La vita di Michelangelo Merisi da Caravaggio tra crimine, ricchezza e leggenda
Voglio parlarti dell’avventurosa vita di un leggendario pittore famoso in tutto il mondo. L’artista che sto per presentarti, oltre ad essere diventato conosciutissimo per il suo stile inconfondibile, è ricordato anche per la sua vita travagliata. Il nome di questo pittore inquieto è Michelangelo Merisi da Caravaggio, conosciuto più comunemente come Caravaggio.
Se vuoi fare una bella ricerca su Caravaggio, sappi che sei arrivato nel posto giusto.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, la vita di Caravaggio non avrà più alcun segreto per te, ed inoltre scoprirai come sono nati i suoi bellissimi quadri; ed infine, ti sarà chiaro anche il perché, questo artista è considerato uno degli artisti più importanti di tutti i tempi.
L’INFANZIA E GIOVENTÙ
La vita di Caravaggio comincia nel 1571 a Milano. Il bambino è figlio di Fermo Merisi, un “magister” (ovvero un maestro architetto con l’incarico di soprintendere ai lavori nei cantieri delle chiese a Milano), e di Lucia Aratori.
I genitori del futuro artista erano originari di Caravaggio, un piccolo borgo nei pressi di Bergamo; per vari motivi avevano deciso di trasferirsi a Milano.
La famiglia non ha alcun problema degno di nota, almeno fino al 1577: in quest’anno comincia a diffondersi la peste ed il numero delle vittime a Milano e dintorni cresce sempre di più, giorno dopo giorno.
Fermo e Lucia, per mettersi in salvo insieme ai loro 4 figli, decidono di far ritorno alla piccola città di Caravaggio, un luogo che fino a quel momento, sembrava essere l’unico “porto sicuro” lontano dalla peste.
Quando arrivano nel piccolo borgo, il pericolo sembra essere svanito, ma non è così.
Non passa molto tempo prima che Fermo, suo padre ed i fratelli comincino a manifestare i sintomi della peste, alla quale, purtroppo, non riescono a sfuggire.
La grande famiglia che aveva affrontato un pericolo così grande, ora si ritrova ad essere composta unicamente da Lucia, ormai rimasta vedova, la quale deve badare al destino dei suoi 4 figli, tra cui c’è anche Michelangelo Merisi.
Verso gli anni Ottanta del ‘500, la peste è stata debellata e Lucia può finalmente tornare a Milano, dove le occasioni per garantire un futuro ai suoi figli sono maggiori rispetto a quelle che avrebbe potuto trovare nella piccola città di Caravaggio.
APPRENDISTATO
Durante questi anni, il Caravaggio comincia a mostrare i primi segni del suo talento per il disegno e Lucia se ne accorge immediatamente.
Per mettere a frutto il suo “dono”, Lucia lo fa assumere come apprendista nella bottega di un artista lombardo chiamato Simone Peterzano.
Ma chi era questo Simone Peterzano? Era un grande pittore manierista ed inoltre era allievo del famoso Tiziano (un altro artista autore di molti capolavori, tra cui anche la Venere di Urbino); Peterzano, facendo come tanti altri suoi colleghi del tempo, aveva deciso di aprire una bottega in cui poter esaudire le richieste dei suoi clienti e nel contempo insegnare i segreti del proprio mestiere a chi voleva apprendere.
L’esperienza di Caravaggio pittore matura nel giro dei 4 anni che trascorre nella bottega di Peterzano.
Qui, oltre a migliorare il proprio stile, apprende anche le storie delle rivalità e la bellezza dei capolavori realizzati dal maestro di Peterzano, ovvero Tiziano.
Purtroppo, non passa molto tempo prima che il carattere irruento e difficile del giovane Michelangelo venga fuori: a questo proposito, ci sono diversi accenni nei documenti del tempo riguardo la testardaggine dell’artista che lo ha messo nei guai più di una volta; inoltre, questo suo carattere rissoso lo avrebbe accompagnato per tutta la sua vita, anche nei momenti più difficili.
TRA VENEZIA E BRESCIA
Nel 1588 il contratto di apprendistato che Caravaggio aveva con Simone Peterzano termina.
Cosa poteva fare ora l’artista? A dire la verità, in quel preciso istante, nulla: Caravaggio era come tanti altri, fresco di bottega e con qualche competenza artistica; oltre a questo, non aveva altro che potesse renderlo migliore di altri artisti della sua stessa età.
In realtà c’è qualcosa che rende Caravaggio “speciale”: vuole lasciare, a tutti i costi, un segno della sua esistenza.
Le opere di Caravaggio e la sua vita vissuta sempre alla ricerca di avventura, sono due indizi più che evidenti che indicano che quest’uomo abbia cercato, con tutte le sue forze, di lasciare un segno nella storia.
Prima di parlare dell’esperienza di Caravaggio a Roma, c’è un piccolo problema di cui gli storici discutono tutt’ora: non è chiaro cosa abbia fatto l’artista prima di recarsi nella capitale.
Secondo alcuni studiosi specializzati nella Caravaggio biografia, c’è la possibilità che l’artista, prima del 1592 si sia diretto a Venezia, molto probabilmente per vedere con i propri occhi quei grandi capolavori di cui aveva sentito parlare durante le lezioni del Peterzano.
E forse, proprio qui, oltre ai quadri di Tiziano, Caravaggio potrebbe aver scoperto anche i segreti che che hanno portato alla ribalta altri straordinari pittori come Giorgione e Tintoretto.
Ci sono altri studiosi, però, i quali ritengono che Caravaggio non si sia recato a Venezia, ma abbia fatto tappa a Brescia.
In questa piccola città, potrebbe aver visto e studiato da vicino i capolavori di altri grandi artisti come il Moretto, Romanino, Foppa e Bergognone; tutti questi artisti sono accomunati da uno stile artistico che si basa molto sulla luminosità e sul naturalismo delle scene; se Caravaggio avesse visto questi lavori, si spiegherebbero molti particolari dei suoi futuri lavori.
CARAVAGGIO A ROMA
Qualsiasi fosse la destinazione di Caravaggio, è più che certo che nel 1592, il pittore arriva a Roma.
Nella capitale, la storia di Caravaggio vita si fa interessante; quando arriva qui, il giovane artista è praticamente sconosciuto e, cerca in tutti i modi di migliorare la propria condizione.
Nel primo periodo che giunge a Roma, il ragazzo viene ospitato dal monsignor Pandofo Pucci da Recanati. Caravaggio spera che quest’uomo lo possa mettere in contatto con le “persone giuste” per diventare un artista famoso.
Il carattere e l’intelligenza di Michelangelo Merisi gli fanno capire in fratta che il monsignore non ha alcuna intenzione di aiutarlo e che lo sta sfruttando solo per il suo talento.
Chiusi i rapporti con Pandolfo Pucci, l’artista si rimette subito in carreggiata e poco tempo dopo lo ritroviamo a lavorare nella bottega di Giuseppe Cesari, più noto come il Cavalier d’Arpino.
Il cavaliere è poco più grande di Caravaggio, e nonostante la sua giovane età, ha già raggiunto importanti traguardi: ha una bottega tutta sua ed ha diversi allievi e lavoratori che seguono i suoi ordini.
Agli occhi di Caravaggio, questo Cavaliere aveva realizzato i suoi sogni, e credendo che potesse indirizzarlo sulla buona strada per il successo.
Purtroppo, nel periodo trascorso nella bottega del Cavalier d’Arpino, Caravaggio viene costretto a lavorare su tante nature morte fino allo sfinimento (ed infatti, in questi anni dipinge il Bacchino malato e tanti altri lavori importanti come il Fanciullo con il cesto di frutta ed il Ragazzo che monda un frutto).
Il giovane Michelangelo è frustrato ed insoddisfatto e vuole abbandonare il Cavaliere. Il caso vuole che Caravaggio si faccia male a causa di un calcio di un cavallo, obbligandolo ad essere ricoverato in ospedale.
Caravaggio non riesce a stare con le mani in mano nemmeno per un momento, ed infatti nell’ospedale conosce Giulio Mancini, un uomo che scopre l’immenso talento del ragazzo, e gli commissiona Il sacrificio di Isacco.
Il Cavalier d’Arpino non si cura delle condizioni di salute del suo collaboratore e così, quando Caravaggio si rimette in sesto, non ci pensa due volte ad abbandonare per sempre la sua bottega.
INCONTRO CON IL CARDINALE DEL MONTE
La vita di Caravaggio sembra tornare la punto di partenza: non ha nessun contatto, ma solo un grande talento artistico e la voglia di diventare qualcuno.
Caravaggio però riesce a farsi facilmente anche degli amici, ed è proprio uno di loro a dargli un aiuto importante.
Il Costantino Spada, un mercante d’opere d’arte, riesce a metterlo in contatto con una persona molto importante e che cambierà per sempre la vita di Caravaggio.
La persona in questione è il cardinale Francesco Maria del Monte, il quale è un appassionato d’arte; il cardinale, guardando con attenzione i dipinti di Caravaggio, intuisce immediatamente di trovarsi davanti ad un talento senza eguali.
Il cardinale lo mette continuamente alla prova ed il numero delle opere del Caravaggio cresce con grande velocità: in questo periodo riceve tanti ordini dal cardinale, si per lui che per i suoi amici.
È così che sono nate le opere dei bari, la celebre canestra con la frutta, il misterioso Bacco e l’unico affresco realizzato in vita da Caravaggio (tra quelli che conosciamo) ritraente Giove, Nettuno e Plutone.
Lavorando per il cardinale, il nome di Caravaggio comincia a diventare famoso in tutta Roma, sia per i suoi quadri ma anche per la sua condotta di vita “discutibile”.
I documenti ufficiali delle autorità del tempo riportano spesso il nome di Michelangelo Merisi: arrestato più volte, coinvolto in diverse risse, innumerevoli relazioni con prostitute ed è stato addirittura avvistato più di una volta in giro per Roma armato di spada, nonostante la legge lo proibisse.
Ogni volta, però, Caravaggio riesce a farla franca e le autorità non possono fargli nulla, dato che si trova sotto la protezione del cardinale.
L’artista ormai sembra avere denaro e fama, ed i suoi sogni di gloria sono ormai realtà, ma questo non gli basta più.
Quando non ha a che fare con i tanti ordini del cardinale del Monte, Caravaggio riesce a conoscere altri clienti facoltosi, con i quali ha la possibilità di sperimentare degli approcci differenti sulla tela, come l’inserimento di piccoli scorci nelle scene che realizza (puoi renderti conto di cosa sto parlando guardando il Riposo durante la fuga in Egitto).
Passa qualche anno, e nel 1599, la carriera di Caravaggio fa un salto di qualità notevole.
APICE DELLA CARRIERA
30 anni prima del 1599, il cardinale Mathieu Cointrel, “acquista” un altare funerario nella Chiesa di San Luigi dei Francesi, per farla decorare poi da Girolamo Muziano, un artista famoso, il quale era anche allievo del leggendario Michelangelo Buonarroti.
Nel 1587, il cardinale muore e Muziano non fa alcun progresso con il lavoro, anzi lo abbandona completamente.
Gli eredi del cardinale non vogliono che l’altare rimanga così, privo di decorazione, e così assumono il Cavalier d’Arpino, una vecchia conoscenza di Caravaggio.
Nemmeno lui prende sul serio questo incarico e non va avanti con il lavoro decorativo.
I committenti, ormai disperati, non hanno altra scelta che rivolgersi alla Fabbrica di San Pietro (un organo che si occupava dei lavori decorativi della basilica vaticana) per trovare un’artista che possa completare, una volta per tutte, questo incarico.
Ed è qui che entra in gioco la grande influenza del cardinale Francesco Maria del Monte, il quale fa che il lavoro venga affidato a Caravaggio.
È una grande occasione per il giovane Merisi, il quale si trova a che fare, per la prima volta, con una commissione pubblica (i quadri che aveva realizzato fino a quel momento erano solo per clienti privati), per la quale avrebbe dovuto realizzare 3 grandi affreschi nella cappella.
Caravaggio si ostina, con grande testardaggine a voler fare 3 grandi tele e non degli affreschi; i committenti, ormai sfiancati dalla questione, accettano la sua proposta e così l’artista dipinge la Vocazione di San Matteo, il Martirio di san Matteo e San Matteo e l’angelo.
Concluso questo lavoro, i soldi e la fama di Caravaggio sono tantissimi; l’artista non è mai stato così ricco in vita sua.
Il suo nome è conosciuto in tutta Roma ed avere nuovi incarichi è un gioco da ragazzi; in questi anni, infatti, lavora all’interno di Santa Maria del Popolo, in cui dipinge un paio di tele: quella ritraente la conversione di san Paolo ed un’altra con protagonista la Crocifissione di san Pietro.
OMICIDIO E FUGA DA ROMA
Tutto va alla grande: Caravaggio è l’artista più desiderato a Roma; tutti lo cercano e tutti lo vogliono e sono pronti ad offrirgli cifre esorbitanti anche solo per avere una sua opera.
Il successo, però, va di pari passo con un’esistenza vissuta sempre al limite: non manca il vino, le risse, relazioni con prostitute e le immancabili denunce; tutto questo ormai è un fatto normale per Caravaggio, il quale non capisce quando è ora di smetterla.
Per farti capire quanto fosse irruento il Merisi, devi sapere che una volta, quando era ancora soto l’ala protettiva del cardinale Francesco Maria del Monte, aveva picchiato con un bastone un importante ospite del cardinale, ovvero Girolamo Stampa da Montepulciano.
Questo folle gesto ha avuto delle conseguenze: Caravaggio ha ricevuto varie denunce da parte da Girolamo Stampa ed è stato arrestato più di una volta, ma niente di grave.
Nonostante questi piccoli problemi, Caravaggio vita e opere destano scalpore e nel 1602 dipinge uno dei quadri più belli di tutta la sua carriera, intitolato Amor vincit omnia, commissionato dal facoltoso Vincenzo Giustiniani.
Il grande successo del Merisi desta l’invidia di altri suoi colleghi: primo tra tutti c’è Giovanni Baglione, che, approfittando della realizzazione di Amor Vincit Omnia, realizza una tela “parodia” in cui prende in giro pubblicamente Caravaggio.
Michelangelo, appena sa dell’affronto di Baglione, comincia a far circolare per tutta Roma delle rime e degli insulti pesanti nei confronti dell’artista.
Questa piccola scaramuccia contribuisce a far crescere l’attenzione delle autorità verso Caravaggio, ma in questo caso se la cava solo con un periodo agli arresti domiciliari.
La vita del pittore prosegue così, tra violenza e capolavori, fino al 28 maggio 1606: in questo giorno, dopo una partita a pallacorda (uno sport molto diffuso al tempo), Caravaggio uccide Ranuccio Tomassoni da Terni.
Chi era Ranuccio Tomassoni? Era il caporione di Campo Marzio ed era noto che tra lui e Caravaggio non c’era molta simpatia, sia per delle questioni amorose (i due erano rivali per avere la stessa donna, Fillide), sia per delle questioni politiche.
Il 28 Maggio, durante (o dopo) la partita, sembrerebbe essere scoppiata una nuova discussione tra i due, che questa volta, però, degenera in una rissa violentissima, che si conclude con un duello tra Caravaggio e Ranuccio, terminato con la morte di quest’ultimo.
Caravaggio non ha più scampo: non c’è il cardinale a proteggerlo e nemmeno altri personaggi influenti che possano aiutarlo a cavarsela.
Esiste un’ultima soluzione: la famiglia Colonna, (in particolare Costanza Colonna) ha sempre tenuto d’occhio l’artista ed ha sempre vegliato su di lui.
I suoi protettori, così, riescono a farlo sfuggire alle autorità e soprattutto dal Papa, il quale, scoperto il reato che ha commesso, non ha scelta che emanare una condanna a morte per l’artista.
CARAVAGGIO A NAPOLI
Fuggito da una Roma che prima lo desiderava per le sue opere ma che ora vuole solo la sua testa, Caravaggio arriva sano e salvo a Napoli.
Nonostante fosse arrivato in gran segreto, non ci vuole molto prima che la notizia del suo arrivo si diffonda, e Caravaggio viene accolto come una celebrità.
Il suo nome è conosciuto in ogni via di Napoli e tutti vogliono farsi fare un quadro da lui; inoltre, nessuno può toccarlo perché la famiglia Colonna veglia su di lui.
Ed è così che Caravaggio ottiene molti nuovi incarichi che si rivelano essere delle occasioni straordinarie, dando vita a lavori come il dipinto di Giuditta e Oloferne, il Davide con la testa di Golia, l’opera con Salomé con la testa del Battista, la Flagellazione di Cristo e tanti altri.
Oltre alla lunga serie di quadri che ti ho appena citato, merita una citazione a parte la bellissima Sette opere di Misericordia, una grande tela verticale caratterizzata dal tradizionale chiaroscuro di Caravaggio e da una intricata struttura di piccole storie, tutte riassunte in un solo dipinto.
Si tratta di un quadro che molti apprezzeranno, soprattutto gli artisti che verranno dopo Caravaggio, i quali vi si ispireranno più di una volta per creare delle scene simili.
Sembra tutto andare per il verso giusto: Michelangelo ha nuovamente denaro e fama, ma ormai questo non basta più.
Il Merisi vuole soltanto ritornare a Roma, dove tutti lo acclamano come un maestro, ed è pronto a tutto pur di rientrare nella capitale.
CARAVAGGIO CAVALIERE DI MALTA
Mentre va alla ricerca di un modo per poter tornare a Roma senza essere processato dal Papa per l’omicidio di Tomassoni, Caravaggio scopre un metodo che potrebbe salvarlo.
Questo piano consisterebbe nell’entrare nell’Ordine dei Cavalieri di malta; quando la nomina diventa ufficiale, tutti i crimini che riguardano il nuovo cavaliere, decadono definitivamente.
Il pittore non se lo fa ripetere due volte, e così, grazie ancora una volta alla famiglia Sforza Colonna, giunge sull’isola di Malta nel 1607.
La stessa famiglia, sfruttando la sua grande influenza, riesce a “raccomandare” Caravaggio per farlo diventare Cavaliere senza problemi.
La nomina va alla perfezione e Caravaggio, diventato Cavaliere di Malta, non ha più nulla da temere dato che il Papa non può fargli più nulla.
Ritrovata la sua libertà, il pittore riprende a fare ciò che sa fare meglio, ovvero dipingere: con il suo nuovo titolo, realizza la decollazione di San Giovanni Battista.
Purtroppo, il carattere del Merisi non cambia nemmeno in questa occasione, e nel giro di poco tempo si ritrova coinvolto in una rissa con un altro cavaliere.
Il capo dell’ordine non può tollerare un gesto così irresponsabile ed è costretto ad arrestare l’artista e a privarlo del titolo di Cavaliere.
Tornato ad essere un comune cittadino, la condanna del papa è nuovamente valida, e Caravaggio riesce a scappare dalla prigione di Malta grazie al supporto della famiglia Sforza Colonna e poi arriva in Sicilia.
CARAVAGGIO IN SICILIA
Approdato in Sicilia, Caravaggio è nuovamente ricercato dal Papa, dai sicari della famiglia Tomassoni e dall’ordine dei Cavalieri di Malta.
Anche se la situazione non è delle migliori, il pittore vuole tornare a tutti i costi a Roma e cerca un nuovo metodo per arrivarci sano e salvo.
Fortunatamente, Caravaggio ha amici in tutta Italia, e questa volta è Mario Minniti ad aiutarlo.
Minniti è un vecchio amico del Merisi, con cui aveva lavorato mentre si trovava al servizio del Cavalier d’Arpino.
Mario ha più di qualche contatto in Sicilia, e grazie al suo aiuto riesce ad ottenere qualche altro lavoro, come Adorazione dei pastori ed il quadro caratterizzato ancora oggi da un grande mistero, intitolato Natività con i santi Lorenzo e Francesco d’Assisi.
Questa è l’ultima occasione per Caravaggio per vivere in pace in Sicilia e lontano da occhi indiscreti, ma il suo desiderio di tornare a Roma è troppo forte.
ULTIMA POSSIBILITÀ E MORTE
C’è un modo per evitare la morte di Caravaggio e farlo tornare a Roma libero: entrando in contatto con il cardinale Scipione Borghese, scopre che quest’ultimo potrebbe mettere una “buona parola” con il Papa per far decadere la condanna a morte che pende su di lui.
L’artista accetta immediatamente, ed in cambio, il cardinale richiede delle nuove tele.
Lavorando senza sosta, stando bene attento a non essere scoperto dai suoi inseguitori, Caravaggio riversa tutte le sue energie in nuovi lavori, sapendo che potevano salvargli la vita.
Tra i vari lavori che produce in questo periodo c’è il Martirio di sant’Orsola ed il San Giovanni Battista conservato oggi nella Galleria Borghese.
Pronto per effettuare lo scambio, Caravaggio si imbarca in segreto verso Roma per incontrare il cardinale ed diventare libero.
Il viaggio, purtroppo, non va come sperato e quando crede di essere ormai salvo, Caravaggio viene fermato e trattenuto da delle guardie che non sanno dell’incontro tra il cardinale ed il pittore.
Nel frattempo, la barca su cui c’erano tutti i quadri che aveva realizzato, parte a sua insaputa (e senza di lui) e quando riesce a liberarsi, Caravaggio gli va dietro per cercare di recuperare il prezioso carico.
Da quel momento, non ci sono altre notizie che permettano di scoprire quale è il destino del pittore: è noto solamente che morirà nel 1610 a Porto Ercole, in un ospedale.
CARAVAGGIO BIOGRAFIA BREVE
Se sei di fretta e vuoi leggere un breve riassunto della straordinaria vita di Caravaggio, ho realizzato apposta per te un’infografica con scritto tutto quello che devi sapere a proposito di questo artista.
Proprio due giorni fa sono passato alla Feniglia di Orbetello ed ho visto un rilievo in pietra col ritratto di Caravaggio in ricordo. Nella pineta, come se li fosse deceduto, non in ospedale