La tempesta di Giorgione: analisi

La tempesta di Giorgione: la storia di un mistero secolare

Voglio parlarti di uno dei quadri più misteriosi di tutta la storia dell’arte. Molti studiosi, critici ed esperti d’arte hanno discusso a lungo (e lo fanno tutt’ora) cercando di capire quale sia il vero significato di questa tela, analizzandone tutti i dettagli presenti nella scena. L’autore di questo celebre enigma è il pittore veneziano Giorgione e l’opera che sto per farti conoscere è intitolata la Tempesta.

Ho deciso di scrivere questo articolo per fare un po’ di chiarezza su questo famoso lavoro e per farti scoprire la storia e tutto quello che c’è da sapere riguardo la tempesta di Giorgione. Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti assicuro che:

  • Conoscerai l’identità di colui che ha richiesto la realizzazione di questo dipinto la tempesta
  • Capirai il perché questa tela di Giorgione è considerata una delle opere più enigmatiche di sempre
  • Leggerai le interpretazioni che sono state fornite dai maggiori critici e storici dell’arte che hanno tentato di svelare questo leggendario mistero

E tanto altro ancora.

Sei pronto per conoscere meglio questo lavoro di Giorgione? Cominciamo!

La tempesta Giorgione analisi
“La tempesta” GIorgione

Data di realizzazione: 1502-1503

Dimensioni: 83×73 cm

Dove si trova: Gallerie dell’Accademia, Venezia

STORIA

Te lo dico subito, anche la storia di come l’opera sia arrivata oggi alle Gallerie di Venezia presenta alcuni problemi.

Cominciamo dall’inizio.

Siamo a Venezia nel 1530.

La prima volta che la tempesta di Giorgione fa la sua comparsa è proprio durante quest’anno, quando Marcantonio Michiel scrive tra i suoi appunti di aver visto in casa di Gabriele Vendramin, un quadro che corrisponde alla perfezione alla descrizione di una tempesta identica a quella fatta da Giorgione.

Questa è l’unica testimonianza?

Purtroppo si. L’appunto fatto da Michiel è prova che ci è giunta e che ci ha permesso di dare un’ipotetica data al quadro di Giorgione.

Chi sono i Vendramin?

Si tratta di una prestigiosa famiglia veneziana ed hanno un potere talmente alto che nel ‘400 uno di loro, Andrea Vendramin, è stato Doge di Venezia.

Il fatto che il lavoro di Giorgione la tempesta si trovasse nella casa di Gabriele Vendramin ha spinto gli storici a pensare che fosse sempre lui il committente dell’opera.

Poi cosa succede?

Qualche tempo dopo il Vendramin muore e nel suo testamento raccomanda ai suoi eredi di non vendere (o dividere) assolutamente la sua collezione privata di quadri.

La sua passione per le opere d’arte è un altro dato che dà forza all’ipotesi che potesse essere proprio lui il committente del quadro la tempesta.

Ma nei secoli successivi questa tela sembra sparire del tutto.

Soltanto 4 secoli dopo, precisamente nel 1932, fa nuovamente la sua comparsa tra le proprietà del principe Giovannelli, il quale, poi vende il capolavoro di Giorgione al comune di Venezia.

Da quel momento l’opera è stata trasferita nelle Gallerie dell’Accademia di Venezia, dove oggi lo puoi ammirare.

DESCRIZIONE

Dà un’occhiata a la tempesta di Giorgione.

La tempesta Giorgione analisi
“La tempesta” GIorgione

A guardarlo così sembra un quadro normalissimo, vero?

Tra poco capirai cosa c’è che non va in questa tela.

Cominciamo dai protagonisti.

Come puoi vedere, sul lato destro c’è una donna quasi del tutto spogliata e seduta tra gli alberi, impegnata ad allattare un bambino.

Particolare donna protagonista allatta bambino zingara carità Eva Giorgione Tempesta analisi
Particolare della protagonista

Si trovano vicino ad un piccolo ruscello.

Adesso, giustamente, potresti chiedermi: che ci fa lì in mezzo ad un prato?

Se fai attenzione, puoi notare che rivolge il suo sguardo direttamente a noi, ignorando del tutto il bambino che stringe tra le braccia; il fatto che ci stia guardando potrebbe far pensare di sapere di essere osservata.

Ma chi sono? Si tratta della Madonna e Gesù Bambino?

Potrebbe essere una possibilità, ma ritengo improbabile che Giorgione dipinga una figura sacra mezza spogliata e in queste condizioni.

A guardarla così, più che la Vergine, assomiglia ad una zingara.

Questo è un soggetto abbastanza popolare nella storia dell’arte: pensa alla Buona Ventura di Caravaggio oppure alla zingara di Franz Hals; sono 2 occasioni in cui la zingara ha un ruolo fondamentale.

Confronto zingara Giorgione Frans Hals Caravaggio analisi
Confronto (da sinistra a destra) della zingara di Giorgione, di Frans Hals e di Caravaggio

L’hai visto l’uomo che sta sulla destra?

Si sto parlando dell’altro protagonista della tempesta Giorgione, quello appoggiato alla lancia.

Particolare uomo protagonista soldato Adamo compagnia della calza Giorgione Tempesta analisi
Particolare del protagonista

Per via della sua arma potresti pensare che si tratta di un comune soldato, ma ci sono alcuni studiosi che, riconoscendo nella donna la figura di Maria, hanno giustamente pensato che lui potesse essere un giovane san Giuseppe.

Ma hai dato un’occhiata al suo vestito? Non li trovi molto variopinti?

Alcuni studiosi pensano che possa essere un membro della Compagnia della Calza, una confraternita molto popolare al tempo e che era solita organizzare eventi musicali e teatrali a Venezia.

Confrontiamo un momento la divisa di quest’uomo con quella di un membro della Compagnia della Calza.

Confronto vestiti protagonista tempesta giorgione compagnia calza Venezia analisi
Confronto tra il protagonista ed un membro della Compagnia della Calza

Si assomigliano un po’, non pensi?

Poi voglio farti notare un’altra cosa.

Ti sei reso conto che i 2 protagonisti non interagiscono tra loro?

Si, lo so che il giovane pare che sia rivolto verso la donna, ma se guardi con attenzione vedrai che non sta parlando.

Particolare sguardo protagonista uomo tempesta Giorgione analisi
Particolare dello sguardo dell’uomo rivolto verso la donna

Sono troppo lontani tra loro per poter discutere, ma se anche così fosse, non pensi che la donna dovrebbe essere girata verso di lui per rispondergli?

Adesso voglio che tu guardi con attenzione quelle rovine che stanno dietro al ragazzo.

So che non ci crederai, ma quelle 2 piccole colonne spezzate sono una parte fondamentale che rende la tempesta di Giorgione uno dei quadri enigmatici più famosi di tutta la storia dell’arte.

Particolare muro colonna spezzata Giorgione tempesta analisi
Particolare delle colonne spezzate

Non trovi abbastanza strano il fatto che siano piantate lì, senza alcun edificio attorno? 

Metti da parte quel muro che sta sulla sinistra più in lontananza: è troppo diverso (e distante) per essere connesso a queste 2 colonnine; senza contare il fatto che sono di 2 colori che non c’entrano niente tra loro.

Allora quale è il suo ruolo?

Come ti ho già detto prima, è molto importante, ma il suo significato è ancora oggetto di discussione tutt’ora.

Tra le tante ipotesi, queste colonne potrebbero rappresentare:

  • La morte, perché le colonne sono un elemento fondamentale dell’architettura degli edifici funerari
  • Le colonne d’Ercole, che in età si pensava segnalassero il confine del mondo conosciuto
  • La famiglia degli Asburgo, dove la colonna è il simbolo di tale famiglia

Ma c’è dell’altro a proposito della città che si vede dietro la tempesta del Giorgione.

Particolare città sfondo Giorgione Tempesta Padova analisi
Particolare della città sullo sfondo

Di che città si tratta?

Facciamo un piccolo ragionamento: Giorgione è un pittore veneziano ed il suo possibile committente (il Vendramin) è sempre di Venezia.

La cosa più logica da pensare è che quegli edifici siano un angolo di Venezia.

Ma non è così semplice.

Quella misteriosa città potrebbe essere Padova.

Cosa c’entra ora Padova?

Per capirlo, devi prima guardare il muro dell’edificio della prima porta sulla destra in questo misterioso lavoro di Giorgione tempesta.

Notato niente di strano?

C’è disegnato sopra una stanga di legno con sotto 4 ruote.

Particolare stemma famiglia Carrara Giogione tempesta analisi
Particolare dello stemma della famiglia Carrara

Quello è il simbolo della famiglia Carrara, un’importante dinastia che abitava proprio a Padova.

Devi sapere che nel 1404-1405 c’è stata la cosiddetta Guerra di Padova, combattuta dalla stessa città e Venezia.

Te la faccio breve: la guerra scoppia perché la famiglia Carrara, molto influente a Padova, approfitta di un temporaneo vuoto di potere a Milano (a causa della morte del Duca di Milano Gian Galeazzo Visconti) per ampliare la propria influenza.

Venezia si rende conto di ciò e comincia a temere che i Carrara possano diventare una minaccia anche per loro prossimamente.

Inoltre, la duchessa Caterina Visconti, che nel frattempo aveva il compito di reggere la città di Milano in attesa che suo figlio raggiungesse la maggiore età per salire al potere, chiede aiuto a Venezia per respingere le aggressioni della famiglia Carrara.

Così scoppia la guerra che nel giro di un anno si conclude con la vittoria da parte di Venezia e la scomparsa della famiglia Carrara.

Nel 1406 Venezia ha annesso ai propri domini la città di Padova, e la famiglia Carrara è sparita nel 1435; nel frattempo, questa politica di conquista da parte di Venezia non è stata molto apprezzata dal Papa, il quale comincia a manifestare un atteggiamento aggressivo nei confronti della Serenissima.

Ma se questa guerra c’è stata un secolo prima della realizzazione di quest’opera, quale è la loro relazione?

Ora ti spiego.

Nel 1508 scoppia la Guerra della Lega di Cambrai (e si concluderà nel 1516), che vede partecipare innumerevoli stati, tutti con un solo obiettivo: arrestare l’espansione di Venezia, ormai diventata una terribile potenza.

Tra gli avversari di Venezia c’è anche lo Stato Pontificio ed il quadro di Giorgione funge, in un certo senso, da avviso: non bisogna esagerare e conquistare terre senza sosta, altrimenti c’è il rischio di finire come i Carrara.

Pensaci un attimo: quando Giorgione dipinse la tempesta era il 1503-1507, e la Guerra della Lega di Cambrai scoppia ufficialmente nel 1508, ma le prime avvisaglie del conflitto ci sono state già tempo prima.

Vuoi un esempio?

La Romagna è un territorio conquistato dalle forze del Papa, ma per una serie di circostanze, i nobili presenti in questa terra hanno deciso di concedersi spontaneamente alla Repubblica di Venezia.

Questo gesto non ha fatto altro che peggiorare i rapporti tra i 2 futuri nemici, portando, in seguito, allo scoppio del grande conflitto.

Questa è soltanto una possibile interpretazione “politica” riguardo la tempesta dipinto, basata sulla data di realizzazione dell’opera ed il simbolo della famiglia Carrara presente sul muro.

Ma andiamo avanti.

Ti sei chiesto perché la tempesta quadro abbia proprio questo nome?

Dà un’occhiata in alto, alle spalle della città dipinta da Giorgione.

Particolare fulmine tempesta Giorgione analisi
Particolare della tempesta

Sta per scoppiare un temporale: il cielo è cupo e si intravedono già alcuni lampi che presto si abbatteranno a terra.

La grande abilità pittorica di Giorgione si vede nel modo in cui dipinge il fulmine: è straordinario e molto realistico.

Se questo quadro fosse davvero una possibile allegoria della Guerra della Lega di Cambrai, allora questo  temporale potrebbe alludere al fatto che presto sarebbe cominciato il conflitto.

Hai notato che i protagonisti non sono preoccupati per l’arrivo di questa tempesta?

Pensandoci un attimo, è una cosa abbastanza strana.

Sembra quasi che Giorgione abbia dipinto 2 scene differenti e che poi le abbia collegate tra loro: nella parte bassa ci sono i personaggi impegnati nelle loro attività, mentre in lontananza si prepara una brutta tempesta; il ponte che sta al centro del quadro funge da parete.

Particolare ponte tempesta Giorgione analisi
Particolare del ponte

Ora fa molta attenzione, sto per mostrarti un dettaglio molto difficile da vedere ad occhio nudo.

Guarda sul tetto dell’edificio più alto che sta sul lato destro del quadro: riesci a vedere l’uccellino bianco che sta lì sopra?

Particolare uccello tempesta Giorgione analisi
Particolare dell’uccello

Per realizzare un particolare così piccolo, Giorgione sicuramente ha usato soltanto un paio di pennellate, come se fosse soltanto uno schizzo; ma questo non vuol dire che sia poco importante.

Capire di che uccello si tratta è abbastanza difficile, ma alcuni studiosi hanno cercato di dare una risposta a questo enigma. Potrebbe trattarsi di:

  • Una cicogna, un tradizionale simbolo della famiglia
  • Un airone, che di solito è un simbolo di buon presagio, ma anche di malinconia
  • Una colomba, la quale alluderebbe alla pace che verrà spazzata via dalla tempesta della guerra

Ma andiamo avanti.

Dà un’occhiata a che straordinario lavoro che Giorgione pittore la tempesta ha realizzato.

La tempesta Giorgione analisi
“La tempesta” GIorgione

Ogni dettaglio è al posto giusto e la scena è stracolma di particolari.

Devi sapere che Giorgione era molto famoso per le sue capacità: in questo lavoro ha mischiato diverse tonalità di verde al blu, ma anche all’argento.

Utilizzando in modo intelligente questi colori, è riuscito a rendere alla perfezione l’atmosfera che si respira prima di una tempesta.

Allo stesso tempo, però, è riuscito anche a rendere sereno e tranquillo tutta la scena che si vede in primo piano, lì dove ci sono la donna, il bambino ed il soldato.

Devi sapere che la tela di Giorgione è stata oggetto di molte analisi ai raggi X.

E sai cos’è saltato fuori?

Analisi raggi X Giorgione tempesta
“La tempesta” Giorgione (analisi ai raggi X)

Che prima di ottenere questo risultato, Giorgione ha fatto un sacco di cambiamenti, modifiche e pentimenti.

Vuoi un esempio?

Nel ruscello che si vede sul lato destro c’era una donna impegnata a lavarsi, ma poi è stata cancellata.

Particolare donna cancellata raggi X tempesta Giorgione
Particolare della donna cancellata

Poi il soldato non doveva proprio esserci: lui è stato un aggiunta successiva.

Che fine ha fatto questa misteriosa donna?

Confronto versione finale analisi raggi X tempesta Giorgione analisi
Confronto tra il quadro finito e l’analisi ai raggi X

Purtroppo non c’è una risposta.

INTERPRETAZIONE

Le ipotesi significato relative a questa tela di Giorgione sono veramente tante.

Ormai è diventata una sorta di sfida cercare di capire chi siano in realtà i 2 protagonisti del quadro e riconoscere la città ritratta sullo sfondo.

Qui sotto ho raccolto le ipotesi più popolari e condivise dagli studiosi a proposito.

Edgar Wind ritiene che i personaggi ritratti sulla tela non siano altro che dei simboli.

Mi spiego meglio: la donna rappresenterebbe la Carità, la quale di solito, in tempi antichi veniva ritratta come una donna impegnata ad allattare.

Il soldato, secondo questa lettura, dovrebbe simboleggiare la forza.

Sono 2 facce della stessa medaglia: forza e carità devono convivere con i pericoli presenti nella realtà e nella natura, qui rappresentati dal fulmine.

Un’altra interessante ipotesi è stata avanzata da Gustav Hartlaub, il quale ha visto nel quadro di Giorgione dei significati alchemici.

Lo studioso pensa che in questa scena siano stati ritratti tutti e 4 gli elementi che compongono la realtà: terra, aria, fuoco ed acqua.

Il critico Maurizio Calvesi, invece ritiene che nel quadro di Giorgione possano esserci dei riferimenti alla filosofia neoplatonica, una scuola di pensiero molto popolare al tempo e che ha influenzato molti altri capolavori, come ad esempio la nascita di Venere del Botticelli.

C’è un’altra spiegazione di cui voglio parlarti, ideata da Salvatore Settis.

Quest’ultimo pensa che i protagonisti del quadro possano essere in realtà Adamo ed Eva.

Il bambino tra le braccia della donna così diventerebbe Caino e la famiglia non si trova più nell’Eden ma sulla terra.

Ed il fulmine?

Secondo questa lettura il fulmine diventerebbe la spada dell’angelo e la luce che si vede tra le nuvole simboleggerebbe Dio che, arrabbiato ha allontanato Adamo ed Eva poiché non hanno rispettato il suo divieto riguardo il mangiare il frutto proibito.

E la colonna che c’entra?

Anche questo dettaglio ha il suo perché.

Se fai attenzione puoi renderti conto che la colonna è spezzata: simboleggia la mortalità dell’uomo e la durata limitata dei beni terreni.

In sintesi, questo lavoro rappresenterebbe la vita dell’uomo dopo la cacciata di Adamo ed Eva dal Paradiso Terrestre.

Ci sono un altro paio di interpretazioni che voglio farti conoscere: quella di Morenghi e quella di Soragni.

Il primo pensa che la donna sia la Sibilla Tiburtina impegnata ad allattare il futuro imperatore Carlo V, mentre l’uomo sarebbe Massimiliano I d’Asburgo; il quadro così acquisirebbe una valenza politica.

Ugo Soragni ha preferito basare la sua interpretazione sui dettagli della città retrostante.

Lui ritiene che si tratti di una veduta di Padova, sia per via dello stemma della famiglia Carrara, ma anche perché il ponte assomiglia molto a quello di San Tommaso, senza contare la grande somiglianza anche della torre in secondo piano con quella dell’Ezzelino.

Confronto torre Ezzellino edificio tempesta Giorgione analisi
Confronto del dettaglio del quadro con la torre di Ezzelino (foto di Paola Lavarini)

Il fatto che quella città potrebbe essere Padova darebbe valore all’ipotesi al fatto che Giorgione abbia rappresentato in questo lavoro la conquista della città da parte di Venezia.

I personaggi, così, acquisirebbero i seguenti ruoli: la donna rappresenta Padova che sta allattando (ovvero sta mantenendo “economicamente) la città di Venezia, ed il soldato sarebbe soltanto uno Stradioto, ovvero un mercenario albanese utilizzato spesso nell’esercito veneziano.

Infine, voglio ringraziare Paola Lavarini, la quale mi ha dato un grande aiuto sull’identificazione della torre di Ezzelino ed in seguito ha realizzato appositamente delle fotografie per permettere il confronto dell’edificio con quello ritratto da Giorgione.

Dario

Sono un blogger curioso ed appassionato di tecnologia. Il mio obiettivo è far conoscere i capolavori della storia dell'arte nell'era digitale.

23 risposte

  1. Alberto ha detto:

    Personalmente ho una lettura dell’opera totalmente diversa, riconoscendo praticamente tutti gli elementi del quadro in un’ altra località veneta ove Giorgione lavorò, lo posso provare.

  2. Maurizio ha detto:

    Sempre interessanti le presentazioni, ma attenzione ai sensazionalismi: la donna che si lava non emerge dai raggi x come nell’immagine che alleghi ma è un’ipostesi, quel disegno è la ricostruzione moderna e fantasiosa ad opera di Raimondi Milano di come potrebbe essere stato il dipinto.
    Se cerchi le vere radiografie puoi osservare quanto sia “creativa”…

  3. Ferruccio Masnata ha detto:

    Sempre più nei nostri Servizi psichiatrici si tende ad esaminare bambini e adulti secondo schemi e misure che si pretendono quanto più possibile obiettivi e metrici. Ma il sapere che riguarda la psiche è enigmatico. Non nel senso che vuol risolvere l’enigma, quanto nel senso che tiene aperto l’orizzonte verso ulteriori approfondimenti, che non tendono ad un’esatta formulazione delle caratteristiche individuali, ma si confrontano col sentire che mette in contatto con se stessi e con gli altri. Così pare vano stilare certificati seguendo schemi e misure e val meglio incontrare piuttosto quello a cui ci si può avvicinare mediante la sim-patia, l’in-tuizione e sapendo che il detto comporta una parte di non dicibile. Si tratta di un sapere che avviene nell’incontro tra esseri umani e che tiene conto della relatività e contingenza dell’incontro, ma che comunque non condanna all’insignificanza ed anzi custodisce tutto pur nella sua enigmaticità, rispettandolo nella sua luce enigmatica.
    Il compito dell’esploratore della psiche non è quello di estrarre dal caos un ordine che poi possa servire a definire la persona che abbiamo davanti, in vista di interventi farmacologici, sociali, normativi di vario genere, in vista del benessere della società in cui ci si trova, o in vista della sola ricerca dell’origine di un qualche disturbo.
    Ciò che diremo dell’incontro tra psiche non ha a che fare con verità logiche, perché da quell’incontro non vengono informazioni sulla realtà (e tanto meno realtà utilizzabili a fini medico-legali) e quindi dobbiamo avere presente il problema del valore di conoscenza del sentire comune dell’esploratore e dell’esplorato. Chi è abituati ai soli procedimenti metrici e logici penserà che da quell’incontro non risulta ‘nulla’. Chi invece procede come stiamo dicendo saprà, dall’incontro, che intanto ha saputo molto dell’atmosfera in cui si muove il soggetto esplorato, del medium in cui vive, della sua storia personale e familiare fino alla terza e quarta generazione precedenti. L’esploratore avrà così dipinto un quadro clinico in cui il soggetto non sta al centro, ma si trova comunque nel quadro, come i personaggi dipinti da Giorgione nella ‘Tempesta’ nel cui sfondo appare un lampo mentre il bambino sta preso nella fisicità della donna, di fronte all’uomo correttamente astante ed astato, su sfondo di edifici integri e di prossime colonne spezzate e solo ai raggi X, sappiamo, si rivela un’altra donna che in un primo abbozzo dell’opera si lavava nel ruscello e che fu ricoperta dalla figura dell’uomo astato.

  4. Mchela ha detto:

    Compimenti! Devo spiegare quest’opera in classe e il tuo lavoro mi sarà davvero utile.
    Grazie infinite!!!

  5. giovanni ha detto:

    Molto godibile la vostra esposizione. Complimenti. Il vostro articolo mi ha spinto a ricercare su internet il vostro racconto e ho trovato un’altra ipotesi, la butto giù alla buona: la città è Treviso, la donna è Treviso indifesa, l’uomo è Bartolomeo d’Alviano che contribuirà alla realizzazione delle mura di Treviso, ecc. Ecco il link.

  6. Anna ha detto:

    Credo che l’autore se farebbe una bella con tutto quel parlare e supporre mamma mia è così semplice ammirare in silenzio e basta a volte tanto fiato toglie il piacere per cui l’opera forse è stata fatta. Scusate la mia ignoranza

    • Andy ha detto:

      Credo che tu faresti una bella cosa se leggessi e imparassi, ti servirebbe anche per i congiuntivi e la sintassi.
      Complimenti all’autore.

  7. Yolande ha detto:

    Abito a Parigi e non conoscevo ne Giorgine ne la Tempesta.Sto imparando l’italiano e la professoressa ci ha chiesto di scrivere una critica di questo quadro. Ho trovato il suo articolo che mi ha interessata moltissimo. Ho scoperto il mistero della Tempesta e le diversi ipotesi . Mi piace il suo stile di scrittura.
    Grazie a lei e mi scusi per il mio italiano

  8. Mauro ha detto:

    Grandioso!! Mi è piaciuto molto la tua analisi.
    Grazie mille per aver messo in risalto dettagli poco intuibili. Hai un metodo espositivo molto chiaro 🙂

  9. arianna ha detto:

    devo fare una ricerca di arte per scuola e finalmente nn dico solo la classica storiella ma cose bensì più interessanti toppp

  10. Pierfrancesco ha detto:

    Complimenti per l’articolo! Hai fatto un ottimo lavoro di ricerca delle varie letture dell’opera, tra l’altro tutte interessanti.

  11. Luciano Gualtieri ha detto:

    Complimenti! Una analisi così profonda non l’avevo mai letta.

  12. Paola Lavarini ha detto:

    Quella nell’ultima foto non è la torre di Ezzelino (che si trova vicino alla porta di ponte Molino, che molto ricorda la struttura nel con il carro del dipinto) ma è la Specola.

  13. Alessandro Fontanin ha detto:

    Sono molto incuriosito da questo quadro del Giorgione e abitando vicino Venezia ho avuto l’opportunità di poterlo osservare bene. Vorrei puntare l’attenzione sul dettaglio del “fulmine”. Trovo tutti i critici concordi nel definirlo tale. Invece a me, nonostante la presenza di nubi scure all’orizzonte, non pare un fulmine. I fulmini hanno struttura zigzagante e tratti lineari. Qui invece possiamo osservare una linea di luce a tratti rotondeggianti che segue il bordo di una nuvola. Credo più ragionevole sostenere che sia il riflesso del sole nascosto dalle nubi. Infatti neppure trovo plausibile che tale linea luminosa possa essere prodotta da un fulmine nascosto oltre le nuvole, in quanto la luce del lampo dovrebbe illuminare con luce più vivida, violenta, bianca e fredda una più ampia parte della scena. Invece, a ben guardare, la linea luminosa appare di tinta lievemente chiara, leggermente rosata. D’altra parte non credo che il frastuono del tuono avrebbe potuto lasciare imperturbato quell’uccello bianco che si può notare poggiato sul tetto della casa. Magari la “tempesta” c’è, o c’è stata, come testimoniano le nubi scure ( o forse esse potrebbero essere scure solo perché in controluce), ma a mio parere quella sottile luce non è un fulmine. Ieri sera ho potuto incontrare il prof. Vittorio Sgarbi, al termine di una godibilissima performance teatrale incentrata sul Caravaggio, e ho potuto porgli la questione. Il suo parere è stato lapidario affermando che nel quadro i fulmini si vedono. Eppure rimango della mia opinione. Gradirei il vostro parere. Grazie.

  14. Claudio Pros ha detto:

    Padova era stata ricolonizzata da Venezia dopo la Guerra di Cambrai e infuriava la peste e la miseria. Ecco perché Padova era nella “tempesta”, violentata, denudata dei suoi averi, e costretta ad allattare il frutto dello “stupro”, ed in più guardata a vista da uno stradiotto!
    Nel 1420 era stato incendiato il Salone con tutte le opere di Giotto e l’archivio giuridico e amministrativo di Padova. Prima era stata distrutta la Reggia dei Carraresi, tutte le fortificazioni, ecc. Era veramente una “tempesta” da cui uscivano acque torbide…Per capire quest’opera bisogna conoscere bene il contesto con la sua storia di lunga durata

  15. Claudio Pros ha detto:

    Il quadro rappresenta Padova degli inizi del Cinquecento nella “tempesta”
    Qual è questa “tempesta? É la colonizzazione di Venezia su Padova.
    La figura denudata di tutte le sue vesti è infatti Padova che allatta la piccola Venezia.
    Il soldato che sorveglia la donna violentata è uno stradiotto
    Le acque che in uscita sono torbide
    Tutte le allusioni sono chiare basta conoscere la storia della colonizzazione di Padova che è durata dal 1400
    al 1700 (molto travagliata e conflittuale)

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