Buona Ventura di Caravaggio: analisi

Buona Ventura di Caravaggio: analisi completa dei quadri

Voglio raccontarti tutto di due importantissimi quadri di Caravaggio. Avrai già sentito parlare senza dubbio di questo artista, il quale fu uno dei massimi artisti del Seicento e le sue opere sono tra le più importanti di tutti i tempi. Per farti conoscere la sua grande abilità pittorica, oggi voglio parlarti delle due tele intitolate la buona ventura.

Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti assicuro che conoscerai tutti i dettagli di questi due grandi capolavori, come la data di realizzazione, dimensioni, dove si trovano, la storia delle due tele e la spiegazione di tutti i particolari ritratti nei rispettivi lavori.

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Buona Ventura (a sinistra, versione Roma/a destra, versione Parigi)

Prima di parlare nel dettaglio di Caravaggio la Buona ventura, come già ti ho detto, esistono due versioni di questo quadro: c’è la buona ventura Caravaggio di Roma e l’omonima controparte parigina, conservata al Lovure. Io ti parlerò di entrambe e ti dirò anche quali sono le differenze e le caratteristiche comuni.

BUONA VENTURA DI ROMA

In questo paragrafo, potrai leggere tutte le informazioni del quadro della Pinacoteca Capitolina, compresa l’analisi Caravaggio.

Buona Ventura Roma Caravaggio Analisi

“Buona ventura” Michelangelo Merisi da Caravaggio (Pinacoteca Capitolina, Roma)

Data di produzione 1593-1595

Dimensioni: 115 x150 cm

Dove si trova: Pinacoteca Capitolina, Roma

Prima di tutto, voglio parlarti della storia dell’opera: questa venne dipinta prima della versione conservata a Parigi; secondo i biografi, il lavoro di Caravaggio buona ventura di Roma, venne dipinto mentre l’artista era apprendista dal Cavalier d’Arpino, a Roma.

Grazie alla moderna tecnologia, inoltre, su questo Caravaggio Roma analisi sono state fatte, facendo notare che al di sotto del quadro di Caravaggio era presente un ulteriore dipinto, l’Incoronazione della Vergine del Cavalier d’Arpino.

Ora, sposta la tua attenzione sull’opera: i protagonisti della scena sono una donna ed un ragazzo; guardando meglio puoi vedere che l’uomo indossa degli abiti nobili, mentre la donna ha degli abiti zingareschi.

Come si può dedurre che si tratta di una zingara e di un nobile? La prima ha un turbante in testa, elemento tipico del vestiario delle zingare, mentre il ragazzo ha degli abiti nobiliari tipici del Seicento.

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Particolare del furto

Caravaggio ha dipinto una lettura della zingara: quest’ultima, infatti, ha preso la mano dell’ignaro ragazzo con la scusa di predirgli il futuro, ed in questo modo, con grande scaltrezza, sta rubando l’anello del giovane.

Non si tratta di un anello comunque, ma della fede nuziale del ragazzo.

Perché è importante precisarlo? Il furto di questo gioiello non simboleggia solo un semplice furto che avveniva quotidianamente per le strade di Roma, ma piuttosto la debolezza di un giovane caduto in tentazione.

Per via della sua infedeltà nei confronti del matrimonio, viene punito con il furto da parte della zingara.

Guarda l’espressione del ragazzo: è sereno e sta guardando direttamente la zingara; quest’ultima, attraendo a se l’attenzione della vittima, non lo fa accorgere del fatto che gli sta sottraendo l’anello con grande facilità.

Adesso guarda la faccia della truffatrice: è molto decisa e sicura di sé; i suoi movimenti non mostrano alcuna paura o incertezza, lasciandoci intendere che abbia grande esperienza con questi trucchetti.

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Particolare del giovane

Il volto paffuto del ragazzo e la piuma smorta che ha sul suo cappello sono due elementi che rispecchiano perfettamente l’ingenuità del giovane nobile, caduto completamente nella trappola della donna.

Caravaggio ha dipinto la scena facendo attenzioni fino ai minimi dettagli: se guardi le unghie della zingara, noterai che sono sporche, alludendo alla sua provenienza popolare e ben lontana dalla nobiltà.

C’è un ultimo aspetto di cui voglio parlarti: il punto focale della composizione; il centro dell’attenzione di tutta la scena è il dito medio della zingara, utilizzato per accarezzare e nel contempo, sfilare l’anello dalla mano del giovane ingenuo.

BUONA VENTURA DI PARIGI

In questo paragrafo puoi leggere tutte le informazioni a proposito della Buona Ventura conservata a Parigi.

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“Buona Ventura” Michelangelo Merisi da Caravaggio (Musée du Louvre, Parigi)

Data di produzione: 1596-1597

Dimensioni: 99 x 131 cm

Dove si trova: Musée du Louvre, Parigi

Questo quadro parigino di Caravaggio, venne realizzato dopo il completamento dell’originale romano di cui ti ho parlato poco fa. Guardando i due quadri, avrai notato immediatamente che ci sono molte differenze tra le due versioni.

Prima di tutto, voglio raccontarti la storia di questo quadro: la tela venne realizzata quando l’artista si trasferì nel palazzo del suo protettore, il cardinale Francesco Maria del Monte, abbandonando, di fatto, il precedente periodo di apprendistato presso il Cavalier d’Arpino.

I primi elementi differenti rispetto al quadro romano, è che qui c’è una diversa luce sullo sfondo (ed anche sui personaggi), ed inoltre anche i due protagonisti sono ritratti in una posizione diversa.

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Particolare dei volti (in alto, versione Roma/in basso versione Parigi)

L’abbigliamento era un fattore fondamentale nel quadro romano, e così anche in questa versione francese, i vestiti dei personaggi non sono cambiati: si tratta di una scelta volontaria da parte di Caravaggio; ritraendo la medesima scena con poche differenze, l’artista voleva rappresentare una condanna dei vizi e del male, temi già analizzati in altri suoi quadri, come nel famosissimo quadro I bari.

Oltre a questo messaggio di denuncia, l’artista inserisce un’ulteriore morale nell’opera, probabilmente dovuta al suo legame con il cardinale del Monte: Michelangelo Merisi condanna i già citati vizi e le persone che vogliono conoscere il proprio futuro (come il giovane), non confidando nella potenza divina e non rispettando Dio.

Voglio dirti un’ultima cosa a proposito di queste due opere (e dei quadri di Caravaggio in generale). Sono stati fati molti studi a proposito dell’artista, e devi sapere che non sono mai stati scoperti dei disegni o dei bozzetti preparatori per nessuno dei suoi lavori, compresi questi due lavori molto complessi.

Come faceva Caravaggio a riprodurre di getto delle scene nei minimi dettagli? C’è un trucco.

Grazie a delle analisi a luce radente, sulle sue tele sono state scoperte delle piccole incisioni sotto la pittura, lasciate volontariamente dal pittore con la punta del compasso (o anche con il retro del pennello), per fargli ricordare, durante lo sviluppo dell’opera, i cambiamenti da apportare in ogni sua scena.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

2 risposte

  1. Vincenzo pucci ha detto:

    Le riporto che in un documento di casa contenente la lista dei quadri presenti nel palazzo di amendolara è citato la zingara di Caravaggio. Incredibile ma vero

  2. Renato ha detto:

    Ma scusa, la fede non si porta sinistra? La zingara gli ha preso la destra!

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