La Cappella degli Scrovegni di Giotto: analisi

La Cappella degli Scrovegni di Giotto: la rivoluzione delle espressioni e dei colori

Voglio parlarti di un capolavoro dell’arte italica. Sto per farti conoscere un edificio eretto agli inizi del ‘300, e che, oltre ad essere bellissimo all’esterno, la sua decorazione interna è impossibile da giudicare. Per mettere altra carne al fuoco, poi, ti dico soltanto che l’autore di questo bellissimo interno è stato il leggendario Giotto di Bondone. Le premesse ci sono tutte: sto per farti scoprire un capolavoro senza precedenti. Oggi ti parlerò della Cappella degli Scrovegni.

Ti avverto: si tratta di un articolo molto lungo, ma ne vale davvero la pena leggerlo tutto, perché, quando avrai finito di consultarlo, ti assicuro che:

  • Conoscerai ogni dettaglio della cappella degli Scrovegni storia, fin dai primi momenti della sua costruzione per arrivare anche alla scelta del programma decorativo
  • Comprenderai il significato generale dell’intero filone di affreschi presenti nella cappella degli Scrovegni
  • Ti renderai conto perché questo lavoro è considerato uno dei massimi (se non il più) importanti lavori realizzati da Giotto e la sua squadra
  • saprai con precisione i dettagli della cappella degli Scrovegni orari e prezzi, così, nel caso volessi fare un salto a Padova, non verrai colto da eventuali ed inaspettate chiusure

Ma la storia non finisce qui, te lo assicuro.

Sei pronto a conoscere a fondo questo capolavoro? Cominciamo!

La cappella degli scrovegni esterno giotto analisi

Cappella degli Scrovegni (esterno) Giotto

Data di produzione: 1303-1305

Dimensioni della struttura: 29 m x 12,80 m x 8,48 m 

STORIA

Cominciamo dall’inizio.

Devi sapere che questa chiesa è stata dedicata a Santa Maria della Carità, durante la Festa dell’Annunciazione nel 1303.

Giusto un paio di anni più tardi, nel 1305, è stata consacrata.

Quando senti parlare di Giotto Padova, devi sapere che si fa sempre riferimento all’immenso lavoro che ha fatto all’interno di questo edificio.

Sono un sacco di affreschi che riguardano principalmente la vita della Vergine Maria ed il significato dell’intero ciclo riguarda soprattutto l’esaltazione del suo ruolo nel piano di redenzione e salvezza dell’uomo.

Fino a qui tutto chiaro.

Ma sapevi che la cappella degli Scrovegni è chiamata anche Cappella dell’Arena?

Già. Il motivo di questo secondo nome è legato al terreno su cui sorge la struttura.

Ora ti spiego.

Enrico Scrovegni, l’uomo che ha commissionato la costruzione e la decorazione della cappella, ha comprato questo terreno su cui prima sorgeva una bellissima arena di età romana.

Non era un luogo come altri: prima di ospitare l’importante Cappella Scrovegni, devi sapere che questo spazio era una tappa importante in cui si sostava durante la rappresentazione sacra dell’Annunciazione alla Vergine.

Si tratta di un rito tradizionale che prima del ‘300 è stato mantenuto per anni ed anni; con la costruzione dell’edificio di Enrico, questa ricorrenza giunge alla fine.

Questo era soltanto un “antipasto”, giusto per farti capire cosa c’era in quel terreno di Padova prima della nascita della Cappella.

Ma chi è questo Enrico Scrovegni?

Si tratta di un importante banchiere padovano che all’alba del ‘300 acquista una grande porzione di terreno da Manfredo Dalesmanini.

Enrico già sa con chiarezza come sfruttare il suo ultimo acquisto: farà costruire un’immensa cappella che porterà il nome della sua famiglia.

So cosa stai pensando: ma perché proprio una cappella e non un castello o un altro edificio?

Non hai tutti i torti: a dirla tutta, quello che vedi oggi non è l’intero complesso che Enrico aveva fatto erigere.

In passato qui c’era anche un lussuoso palazzo, sempre proprietà degli Scrovegni, ma che poi è stato distrutto.

La cappella, poi, non è un edificio come gli altri e può essere utilizzato per ben 2 scopi secondo il banchiere:

  1. Servirà alla sua famiglia come un vero e proprio oratorio privato
  2. E poi sarà un perfetto monumento funerario per Enrico e per sua moglie

Il progetto parla chiaro. Ora lo Scrovegni deve soltanto trovare un uomo che possa rendere eccezionale questo suo lavoro realizzando una decorazione interna di tutto rispetto.

Ed ecco il momento in cui entra in gioco il famoso artista di Bondone.

La fama dei quadri di Giotto precedono l’artista ancora prima che lui metta piede a Padova.

A quel tempo, molti hanno già avuto il piacere di vedere dal vivo i capolavori che aveva realizzato per l’ordine dei Francescani ad Assisi, dimostrando uno stile innovativo e rivoluzionario, lontano dal tradizionale modo di operare del suo maestro Cimabue.

Ma Padova ha già sentito parlare di Giotto anche per un altro motivo: la basilica di sant’Antonio.

In questa struttura (che sta sempre a Padova) si vedono chiaramente le caratteristiche dello stile dell’artista di Bondone.

Ma quando ha cominciato a lavorare con certezza nella cappella degli Scrovegni a Padova?

Basta incrociare un paio di dati di quel periodo e fare una breve indagine.

  • Il terreno è stato acquistato il 6 febbraio 1300.
  • Nel 1302, Ottobono di razzi, il vescovo di Padova, ha autorizzato la costruzione dell’edificio.
  • Il 25 marzo 1303, la struttura viene consacrata durante la festa dell’Annunciazione.
  • Il 25 Marzo 1305, la cappella viene consacrata nuovamente (ed in modo definitivo) da Papa Benedetto XI.

Giotto, quindi, deve aver completato la sua opera tra il 25 marzo 1303 e quello del 1305.

Ma per curiosità, quanti anni ha Giotto quando lavora a Padova?

Questo artista è nato nel 1266, quindi nel 1300 dovrebbe avere più di 30 anni! Alle spalle ha un “curriculum” di tutto rispetto e la sua fama continua a crescere.

Gli effetti della sua popolarità non tardano a manifestarsi, ed infatti nel progetto della Cappella degli Scrovegni Giotto ha alle sue dipendenze più di 40 artisti, pronti a seguire le sue istruzioni sperando di scoprire il segreto del suo talento.

Il progetto prosegue senza intoppi.

O forse no. Facciamo un passo indietro.

Ricordi che Enrico sta facendo costruire questo edificio per renderlo un oratorio privato?

Diciamo che le cose stanno prendendo una piega diversa: più che un semplice oratorio, infatti, con il passare dei mesi questa struttura assomiglia sempre di più ad una chiesa con un campanile!

Potresti pensare che si tratta di una “modifica” di poco conto, ma non è così.

Proprio vicino alla cappella c’era la Chiesa degli Eremitani, i quali, preoccupandosi della futura “concorrenza” da parte della struttura di Enrico, cominciano a prendere provvedimenti.

Per prima cosa, vanno a lamentarsi con il vescovo e con molta probabilità, in seguito alle diverse segnalazioni, il progetto della Cappella Scrovegni Padova cambia nuovamente.

In questa nuova fase dei lavori, spariscono per sempre la monumentale abside ed il transetto (2 elementi caratteristici presenti in ogni chiesa).

Ma quest’ultima modifica se ne parla in qualche libro?

No.

È lo stesso Giotto a risolvere questo mistero: dando un’occhiata ad uno degli affreschi presenti all’interno della cappella, c’è qualcosa che non va.

Guarda nella zona della controfacciata, lì c’è la scena del Giudizio Universale Giotto.

Se fai bene attenzione, puoi renderti conto che in questo affresco c’è una replica dell’edificio degli Scrovegni, e si distingue chiaramente l’abside dove Enrico e sua moglie sono stati seppelliti.

Quell’abside che Giotto inserisce nel suo lavoro oggi non c’è più e non è una perdita da poco: con la distruzione di questa sezione, anche una parte della decorazione dell’artista è stata alterata.

Per capire di cosa sto parlando, basta che dai un’occhiata alla parte inferiore dell’arco trionfale, proprio sopra al piccolo pezzo d’altare di santa Caterina di Alessandria.

In quel preciso spazio si vede che la simmetria che caratterizza l’intero lavoro Giotto viene interrotta da:

  • 2 piccoli medaglioni con dei ritratti delle sante
  • Una lunetta con Cristo in gloria
  • 2 episodi della Passione di Cristo (ovvero la preghiera nell’orto del Getsemani e la Flagellazione)

Questi 3 punti che ti ho appena elencato sono davvero molto strani e stonano palesemente con lo stile di Giotto.

Diversi studiosi hanno deciso di andare a fondo della questione ed hanno attribuito questo intervento all’artista conosciuto come il “Maestro della Cappella degli Scrovegni”, che potrebbe aver fatto questa “modifica” una ventina di anni dopo Giotto.

La decorazione interna, però, non è stata l’unica a cambiare forma nel corso degli anni.

Pensa che nel 1827 il Palazzo degli Scrovegni è stato demolito ed al suo posto sono stati costruiti 2 condomini.

Nel 1881 il Municipio di Padova acquista la Cappella e la struttura viene restaurata (subito dopo la demolizione dei 2 condomini).

LE LEGGENDE SULLA DECORAZIONE

Ci sono tante, ma tante voci e leggende che riguardano la decorazione realizzata da Giotto Cappella degli Scrovegni.

Giusto per dirtene una, si pensa che l’intero gruppo di affreschi ed il senso generale di tutta la decorazione possa essere stato suggerito a Giotto dal famoso Dante Alighieri.

Come ti ho già detto, si tratta soltanto di una diceria: gli studiosi hanno completamente smentito quest’ipotesi.

Non si tratta dell’unica storiella che è stata smontata a proposito degli affreschi di Padova.

Alcuni pensano che Giotto abbia posto un accento molto rilevante, con evidenti riferimenti al mondo dell’usura nel suo lavoro.

E cosa c’entra ora l’usura?

Enrico Scrovegni è un banchiere molto importante e non è un segreto che abbia racimolato molti soldi come usuraio.

Trattandosi di un’attività malvista dalla società, lo stesso discorso vale anche per la Chiesa.

Dato che la questione della salvezza delle anime e l’opinione della Chiesa nel mondo del ‘300 è fondamentale, Enrico deve trovare un modo di far rivalutare la sua immagine.

E questo, quindi, sarebbe il vero motivo per cui è stata costruita questa chiesa.

E invece no: anche questa è soltanto una leggenda e ti spiego anche il perché.

Il padre dello stesso Enrico, Reginaldo Scrovegni viene posto da Dante Alighieri nel 17° canto dell’Inferno della Divina Commedia, dove viene marchiato come usurpatore.

A questo punto, per far crollare tutta questa supposizione, basta fare un paio di conti: Dante ha completato la Divina Commedia qualche anno dopo che Giotto ha finito il suo incarico nella Cappella degli Scrovegni, e quindi è impossibile che Enrico abbia scelto di far realizzare degli affreschi per rimediare alla brutta citazione del poeta.

LE FONTI DI GIOTTO

Giotto è un artista di tutto rispetto, ma di certo non è uno storico. Ciò vuol dire che ha bisogno di un testo, un libro o una fonte a cui ispirarsi per dare vita ai suoi spettacolari lavori.

Gli affreschi presenti alla Cappella degli Scrovegni Padova non fanno eccezione: queste rappresentazioni assomigliano molto alle vicende narrate da un teologo agostiniano, chiamato frate Alberto da Padova.

Ma i dettagli delle scene sono veramente moltissimi, e Giotto non può accontentarsi di una sola fonte, ed è così che si serve anche dei Vangeli Apocrifi di Pseudo-Matteo, Nicodemo, della Legenda Aurea, del vangelo di Jacopo da Varazze e di un mucchio di altri testi agostiniani.

Ma non bastava seguire quanto era stato scritto da frate Alberto da Padova?

No. Come ti ho già detto, Giotto è un professionista e di certo non lascia nulla al caso, soprattutto quando sono i dettagli a rendere inimitabile il suo lavoro.

Ma mettiti per un momento nei panni del leggendario artista: deve mettere su un capolavoro di cui si parlerà nei secoli e per realizzare delle scene di tutto rispetto deve servirsi di un sacco di libri.

Le fonti sono troppe anche per lui, e l’errore sta proprio dietro l’angolo.

Nella sezione più bassa di tutta la decorazione della cappella c’è il gruppo dei Vizi e delle Virtù (te ne parlerò tra poco), e qui ha scambiato la posizione di 2 figure, mettendo la Sapienza dopo la Carità; inoltre, ha dimenticato di inserire anche l’Avarizia nel gruppo dei Vizi.

So cosa stai pensando: possibile che Giotto abbia fatto degli errori così “grossolani”?

Forse no.

Nel suo difficile lavoro, l’artista ha dovuto anche personalizzare l’intera decorazione, rendendolo “su misura” per il suo committente, l’usuraio Enrico Scrovegni.

Se tieni conto quest’ultimo dato, la mancanza della citazione dell’Avarizia nel gruppo dei Vizi non è più uno sbaglio così madornale; questo vizio, infatti, viene ritratto Invidia, diventando una componente di un peccato molto più ampio.

Nel grande e complesso programma, l’Invidia è rivolta verso il gruppo delle virtù, ed in particolare verso la Carità: questa connessione simboleggia che quest’ultima è il contrario dell’Invidia e la cura da questo vizio è ottenibile soltanto dalla Carità.

LA CAPPELLA DEGLI SCROVEGNI AFFRESCHI

Veniamo al sodo: voglio parlarti della cappella degli Scrovegni descrizione.

Più di un secolo prima di Michelangelo Buonarroti e della sua famosissimo Giudizio Universale nella Cappella Sistina, Giotto ha fatto un’impresa molto simile, affrescando tutto l’interno della cappella, senza lasciare nemmeno un centimetro dell’area privo di pittura.

Eccezionale, vero?

Non si tratta di una decorazione casuale, ma è tutto studiato nei minimi dettagli.

L’enorme ciclo delle immagini è diviso in 4 fasce: ciascuna di queste contiene gli episodi più importanti delle storie dei più importanti protagonisti della storia della Bibbia.

Non finisce qui: ogni livello è ulteriormente diviso in altri piccoli riquadri con all’interno delle scene che raccontano nel dettaglio i fatti fondamentali delle vicende dei vari personaggi.

Un dettaglio straordinario è il fatto che l’intera cappella è asimmetrica: ci sono 6 finestre sulla parete sud (che è più lunga) e questa diversità strutturale ha influenzato l’andamento di tutta la decorazione interna.

Giotto, prima di mettersi a lavorare con la pittura, ha dovuto:

  1. Scegliere l’esatta posizione dei 2 fasci tra il doppio ordine di finestre presente sulla parete sud
  2. Scegliere la larghezza e l’altezza dei vari livelli in modo tale da ottenere lo stesso effetto anche sulla parete di fronte, ovvero quella nord

Ma con tutte le vicende che sono raccontate all’interno della Bibbia, perché scegliere proprio la vita di Cristo e quella della Vergine?

Devi sapere che all’inizio del ‘300 questi sono 2 temi molto popolari e tanti altri artisti si sono cimentati nella realizzazione di immagini che raffigurino i momenti più importanti della vita di Cristo e di sua madre Maria.

E Giotto cos’ha in più rispetto ai suoi colleghi?

Per trovare una risposta a questa domanda, non devi fare altro che osservare gli affreschi di Giotto.

I movimenti dei suoi personaggi sono vigorosi e monumentali (quasi come se fossero delle antiche statue romane), ed al tempo stesso sono essenziali e lineari.

Anche nelle scene più affollate, è davvero facile individuare il protagonista ed i personaggi più importanti.

Semplicità, eleganza ed attenzione ai dettagli: questi sono i particolari che rendono il lavoro di Giotto a Padova Cappella degli Scrovegni un’impresa senza precedenti.

Se entrassi per la prima volta all’interno di questo edificio, sono sicuro che resteresti a bocca aperta davanti allo splendore ed i colori degli affreschi, e subito dopo avresti un po’ di confusione.

È normale trovarsi disorientati davanti ad un numero così grande di immagini; ed allora, quale è l’ordine corretto di lettura delle scene?

Le Cappella degli Scrovegni immagini interne sono davvero tante, ma ora ti svelo il metodo giusto per comprendere il messaggio di fondo dell’intera decorazione.

Tutte le storie rappresentate nella cappella alludono allo stesso tema: la salvezza dell’uomo.

Cappella Scrovegni Giotto analisi

Cappella degli Scrovegni (interno) Giotto

L’ordine corretto di lettura delle immagini è il seguente:

  • Si parte dalla lunetta dell’arco trionfale, dove c’è Dio che sta ordinando all’Arcangelo Gabriele di annunciare alla Vergine Maria che porterà in grembo suo figlio.
  • Poi ci sono le storie di Gioacchino ed Anna sulla parete sud, nella sequenza più alta delle immagini
  • Poi ci sono le storie di Maria sulla parete nord, sempre nella parte più alta
  • In seguito ci sono le storie dell’Annunciazione e la Visitazione sull’arco trionfale
  • Poi le storie di Cristo sulla parte centrale della parete sud e della parete nord (tranne per la scena di Giuda che tradisce Gesù che è collocata sull’arco trionfale)
  • Le fasce inferiori della parete sud e della parete nord riportano le storie della Passione e della Resurrezione
  • L’ultimo riquadro della parete nord c’è rappresentata la Pentecoste
  • La 4° fascia inizia nella parte più bassa con delle rese monocromatiche dei Vizi (parete nord) e delle Virtù (parete sud)
  • Sulla parete ovest, precisamente sulla controfacciata della Cappella degli Scrovegni Giudizio Universale

GLI ORARI DI APERTURA

Stai pensando di andare a Padova e pi fare alla Cappella degli Scrovegni visita?

Bene. In questa sezione puoi trovare tutti gli orari di apertura ed i giorni in cui puoi visitare questo edificio spettacolare.

La Cappella è aperta tutto l’anno dalle ore 9.00 alle 19.00 (nei giorni di Natale, Santo Stefano e Capodanno sarà chiusa).

Gli affreschi sono molto vecchi e sensibili, quindi non si può sostare all’interno della struttura per più di 20 minuti.

Per garantire la salvaguardia dell’edificio, si possono fare delle visite di 15 MINUTI nei seguenti mesi:

  • Marzo
  • Aprile
  • Maggio
  • Dal 1 al 15 Giugno
  • Agosto
  • Settembre
  • Ottobre
  • Dal 1 al 15 Dicembre

Le visite di 20 MINUTI, invece, sono effettuabili nei seguenti mesi:

  • Gennaio
  • Febbraio
  • Dal 16 al 30 Giugno
  • Luglio
  • Novembre
  • Dal 16 al 31 Dicembre

Cappella degli Scrovegni prezzi

Il costo del biglietto intero della Cappella degli Scrovegni è di 13,00€.

Possono usufruire del biglietto ridotto di 8,00€ e di 6,00€ tutte le persone dei gruppi presenti in questo elenco.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

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