Gli Autoritratti Più Importanti di Francisco Goya
Tutti gli Autoritratti di Goya
Nel corso della sua vita Goya ha realizzato almeno 30 autoritratti, anche se alcuni oggi sono contestati. Ecco quali sono i più importanti.

1. Autoritratto (1770-1775)
Questo è uno dei primi autoritratti di Goya, in cui lo vediamo come un giovane con un’espressione pensierosa. Guarda dritto verso di noi come in ogni autoritratto che si rispetti. Utilizza una pennellata morbida, soprattutto nella zona del volto, dove luci ed ombre modellano le sue caratteristiche con grande realismo. Qui Goya ha capelli scuri e lunghi che cadono ondeggiando a circondare il suo volto. Tutto il resto non ha importanza: indossa degli abiti sobri che ci fanno capire che la nostra attenzione deve ricadere sulla sua espressione, piuttosto che su altri dettagli inutili. Lo stesso discorso vale per la luce, che mette in risalto guance, espressione e sguardo. e lo sfondo anonimo porta ancor di più a concentrarci su di lui.
Autoritratto (1783)
In questo autoritratto Goya ha 37 anni. È in posizione vicino al cavalletto, mentre guarda verso di noi con un’espressione riflessiva, pensando a ciò che sta per disegnare. Intorno l’ambiente e sobrio e non ci sono decorazioni (ancora una volta utilizza questo stratagemma per far ricadere la sua attenzione su di lui). Un’analisi radiografica eseguita nel 1997 ha rivelato che è stata eseguita una modifica da Goya stesso: all’inizio in mano doveva delle matite, ma in seguito al loro posto ha messo dei pennelli (forse è un elemento simbolico per indicare l’importanza della pittura rispetto al disegno). Si pensa che questo autoritratto possa essere anche uno studio preparatorio per l’autoritratto di Goya inserito in un altro suo lavoro: La predicazione di San Bernardino da Siena. Questo autoritratto costituisce l’inizio della sua carriera come ritrattista ufficiale di corte che lo porterà a conoscere molti membri della famiglia reale.
3. Autoritratto al cavalletto
Questo è un momento cruciale della vita di Goya a Madrid. Nel 1780 è entrato a far parte dell’Accademia delle Belle Arti di Madrid con il suo cristo Crocifisso; nel giro di 5 anni è diventato direttore dell’istituto. Confrontando i tratti fisici di Goya con altre opere del periodo (come l’autoritratto che si vede nella Famiglia di Carlo IV), Goya in quel momento doveva avere circa 40 anni. Qui è in piedi e risalta in controluce, mentre documenti e la scrivania sul fondo sono oggetti decorativi che indicano che l’arte della pittura è un’opera di creazione.
4. Autoritratto (1790)
Questo è un ritratto vigoroso realizzato con inchiostro marrone, ed è certificato al 100% che è stato realizzato da Goya. Al momento della sua realizzazione doveva avere 50 anni. Il suo aspetto però, compreso il cappello con tricorno – inganna sull’età e ci mostra il pittore prima di essere colpito dalla grave malattia che lo lascerà sordo e cambierà per sempre la sua vita. Questo autoritratto fa anche da frontespizio alla 3° edizione delle litografie di Goya sulle corride intitolato La Tauromachia del 1876.
5. Autoritratto (1795)
Questo autoritratto è molto piccolo, quindi forse è per un uso privato ed intimo (con molta probabilità era per un suo amico). gi si trova al Prado, ma prima era di proprietà degli eredi di Tomás de Berganza, il maggiordomo del Duca e della Duchessa d’Alba. Questo dettaglio fa pensare alle leggende sulla relazione tra Goya e la Duchessa (come visto spesso nei suoi Capricci). In questo lavoro Goya si è ritratto su uno sfondo grigio/verde ed intorno a sé è molto luminoso (questo è un simbolo della sua fiducia nell’Illuminismo e nel progresso). Sta seduto su una poltrona raffinata ed indossa un vestito elegante, mentre è al lavoro su un cavalletto fuori dall’inquadratura. Il suo sguardo è diretto verso di noi e cattura ogni dettaglio (fisico e psicologico) del soggetto.
6. Autoritratto (1795)
In questo ritratto Goya guarda dritto verso di noi, quasi con uno sguardo ipnotico. Tra il 1792 e l’anno successivo, Goya ha contratto una grave malattia che lo ha lasciato sordo ed ha cambiato drasticamente la sua vita (come si vede dalle Pitture Nere che ha dipinto nella Quinta del Sordo). La perdita dell’udito è una conseguenza bella evidente in questo ritratto, dove la sua espressione pensierosa si legge benissimo nel suo sguardo. La testa è l’unica zona del disegno fatta con cura, mentre gli abiti sono a malapena accennati. Sul risvolto del bavero si legge Goya. Non sappiamo quale sia il motivo che l’abbia spinto a realizzare questo autoritratto: forse per riflettere, forse per bloccare nel tempo la sua immagine fisica e psicologica, o magari per donarlo ad un amico.
7. Autoritratto dei Capricci
Questo è un autoritratto di Goya che si mostra di profilo. Ha l’aria di un gentiluomo, mentre indossa un cappello a cilindro. Ha uno sguardo un po’ snob, con l’espressione di chi osserva mentre sa di essere osservato. È un ritratto di come Goya vede sé stesso e soprattutto come vuole che gli altri lo vedano, ovvero come un pittore del re e membro influente della società.
8. Autoritratto con occhiali (1801)
Questo autoritratto del 1801 riflette lo stile romantico del pittore. Il particolare degli occhiali indossati suggerisce capacità intellettuale e percezione. Ha realizzato quest’opera mentre è al lavoro sui Capricci e gli occhiali sono un simbolo che rappresenta attenzione per i particolari e la cura necessaria per eseguire la tecnica dell’incisione, ma riflette anche l’introspezione ed il genio creativo del pittore.
9. Autoritratto (1815)
Questo è un autoritratto di carattere ufficiale a mezzobusto, ed è differente dai precedenti. Goya indossa una veste in velluto di colore rosso scuro che va in contrasto con la camicia bianca che msotra qualche dettaglio elaborato. Qui utilizza uno stile tipico della pittura veneziana, che mette in risalto la pelle del viso (che è morbida ma che mostra che sta diventando vecchio). Firma l’opera come Pintor Aragonés, lasciando pensare che quest’opera sia stata realizzata per essere donata ad un’istituzione (forse l’Accademia di Belle Arti di Madrid o Saragozza).
10. Autoritratto (1815)
Questa è una variante del lavoro precedente. È più grande rispetto alla versione di Madrid ma mostra anche alcune incertezze in più. È un ritratto in cui si vede Goya che ha quasi 70 anni: a questo punto della vita ha perso 6 figli, sua moglie Josefa Bayeu è morta nel 1812 ed ha assistito alla Guerra contro ai francesi. Utilizza dei colori sobri, la luce è perfetta e le pennellate forti di bianco ricordano lo stile di Rembrandt. Ha uno sguardo molto intenso, e questo è il primo dettaglio che salta all’occhio in tutta l’opera.
11. Autoritratto (1824)
Si pensa che Goya abbia realizzato questo autoritratto da dare in regalo a Joaquín María Ferrer e a sua moglie Manuela Álvarez-Torre, che lo hanno ospitato a Parigi nell’estate del 1824.
Oltre ai tradizionali autoritratti che abbiamo visto, ci sono altri lavori che possono essere inclusi in questa serie. Ecco i più importanti.
1. José Moñino, 1° Conte di Floridablanca e Francisco Goya
José Moñino y Redondo è un importante statista spagnolo del 18° secolo. È stato un ministro riformista durante il governo di re Carlo III (e poi anche nel periodo in cui c’è stato Carlo IV) ed è divetanto famoso per le sue riforme burocratiche ed l’impegno per migliorare la libertà di stampa. Goya si include nel ritratto mentre assiste lo statista con il suo lavoro, dimostrando il suo sostegno per l’impegno di Moñino e per le sue idee.
2. La famiglia dell’Infante Don Luis di Borbone
In questo affollato autoritratto Goya si vede in basso a sinistra di spalle con l’attenzione rivolta verso i soggetti. È in ginocchio ed in una posizione un po’ scomoda. Questa particolare scelta ricorda Las Meninas di Velázquez, pittore al quale Goya si sente molto vicino. L’unica differenza rispetto al capolavoro di Velázquez è che Goya rinuncia a tutti i giochi di specchi e prospettive che hanno reso celebre l’opera.
3. Predicazione di San Bernardino di Siena
Questo dipinto religioso del 1784 rappresenta il miracolo del sermone di San Bernardino davanti ad Alfonso V d’Aragona, quando una stella è caduta dal cielo sulla testa del monaco francescano. Goya si inserisce nella folla alla ricerca di riconoscimento da parte della società e per dimostrare la sua abilità pittorica.
4. Famiglia di Carlo IV
In questo ritratto di corte Goya si include in alto a sinistra in ombra, mentre è intento a lavorare su una tela mentre guarda dritto verso di noi. Con questo lavoro vuole dimostrare di essere abile a dipingere anche in una posizione scomoda come questa, e nello stesso tempo vuole confermare il suo status di persona influente e di potere.
5. Autoritratto con Dottor Arrieta
Dopo il trasferimento nella Quinta del Sordo nel 1819, le condizioni di Goya peggiorano in fretta, portandolo vicino alla morte. Soltanto grazie all’aiuto del Dottor Arrieta riesce a salvarsi. Ed è così che Goya decide di ritrarsi malato, privo di forze, piegato dal dolore, debilitato ed angosciato. Arrieta è ritratto con tenerezza e competenza, mentre gli dà da bere un farmaco. Questa è un’opera di ringraziamento per il dottore, grazie al quale è riuscito a sfuggire alla morte per l’ennesima volta. Goya ha scelto di affidarsi alla scienza ed alla medicina, piuttosto che alla religione. In ombra si vedono 3 figure inquietanti con i lineamenti deformi che ricordano le Parche (sono figure della mitologia greca che rappresentano la morte e sono pronte a tagliare il filo della vita di Goya).
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Dario
Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell’arte nell’era digitale.

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