Cacciata di Eliodoro dal tempio di Raffaello Sanzio: analisi

Cacciata di Eliodoro dal tempio di Raffaello Sanzio: analisi completa dell’affresco

Torniamo ad occuparci ancora un volta della lunga serie di opere realizzate dal leggendario artista Raffaello Sanzio, il quale ci sta accompagnando negli ultimi giorni in un viaggio attraverso i suoi lavori più importanti e ci sta permettendo di scoprire tanti elementi inerenti al suo stile artistico e punti importanti della sua biografia. L’opera che andremo ad analizzare oggi è intitolata “Cacciata di Eliodoro dal tempio” ed è un affresco.

Come al solito, prima di procedere oltre con l’analisi effettiva del lavoro, qui potrete leggere tutti i dettagli, come data di realizzazione, dimensioni e luogo relativi a questo lavoro di Raffaello Sanzio, con il quale ha decorato la popolare stanza di Eliodoro.

La Cacciata di Eliodoro dal Tempio Raffaello Sanzio analisi

“La Cacciata di Eliodoro dal Tempio” Raffaello Sanzio

Data di produzione: 1511-1512

Dimensioni: 500 x 750 cm

Dove si trova: Musei Vaticani, Città del Vaticano

Ecco qualche dettaglio inerente alla storia della realizzazione dell’affresco: i primi disegni preparatori vennero realizzati da Raffaello nel 1511, mentre la Stanza della Segnatura non era stata ancora completata; la scelta di voler rappresentare la cacciata di Eliodoro dal tempio è legata sempre alla volontà di rappresentare soggetti religiosi legati ai miracoli, al fine di esaltare la Chiesa, la quale stava passando un brutto periodo a causa del conflitto con i Francesi che stava volgendo a favore di quest’ultimi (il Papa aveva preso a cuore questo conflitto che voleva vincere a tutti i costi, a tal punto che decise di non radersi più la barba finché non avesse sconfitto definitivamente il nemico, ed infatti in tutte le scene appare con la barba).

Proprio come accade nella “Messa di Bolsena” di Raffaello, il Papa è uno dei personaggi che risalta maggiormente ed è dovuto al temporaneo ribaltamento delle sorti della guerra, che stava volgendo nel 1512 a favore del Pontefice.

In questo lavoro si può notare il forte influsso delle tecniche michelangiolesche nello stile di Raffaello, con colori sgargianti e decisi e soprattutto nella parte sinistra si nota un utilizzo di colori caldi con il fine di dare maggiore centralità alla figura del Papa.

Riassunta brevemente la storia, ora passiamo all’analisi stilistica e alla descrizione di quest’opera: la scena mostra Dio che protegge la Chiesa dai nemici; Eliodoro infatti era un ministro del re di Siria, il quale aveva la missione di profanare il tempio di Gerusalemme.

Dopo aver scoperto la sua missione però il sacerdote Onia (il quale è proprio al centro dell’opera) comincia a pregare richiedendo l’aiuto divino, ed ecco che appaiono delle truppe divine, o meglio un cavaliere e due fanti, i quali subito spingono la minaccia fuori dal tempio ed in questo caso, al limite del campo visivo, insieme ai suoi aiutanti.

C’è un altro motivo probabilmente per cui viene scelto di rappresentare proprio tale episodio: la cacciata di Eliodoro potrebbe rappresentare infatti la vittoria del Papa contro i cardinali che parteggiavano per i Francesi, e che il pontefice aveva sconfitto.

La scena dipinta da Raffaello è ambientata all’interno di un edificio classico, di cui è possibile scorgere una navata con il soffitto decorato e che ricorda senza dubbio uno dei capolavori più grandi del Sanzio, ovvero la “Scuola di Atene”.

Se i colori utilizzati dall’artista sono influenzati da Michelangelo, anche i ritmi della composizione stanno cambiando: non troviamo più infatti delle scene semplici e con ritmi pacati, infatti in questa rappresentazione abbiamo un andamento vorticoso e coinvolgente (tipico del manierismo), dove al centro la scena risulta immobile, mentre sui lati le figure si muovono e si accalcano, soprattutto a destra, dove avviene l’effettiva cacciata della minaccia.

Sulla sinistra invece, si trova il Papa Giulio II, barbuto, il quale assiste alla scena come fa un Imperatore romano ad un combattimento tra gladiatori nell’Arena, mostrando che la Chiesa ed i suoi templi sono inviolabili e sono difesi da Dio.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

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