
Concerto di giovani di Caravaggio: analisi completa del quadro
Oggi voglio farti conoscere un quadro di Caravaggio di cui non si parla molto in giro. Questo artista ha realizzato senza dubbio innumerevoli capolavori, e la tela di cui mi appresto a parlarti è molto interessante, per diversi motivi. Il quadro di cui voglio parlarti ora è intitolato Concerto o, anche con il titolo completo, Concerto di giovani.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti assicuro che conoscerai alla perfezione questo lavoro di Caravaggio: ti parlerò della sua storia, del significato, della data di realizzazione e tante altre caratteristiche come le dimensioni ed il luogo di conservazione attuale.

Data di produzione: 1595
Dimensioni: 92 x 118,5 cm
Dove si trova: Metropolitan Museum of Art, New York
Se hai letto accuratamente la biografia di Caravaggio che ho scritto, saprai perfettamente che nell’ultimo decennio del ‘500, l’artista era ospite del cardinale Francesco Maria Del Monte; seppur ospite, Caravaggio non si riposò mai del tutto, anzi, continuò a produrre capolavori continuamente, ed il Concerto di giovani è uno dei prodotti realizzati dietro richiesta del suo protettore, il cardinale.
Adesso voglio parlarti di quest’opera, facendoti conoscere l’importanza dei suoi particolari: Caravaggio dipinge diversi ragazzi, tutti vestiti con degli abiti molto lontani dal Cinquecento, e che ricordano da vicino il vestiario dei cittadini dell’antica Roma, o, più precisamente, quelli dell’età ellenica.
I protagonisti sono diversi: ci sono tre ragazzi (quello al centro, quello alle sue spalle sulla destra e l’altro di spalle) impegnati a suonare diversi strumenti musicali; adesso guarda quello a sinistra: si tratta di un Cupido con le ali scure, impegnato a mangiare un grappolo d’uva piuttosto che suonare.

L’identità dei protagonisti è davvero molto importante in questo quadro: hai notato che il Cupido di cui ti ho appena parlato, assomiglia molto al protagonista di Amor Vincit Omnia, altra celebre tela di Caravaggio?

Cupido non è l’unica figura che desta il nostro interesse: devi sapere che il ragazzo che sta suonando il liuto al centro della scena, è Mario Minniti, un caro amico di Caravaggio; infine, proprio accanto al ritratto di Minniti, c’è quell’altro ragazzo, i cui lineamenti ricordano in modo particolare proprio quelli dell’artista, che si è incluso nella scena.

Non solo i personaggi, ma anche gli oggetti sono fondamentali: se hai fatto attenzione alla scena, avrai notato senza dubbio i vari spartiti musicali che i ragazzi stanno leggendo; su questi spartiti sono riportati dei madrigali, i cui temi riguardano l’esaltazione dell’amore.

Se i ragazzi stanno suonando dei brani d’amore, allora l’espressione del liutista è molto interessante: se guardi bene, sembra che stia quasi per piangere; se così fosse, allora, tale pianto rappresenterebbe gli aspetti negativi dell’amore.

Oltre agli importanti spartiti, anche il violino in primo piano è molto importante: avrai notato che nessuno sta suonando questo strumento, e quindi il musicista mancante è proprio l’osservatore; in questo modo, Caravaggio coinvolge colui che guarda la tela in modo ancor maggiore.
Purtroppo, devi sapere che questa tela nel corso dei secoli ha subito moltissimi danni: grazie ad accurati restauri, però, è stato possibile salvare l’opera nella sua interezza, seppur non nell’aspetto completamente originale.
Alessio Parisi
Sono un appassionato di Caravaggio.Programmo i miei viaggi in base alle sue opere. E’ ovvio che per me è più semplice
e meno costoso visitare musei nazionali . 45 dei suoi 79 capolavori sono in Italia e ne ho visti molti in presenza. Quelli che so di non poter raggiungere li “studio” al computer analizzando i minimi particolari,cercando di entrare nella testa dell’artista mentre dipinge. Solo per caso mi sono imbattuto nel tuo sito e ,da quel momento, non l’ho lasciato più. Osservo l’opera per conto mio e,poi, mi confronto con le tue analisi. L’ultimo, in ordine di tempo, è la tela ” I musici”.
Max
Bravo!
Complimenti per il tuo impegno a favore della cultura.
Dario Mastromattei
Grazie Max!