela, Chagall dona il quadro a sua figlia Ida.
Lei poi l’ha venduto all’Art Institute di Chicago nel 1946.
Ed ancora oggi si trova esposto lì.
Curiosità: Papa Francesco in un’intervista ha dichiarato che La Crocifissione Bianca è uno dei suoi quadri preferiti.
Descrizione
Prima di spiegarti ogni particolare di questa tela, devi sapere che rappresenta la persecuzione degli Ebrei in Europa.
Chagall inventa un ambiente che non esiste, piena di sofferenza e simboli.
Analizziamoli uno alla volta.
Al centro c’è un grande Cristo crocifisso, simbolo dell’ebraismo.
È morto con la testa in avanti.
Il suo ventre è coperto dal Tallit, lo scialle che gli uomini ebraici indossano durante la preghiera.
Attorno alla testa c’è la tradizionale aureola (questa volta bianca) che simboleggia la santità di Cristo.
Ma nessuna corona di spine; la testa è coperta da una stoffa bianca.
Sopra la croce c’è la scritta in latino INRI e sotto la stessa scritta in ebraico.
Nota: la scritta INRI significa Iesus Nazarenus Rex Iudaeorum, che tradotto vuol dire Gesù Nazareno Re dei Giudei. Questa è l’accusa per cui è stato condannato alla crocifissione.
Adesso analizziamo gli altri elementi della scena.
Sulla destra c’è una piccola scala: un oggetto presente spesso nelle scene della crocifissione, ma qui può avere anche un ruolo simbolico, indicando l’unione tra cielo e terra, tra uomo e Dio.
Dal cielo, fuori la tela arriva un fascio di luce bianca divina che illumina la croce come se fosse un riflettore da palcoscenico.
Intorno a Gesù crocifisso ci sono scene di distruzione, morte e violenza.
In alto ci sono 3 uomini ed una donna che fluttuano nell’aria.
Sono disperati: un paio stanno piangendo portandosi le mani sul volto, mentre gli altri due pregano chiedendo che tutta questa violenza finisca al più presto.
Andando a sinistra si vede un gruppo di soldati che avanza armato mentre sventolano delle bandiere rosse.
Loro sono gli uomini che hanno preso parte alle pogrom, le terribili violenze antisemite che tra 1881 e 1921 hanno colpito gli ebrei in Russia (e dopo la 2° guerra mondiale hanno continuato ad attaccare anche i sopravvissuti alla Shoah).
Sotto di loro ci sono delle case che bruciano e 3 abitanti impauriti: loro sono le vittime dei pogrom.
Più in basso una grande barca con profughi ebrei naviga in un mare immaginario tentando di cercare un rifugio altrove, gettando l’ancora nel nulla.
Giù, in primo piano ci sono 3 uomini che si allontanano portando con sé alcuni oggetti: l’ultimo della fila, vestito blu scuro ha tra le braccia la Torah, la Legge Ebraica.
Durante queste atroci violenze bisogna salvare la Parola di Dio.
In basso al centro c’è la Menorah, il candelabro ebraico a 7 braccia (anche se qui se ne vedono soltanto 6) che fa la veglia a Gesù sulla croce.
Nota: le 7 braccia del candelabro indicano i 7 giorni della Creazione ed è uno dei simboli tradizionali della religione ebraica.
Nella parte più bassa della tela si vede una donna che sta scappando con un bambino in braccio, mentre cerca di mettergli una mano sul viso per non farlo assistere a queste terribili persecuzioni.
A destra della Crocifissione Bianca di Chagall si vede un rotolo che sta bruciando producendo delle fiamme bianche che arrivano fino alla croce: sono i libri della Sacra Scrittura.
Infine, in alto a destra c’è una sinagoga che brucia.
Un uomo cerca di salvare i rotoli della Legge Ebraica dall’armadio dell’edificio.
In alto a destra sta bruciando una sinagoga: questa rappresenta tutte le sinagoghe bruciate in Germania durante la 2° guerra mondiale.
Nella parte alta dell’edificio si vedono le 2 tavole dei Dieci Comandamenti e la Stella di Davide, altri 2 simboli caratteristici della religione ebraica.
Significato
Chagall riempie la scena con tantissimi simboli della religione ebraica per denunciare le assurde persecuzioni verso il suo popolo.
Al centro c’è Cristo, simbolo dell’innocenza condannato in modo ingiusto. Qui non c’è più il Re dei Giudei o il Figlio di Dio: lui è il martire ebreo per eccellenza di tutti i tempi.
Ma c’è di più.
Invece che mettere in risalto le differenze tra la cultura ebraica e quella cristiana, preferisce mettere in risalto i punti in comune.
Stile
Come suggerisce il titolo, il bianco è il colore dominante della scena.
Qui e la ci sono anche dei colori più intensi, come il rosso delle fiamme.
L’illuminazione non segue alcuna logica: ogni particolare è illuminato da punti differenti (la luce divina per Gesù, le fiamme per la sinagoga, il candelabro per i personaggi in primo piano, ecc.).
Tutte le scene sono diverse tra loro e c’è solo il colore ad unirle.