
La Gioconda di Leonardo da Vinci: la storia della donna più misteriosa del mondo
Voglio parlarti di un quadro di Leonardo da Vinci, il quale è considerato addirittura il quadro più famoso del mondo. C’è davvero tanto da dire a proposito dell’opera che mi appresto a farti conoscere ora, e senza dubbio, uno degli elementi che ha contribuito a rendere così importante questo lavoro, è l’alone di mistero che lo circonda. Il capolavoro di cui voglio parlarti è La Gioconda.
Devi sapere che molti si riferiscono a questo quadro chiamandolo con altri nomi come Monnalisa o Monna Lisa. Non preoccuparti: continuando a leggere questo articolo, scoprirai il motivo di questi titoli diversi; non ti voglio parlare solo del nome, ma anche delle dimensioni Gioconda, della sua storia, quale è il suo significato e molto altro ancora.
Anno di produzione: 1503/1506
Dimensioni: 77×53 cm
Dove si trova: Musèe du Louvre, Parigi
LA STORIA DELLA GIOCONDA
La prima domanda a cui voglio rispondere è: chi è la donna ritratta nel quadro della Gioconda? Te lo racconto subito.
Il primo ad occuparsi di questo aspetto è stato Giorgio Vasari, un pittore del ‘500 ed importante storiografo. Nel suo libro intitolato Le vite, Vasari scrive chiaramente che la donna ritratta nel più famoso tra i dipinti di Leonardo da Vinci, è una donna di nome Lisa Gherardini.
E chi sarebbe? Lisa era la moglie di un famoso mercante fiorentino, chiamato Francesco del Giocondo: secondo le fonti sarebbe stato proprio lui a commissionare quest’opera a Leonardo, desiderando un ritratto di sua moglie.
I due nomi della Gioconda di Leonardo da Vinci derivano proprio dalla protagonista e da suo marito. Mi spiego meglio: la tela è intitolata Gioconda perché la donna ritratta era la moglie del mercante Giocondo; il nome Monna Lisa invece è dovuto al nome della ragazza, ovvero Lisa (Monna è un appellativo cortese utilizzato nel ‘500 per le donne, ma è anche l’abbreviazione di “Madonna”).
Chiarita la questione del titolo, devo assolutamente dirti un’altra cosa: sai che Leonardo non ha mai consegnato il quadro a Francesco?
Proprio così. Invece di completare il suo incarico, da Vinci se lo è portato dietro fino alla sua morte.
Non so dirti per quale motivo Leonardo fosse così attaccato a quest’opera, ma spulciando tra i suoi scritti, si legge una chiara amarezza nelle sue opere, dovuto al fatto di “non aver mai completato una sola opera”.
Forse è stata proprio la mania di perfezione il motivo che lo ha portato a non staccarsi da questa tela, non reputandola mai abbastanza buona.
La storia della Gioconda non finisce in Italia: nel 1516, Leonardo viene invitato da re François I a lavorare a in Francia, a Clos Lucé.
Leonardo accetta con piacere questo nuovo lavoro e tra i suoi bagagli c’è anche la Gioconda, a cui apporta costantemente delle modifiche e perfezionamento dei particolari.
L’artista non si separa per un momento dal suo prezioso lavoro, fino alla sua morte; dopo la scomparsa di Leonardo, la Monna Lisa viene ereditata da Salaì, il pupillo di da Vinci.
Il giovane, però, sceglie di cedere il quadro del suo maestro al re François I, e nel giro di qualche anno (senza tenere conto di un breve periodo italiano, durante il quale probabilmente il quadro è passato tra le mani di Giacomo Caprotti) viene trasferito dal Palazzo di Fontainebleau a quello di Versailles ed infine, giunge al Louvre.
IL FURTO DELLA GIOCONDA
Essendo considerato da moltissimi il quadro più famoso al mondo, la Gioconda di Leonardo da Vinci ha aver fatto gola a molti.
Pensa che c’è stato addirittura un uomo, Vincenzo Peruggia, che l’ha fatto sul serio: ha rubato il quadro di Leonardo.
Nella notte tra il 20 ed il 21 Agosto 1911, la Gioconda da Vinci scompare dal Louvre.
All’inizio non ci si preoccupa molto, perché all’interno del museo era una cosa normale il fatto che molti quadri venissero temporaneamente “rimossi” dalle loro posizioni per poter essere studiati, ma questa volta era diverso.
È stato un copista a rendersi conto del furto, e la persona che risponde al nome di Vincenzo Peruggia, ha messo in atto questo folle piano.
Perché ha fatto una cosa del genere? Con la Gioconda Leonardo ha creato una leggenda attorno alla sua vita, la sua concezione dell’arte e le sue opere; Vincenzo, attratto dall’importanza della tela, e sostenendo il fatto che Leonardo era italiano, questo capolavoro doveva essere esposto nel nostro paese e non in Francia.
L’uomo non conosceva a fondo la storia dell’arrivo del quadro di Leonardo in Francia: sappi che pensava che questa tela era giunta in Francia a causa delle scorrerie attuate nei musei italiani da Napoleone Bonaparte.
Ignorava completamente il fatto che era stato lo stesso da Vinci a portarsi dietro il suo capolavoro, senza mai abbandonarlo.
Come ha fatto a rubare la Gioconda? Il piano era veramente semplice: Vincenzo si è nascosto in un ripostiglio durante la notte e quando i visitatori erano andati via, ha aperto la teca che custodiva il quadro (a questo proposito, devo farti una piccola precisazione: Peruggia aveva lavorato al Louvre in precedenza, montando la teca con le sue mani) e se lo è messo sotto il cappotto.
Compiuto il furto, arriva in Italia senza problemi e nel 1913 mostra il suo bottino all’antiquario Alfredo Geri, sperando che le sue fatiche vengano ricompensate e che magari diventasse un eroe nazionale.
Geri, effettuate tutte le analisi del caso, si rende conto che non era l’ennesima copia della Gioconda Leonardo da Vinci ma l’opera autentica, e così, dopo essere state contattate le autorità, Peruggia viene arrestato.
Dopo la cattura, il ladro viene processato e passa in carcere 7 mesi e mezzo.
D’altro canto, i rapporti tra Italia e Francia in quegli anni erano molto buoni, e così, prima di essere riportato al Louvre, il quadro di Leonardo viene esposto per un breve periodo all’interno di alcuni musei.
Una domanda comune a proposito di questa storia è: quanto vale la Gioconda? Se te lo stai chiedendo anche tu, ti rispondo immediatamente.
Non è possibile calcolare una cifra precisa, ma posso dirti che nel 1962 il quadro è stato valutato circa 100 milioni di dollari; facendo un rapido calcolo e tenendo in considerazione l’inflazione ed il valore attuale del dollaro americano, il valore dell’opera ammonterebbe a 790 milioni di dollari.
ANALISI E SIGNIFICATO DELLA GIOCONDA
Le immagini della Gioconda sono un elemento ricorrente nella storia dell’arte, partendo da quella moderna fino alla contemporanea:ci sono artisti che, affascinati dall’opera di Leonardo, hanno cercato di copiarla, imitarla o addirittura alterarla (come nel celebre caso della Gioconda con i baffi di Marcel Duchamp).
Questo quadro nasconde molti misteri che, ancora oggi non hanno risposta. Nonostante ciò, voglio fare luce sulla questione e voglio farti conoscere gli elementi più importanti del lavoro di Leonardo.
Il primo elemento di cui voglio parlarti riguarda la tecnica. Dipingendo un ritratto con questa inquadratura a mezzo busto, Leonardo rivoluziona completamente questo genere; solitamente, per quadri di questo tipo c’erano due possibilità: o ritrarre il soggetto per intero, oppure solo il volto.
Optando per questa soluzione, Leonardo si avvia all’esplorazione di un campo completamente nuovo, conscio dei pericoli che questa scelta comporta.
Fortunatamente, il risultato che ottiene è straordinario, e dopo di lui, molti altri artisti seguiranno il suo esempio.
Adesso guarda il paesaggio che si trova dietro la Gioconda. Può sembrarti scontato, ma in realtà non è così: altri colleghi di Leonardo, quando decidevano di dipingere dei ritratti, o dipingevano uno sfondo neutro oppure disegnavano un semplice muro: in questo modo il protagonista dell’opera era il primo elemento che saltava all’occhio dell’osservatore.
La scelta coraggiosa di Leonardo, in verità, era stata già tentata da Piero della Francesca in precedenza nei due ritratti dei duchi d’Urbino, il quale aveva inserito alle spalle dei due protagonisti un bello scorcio naturale.
Utilizzando questa tecnica, l’atmosfera del quadro cambia radicalmente, diventando più naturale ed assomiglia molto ad una fotografia moderna.
Voglio dirti un’altra cosa a proposito del paesaggio: se guardi con attenzione, dietro la donna, si nota con chiarezza un sentiero, un ponte ed un fiume. Se provi ad alzare lo sguardo e cerchi di scrutare più in lontananza, noterai che una fitta nebbia impedisce di scoprire i dettagli del panorama.
Ci sono anche delle rocce che costeggiano il fiume e che sono state modellate dall’acqua nel corso degli anni ed oltre a questo, c’è anche la luce che filtra pian piano in tutta l’opera e che dona una sfumatura dorata a tutta la scena.
Si tratta di un paesaggio inventato o è un luogo reale? È una bella domanda.
Alle spalle della Monnalisa, puoi notare che il paesaggio non è uniforme: a sinistra è più rialzato mentre a destra è più basso.
Per via di questa differenza, ovviamente non presente nella realtà, molti hanno pensato che si trattasse di un luogo partorito dall’immaginazione di Leonardo, ma in realtà non è così.
Nello scorcio che si vede a destra della protagonista è stato riconosciuto un luogo ben preciso, ovvero dove il fiume Arno riceve le acque della val di Chiana; in quelle vicinanze c’è il ponte a Buriano, molto simile a quello dipinto da Leonardo.
Anche nel paesaggio di sinistra è stata riconosciuta una zona prossima a quella del ponte che ti ho appena spiegato: le rocce dure che sono state disegnate lì, sono le stesse che si vedono percorrendo la strada del ponte; inoltre, questi rilievi sono calanchi.
Tutta questa attenzione per la natura non è un caso: è proprio lei la “seconda” protagonista della scena; in effetti è questo elemento che qui simboleggia la natura naturans, che tradotto in parole povere vuol dire “farsi e disfarsi”.
Cosa significa tutto questo? Con questo concetto “impresso” nell’opera, Leonardo allude al continuo mutare della materia, del suo passaggio dallo stato solido a quello liquido e poi quello gassoso.
Cosa c’entra la Gioconda con la natura? La risposta più scontata sarebbe niente, ma in realtà non è così.
La donna, infatti rappresenta il risultato perfetto dell’evoluzione della materia, la quale, dopo aver completato il suo processo di trasformazione, raggiunge la perfezione nell’essere umano.
C’è un costante “movimento” che anima tutta la scena: sembra quasi che l’acqua del fiume stia per scorrere da un momento all’altro e che il tempo stia procedendo; questa sensazione non è data soltanto dal paesaggio, ma anche dalla particolare posizione di Lisa Gherardini.
Infatti Leonardo dona questa sensazione dinamica e di movimento alla protagonista dipingendola con il corpo girato di tre quarti verso sinistra, rinunciando alla tradizionale posa frontale.
Pare quasi che la protagonista si stia aggiustando per mettersi in posa per l’artista.
Ora voglio parlarti di un altro importante elemento del quadro, ovvero la luce: prima ti ho già detto che c’è questa sfumatura color oro che riempie la scena.
Se osservi con maggiore attenzione puoi notare che questa forte luce arriva dal fondo, diventando sempre più debole man mano che si avvicina alla donna, arrivando a dissolversi e scomparire quasi del tutto tra i suoi capelli, ma nello stesso tempo, rimane molto intensa sulle mani e sul volto.
È proprio la luce che dona questa caratteristica vitalità alla Gioconda di Leonardo.
Il sorriso della Gioconda (o il sorriso della Monnalisa, se preferisci), è considerato da molti il punto più importante dell’opera. Tu sei d’accordo?
È inutile negarlo: è proprio questo piccolo particolare che attrae al Louvre migliaia di turisti da tutto il mondo ogni giorno.
Cosa nasconde il sorriso della Gioconda?
Devi sapere che Leonardo è sempre stato all’avanguardia in fatto di pittura e scienza: ha studiato il chiaroscuro, le figure ed anche i particolari delle espressioni facciali dell’essere umano.
Non ha mai tralasciato un singolo particolare, e forse, proprio per questa sua minuziosa attenzione ad ogni elemento, pensava che nessuno dei suoi lavori fosse effettivamente terminato.
Il sorriso di questa donna è il risultato di tanti, lunghi e complessi studi di fisiognomica che riassumono, attraverso questa “semplice” espressione, il precario equilibrio tra ciò che evidente (e che si vede), e ciò che non lo è.
Una cosa che reputo straordinaria, è l’illusione del cambiamento d’espressione della Monnalisa adottando una posizione d’osservazione diversa.
Non si tratta di un fatto casuale: questa “trasformazione” rappresenta il costante mutare dei sentimenti umani, e quindi, un voluto significato simbolico inserito da Leonardo in un comune ritratto.
Ma possiamo considerarlo davvero un semplice ritratto? No.
Man mano che Leonardo procede nel suo lavoro, l’obiettivo si fa sempre più chiaro: questo non è un quadro come gli altri; questo è lo strumento prediletto per rendere noto a tutti l’inafferrabilità della natura e dell’animo umano.
Devi sapere che Leonardo, da scienziato curioso, ha provato in prima persona a scoprire e spiegare i misteri della natura e dell’uomo, ma dopo tantissime ricerche, ha capito che non è possibile trovare una risposta a tutto.
Con quest’opera non vuole testimoniare il suo fallimento, ma piuttosto la sua saggia conclusione, raggiunta dopo molti sforzi.
Tutto questo è racchiuso nell’enigmatico sorriso della Gioconda, ma, come avrai capito, non è l’unico elemento chiave dell’opera.
L’artista, utilizzando uno sfumato ottenuto con delle piccole e sottili velature di tonalità diverse, combinato con alcuni colori dorati, ottiene un’atmosfera dell’opera mista tra la tranquillità della natura e la “pesantezza” del significato simbolico che Leonardo ha inserito nella scena.
In pratica,non si tratta di un ritratto banale. Al suo interno ci sono tanti piccoli particolari che ci hanno permesso di conoscere a fondo i progressi, la tecnica e la vita di Leonardo da Vinci.
Esistono molti altri lavori che testimoniano perfettamente l’abilità artistica di Leonardo: questo quadro non è da meno, ma più che mettere in mostra i punti salienti del suo stile, la tela mira a mettere in primo piano il suo modus operandi, ovvero la sua costante ricerca del collegamento tra il singolo e minuscolo fenomeno ed il vasto universo.
Come ti ho detto all’inizio, è proprio il mistero che che ha reso quest’opera uno dei più celebri lavori di tutta la storia dell’arte.
La qualità dell’opera non si discute, ma sono state proprio quelle cose “inspiegabili” che hanno affascinato chiunque abbia cercato di comprenderla più a fondo.
LE ALTRE GIOCONDE
La Gioconda ha destato scalpore fin dalla sua scoperta e sono stati tantissimi i tentativi da parte di altri artisti, di copiarla, modificarla e migliorarla.
Ora ti parlerò di 3 varianti della Gioconda molto importanti che ho conosciuto leggendo il capitolo Tante “Gioconde” all’interno del libro di Alberto Angela intitolato Gli occhi della Gioconda.
Ho trovato questo libro davvero interessante, perché mi ha fatto scoprire un sacco di segreti e novità riguardo questo lavoro (come ad esempio le altre versioni di cui ti sto per parlare).
Se vuoi saperne di più su questo libro, premi qui.
GIOCONDA DI MADRID
La prima è la copia della Gioconda conservata al Museo del Prado, a Madrid.
Ci sono diverse informazioni riguardo quest’opera: nel 1666 è entrata a far parte della Collezione Reale spagnola, per poi giungere all’interno del Museo del Prado.
Guardandola per la prima volta, la differenza più importante riguarda lo stato di conservazione: questa è stata tramandata nei secoli in modo decisamente migliore rispetto alla tela originale.
L’ottimo stato dell’opera è dovuto ai diversi interventi di restauro della tela, i quali hanno portato a risultati veramente invidiabili, come l’eliminazione dello sfondo nero; la cancellazione della sporcizia in secondo piano ci ha fatto scoprire un paesaggio molto simile a quello realizzato da Leonardo nel suo quadro originale.
Ma chi è l’autore di questo lavoro? Fin dalla sua scoperta è stata accantonata l’ipotesi che potesse essere un’altra opera di Leonardo (era sempre scontento dell’originale e difficilmente ne avrebbe fatta un’altra dopo), ma si è preferito pensare che l’autore fosse Gian Giacomo Caprotti, detto il Salai, che era l’allievo preferito di Leonardo.
Perché proprio lui? Siamo giunti a questa risposta attraverso le fonti: Leonardo muore nel 1524, e parte della sua eredità (tra cui c’è anche una Gioconda) arriva proprio al Salai.
Un’altra teoria ipotizza che l’autore sia Francesco Melzi, un altro allievo di Leonardo.
In effetti, Melzi è rimasto accanto a Leonardo fino alla sua morte, perciò, avrebbe avuto tutto il tempo di guardare il lavoro del suo maestro e realizzare una copia come questa.
GIOCONDA DI SAN PIETROBURGO
La seconda, importante variante di cui voglio parlarti è la Gioconda di San Pietroburgo.
Leonardo non è mai arrivato a San Pietroburgo, vero? Esatto.
Il nome dell’opera è dovuto al fatto che si trova in una collezione privata, in Russia.
A primo impatto, puoi notare immediatamente che la qualità di questa tela è decisamente superiore a quella di Madrid.
Diversamente dalla versione leonardesca, la differenza più importante riguarda il volto della donna: qui la protagonista è molto più giovane rispetto a quella mostrata nel celebre capolavoro.
Guarda il paesaggio di questa versione russa: si vedono delle colonne alle spalle della Gioconda (totalmente assenti nel quadro del Louvre).
C’è un dato che però accomuna l’opera di San Pietroburgo a quella di Madrid: nessuna delle 2 è stata realizzata da Leonardo.
Il quadro russo è una copia di metà ‘600.
Da cosa lo si capisce? Devi sapere che sono state effettuate delle analisi scientifiche su questa tela ed è stata rinvenuta della “baritina” (detta solfato di bario in chimica).
Si tratta di un minerale utilizzato per la preparazione del supporto (soprattutto negli anni che vanno dal 1620 al 1680), ma quando questa sostanza veniva utilizzata, Leonardo era morto da più di un secolo.
GIOCONDA ISLEWORTH
Siamo poco prima della Prima Guerra Mondiale ed il mercato d’arte conosce uno dei suoi momenti migliori.
Un collezionista inglese, nella casa di un nobile nel Somerset trova questa curiosa versione della Gioconda e dopo averla acquistata, la porta nel suo studio a Isleworth (un piccolo sobborgo di Londra), e viene conosciuta come Gioconda Isleworth.
Nel 1960 l’acquista Henry Pulitzer, un collezionista americano, per poi diventare proprietà di un consorzio svizzero; nonostante sia proprietà svizzera, è conservata all’interno di una banca di Singapore, sorvegliata costantemente.
I tanti studi fatti su questa tela lasciano senza parole: l’autore potrebbe essere proprio Leonardo da Vinci, il quale avrebbe eseguito questa tela poco prima del suo leggendario capolavoro.
Ci sono molti particolari che meritano attenzione: la presenza delle 2 colonne, le sopracciglia della protagonista (assenti nella Monnalisa del Louvre), l’età più giovane e poi il paesaggio alle spalle è molto spoglio, dando la sensazione che questo lavoro sia la prima tappa di un lavoro molto più complesso.
Sommando questi piccoli dettagli, si è giunti alla conclusione che Leonardo abbia dipinto questa tela nel 1500 (poco prima o poco dopo).
Ma queste sono prove sufficienti per dimostrare che è Leonardo l’autore? In effetti no, ma c’è dell’altro: nel 2015, l’Università di San Diego ha confrontato la distribuzione delle luci e delle ombre nei 2 quadri e c’è una corrispondenza del 99%.
Tutto questo fa presagire che sia stato da Vinci a realizzare questo lavoro.
Tu che ne pensi del quadro di Leonardo? Pensi che sia sopravvalutata o ritieni che meriti tutta questa fama? Se ti va, puoi farmi sapere la tua opinione lasciando un commento qui sotto.
Floriana Emilia
Non me ne vogliano i critici d’ arte né gli amanti di Leonardo, ma se devo essere sincera, artisticamente parlando, la famosa Gioconda non mi attira per nulla. Non trovo tutto questo “fascino enigmatico” che l’ha resa tanto famosa. Non intendo discutere certo delle abilità dell’autore, né dei canoni di bellezza del ‘500, ma secondo il mio modesto parere, l’ opera non esprime una grande ispirazione dell’artista nella sua realizzazione, quando una ricerca esasperata di perfezionismo che poi ricade in evidenti imperfezioni: l’esagerata ombreggiatura superiore degli occhi, posti su una superficie piana anziché su un volto non proprio frontale, l’asimmetria delle labbra e del viso, le spalle cadenti ecc..Sembra quasi che ogni particolare del viso sia stato dipinto, senza tenere conto dell’insieme e, soprattutto della luce dell’ ambiente che colpisce la figura. Inoltre, il paesaggio che, con probabilità, dovrebbe riprendere una natura Lombarda, sembra del tutto irrealistico, quasi lunare…Tutto ciò sarebbe avvalorato anche dal fatto che secondo recenti analisi scientifiche del dipinto, sotto l’ immagine definitiva (anche se incompleta nelle intenzioni dell’ autore), si celerebbero atre due tentativi di ritrarre la modella. Forse il mistero più grande che riguarda questo dipinto riguarda le generalità della modella che non sono affatto scontate e il perché Leonardo non lo avesse mai consegnato al suo committente….
Roberto
la tecnologia digitale ha rivelato che la misteriosa Gioconda, è uno studio del Leonardo che si occupava della teoria aristotelica per come si formano i colori dal bianco e dal nero. .. Le tesi annunciate prima dell’avvento di Isaac Newton furono cancellate, così la scienza si promise di convalidare come unico mezzo capace di separare la luce bianca mostrando il suo spettro colorato, il prisma di Newton.
i'm a bot!
Artico molto interessante, mi sembra opportuno fare i complimenti al blogger perché ha scritto un artico non bello, ma favoloso! Ora non ho più dubbi su questo quadro e vorrei aggiungere che se non fosse per questo bel sito io sarei stato per tutta la vita con dubbi e perplessità. Sono convinto che non sono l’unico ad aver apprezzato l’artico e probabilmente migliaia di perso saranno rimasti sbalorditi dopo aver letto questo artico. Ora so praticamente tutto su questo quadro e credo che se non avessi mai letto questo artico non avrei mai desiderato di andar a vedere il quadro. Infatti ora mi è venta vogli di andare a visitare il quadro. La cosa molto bella è che ora apprezzo questo dipinto, mentre prima pensavo che fosse uno stupido quadro che raffigurava una donna. Un saluto da i’m a bot!
Capozziello
1) Secondo me, il quadro di Leonardo, sarà per sempre unico è inconfondibile dai fan dell arte .
2) Poi mi piace quella di Madrid, per lo sfondo molto dettagliato è accurato che mi sembra stoffa.
3) Sei molto bravo a fare queste analisi dei dipinti , infatti mi ha colpito molto le tue curiosità sulla Gioconda
4) Mi chiamo Marta è ho 9 anni mi piace molto disegnar,e e ho fatto una Gioconda tutta mia. : )
Giuseppe Balzaretti
Io credo proprio che il paesaggio della Gioconda sia il lago di Como e la MonnaLisa si trovi nel triangolo lariano, anche i dati storici danno come erede della conoscenza di Leonardo il giovane Melzi, la cui famiglia ha una proprietà a Bellagio, esattamente al vertice del triangolo lariano. La Gioconda come dice la parola stessa ride, ha un cuore allegro. La Gioconda rappresenta l’unione tra la Monnalisa(Moon) e Leonardo(Leone, Sole),la Madonna e il Cristo, tra Luna e Sole, il femminile e il maschile per risalire alla vera natura che è femminile. Il cuore è il centro . Il gioco è il mezzo per la conoscenza.
Fabrizio
Io ho solo 11 anni ma le tue spiegazioni sono cosi chiare che le ho capite. Un giorno vorrei visitare il Louvre per ammirare la Gioconda.
Leonardo
Sei davvero bravo a spiegare!
Dario Mastromattei
Grazie mille, gentilissimo.
Anna
Leggo sempre le analisi che fai riguardo le opere d’arte. Sono molto approfondite ma soprattutto di facile comprensione. Complimenti, sei bravissimo!!
Dario Mastromattei
Grazie Anna, è proprio questo il mio obiettivo: far conoscere le opere d’arte per bene ma senza risultare complicato.
Vincenzo Vavalà
Secondo il mio modesto parere eccovi la vera realtà della Gioconda ossia Lisa Gherardini
Gioconda = Gioco dell’Onda, ossia il riflesso cristallino del fiore.
Lisa = Fiore “Il Giglio bianco” Fiore preferito sta a designare il Fiore per eccellenza della Vergine Maria.
Per come la vedo io: la Gioconda è Maria Maddalena, come lo fa anche notare i suoi capelli ed il sorriso
Sofia
WOW! L’analisi mi ha entusiasmata molto…ma oltre al sorriso…ci metterei anche lo sguardo che ti insegue…è uno sguardo enigmatico, nasconde mistero…che bello che ci sia qualcuno che ci tiene a tramandare opere via web…grande!
Dario Mastromattei
Grazie mille Sofia, sei molto gentile! 🙂 Sono d’accordo a proposito dello sguardo della Gioconda: è un’opera ricca di mistero e che nasconde ancora molte sorprese; speriamo di riuscire a svelare il vero significato di questo capolavoro di Leonardo.
Boreno Borsari
Sull’identità dalla Gioconda sarebbe opportuno valutare con attenzione quanto scrisse nel 1957 Carlo Pedretti in “Storia della Gioconda”, Geneve, 1957 pp. 132/139. Per quanto riguarda il paessaggio alle spalle, io penso che si tratti di un disegno unitario dove al centro è posto il soggetto. Si tratta della rappresentazione del fiume Arno nel tratto che va dall’antico ponte di Signa (documentato con un rielievo del 1596 e distrutto nel 1944) fino al suo sbocco nel mar Tirreno. Questo percorso a destra guardando il dipinto arriva fino alla curca a sinistra e in lontananza sono i monti pisani e il mare. Sulla sinistra invece il percorso continua con la “esse” rovesciata della stretta della Golfolina (luogo ampiamente studiato e propaggine del Montalbano) e evidenzia nel dipinto a picco sul fiume
questo monolite per poi entrare nelle gole del pelago. Da lì esce per dilungarsi nella pianura che porta fio a Pisa e al mare.
Ancora oggi su google earth si può rendersi conto meglio di questo percorso. La Gioconda di conseguenza avrebbe lo sguardo orientato verso la città di Firenze che dista pochi chilometri da Signa. Il suo sorriso enigmatico è probabilmente un messaggio alla città.
Marilia
Puoi essere ..
Perché dopo lui va in Francia .. e come segno di nostalgia per Firenze ma la sua vita segue avanti nel corso come il fiume .. e poi secondo me .. nel quadro abbiamo impressione che lei è seduta davanti questa imagine come si fosse su balcone .. ma si guardi bene la inquadratura sembra che lui ha dipinto lei davanti a una tela già dipinta e non ha una imagine che era lì dietro reale come quando facciamo una foto con panorama… ho questa sensazione come quando noi prendiamo un sfondo pronto e tagliamo nostra imagine e lo mettiamo davanti
Roberto
giusta osservazione , la Gioconda non è particolarmente interessata a quello che sta per accadere alle sue spalle, ancora oggi nessuno si è accorto che l’impianto iconografico mette in evidenza una prova scientifica in favore dell’uomo Leonardo da Vinci, e così evidente che nessuno la vede . Roberto
sergio
il paesaggio alle spalle della Gioconda sono semplicemente una parte delle Alpi,come si desume da confronti che corrispondono perfettamente a una parte di questa catena!?
Ravecca Massimo
L’ipotesi principale riguardo al personaggio ritratto è che sia il ritratto di una signora fiorentina, stranamente non consegnato al committente. […]. Carlo Vecce è arrivato ad affermare che, iniziato il ritratto di Lisa Gherardini a Firenze e lasciatolo a mezzo, Leonardo ne avrebbe mutato il soggetto a Roma terminandolo come ritratto di Isabella Gualandi. […]. C’è chi vi ha visto una donna incinta. Martin Kemp vi scorge un’analogia tra la futura madre e l’acqua sullo sfondo come madre della Terra, chi un ideale di bellezza universale, chi un compendio dell’arte e delle conoscenze di Leonardo: Monna Lisa contiene nel suo corpo il mondo, è il paesaggio. Ma forse il quadro è anche e contemporaneamente un abile gioco di prestigio, un artificio sofisticato, un complesso trucco pittorico, per raffigurare non una persona vera, ma un volto ideale, un concetto. La stessa luce che pervade il dipinto è artificiale, frutto delle conoscenze di ottica dell’autore: “L’illuminazione del volto non corrisponde affatto all’illuminazione naturale di una loggia, che dovrebbe ricevere la maggior parte della luce dal lato aperto verso l’esterno. Nel ritratto, tuttavia, Lisa è illuminata da una fonte di luce situata in alto a sinistra, oltre il margine del quadro e non troppo lontana dalla sua superficie. L’illuminazione del volto, veicolo per eccellenza dell’espressione dell’anima, risulta quindi frutto di un artificio”. (F. Zöllner, Leonardo da Vinci, Taschen, 2011, trad. it. B. Baroni, L. Butani, S. Candida, F. Pilli, V. Tipertelli, p. 161). […]:l Mario Alinei (1926) ha sostenuto, basandosi su una sua esperienza personale connessa alla morte di una persona cara, e analizzando la personalità e le opere di Leonardo, che sia il ritratto di una giovane donna morta, con gli occhi ancora aperti.
Sia il ritratto di una donna incinta, che l’autoritratto al femminile di Leonardo, che l’idea di Alinei contengono temi ricorsivi. Nella prima ipotesi abbiamo un volto nascente dentro un altro, nella seconda un volto ne nasconde un altro, nella terza: “La Gioconda è, di fatto, due volte finta: finta in quanto opera d’arte, ma finta anche come morta che si finge viva. […]. Proprio come nel gioco di prestigio, in cui non siamo noi a vedere, ma qualcuno che ci fa vedere ciò che vuole. […]. La Gioconda ci appare, così, come una nuova e straordinaria interpretazione della Medusa che Leonardo disegnò da giovane, […] Una Medusa moderna ed eterna, […], ci fa prima sentire il profumo dell’amore, e poi ci conduce a sfiorare la morte lasciandoci, smarriti, sull’orlo di un abisso.” (M. Alinei, Il sorriso della Gioconda, Il Mulino, Bologna, 2006, pp. 122-3).
Nell’inquietante e suggestiva ipotesi di Mario Alinei, la prima opera andata perduta di Leonardo e collegata con l’ultima. Leonardo per soddisfare l’ipotesi di Alinei potrebbe “semplicemente” aver fatto un ritratto ideale di una giovane donna morta basandosi sulle sue esperienze di anatomista. . Alinei potrebbe aver visto giusto. Le varie teorie non si escludono a vicenda, che siano state avanzate e validamente sostenute è comunque significativo. […] Cfr. ebook/kindle. Leonardo e Michelangelo: vita e opere.. Grazie.
Marilia
Penso che fare lei con mezzo sorriso e anche una innovazione di Leonardo perché quase tutti opera di autorretrato erano di persone serie e con una imagine di superiorità e potenzia, lei quando fa questo sorriso timido mostra anche il lato umano e la burguesia. Perché prima solo nobile potevano permettersi quadri del generi e non guardavano mai diretamente perché la plebe non poteva guardare diretamente il nobile perché c’era sempre questa superiorità.. la Gioconda non guarda diretamente ma neanche è indifferente.. rappresenta molto la burguesia .. che non è nobile ma non è neanche popolo… e poi esattamente penso che paesaggio dietro sia un quadro già dipinto come si lei fosse un quadro davanti un quadro .. perché si vedi che lei ha un distacco da quello paesaggio
Sandro Albini
Vasari descrive, senza averlo visto, il ritratto di Lisa Gherardini, nobile fiorentina sposata con Francesco del Giocondo. Ma la Gioconda non può essere il ritratto di Lisa: le leggi suntuarie imponevano alle donne nobili sposate di tenere il petto velato e i capelli raccolti da una cuffia. La iconografia della modella riporta alle cortigiane di ambito lombardo veneto, come si evince dallo scialle giallo. Più credibile sia il ritratto dell’ultima amante del Moro, Lucrezia Crivelli, appellata come “Gioconda” nel decreto con il quale le viene donato un feudo. Peraltro il Lomazzo parla di due distinti dipinti: Uno di Monna Lisa e l’altro della Gioconda. V. in proposito lo studio di Elfriede Knauer in Raccolta Vinciana, Milano 2009.
Dario Mastromattei
Grazie della delucidazione e del commento.
Ravecca Massimo
Il segreto della Gioconda dipende da essere lo specchio magico che rimanda alla Sindone di Torino? Se la Gioconda è anche il ritratto al femminile di Leonardo, il volto della Sindone è simile al suo autoritratto. Anche Leonardo e Michelangelo, diversi nel carattere, erano però più simili nella loro arte di quanto si suppone normalmente. Entrambi si servivano di processi ricorsivi, giochi di specchi, e anche il loro volto nella maturità fu simile come testimonia, l’autoritratto di Leonardo e il ritratto di Michelangelo di Daniele da Volterra. Cfr. ebook, (amazon) di Ravecca Massimo. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo
Dario
Rimarrà sempre un quadro che nasconderà troppi interrogativi ora e sempre.
Agata Moretti
Analisi chiara e precisa da cui prender spunto per le lezioni di storia dell’arte in classe.
Agata
PS Di recente sono stata a vedere il ponte romano nella riserva naturalistica dell’Arno, poco distante da Arezzo, cosiddetto ‘Ponte della Gioconda di Leonardo da Vinci’: sembra veramente il paesaggio dipinto alle spalle della Gioconda!
Dario
La ringrazio per i complimenti. Spero anche io un giorno di poter visitare questo ponte, mi ha incuriosito!