La morte di Marat di Jacques-Louis David: omaggio ad un martire del popolo
Voglio farti conoscere il quadro più celebre di Jacques-Louis David. Questo è stato un grande pittore vissuto tra fine ‘700 ed inizio ‘800 e le sue opere ci hanno permesso di conoscere gli anni della Rivoluzione Francese, i suoi protagonisti fino all’ascesa ed il crollo di Napoleone Bonaparte. L’opera che voglio farti scoprire ora è intitolata la morte di Marat.
Quando avrai finito di leggere questo articolo, ti assicuro che saprai tutto sull’assassinio di Marat, il perché di questo efferato omicidio, la composizione dell’opera, le dimensioni, in che museo è conservato e perché proprio questo lavoro è considerato il più popolare lavoro di Jacques-Louis David.
Anno di produzione: 1793
Dimensioni: 1,62 x 1,28 m
Dove si trova: Museo reale delle belle arti del Belgio
Chi era Marat?
Te lo racconto subito.
Jean-Paul Marat era un importante giornalista francese, il quale, prima di dedicarsi al mondo della stampa, aveva studiato medicina, arrivando ad esercitare anche la professione per qualche tempo.
Con l’avvenire della Rivoluzione Francese, cominciò ad interessarsi alla situazione e nel 1789 fondò il giornale L’Ami du peuple, (l’amico del popolo), dimostrando di avere dei pensieri fortemente radicali.
Si unì ai Giacobini, diventandone il presidente ed i suoi articoli divennero dei veri e propri inni alla rivoluzione, portando i cittadini che leggevano il giornale ad attaccare i girondini che in quel periodo avevano il potere.
Con la cacciata dei girondini, i giacobini di Marat avevano campo libero e formarono immediatamente un nuovo governo; lo scrittore non si fermò e continuò a scrivere di rivoluzione e protesta, sfociando spesso nell’eccessiva violenza.
Forse fu proprio questa eccessiva aggressività a far preoccupare Charlotte Corday, una giovane girondina, la quale scrisse una falsa lettera di supplica per farsi ricevere da Marat, il quale cascò nella trappola.
La Corday, arrivata a Parigi aveva un unico obiettivo: l’uccisione di Marat. Dopo aver trovato la casa in cui abitava il giacobino, ci vollero pochi minuti prima che Charlotte pugnalò Marat mentre si trovava in vasca.
Perché l’uomo era in una vasca?
Devi sapere che Marat soffriva di una malattia alla pelle, che la obbligava a fare dei bagni con medicine specifiche per alleviare i dolori.
Questa era la storia di Marat assassinato, ed ora voglio farti conoscere il quadro dipinto da David, il quale rimase particolarmente colpito dalla tragica vicenda, poiché i due erano amici.
La volontà di realizzare quest’opera provenne dalla Convenzione dei giacobini, i quali volevano esaltare con un quadro, il sacrificio del giornalista, il quale sarebbe diventato un martire della Rivoluzione.
David prese a cuore questo incarico, il quale prima di realizzare la versione finale, studiò dal vivo la maschera mortuaria di Marat, in modo tale da poter rappresentare in modo realistico il giornalista che diede la vita per donare forza alla Rivoluzione.
Adesso guarda con attenzione il quadro: il protagonista si trova nella vasca, privo di vita, con in mano un foglio e con un braccio a penzoloni e con l’altro regge un foglio con alcune scritte.
Come puoi notare non c’è Charlotte nella scena, e ciò può farti intuire che il momento ritratto sia qualche minuto dopo l’attacco da parte della donna.
Osserva bene tutti gli oggetti che sono presenti: c’è un coltello a terra, alcuni fogli, un calamaio, la penna e la vasca sporca di sangue e coperta con alcuni veli di diverso colore.
David ha inserito volontariamente alcuni oggetti che non mostrassero la morte del giornalista come un comune fatto di cronaca nera, ma che elevasse l’uccisione di Marat ad un sacrificio di un eroe che ha dato la vita per un bene più grande.
A terra c’è il coltello con cui Charlotte ha pugnalato l’uomo a morte, facendoti capire quale è stata la causa della sua morte.
Il grande altare di legno che risalta in primo piano e su cui sono appoggiati i vari fogli, presentano una dedica da parte dell’artista al suo amico. C’è scritto : À MARAT, DAVID/L’AN DEUX che tradotto liberamente vuol dire a Marat da David, l’anno secondo.
Voglio farti notare una cosa: hai visto che sull’altare è tutto scritto in stampatello maiuscolo?
Si tratta di un ulteriore omaggio da parte di David all’attività giornalistica di Marat, il quale, attraverso i propri testi riuscì a far cacciare i girondini ed a convincere il popolo a seguirlo.
Nella mano appoggiata sulla vasca, Marat ha una lettera in cui puoi leggere chiaramente il nome di Charlotte: questo particolare ti fa capire che si tratta della finta lettera dell’assassina per farsi ricevere da Marat.
Se non ti avessi raccontato la storia della morte di Marat, probabilmente farti vedere che c’era il nome della donna sulla lettera non avrebbe avuto alcun senso.
È proprio questo l’obiettivo di David: cancellare ogni traccia di Charlotte, facendola sparire e lasciando solo il coltello come segno del suo passaggio; in questo modo Marat sarebbe stato ricordato per sempre, mentre la donna sarebbe stata presto dimenticata da tutti.
Il braccio che pende del protagonista è molto interessante: devi sapere che il suo nome, nella tradizione artistica è indicato come il braccio di Meleagro.
Meleagro era un eroe della mitologia greca, la cui morte è stata ritratta su molti sarcofagi ed anfore; successivamente, la sua posizione inerte è stata molto utilizzata anche da altri artisti per ritrarre Gesù morto ed altri importanti protagonisti dei loro quadri.
A questo proposito, devo assolutamente farti notare la somiglianza del braccio a penzoloni di David con quello di Gesù nel quadro che raffigura la Deposizione di Cristo di Raffaello. Non trovi che siano molto simili tra loro?
David fu uno dei più grandi pittori neoclassici e conosceva bene le opere di Raffaello Sanzio e di altri famosi artisti, e spesso utilizzava i loro lavori come fonte di ispirazione per i propri disegni.
Hai notato che nella parte superiore del quadro non c’è nulla?
Questo non significa che David non ha completato il suo lavoro, anzi, è stata una scelta volontaria.
Lasciando nell’oscurità il resto della scena, David ti costringe a concentrarti su Marat e sul suo brutale omicidio.
Una luce debole proviene dall’esterno sinistro della scena ed illumina parzialmente il corpo di Marat ormai privo di vita.
Questo particolare gioco di luci ed ombre ricorda molto i quadri di Caravaggio, molto apprezzati da David e studiati per il suo interesse per l’arte europea classica.
Silvia
Ciao Dario, intanto complimenti per la descrizione molto dettagliata dell’opera.
Volevo chiederti alcuni chiarimenti sul dipinto dal momento che devo compilare una scheda di quest’opera.
Per quanto riguarda la collocazione, c’è una collocazione originaria o si è sempre stato dove lo troviamo attualmente?
Per quanto riguarda invece la conservazione, ci sono stati restauri?
Avrei inoltre bisogno di informazioni riguardo al peso percettivo.
Grazie
fatima
ciao io ho 13 anni e ti ringrazio per aver fatto tutto questo mi hai aiutato per avere più informazioni su marat…grazie veramente di cuore
Federica
Ciao, una mia alunna sostiene con fermezza che Marat, oltre a fare questi bagni curativi per via della malattia alla pelle, aveva anche problemi alla schiena che gli impedivano di reggersi in piedi… io non ho trovato alcun riscontro. Grazie federica.
Dario Mastromattei
Ciao Federica, ho fatto una ricerca in proposito ed è confermata soltanto la malattia della pelle. Non ho trovato nulla in merito ad un’eventuale problema alla schiena.
aurora
bravissimo, complimenti
Carlo Miscucci
mi servirebbe un confronto con “la composizione” di caravaggio e in particolare il braccio riverso del cristo
Francesco Masotto
Quali sono le linee di forza del ritratto?
Dario Mastromattei
Ciao Francesco,
grazie per la tua domanda.
Nell’ultima immagine presente nell’articolo ho inserito un’immagine con le linee di forza presenti nel quadro.
Per farla breve, la “spinta” dell’azione va verso sinistra, accompagnando il rilassarsi del corpo di Marat negli istanti successivi alla sua morte.
Possiamo disegnare “mentalmente” 3 linee di forza (quella del busto che si distende all’indietro e quelle delle sue braccia che cadono in basso a sinistra) che convergono verso un punto ben preciso: la testa di Marat.
Questo particolare poi, è uno dei primissimi dettagli che salta all’occhio di qualunque osservatore che guarda la tela per la prima volta.
Nell’immagine che ho realizzato, poi, ho aggiunto 3 linee orizzontali per delimitare l’area che ci interessa e che contengono perfettamente il cadavere del protagonista.
Facendo attenzione, puoi notare che una porzione delle 2 linee poste più in basso sono facili da riconoscere perché sono dei “prolungamenti” della vasca in cui è disteso il protagonista.
Spero di aver eliminato tutti i tuoi dubbi.
Mario Pettorino
Grazie per le informazioni che chiaramente hai fornito. Una curiosità: come mai il quadro si trova in Belgio? quale è stata la sua storia?
Ancora Grazie e buon lavoro
Dario Mastromattei
Ciao Mario, grazie per il supporto. Comunque, il quadro di Marat si trova in Belgio perché è stata proprio la famiglia di David a scegliere di donarlo alla città di Bruxelles nel 1886 come ringraziamento per aver permesso al pittore di vivere una vita tranquilla fino alla sua morte in quella città (il pittore era andato in esilio in Belgio dopo la caduta di Napoleone).
Celia Silvia
a me servirebbe la composizione dell’opera, ad esempio il colore, la prospettiva ecc…
Dario Mastromattei
Buonasera Celia.
Allora, per quanto riguarda i colori utilizzati, eccoti una breve analisi dedicata a quest’ultimi.
COLORI
Devi sapere che per Marat, il contorno era più importante del colore, ed infatti le tonalità utilizzate in quest’opera, sono volutamente sobrie e non troppo accese.
I colori più sgargianti sono: il bianco dei panni, il verde della parte superiore della vasca da bagno ed il giallo (tendente al marrone) proprio del tavolino.
Inoltre, è presente anche il rosso in misura pressoché minima: questo colore è stato utilizzato solo e soltanto per il sangue, affinché la scena non risultasse eccessivamente drammatica e violenta.
I colori, inoltre, sono molto saturi, grazie all’aggiunta di una consistenza solida alle superfici: a tal proposito, il corpo di Marat, potrebbe essere volutamente visto come una statua di marmo, così che la vasca rappresenti una sorta di tomba.
COMPOSIZIONE
Questo quadro di David è stato realizzato seguendo il principio della “sezione aurea”, attraverso la combinazione di linee orizzontali (della vasca, della parte superiore del tavolo ed il punto dov’è appoggiata la testa di Marat) e linee verticali (il tavolo laterale, le pieghe del panno bianco e quella della linea immaginaria che passa attraverso il naso di Marat e che attraversa il suo braccio destro fino a dove si trova la piega del tessuto sotto il gomito del protagonista).
La composizione è divisa in due parti: in quella inferiore c’è Marat, la vasca, il panno, la carta, il calamaio ed altri oggetti; in quella superiore c’è solo lo sfondo neutro, che ha il ruolo di controbilanciare la composizione.
Tutti gli oggetti presenti all’interno della composizione hanno un ruolo ben specifico, e non sono stati posti lì solo per decorare o per mostrare l’abilità di David: ad esempio, c’è il coltello, che è l’arma del delitto; la penna d’oca ed il calamaio simboleggiano l’attività di Marat come giornalista ed infine, sulla carta che ha in mano c’è il nome dell’assassino e la data della morte.
Spero di esserti stato di aiuto!
Buona serata
francesco
salve,
leggo nel suo intervento che per quanto riguarda la composizione David ha utilizzato la sezione aurea. Sarebbe possibile una maggiore delucidazione dell’applicazione in questo dipinto?
Giano
Non c’è alcun rettangolo aureo in quest’opera. L’analisi è evidentemente meno che superficiale; la stora delle linee di forza, poi, è proprio una bufala.
Appena vedo uno dei miei studenti che si presente con queste fesserie ci sarà da piangere.
Dario Mastromattei
Ciao Giano, mi spiace che tu non sia d’accordo con quanto ho scritto. Ho fornito un commento personale dell’opera, cercando di chiarire ulteriormente i concetti enunciati all’interno dell’analisi presente qui sopra. Ti ringrazio comunque per aver condiviso la tua opinione.
Giano
Ciao Dario,
proporzione e rapporti aurei non sono questioni opinabili; sono dati oggettivi. Un rapporto o è aureo o non lo è.
Capisco la buona volontà che impieghi in queste “analisi”, ma – proprio come nell’arte – la buona volontà senza un fondamento produce abomini.
Dario Mastromattei
Mi informerò meglio a proposito della presenza o assenza della sezione aurea in questo lavoro e modificherò l’articolo di conseguenza.
Veronica Tordoni
Ma come fa la penna d’Oca a stare dritta se è morto
Dario Mastromattei
David dipinge l’istante in cui la vita abbandona il corpo di Marat. La penna d’oca resta dritta perché la presa del protagonista fino a qualche istante prima era ancora forte, e velocemente le energie lo abbandonano, facendo cadere la suddetta penna, solo qualche secondo più tardi.